Barbara Iandolo e Leonardo Alessandroni: Story Hunters TV

Di Enza Petruzziello

Per conoscere il mondo è necessario guardare attraverso il cuore delle persone. Barbara e Leonardo quel cuore lo guardano e lo filmano, in giro per il mondo. Insieme nel gennaio 2018 hanno creato il progetto “Story Hunters Tv – Storie per conoscere il mondo”, sito e canale YouTube attraverso cui si esprime il loro desiderio di legare ogni occasione di viaggio alla possibilità di conoscere le storie e quindi le persone che le vivono, le pensano, le sperano o le temono, e, con loro i luoghi che li abitano e, dunque,  raccontarle.

Entrambi hanno un passato professionale nel mondo della comunicazione: Leonardo nell’ambito sia della discografia che dell’editoria, Barbara come Social Community Manager e Fotografa freelance. Ora si trovano in Spagna, e hanno iniziato a raccogliere storie di italiani che hanno deciso di trasferirsi in questo paese. «Ed è proprio incontrandoli e parlando con loro che stiamo imparando a conoscere questo Paese, attraverso l’ottica, il dubbio, la speranza di chi l’ha scelto come meta», scrivono nella presentazione del progetto.

Così senza piani, o appuntamenti in agenda, raccolgono le storie di persone che incontrano nel loro cammino. Ad incontrare loro, adesso, siamo stati noi chiedendogli di parlarci di loro e di Story Hunters Tv.

Barbara, Leonardo, perché a un certo punto della vostra vita avete sentito l’esigenza di mollare tutto e iniziare a viaggiare?

Leonardo: «A volte, si tratta anche di ciò che uno respira fin da bambino. I nostri  padri erano due naviganti, uno di cielo e uno di mare, lo hanno fatto per tutta la loro vita lavorativa e non solo. Il viaggio era un po’ nel nostro DNA, è un’attitudine che entrambi abbiamo sempre coltivato anche prima di metterci insieme, nove anni fa. Negli ultimi 24 mesi l’abitudine occasionale è divenuta una attività sistematica. L’idea era di modificare gli schemi. Trasformare i viaggi da orizzontali a verticali. Non più brevi soggiorni in molti posti diversi, ma lunghi periodi di permanenza (due o tre mesi) per penetrare meglio le atmosfere e le abitudini che andavamo ad incrociare. Altro accorgimento è stato quello di evitare di alloggiare in strutture turistiche e scegliere, invece, di fare uso di abitazioni private; questo ci consente di vivere i luoghi e le persone nel loro quotidiano, frequentare i loro mercati, cucinare con i loro prodotti, bere birra ascoltando musica nei pub frequentati dalla gente del posto. Credo di poter dire che si sia trattato di questo: il desiderio di trasformare la normalità e il quotidiano in “abitudini vaganti” che incontrino altre normalità, altri quotidiani».

Come e quando nasce l’idea di Story Hunters Tv?

Barbara: «L’idea nasce da una pulsione precedente. Leonardo per 20 anni ha avuto un’azienda di comunicazione nel settore della discografia, è un appassionato lettore, quindi un viaggiatore dei destini e delle filosofie, io per 15 anni ho svolto una attività di intrattenimento musicale, in qualità d’interprete, composizione e organizzazione di eventi musicali. Quindi intercettare l’emozione della gente, incontrare i loro gusti era parte integrante delle nostre professioni. Abbiamo sempre concepito i nostri spostamenti come si trattasse di andare a vedere dove e come viveva altra gente, a un certo punto, abbiamo sentito l’esigenza di un compagno di viaggio, qualcosa che potesse registrare le energie che incontravamo, senza perderne traccia e memoria. La mia passata attività di social media manager, la mia passione per la fotografia, che oggi è parte integrante del mio lavoro come fotografa di viaggio e ritratti – http://www.barbaraiandolo.com – connesse all’attività svolta per anni dal mio compagno quale investitore e senior advisor in seno a startup digitali, ci portano a saperci muovere nel mondo delle immagini e a  conoscere i “meccanismi” che alimentano la Rete. L’idea di un canale youtube, una nostra piccola emittente online che potesse raccogliere interviste e che accompagnasse i nostri viaggi era nell’aria e nelle nostre prerogative da tempo, si trattava solo di trovare l’ispirazione giusta! Questa ce l’ha fornita lo scrittore Cormarc McCarthy e la sua frase che amiamo spesso citare: “ Il mondo non è un luogo nel quale abitiamo, ma il luogo che abita dentro i nostri cuori”. Per conoscere i luoghi occorre imparare a conoscere il cuore di chi li abita, nasce così il progetto ‘Story Hunters Tv’ a gennaio 2018».

Un sito, un blog e un canale Youtube alla scoperta degli italiani che abitano nel mondo. Tante le interviste fatte, le persone conosciute. Qual è lo spirito del progetto?

Leonardo: «Incontrare persone, condividere le loro storie, le vicende, i desideri, i timori. Per ora abbiamo cominciato con i nostri connazionali all’estero, ma le persone in genere sono al centro del nostro interesse e il viaggio in sé può avere diverse declinazioni».

Siete stati in Marocco, Portogallo e ora in Spagna. Quante storie avete raccolto finora e ce n’è una in particolare che vi ha colpito?

Leonardo: «Non è per niente facile estrapolare questa o quella intervista, poiché spesso non è altro che il momento finale di una frequentazione breve ma intensa. Certo, l’atmosfera respirata insieme a Giorgina e Massimo nella Medina di Marrakech, due persone a lungo impegnate in Africa in seno a ONG e istituzioni internazionali di aiuto che incontrandosi, e innamorandosi, decidono di trasferirsi in Marocco e condurre insieme l’attività di un Riad, diventando punto di riferimento per la comunità locale, per la loro generosità e la capacità di saper gestire le relazioni interculturali, è di quelle storie che restano a lungo nel cuore. Oppure, l’incontro con Gabriella che a Barcellona ha scelto di vivere buona parte dell’anno in una piccola barca a vela ormeggiata al Port Olimpic mentre si lascia guidare (e aiuta gli altri a guidare se stessi) dalla sensibilità che ispira le sue opere fotografiche e dalla sapienza astrale a supporto della quale ha appassionatamente dedicato 25 anni di studio. O quello con Gloria, la giovane siciliana, proveniente però dal Piemonte, che a Malaga ha trovato il ritmo naturale della sua esistenza lavorando al prestigioso museo Picasso e frequentando con successo l’università locale di Marketing Turistico. La sua placida serenità e il suo accento che sembra quello di una spagnola che parla benissimo l’italiano, ad appena tre anni dal suo approdo, ci hanno molto colpiti. A, ancora, le storie, potremmo dire musicali, di Claudio e Axel  che alle Isole Canarie, con duro impegno e serietà, hanno realizzato i loro sogni, il primo aprendo uno suo studio di registrazione dove produce la sua musica e quella di altri, il secondo, diplomato all’Accademia Radiofonica e Televisiva di Roma, avviando con successo RadioAxel, un’emittente radiofonica in lingua italiana che conta oltre 9.000 ascoltatori al giorno e che è il punto di riferimento per la comunità italiana che vive nell’arcipelago. Sono tutte narrazioni che colpiscono e ti danno l’idea di come sia importante accettare le sfide che il viaggio ti sottopone, l’elenco potrebbe essere ancora lungo e denso di storie di vita».

Giovani ma anche pensionati. Una delle storie più viste è proprio quella dedicata a un over 65 in Portogallo.

Leonardo: «In Portogallo abbiamo avuto moltissime soddisfazioni grazie al video di Sergio che al momento ha raggiunto oltre 120.000 visualizzazioni, il quale giunto il tempo della pensione, ha deciso di rimettersi in moto ed è approdato (anche per legittime ragioni di convenienza fiscale) sulla coste portoghesi dell’Algarve, dove vive tutt’ora circondato da nuove amicizie grazie a un gruppo di pensionati con cui va a fare trekking e fantastiche gite, oltre a godere di 300 giorni di sole l’anno. Ultimamente siamo approdati anche sulle sponde della Tunisia ad Hammamet, dove ci è stata commissionata una video intervista informativa per l’agenzia ‘Felici in Pensione’, fantastica esperienza anche in Tunisia dove ormai vivono oltre 6.500 pensionati italiani. Ognuno di questi  intervistati porta qualcosa di utile, se non indispensabile, agli altri, motivi di riflessione e di stimolo. Quello che ci ha veramente colpito è l’inesauribile energia che emana da chi ha fatto una simile scelta e il desiderio, comune ad ognuno di loro, di condividere la propria esperienza, di dare testimonianza rispetto al fatto che viaggiare, conoscere altre culture, giungere alla capacità di sradicarsi, di tagliare il cordone ombelicale, a qualunque età questo avvenga, apre la mente, arricchisce lo spirito e apporta esperienze di vita e di lavoro, di relazione, utili e illuminanti anche per chi poi voglia spenderle facendo ritorno al proprio paese d’origine. Brancati scriveva qualcosa come: “Ora che so che posso vivere dovunque, posso scegliere anche di vivere al mio paese”. Il punto è proprio questo: imparare a  poter vivere ovunque, sradicarsi».

Barbara Iandolo Leonardo Alessandroni Story Hunters TV

I nostri connazionali in giro per il mondo, lo sappiamo, sono moltissimi. In Spagna in particolare. Secondo voi perché la Penisola Iberica piace così tanto da spingerli a trasferirsi definitivamente?

Barbara: «La Spagna è un paese dove avrei voluto andare a vivere fin da quando avevo vent’anni, la vita mi ha portato poi a fare altre scelte, ma l’idea si è sviluppata sempre di più nella mia mente e adesso che abbiamo avuto modo di viaggiare per varie città e regioni della Spagna e scoprirla me ne sono appassionata ancora di più. Abbiamo avuto un impatto fantastico con questo paese ammirandone le opere fatte negli ultimi 25 anni, un paese che ha saputo investire molto bene i suoi capitali, anche usufruendo efficacemente degli aiuti europei e lo ha fatto non a favore di pochi eletti ma puntando al benessere dei  propri cittadini, come dovrebbe essere logico per una civiltà occidentale del ventunesimo secolo. Ha un sistema scolastico che nell’ultimo quarto di secolo ha elevato straordinariamente l’educazione civica della popolazione. Questi due fattori si avverto a pelle, da Barcellona al Sud dell’Andalusia, non appena si approccia il suo territorio. Non è scevra di problemi, come ogni nazione, ma a parità di problematiche, relazioni distese e rispettose abbinate alla gestione funzionante della cosa pubblica, mettono subito addosso una sensazione di benessere, che si respira dalla sua gente, dal rilassamento che trasmettono, la spensieratezza che emanano e il modo sempre gentile e sorridente con cui ti accolgono».

E negli altri posti in cui siete stati?

Barbara: «Persone soddisfatte del loro trasferimento ne abbiamo trovate in ogni luogo, di ogni età e con alle spalle le più svariate motivazioni. Raramente, ma avviene che sotto ai nostri video appaiano dei commenti che sembrano voler attribuirci la volontà di raccogliere solo storie positive. In realtà, nei nostri viaggi incontriamo molte persone, e spesso per passaparola ne incontriamo delle altre. Quelle con cui leghiamo umanamente sono persone che in qualche modo ci assomigliano e dunque sono quelle con le quali giungiamo a sederci davanti alla videocamera. Crediamo fermamente, e le storie che abbiamo incontrato lungo i nostri viaggi lo confermano, che se si viaggia o ci si trasferisce in un paese straniero, senza furbizie e soprattutto avendo sempre il massimo rispetto per la cultura locale e per chi quei paesi abita, l’esperienza non può che risultare positiva».

Anche voi da tempo siete stabili qui. Come è vivere in Spagna, penso alla qualità della vita, al costo della vita, ai servizi, alle possibilità lavorative ecc.

Leonardo: «In realtà non abbiamo eletto nessun domicilio fisso e i ripetuti e duraturi stazionamenti in terra spagnola sono stati guidati più dalla catena degli incontri che da una decisione presa a monte. Nella penisola iberica ha preso forma il progetto Story Hunters TV, siamo partiti con le prime interviste fatte a persone che vivono alle Isole Canarie, Gran Canaria e Tenerife, ed è stato quindi consequenziale che l’esplorazione proseguisse tra Spagna, Portogallo e altre relative isole. Non esistono paradisi in terra. Se si è disposti ad integrare l’apprendimento della lingua, il rispetto dei costumi e della mentalità, la Spagna offre buona possibilità sia sul campo imprenditoriale che sul versante del lavoro dipendente. Ha un costo della vita mediamente più basso rispetto all’Italia, dal 20 al 30% a seconda delle regioni, ma com’è ovvio anche gli stipendi hanno una diversa levatura, dipende anche dalla città in cui ci si vuole trasferire, Barcellona ad esempio abbiamo notato che è una città che offre molto e ha un tenore di vita mediamente alto. Dal punto di vista fiscale e legale in genere, ed anche da quello dei controlli, vige molta severità, cosa alla quale noi siamo poco abituati. Il punto di forza è che vivere in una città spagnola oggi, come nella maggior parte delle città europee, significa vivere appieno il proprio tempo, con l’efficacia che uno si aspetta da una città del ventunesimo secolo. Dai molti giovani che abbiamo incontrato abbiamo evinto che se è vero che si spostano per cercare lavoro è altrettanto vero che lo fanno soprattutto per il desiderio di vivere in luoghi nei quali si integrano efficacemente nuove tecnologie, mentalità ecologica, efficienza della cosa pubblica, smantellamento totale delle barriere architettoniche, armoniosità tra preservazione dell’antico e innovazione urbanistica, manutenzione e mantenimento di ogni opera pubblica messa in essere, offerta culturale, multirazzialità integrata, abbattimento delle disparità sociali, il tutto al servizio della qualità di vita delle persone. Barcellona, ad esempio, non ha in sé nulla di veramente eccezionale, ma quando sei lì senti di vivere una città con tutte le prerogative di efficienza, di attenzione al benessere dei cittadini e del loro ambiente che una città del 2019 si da per scontato che abbia. In un sistema che integra in questo modo benessere ed efficienza diventa tutto più facile anche dal punto di vista delle relazioni umane e quindi del sistema lavoro».

Tanti i posti dove siete andati. Qual è il luogo finora più bello che avete visitato e perché?

Barbara: «Nel mio cuore c’è l’Andalusia, è una regione meravigliosa, naturalisticamente accattivante e coinvolgente, da Ronda a Conil de la Frontera, sicuramente la Costa della Luz è quella che preferisco a livello paesaggistico, ma Malaga la eligo a città del Sud con una marcia in più dove poter avviare un’attività, soprattutto grazie al progetto ‘Andalucia Emprende’ con cui hanno avviato una possibilità biunivoca di aiutare le giovani imprese, sia fornendo uffici gratuiti dove lavorare per i primi 9 mesi di avvio, sia in connessione con l’adesione a progetti europei e relativi finanziamenti. Poi c’è sicuramente anche da dir che più un luogo ti piace e più ti mette voglia di visitarne uno nuovo. In questo senso, viaggiare può essere paragonato a quello che avviene guardando dei film interessanti o ascoltando un ottimo concerto, hai subito voglia del prossimo. È il valore stesso del viaggiare che si rinnova e si rafforza di tappa in tappa. Persino constatare le cose che non ti piacciono diventa documentarsi, e, in fondo, documentarsi, cioè conoscere, è la vera natura del viaggio, anche se non è la sua ragione di base, perché, parafrasando De André ‘la vera ragione del viaggio è, in fondo, viaggiare’. Detto questo, possiamo anche dire che Malaga è una città che abbiamo nel cuore, per la sua luce, il suo mare, le atmosfere conviviali del suo centro storico, il suo essere di frontiera, la sua memoria araba, la sua vena gitana, i suoi chiringuitos sulle spiagge a basso costo ed ottimo pesce, la tranquillità con cui sembra plasmare i caratteri di chi si trova a vivere lì. In caso di necessità, Malaga è davvero un luogo in cui andare a risorgere».

Invece quello che vi è piaciuto meno?

Barbara: «La Costa del Sol non ci è piaciuta affatto, troppo cementificata ad uso turistico, ma ne comprendiamo la valenza, la particolarità. Posti come Torremolinos, Benalmadena o Fuengirola sono stati presi d’assalto e ormai si parla quasi prevalentemente inglese. E comunque oggi la Costa del Sol è  “il posto al sole” di mezza Europa. Questo consente alla regione di intercettare risorse da reinvestire in progetti di sviluppo. A Malaga, ad esempio, sta crescendo sempre di più il settore tecnologico con il “Parque Tecnòlogico de Andalucia” (PTA), dove moltissimi giovani trovano lavoro nel settore delle Start up digitali».

Barbara Iandolo Leonardo Alessandroni Story Hunters TV

Come scrivete nella presentazione sul vostro sito, «oggi la Rete e le tecnologie consentono ad ognuno di noi di essere un’emittente. Senza più alcun sbarramento costituito dai gruppi editoriali, ogni ognuno è libero e abile di trasmettere  e di ricevere informazioni appartenenti alla propria esperienza di vita, senza mediazione». Libertà, quindi. Quali sono gli altri vantaggi di avere un canale proprio?

Leonardo: «Consapevolizzare le potenzialità di uno strumento che ognuno ha a portata di mano vuol dire farne un uso più appropriato. La straordinarietà è nel fatto che oggi la comunicazione, la possibilità di informare e di informarsi sono a disposizione di tutti, nessuno escluso. la Rete è una sorta di “Rinascimento” che rimette al centro l’individuo e le sue potenzialità. Se avessimo voluto, una decina di anni fa documentare i nostri viaggi attraverso delle interviste filmate, avremmo dovuto fornirci di apparecchiature di ripresa costosissime, affittare studi di montaggio a prezzi carissimi, dopo di che avremmo dovuto convincere un editore televisivo a trasmettere i nostri filmati. Oggi una semplice macchina fotografica di buona qualità e un cellulare che riprenda in 4K sono sufficienti. Dopo di che, a costo zero, ognuno di noi può aprire il proprio canale youtube e diventare, di fatto, l’emittente di se stesso.

I vantaggi, per quanto ci riguarda, sono molteplici. Il primo, il più straordinario, è quello dell’incontro con le persone. Un Canale come Story Hunters Tv che va in cerca di interviste intercetta necessariamente persone, vite, storie da raccontare, e dà a chi lo agisce la possibilità di informare e di informarsi, ma soprattutto quella di intessere rapporti umani. Oltremodo, è anche un filo conduttore dei viaggi che compiamo, nonché la loro memoria. Anziché farci dei selfie, ogni intervista o video informativo rappresenta un ricordo vivido del nostro passaggio in quel determinato luogo».

Un altro vantaggio è sicuramente poter lavorare viaggiando. Come riuscite a mantenervi economicamente?

Barbara: «A voler essere pratici, un canale youtube offre diverse possibilità che possono concorrere a farlo diventare un’attività di supporto ai propri progetti di viaggio. Raggiunti i primi 1.000 iscritti e 4.000 ore di watch time nel corso dell’ultimo anno solare, youtube comincia a monetizzare i video attraverso l’inserimento dell’advertising.

Uno dei grandi meriti della Rete è il sistema di programmazione pubblicitaria secondo il re-targeting. In parole semplici vale a dire che a ognuno di noi viene offerta la possibilità di essere raggiunto dall’advertising secondo la pertinenza delle proprie ricerche. A differenza della televisione, ad esempio, dove veniamo investiti da montagne di annunci di ogni tipo, la maggior parte dei quali lontanissimi dai nostri interessi, il sistema di re-targeting indirizza a noi la pubblicità che può interessarci perché selezionata in base alla pagina che stiamo navigando o alle ricerche che abbiamo compiuto.

Diciamo, dunque, che avviata una discreta attività su youtube, questo sistema di incassi può aiutare, nell’anno, all’acquisto di un certo numero di biglietti aerei.

Altre fonti di introito possono giungere da rapporti di B2B, business to business. Avere un video, di buona fattura pubblicato su youtube aiuta le aziende a operare la comunicazione più convincente all’interno della Rete, cioè quella che offre all’utente dei contenuti informativi, oppure delle testimonianze significative da parte di altri utenti. Ci si fida di più della testimonianza di un utente riguardo ad un servizio che delle dichiarazioni che sul servizio stesso può rilasciare l’azienda che lo offre. Sotto questo profilo, si raggiungono accordi con le aziende che in cambio di un reportage possono rimborsare le spese di viaggio, offrire ospitalità e elargire un compenso. Si tratta di una vera è propria attività di comunicazione che va coordinata con i temi trattati nel Canale, in modo da offrire agli utenti sempre e comunque informazioni e testimonianze utili che riportino l’esperienza e l’opinione di chi quel servizio lo ha già utilizzato.

A questo riguardo ovviamente va fatta distinzione tra le video interviste da noi scelte e prodotte per il nostro canale youtube, pensate per il target di utenti che ci seguono e le video interviste che non sempre pubblichiamo sul canale youtube, ma produciamo per agriturismi, b&b, piccole aziende che vogliono promuovere la loro attività, ad esempio a Malaga ci è capitato di produrre un video con degli attori per comunicare un servizio di una piccola azienda di un’imprenditrice Italiana.

Diciamo che Story Hunters Tv ormai sta diventando per noi una piccola impresa viaggiante, non pensavamo potesse diventarlo così in fretta e ovviamente ne siamo entusiasti.

Per quanto concerne i soggiorni, invitiamo chi legge a prendere familiarità soprattutto con due siti di scambio casa che a noi ad esempio permettono di viaggiare con scambio punti, quali “Home Exchange” e “Love Home Swap” , nei quali è possibile inserirsi in circuiti di scambio casa che consentono di alloggiare anche per lunghi periodi in abitazioni private attraverso l’accumulo di punti (guest points) che avviene permettendo ad altri membri di alloggiare nella propria abitazione. Solitamente, chi vi apre la sua casa, o una delle sue case, è una persona che si fida e merita fiducia, ha piacere di conoscervi ed è una persona che ha il vostro stesso spirito curioso e nomade, quindi, la scelta di scambiarsi la casa si rivela un altro sistema validissimo e stimolante per conoscere nuova gente e stringere delle relazioni che spesso durano nel tempo e diventano amicizie.

Dopo di che, va detto che noi abbiamo l’attività di una vita alle spalle. Il piacere nel viaggiare in maniera semplice, con il supporto delle cose che ho appena descritte, rende possibili tutti i nostri spostamenti, rigorosamente low cost».

Come è cambiata la vostra vita da quando avete deciso di aprire Story Hunters Tv e di viaggiare?

Leonardo: «Abitavamo stabilmente un bel casale in pietra sulle colline del lago Trasimeno e compivamo già diversi viaggi durante l’anno, poi, come si è detto precedentemente, abbiamo deciso di imprimere una svolta che fosse un poco più radicale. Ribadisco, l’idea era quella di portare la normalità del nostro quotidiano in altri quotidiani. Mettere a reddito la nostra abitazione attraverso gli scambi casa, le attività on line da remoto e l’attività del canale youtube ci consentono di traslare il nostro quotidiano in altri luoghi. Per cui la nostra vita è cambiata molto sotto l’aspetto delle latitudini ma quasi per nulla rispetto a quello delle abitudini quotidiane. Ci piace fare le cose senza troppa accelerazione, vivere il viaggio senza caricarlo di enfasi, come se il viaggio  fosse la normalità e non l’eccezione. La normalità o il quotidiano, comprendono elementi comuni ad ogni latitudine, quali gli intoppi, l’attesa, la noia, certe routine, i saldi bancari, il lavoro, gli errori, ma anche le buone cenette a lume di candela preparate dopo aver fatto la spesa in un mercato locale, un gruppo musicale al pub sotto casa, posti mai visti, gente mai incontrata prima, nuovi amici, nuove storie che s’intrecciano.

La sensazione di aver cambiato casa s’indebolisce via via,  lasciando il passo a quella di aver invece ampliato la nostra casa, averne abbattuto le pareti. Ogni luogo può essere casa tua. In maniera elettrizzante e piacevolmente precaria, puoi sentirti “di passaggio”, e, così sentendoti, avvicinarti, in fondo, alla metafora stessa della vita».

In generale che consigli vi sentite di dare a chi come voi sta pensando di cambiare la sua vita e partire per affrontare una nuova avventura, di vita o professionale?

Barbara: «Mettersi in viaggio è molto diverso dal partire per le vacanze. Bisogna essere leggeri di bagagli, cosa che una donna fa fatica ad imparare ed io stessa ogni volta che parto penso di aver messo in valigia qualcosa di troppo che al prossimo viaggio mi riprometto di lasciare a casa. Ma soprattutto portare con sé sempre contenuti positivi. Quale sia il motivo del viaggio, onestà e rispetto per i luoghi e le persone che incontreremo saranno il  passaporto che ci consentirà di entrare in comunicazione vera e fattiva con gli altri. Portare con sé, troppi “pesi” potrà risultare duro, in tutti i sensi. Trascinarsi dietro spiriti di rivalsa o rabbia o paure non sarebbe che una zavorra inutile. Ci sentiamo dire spesso che il timore del prossimo diventa elemento di raffreddamento rispetto all’idea di mettersi in viaggio.  E’ un vero peccato rinunciare al viaggio per questo, perché, alla fine, scopriremo che le persone comuni ( quelle che i media mainstream tendono a non mostrare a favore di coloro che per una ragione o per l’altra fanno molto più effetto e quindi audience) sono dovunque, sono loro quelle che popolano il mondo».

Leonardo: «Chi di noi non è stato invaso in questi decenni dalle immagini televisive che ci hanno mostrato il mondo arabo come un luogo popolato da pericolosi scalmanati col Kalashnikov in mano e con il viso nascosto dai turbanti, ebbene se ci capiterà di frequentare quei luoghi scopriremo che quel mondo è composto di persone e famiglie come le conosciamo noi, quelle che frequentiamo tutti i giorni, con i loro problemi quotidiani, la voglia e il bisogno di cambiare aria ogni tanto, la speranza di far studiare un figlio, il prossimo matrimonio di una nipote, un mutuo in banca diventato troppo caro. Insomma persone normali, fatte della nostra stessa umanità e della stessa quotidianità. Lo stesso vale per quelli che viaggiano verso di noi, i così detti migranti. Sono giovani e meno giovani, con una madre alle spalle che ogni sera aspetta con trepidazione loro notizie, una famiglia che ha dato fondo ai propri averi, ha venduto quello che aveva di buono, fosse un gregge di pecore o una piccola attività, per vestire al meglio i propri figli e mettergli in tasca quei pochi soldi, tantissimi per loro, per poter partire e sperare in futuro migliore. A chi di noi non sta a cuore il futuro dei nostri figli. Succede anche da noi, certo ad altri livelli, con il fenomeno dei “ cervelli in fuga”. Stiamo parlando di persone, del loro quotidiano, di individui fatti della nostra stessa essenza. Allora, il consiglio per chi intende fare della sua vita un percorso viaggiante o semplicemente desidera trasferirsi altrove rispetto a dove vive, è quello di ricordare sempre che le persone che incontrerà, seppur in seno a contesti, geografie e culture diverse, altro non hanno dentro al cuore che le passioni, le speranze, le ambizioni, le paure che ognuno di noi porta, a modo suo, dentro se stesso. “Il mondo è il luogo che abita dentro al nostro cuore”. Qui bisognerebbe parlare a lungo sul come e perché chi ha l’egemonia della comunicazione occidentale (leggi USA) abbia instillato attraverso lo strapotere delle sue produzioni cinematografiche, televisive, novellistiche la paura dell’altro, portandoci ad immaginare che in ogni nostro vicino di casa si possa nascondere un possibile sadico omicida. É una vecchia strategia del potere che avevano già compreso e attuato gli antichi Romani, sintetizzandola efficacemente nel famoso “dividi et impera”.

La linfa vitale del viaggio viene messa in circolo dalla fiducia, quella negli altri e quella in noi stessi. Dare fiducia ed essere degni di riceverne sono i passepartout per aprire le porte ad ogni possibilità che ci venga incontro viaggiando attraverso le civiltà degli uomini».

Le vostre prossime destinazioni?

Leonardo: «Come abbiamo già detto Story Hunters TV è al timone della nostra piccola imbarcazione. E’ sicuramente previsto un altro lungo soggiorno nella Spagna del nord e quindi in Portogallo, Lisbona e di nuovo Algarve dove abbiamo pensato di andare a raccogliere le testimonianze di quei pensionati che abbiamo intervistato un anno fa, per sentire cosa hanno da dirci a distanza di mesi, che impressioni sono in grado di confermare o di smentire. È importante per chi ci segue potersi confrontare col tema della verifica.

Ma la “destinazione” che ci stimola di più, in questo momento, come canale youtube è quella che segue un’intuizione  recente che stiamo per tradurre in pratica. Il nostro nuovo progetto si chiama “Storie & Passioni”. Si tratta di video-interviste di persone che hanno una storia o una passione che merita di essere resa pubblica e lasciata ai posteri, se vogliamo dirla così. Oggi, pubblicare una video-intervista su youtube vale a rendere pubblica una testimonianza che durerà negli anni e che attraverserà le generazioni a venire, destinata a informare e a collaborare alla formulazione dell’opinione  delle generazioni future riguardo agli argomenti trattati. Oltre a questo, un simile documento ha un inestimabile valore affettivo, familiare e amicale. Abbiamo cominciato intervistando un bravissimo artista del ferro di Spello, in Umbria, che ha trasformato il lavoro di fabbro ereditato dal nonno e dal padre in un percorso artistico personale attraverso il quale rielaborare le sue origini e le sue emozioni evolutive, un’opera in progressione alla quale ha dato il  titolo suggestivo e pregno di narrazione “ La ruggine è la memoria del ferro”.

Chi può essere interessato a questa iniziativa?

Leonardo: «Chi ritiene di avere una storia da raccontare, ma soprattutto riteniamo possa essere un bellissimo regalo da parte di chi abbia tra i suoi cari o tra i suoi amici una persona mossa da una passione, che abbia o che abbia avuto una storia di vita da raccontare. Un regalo per la persona a cui si tiene ma anche per se stessi per poter vedere resa pubblica una vicenda che ritiene significativa, educativa o stimolante. Una iniziativa di testimonianza quella di Storie & Passioni che consente al semplice individuo e al suo quotidiano di lasciare un motivo di riflessione, quale esso sia, al prossimo, ma anche l’idea di onorare le umanità e le peculiarità delle persone che ci vivono a fianco, verso le quali spesso siamo disattenti. Vedere raccontato, per fare un esempio, il proprio padre o la propria madre, in una video-intervista editata con tanto di contributi filmati e commento musicale risulta un modo emozionante e fenomenale per evincere cose che ci sono sempre sfuggite e consente di offrire quella esperienza a un pubblico che supera i confini della stretta cerchia dei propri affetti o conoscenti. Siamo in un epoca nella quale le foto da sole non bastano, le immagini, specie se filmate per costruire un progetto visivo, ci rimandano più profondamente l’essenza di una persona, dei suoi luoghi, della sua vicenda umana».

In che modo i nostri lettori possono partecipare al vostro progetto?

Barbara: Può candidarsi per una video intervista per il nostro canale sia chi vive all’estero e desidera proporre la sua storia, sia chi ha un’attività che si lega ad una sua scelta di vita. Oppure chi intenda regalarsi o regalare una video-intervista del nostro progetto “Storie & Passioni” potrà contattarci entrando nel nostro sito http://www.storyhunterstv.tv e compilando il modulo di contatto. Tra l’altro dal sito internet ci sono i link diretti per seguire la nostra pagina instagram o atterrare sul canale youtube dove ci si può iscrivere cliccando su ISCRIVITI, in questo modo si viene sempre aggiornati rispetto ai nuovi video caricati online, youtube invia una mail a tutti gli iscritti al canale ogni volta che pubblichiamo un video. Per scriverci direttamente questa è la nostra mail: storyhunterstv@gmail.com

A chiunque stia leggendo questa intervista diciamo che sarebbe fantastico incrociarlo nel nostro cammino. Buona fortuna a tutti».