Mettersi in proprio lasciando un posto fisso: Arianna
A cura di Nicole Cascione
“Mi chiamo Arianna. Ho 49 anni e da 15 vivo a Rozzano, amena e bistrattata località dell’hinterland milanese. Adoro fare sport, nuotare e correre, adoro leggere, particolarmente autori russi e sudamericani, adoro scrivere e, soprattutto e più di ogni altra cosa, adoro viaggiare e sogno un giorno di trasferirmi a vivere di fronte al mare”. Arianna a 49 anni ha avuto il coraggio di lasciare un posto fisso per inseguire i propri sogni.
Insieme alla sua socia Silvia, ha aperto un piccolo concept-store a Milano, sui navigli, nel quale l’attività principale è la realizzazione e rivendita di piante e fiori, ma anche di complementi d’arredo dal gusto nordico, sempre inerenti piante e fiori, nonché una linea di cancelleria ecologica, realizzata con carta e materiali riciclati.
Arianna, non è da tutti lasciare un posto fisso per avviare un’attività in proprio. Cosa ti ha dato la spinta per compiere questo importante passo?
Erano almeno due anni che mi barcamenavo in uno stato di tollerabile infelicità, la cui causa principale era un lavoro che non mi rispecchiava più, non mi dava più stimoli né soddisfazioni: non riuscivo più a comprendere il senso dello stare 8 ore al giorno rinchiusa in una scatola di mattoni, senza nemmeno vedere la luce del sole (lavoravo in un capannone industriale) ad inserire meccanicamente ordini in un computer, rovinandomi la vista, costretta ad incastrare solo in piccoli scampoli di tempo ritagliati al lavoro tutte quelle attività che invece mi piacciono e mi danno gioia e soddisfazione, come la corsa, la palestra, la lettura, la compagnia degli amici, i viaggi. Arrivata quasi alla soglia dei cinquant’anni, un giorno all’improvviso si è fatta strada in me la consapevolezza che, pur volendo essere incredibilmente ottimista, era ormai più il tempo che avevo vissuto di quello che mi restava da vivere. Ho deciso così di non sprecare più questo tempo prezioso, rinchiusa in una vita che non era quella che desideravo per me. Quindi, dopo averci lungamente pensato e riflettuto e rimuginato, ho deciso di prendere il coraggio a quattro mani, di licenziarmi, dare fondo ai miei risparmi e aprire un piccolo concept-store (una carto-fioreria) con la mia amica Silvia.
Di cosa ti occupi?
Sono co-titolare di un piccolo concept-store a Milano, sui navigli, nel quale l’attività principale è la realizzazione e rivendita di piante e fiori (il nostro cavallo di battaglia sono i Kokedama, tecnica giapponese per cui varie tipologie di piante vengono inserite in una palla di muschio, ove vivono come se stessero nel vaso), ma anche di complementi d’arredo dal gusto nordico, sempre inerenti piante e fiori, nonché una linea di cancelleria ecologica, realizzata con carta e materiali riciclati.
Quali sono state le emozioni, le sensazioni che ti hanno accompagnata durante la fase di cambiamento?
Nel momento stesso in cui ho maturato questa decisione, una nuova leggerezza si è fatta strada in me, insieme alla consapevolezza che non è mai troppo tardi per inseguire i propri sogni e crearsi una vita felice. Basta riuscire a buttarsi alle spalle la paura ancestrale di cambiare, uscire dalla propria “zona di comfort”, superare la paura del giudizio altrui e tornare a prendere in mano le redini del proprio destino; perché dopotutto sono profondamente convinta che avere rimorsi sia sempre e comunque meglio che avere rimpianti. Il giorno in cui ho rassegnato ufficialmente le dimissioni, sentimenti contrastanti si sono alternati in me in un caleidoscopio di sensazioni opposte: felicità, paura, ansia, terrore, gioia. Ma su tutte ne ha prevalso indubbiamente una: la sensazione di libertà. Dopo anni, mi sono sentita di nuovo libera, padrona del mio tempo, dei miei gesti, dei miei pensieri e delle mie azioni.
Rimettersi in gioco a 50 anni. Sicuramente ci sarà voluta una buona dose di coraggio! Hai mai avuto momenti di sconforto? Momenti in cui hai pensato: “Ma chi me l’ha fatto fare?”
Ho rassegnato le dimissioni a fine agosto ed ho aperto il negozio ad ottobre, solo sei mesi fa. Un lasso di tempo non ancora sufficientemente lungo per poter esprimere un giudizio “definitivo”. Posso solo dire che, per ora, la mia situazione finanziaria ne ha decisamente risentito: non ho più la sicurezza di uno stipendio fisso a fine mese, al quale ero stata sempre abituata; le ore di lavoro sono molte di più, sia intellettualmente che fisicamente. Ma la sensazione di leggerezza, di appagamento e di serenità che provo di nuovo ogni mattina recandomi a lavorare nel mio negozio, mi dà ogni giorno la conferma di avere fatto la scelta giusta. Io e la mia socia Silvia siamo due vulcani di idee, mettiamo continuamente in cantiere nuovi progetti e, soprattutto, ci piace molto chiacchierare con i nostri clienti, stabilire un contatto e cercare di servire al meglio ogni persona che entra nel nostro negozio, per vederla uscire con un sorriso. Leggere la soddisfazione negli occhi dei nostri clienti è la nostra soddisfazione più grande.
E quindi no, per il momento non ho ancora mai pensato, neanche una sola volta: “Chi me l’ha fatto fare ?”
Come e in cosa è cambiata la tua vita?
Il cambiamento principale è la gestione del tempo, motivazione che è stata anche la molla scatenante della mia decisione e che era l’obiettivo primario a cui mirava la mia scelta: essendo in due a gestire l’attività, abbiamo stabilito dei turni che consentono ad entrambe di godere di molto più tempo libero rispetto a prima. Certo, si lavora nel week end (a turno), ma durante la settimana, aprendo alle 10.30 riesco ad andare a correre la mattina prima di recarmi al lavoro, cosa che avevo sempre desiderato quando ero incolonnata nel traffico alle 8 del mattino e invidiavo la gente che poteva farlo. Inoltre ho due mezzi pomeriggi liberi in settimana che mi consentono di dedicarmi con calma a sport, lettura, convivialità. Senza considerare che, quando è il mio turno libero nel week end, ho ben tre giorni interi a mia disposizione!
Certo, ho dimezzato le risorse destinate allo shopping, ma sono disposta a rinunciare a tutti i vestiti, le scarpe e le borse del mondo pur di poter continuare a vivere come sto vivendo ora. In fondo, non era davvero necessario comprare continuamente beni materiali, che in realtà mi davano solo un temporaneo ed effimero senso di soddisfazione destinato a svanire nel giro di qualche giorno.
Quale messaggio ti piacerebbe trasmettere con la tua storia di vita?
Il messaggio che vorrei dare a chi – come me fino a poco tempo fa – non è soddisfatto della propria vita è che davvero non è mai troppo tardi per prendere in mano le redini del proprio destino e vivere una vita soddisfacente e felice secondo le proprie aspettative. Non è solo retorica, è la verità: la paura del cambiamento ci tiene fermi in uno stato di torpore che ci rende molto più infelici di un eventuale fallimento.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Spero, ovviamente, che la mia attività prenda piede e mi consenta di ricominciare a guadagnare sufficientemente per dedicarmi ai miei adorati viaggi, adesso che ne avrei il tempo. Per il resto, al momento sono pienamente appagata e il prossimo grande ed ambizioso obiettivo della mia “goal list” è quello di trasferirmi a vivere al mare entro i prossimi dieci anni.
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