Ania: viaggiare zaino in spalla

A cura di Nicole Cascione

Era il 2017 quando Ania Baldoni ha deciso di lasciare tutto e partire zaino in spalla in compagnia di un’altra ragazza: direzione Asia. Ha mollato tutto per inseguire i suoi sogni: “Ho rinunciato ad una vita stabile, non ho una casa fissa, non ho beni di proprietà e soprattutto ho rinunciato ad uno stipendio stabile, ci sono mesi che guadagno davvero poco e devo calcolare bene cosa mangiare e dove dormire per continuare il viaggio.

Ho guadagnato, un altro tipo di ricchezza, una vita straordinaria, così la definisco. Ho guadagnato quindi la libertà che ho sempre cercato”.

Ania Baldoni zaino in spalla

Ania, i 30 anni sono stati per te gli anni della svolta. Racconta:

Lavoravo in un’azienda come responsabile di comunicazione. Sono laureata in grafica. Quando ho compiuto 30 anni mi sono resa conto che non stavo andando nella direzione giusta. Non mi bastavano le poche ferie l’anno, volevo girare il mondo e vivere di fotografia (questo è sempre stato il mio sogno da quando mi sono avvicinata alla fotografia all’università). Sono sempre stata una persona controcorrente, sempre alla ricerca di libertà, ma nonostante avessi progetti e voglia di conoscere il mondo, dopo la laurea mi sono ritrovata con un lavoro a tempo indeterminato. Ero felice inizialmente, perché mi era stata offerta una grande opportunità, non è facile trovare un lavoro che rispecchi il proprio percorso di studi. Col tempo però mi sono resa conto che non era quello che volevo, il lavoro dietro ad una scrivania mi stava troppo stretto. Così a 30 anni mi sono licenziata, non è stata una decisione facile, ma avevo deciso che era il momento di rincorrere la mia idea di felicità. Così ho lasciato tutto e sono partita zaino in spalla con un’altra ragazza in direzione Asia. Era il 2017. Abbiamo intrapreso un viaggio unico, partite dall’Italia e arrivate in Australia senza aerei. Ci hanno prese per pazze inizialmente, anche noi avevamo mille dubbi, ma eravamo entusiaste e curiose di conoscere e capire se saremmo riuscite in questa impresa folle. Siamo arrivate fino a Timor Est, abbiamo percorso circa 30mila km via terra, tra autobus, treni e barche. Attraversare l’Indonesia via terra non è stato per niente facile, ma ci ha permesso di raggiungere luoghi non turistici e vedere una parte molto autentica, ci ha regalato belle emozioni e dato una grande soddisfazione. Proprio ad un passo dall’Australia ci hanno detto che non potevamo continuare via terra, perché non esistevano mezzi via mare per arrivarci, le abbiamo provate tutte e alla fine siamo arrivate in Australia con un piccolo aereo. Ma per noi è stata comunque una missione portata a termine, se guardo la mappa e vedo dove siamo arrivate senza aerei non riesco a crederci, eppure è successo. Abbiamo attraversato 13 Paesi e 3 Continenti. Otto mesi di viaggio solo con i nostri risparmi, con un budget molto limitato, tanto spirito di adattamento, facendo volontariato e facendoci ospitare gratis per risparmiare. Quel viaggio mi ha cambiata molto e ho capito che non volevo più un lavoro stabile.

E quindi?

Quindi quando sono tornata ho fatto qualche lavoretto per riprendere qualche soldo e poi ho aperto la partita iva, mi sono buttata in un’altra avventura. Ora sono una libera professionista. Sono una graphic designer e fotografa. Ci ho messo un paio di anni per creare il mio business. Nel frattempo facevo lavoretti e sono diventata anche una coordinatrice di viaggio. Dato che ho questa grande passione per il viaggio, ho provato anche a convertirlo in un lavoro e ora porto gruppi di persone in giro per il mondo. Quando avevo deciso di ripartire è arrivato il Covid e come tutti ci siamo fermati. Ma finalmente a febbraio sono riuscita a ripartire.

Sola o in compagnia?

Siamo sempre in due. Sono in viaggio con la mia compagna. Trovo sempre qualche “pazza” come me che mi segue nelle mie avventure! Stiamo scoprendo Centro e Sud America sempre via terra. Viaggiare lentamente mi permette di vivere in maniera più autentica il Paese. Si entra più a stretto contatto con le persone e vedere i paesaggi che cambiano piano piano mi regala delle forti emozioni. Siamo partite da Cuba, Messico e poi in Costa Rica è iniziato il vero viaggio senza aerei. Vogliamo raggiungere Ushuaia, la fine del mondo. Questa volta viaggio e lavoro da remoto e facciamo volontariato in cambio di vitto e alloggio per risparmiare. Non è facile, ma un passo alla volta ci stiamo riuscendo. Ora siamo in Bolivia e siamo in viaggio da 7 mesi.

Ania Baldoni zaino in spalla

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Ad oggi qual è il momento più bello vissuto e quale invece quello che preferiresti dimenticare?

Difficile rispondere a questa domanda perché ogni Paese sa regalare belle sorprese e forti emozioni. Ma se proprio devo scegliere direi l’escursione in barca all’isola Coiba a Panama. Il parco nazionale di Coiba è un’area naturale protetta con acqua cristallina, spiagge paradisiache e una fauna unica nel suo genere. Durante l’escursione abbiamo fatto snorkeling ed è stato davvero emozionante. Ho visto i pesci più colorati di sempre, il primo piccolo squalo e soprattutto nuotato con ben cinque tartarughe. La tartaruga è il mio animale preferito, non era la prima volta che ci nuotavo accanto, ma l’atmosfera, la bellezza dell’isola e i mille pesci che avevo intorno hanno reso tutto magico. Ho scoperto in questi anni di viaggio un amore per il mondo sottomarino, lo trovo estremamente affascinante. Il momento che dimenticherei invece è il mio mal di altitudine. Ne avevo sentito parlare, ma provarlo in prima persona non è stato per niente piacevole. Dopo aver visto le montagne arcobaleno in Perù, di una bellezza indescrivibile, aver fatto due ore di trekking abbastanza impegnativo ed essere arrivata ad un’altitudine di 5mila metri sopra il livello del mare, mi sono sentita male. Dolore fortissimo alla testa, nausea, spossatezza e qualche linea di febbre. Un male che mi ha seguito per un’intera settimana fra alti e bassi. Sono due giorni che dimenticherei volentieri, sono stata molto male. Ma anche questo fa parte del viaggio.

Qual è l’incontro più bello che hai fatto? E quale invece il posto più bello?

Di incontri belli ce ne sono stati diversi, tutte coppie di viaggiatori. Da una coppia incontrata a Puerto Viejo in Costarica, siamo stati una notte intera a parlare di viaggi e sembrava ci conoscessimo da sempre, siamo anche andate a ritrovarli al ristorante che gestiscono a Bocas del Toros a Panama. Con la coppia che ci ha ospitato a Panama city per una settimana, ci hanno coccolato e fatte sentire come a casa, siamo ancora in contatto. Poi un’altra coppia incontrata alle San Blas che sta facendo lo stesso percorso via terra fino a Ushuaia e quindi non potevamo non andare d’accordo e infatti ci siamo rivisti lungo il percorso per ben 4 volte. Ma l’incontro che mi ha segnata di più è stato quello con una famiglia italiana che ha lasciato tutto e si è trasferita momentaneamente in un piccolo paese nel nord del Perù. Ci siamo incontrati per caso davanti ad un monumento a Quito, è stato destino trovarsi lì proprio in quel momento. Tra una chiacchiera e l’altra ci hanno invitato a casa loro quando saremo arrivate in Perù, così abbiamo accettato l’invito. Siamo state una settimana nella loro piccola casa circondate dalla selva. È stata una settimana di scambio di esperienze e crescita personale. Due persone meravigliose che stanno educando il figlio di 4 anni ad una vita libera senza pregiudizio, vincoli e ansie. Due persone coraggiose, da ammirare. Il posto più bello fino ad ora direi Machu Picchu. Forse è scontato, ma siamo entrate al sito per prime con il biglietto delle 6 di mattina, arrivare davanti a questa meraviglia senza nessuno con una piccola nebbia, luce soffusa, lama che ti camminavano intorno, è stato davvero magico. Sono questi i momenti in cui ti senti davvero piccola e parte di un mondo infinito con bellezze uniche. Quello che mi ha sorpreso di più è non essere delusa. Purtroppo questa meraviglia e tante altre, le ritroviamo tutti i giorni ormai nei social, riviste, tv, e quindi molto spesso quando si vedono dal vivo c’è il rischio che non ti trasmettano niente, perché ormai siamo stati abituati a vederle. Mi è successo purtroppo per Petra e Chichen Itza. Invece per Machu Picchu era come vederla per la prima volta, è stato molto emozionante, mi ha lasciato davvero senza parole.

Nei tuoi viaggi cosa porti sempre dietro e cosa invece lasci volutamente alle spalle?

Con me porto sempre tanta curiosità e spirito di adattamento, ce ne vuole viaggiando con un budget limitato. L’unico oggetto che porto sempre con me è la mia macchina fotografica, amo immortalare la vita che scorre sotto ai miei occhi e le meraviglie. Attraverso le mie fotografie cerco di far vivere anche a chi è a casa le emozioni che provo viaggiando e far conoscere tradizioni e culture diverse, cercando di condividere e far capire che alla fine siamo tutti uguali anche se abbiamo occhi, pelle e vestiti diversi. Alle spalle non lascio nulla, vivo molto il presente e cerco di godermi ogni momento. Il passato mi ha portato ad essere ciò che sono oggi ed è giusto che ci sia.

Ania Baldoni zaino in spalla

Come e in cosa è cambiata la “vecchia” Ania, rispetto all’Ania viaggiatrice?

La vecchia Ania era più concentrata sui beni materiali, ci teneva molto al giudizio delle persone e per quanto fosse una persona aperta mentalmente con capiva le difficoltà e le culture di Paesi molto lontani da lei. Ora sono molto più consapevole di me stessa e del mondo che mi circonda. Non mi interessa più il giudizio della gente e sono diventata molto più rispettosa verso le scelte degli altri, “vivi e lascia vivere” questo è il mio mantra. Ho capito che siamo tutti figli dello stesso mondo e tutti perfettamente uguali e riconosco che sono nata nella parte fortunata del mondo. Per questo ora apprezzo di più le piccole cose e vivo una vita molto più semplice. Soprattutto la vecchia Ania non aveva ancora chiara la strada da percorre, ora la sa. So cosa voglio e so quanto la vita è imprevedibile, quanto è breve e quanta forza ognuno di noi ha a disposizione per poter cambiare o raggiungere un obiettivo.

Per inseguire i tuoi sogni a cosa hai rinunciato? E cosa invece hai guadagnato in questo percorso di vita nomade?

Per i miei sogni ho rinunciato ad una vita stabile, non ho una casa fissa, non ho beni di proprietà e soprattutto ho rinunciato ad uno stipendio stabile, ci sono mesi che guadagno davvero poco e devo calcolare bene cosa mangiare e dove dormire per continuare il viaggio. Ho guadagnato un altro tipo di ricchezza, una vita straordinaria, così la definisco. Avere la libertà di svegliarmi sempre in un posto diverso. Conoscere culture diverse e luoghi unici, sia belli che brutti, tutti fanno parte dell’esperienza. Ho guadagnato amicizie in giro nel mondo, una crescita di conoscenza che nessun libro può insegnarti. Ho guadagnato una vita piena di avventura. La mia vita da nomade non sarà sempre un viaggio continuo. Quando avrò raggiunto Ushuaia e sarò soddisfatta della mia avventura in Sud America tornerò a casa. Ma la vita da nomade mi permette di sfruttare il mio tempo come voglio. Ho già altri progetti per il prossimo anno, altri viaggi, altre esperienze da aggiungere al mio bagaglio di conoscenza. Ho guadagnato quindi la libertà che ho sempre cercato.

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Tutto il mio viaggio dal Centro America fino ad Ushuaia via terra, ogni tappa, è raccontata sul mio canale YouTube.

Ania Baldoni zaino in spalla