“Impara l’arte e mettila da parte”, recita un proverbio. Lo sa bene Alessia Filetti, restauratrice ligure che da molti anni vive negli Usa. Dopo un periodo in California, oggi vive a New Orleans, in Louisiana. Nata a Savona, già da bambina si diverte con matite e pennarelli. “Fin da piccola mia madre mi ha sempre incoraggiato ad essere “artistica”, lavorava in una cartoleria e quindi a casa non mancavano mai fogli e matite”, dice a Voglioviverecosi.com.

Passa il tempo ma la curiosità per i disegni rimane, così dopo le scuole medie sceglie di iscriversi al liceo artistico, sempre a Savona. All’inizio coltiva l’ambizione di diventare una fumettista manga ma, dopo le superiori si specializza in restauro a Firenze. Oltre al suo ineguagliabile patrimonio artistico, Firenze è una città a forte vocazione internazionale, con turisti da tutto che ogni giorno visitano gli Uffizi o Ponte Vecchio. Così conosce ragazze danesi, che in seguito diventeranno sue amiche e dalle quali impara la lingua.

Era già stata in Danimarca in vacanza dopo la maturità tornando con un’impressione positiva e, presa dall’entusiasmo, parte per le terre danesi. Come molti emigranti viene assunta da una famiglia per fare la ragazza alla pari, con mansioni come pulire la casa o fare da babysitter ai bambini. “Purtroppo sono capitata in una famiglia pessima che non mi ha dato nessuna possibilità, nemmeno di frequentare il corso gratuito di danese a cui io tanto tenevo”, ricorda Alessia. Di quell’esperienza rimane solo l’incontro con un’amica e, con un po’ delusione in valigia, torna in Italia.

Alessia Filetti:

Svolge la professione di restauratrice, ma i 3 euro all’ora che guadagna non le bastano per vivere come vorrebbe. “Purtroppo non avevo molte scelte lavorative essendo un campo di nicchia-spiega-, così quando mi si è presentata l’occasione sono partita”. L’America ha da sempre affascinato i suoi pensieri e dopo una domanda bocciata da parte di un’università d’Oltreoceano partecipa alla lotteria per vincere la Green Card, l’autorizzazione per risiedere a tempo indeterminato nel territorio americano. Il primo tentativo fallisce; il secondo anche; al terzo centra la vittoria. “Non ci potevo credere, ero spaventata all’idea di dover mollare tutto e ricominciare da capo, ma mi rendevo conto che non avrei vinto una seconda volta così continuai l’iter”. All’inizio pensa di trasferirsi a New Orleans, ma non avendo trovato opportunità nel suo settore, opta per Santa Barbara, dove trova lavoro per due mesi.

Alessia pensa di rimanere fino al termine dell’impiego ma alla fine si stabilisce per due anni e mezzo, iniziando come restauratrice e facendo anche la lettrice di italiano presso il college di Santa Barbara. Nelle relazioni sociali però la città non la soddisfa. “Personalmente ho trovato persone un po’ superficiali e molto incentrate su loro stesse”, afferma. Alessia Filetti è una cittadina americana a tutti gli effetti e si divede fra i suoi mille lavori. Nel 2004 il suo ennesimo impiego è in una biblioteca e fra le mani le capitano  alcuni libri che parlano proprio di New Orleans. Così nel suo viaggio coast to coast decide che sarà una delle sue mete. Contenta della bellezza e della vitalità della città, organizza il suo trasferimento. D’altronde New Orleans è casa di molte arti. Innanzitutto dell’architettura, ammirabile nel quartiere francese della città. Poi della musica jazz, della cucina e dell’arte visiva.

Alessia Filetti, restauratrice ligure

Come in tutti i cambiamenti, anche la sua situazione sentimentale cambia perché conosce l’uomo che diverrà suo marito e padre della loro figlia. “Come quasi tutte le storie iniziate a New Orleans ci siamo conosciuti in un bar,  al mio pub usuale”, dice Alessia Filetti. L’amore per l’arte e il suo mestiere di restauratrice non sono certo scomparsi. Da quando è in Louisiana svolge la libera professionista per privati, chiese, scuole e musei. Gli Stati Uniti però siamo abituati a immaginarli lontani dalla creatività, e più tagliati in settori come l’informatica o la finanza. Eppure secondo Alessia, sono molti gli americani a cui piace l’arte. “Molti di loro lo sono, ma non tutti se lo possono permettere”, dichiara. “Ho notato comunque-prosegue- che in generale cercano di comprare pezzi anche di artisti esordienti e a decorare la casa molto di più di quello che facciamo noi”. Forti sono anche i sostegni da parte dei privati, anche perché vengono esposti  i nomi dei donatori che aiutano musei e altri tipi di associazioni. Quanto all’investimento pubblico, Alessia è pessimista e afferma che con la nuova amministrazione i tagli saranno notevoli.

Oggi, sposata, madre e professionista è felice della sua vita. L’Italia rimane comunque nel suo cuore anche se quest’anno non è riuscita a tornarci. “All’inizio riuscivo a tornare due volte all’anno, poi ho ridotto solo a Natale, e per questa volta nemmeno a Natale visto che ero incinta”, afferma. “Però -conclude- spero ocon la bambina di ritornare almeno una volta a trovare i nonni e i miei amici”.

A cura di Matteo Melani