Progetto Naturalis: viaggi nel Borneo Malese

Siamo nel Borneo, Malesia, un “angolo” di terra da sogno, con paesaggi naturali mozzafiato e colori che restano appiccicati addosso tanto sono vividi.

Un area geografica immortalata da libri e film; perfetto scenario per immaginarsi una vita davvero diversa, completamente agli antipodi rispetto a quella a cui siamo abituati e ancorati nel nostro occidente. Oggi parliamo con qualcuno che, questo sogno lo ha realizzato.

Luca Viola, project manager del progetto Naturalis che organizza viaggi nel Borneo e in tutto il sud est asiatico. In questa bellissima intervista ci parla del suo lavoro ma non solo; le sue parole sono già un viaggio nella natura e nella cultura di questo posto, nei visi della sua gente. E restituiscono la storia di un profondo cambiamento e non di una fuga.

Un progetto di vita costruito con tanto lavoro. Nato certo da una profonda insoddisfazione ma costruito in modo accurato. Una storia che testimonia non solo di soddisfazioni ma anche di difficoltà.

BORNEO, Malesia Luca Viola di Naturalis

Luca, parlaci un po’ di te. Qual è il tuo percorso?

Sono nato in Sicilia e, nel 1998, mi sono trasferito in Toscana dove studiavo Scienze Politiche a Pisa. Ho lavorato poi in una casa farmeceutica nella zona di Lucca per quasi 6 anni. Ma tutto questo mi stava stretto e l’idea di trascorrere 35-40 anni a fare analisi di laboratorio la trovavo impensabile; allora cosa ho fatto? Ho mollato tutto e via, verso una vita diversa che mi ha permesso di conoscere meglio me stesso.

Come è stato il tuo arrivo nel Borneo?

Il mio arrivo nel Borneo è stato subito all’insegna dell’avventura, il clima, la gente, gli odori tipici dell’Asia per le strade di Kota Kinabalu, la capitale dello stato del Sabah, nel Borneo Melese. Tutto mi ha avvolto subito.

Era il settembre del 2005, quando siamo atterrati qui con mia moglie. In realtà il Borneo non l’avevamo scelto come destinazione per viverci; avevamo girato parecchio l’Asia per vacanza visitando posti come  Vietnam, Cambogia, Indonesia e ci eravamo letteralmente innamorati di questo continente, tant’è che se ci fosse capitata l’occasione, saremmo immediatamente ripartiti per viverci.

Ma, come spesso accade, il caso disegna progetti diversi...

Sì, l’occasione e’ arrivata nel 2005 appunto, con un’offerta come operatore turistico per la Malesia e nello specifico nel Borneo Malese.

Pensavamo che non ci saremmo rimasti a lungo perche’ il paese che ci aveva impressionati maggiormente era il Vietnam; ma intanto, giusto per rompere il ghiaccio e partire dall’Italia andava bene tutto; magari poi, pian piano ci saremmo mossi per l’Indocina. Invece è successo quello che non ci immaginavamo e cioè di trovarci perfettamente in armonia con tutto quello che ci circondava. La gente in primis.

Venire a vivere in un paese musulmano pensavamo ci avrebbe causato uno shok culturale notevole. Invece ci siamo accorti che l’Islam in questa area della Malesia è decisamente moderato e sostanzialmente aperto.

Nel Borneo Settentrionale poi la maggioranza della popolazione è di religione cristiana, perché la forte presenza dei missionari all’inizio del secolo scorso ha convertito tanti indigeni al cristianesimo appunto. Questo fa sì che la Malesia sia un paese dove tante culture e religioni convivano in armonia e pace.

BORNEO, Malesia Luca Viola di Naturalis

Quindi hai iniziato a lavorare nel turismo

Sì, come responsabile dell’ufficio del Borneo di una grossa agenzia che si occupava di ospitare turisti prevalentemente italiani e mia moglie Michela lavorava con me nello stesso ufficio.

Ma il Borneo ha caratteristiche proprie rispetto alla Malesia?

Pur essendo Malesia, almeno per la parte settentrionale il Borneo è un posto a sé, anche perché la forte connotazione etnica (gli indigeni locali) lo differenzia parecchio dalla moderna e cementificata Peninsula con la capitale Kuala Lumpur che sfodera grattacieli a non finire e soprattutto le maestose torri Petronas, che sono un fiore all’occhiello di modernità e progresso.

Il Borneo è ancora selvaggio, in molte delle sue zone è puro, vergine, inesplorato e quindi più vivibile e affascinante. Nello stesso tempo però, qui si trova tutto; nei supermercati si trova la Nutella, la pasta di tutte le marche inclusa la Barilla e tantissimi prodotti occidentali che, insieme a tutti i prodotti asiatici, offrono una vastissima scelta per cucinare e vivere normalmente senza fare eccessivi sacrifici economici.

Qui infatti, lo stipendio medio è di 300 euro al mese, ma c’e’ chi ne guadagna meno e altri che ne guadagnano di più; diciamo che se disponi di 500-600 euro al mese riesci davvero a vivere bene, al di sopra degli standard italiani.

BORNEO, Malesia Luca Viola di Naturalis

Cosa è stato a convincervi definitivamente a restare?

Una delle cose che ci ha più convinto a rimanere qui nel Borneo è la sua fantastica varietà di flora e fauna.

Noi amiamo gli animali e qui ce ne sono a non finire. Pensa che la giungla del Borneo è la più vecchia del mondo (130 milioni di anni) e qui vivono ancora delle specie di animali rarissime e purtroppo in via d’estinzione.

La causa della loro estinzione è dovuta al taglio selvaggio della foresta da parte delle multinazionali del legno prima, e adesso dalle piantagioni di palma da olio che ostacolano il passaggio della fauna nella foresta, provocando così l’estinzione di alcune specie di animali, fra tutti l’orangutan e l’elefante pigmeo.

E poi, una volta capito che volevate restare? Cosa avete fatto?

Ci siamo messi al lavoro collaborando con organizzazioni governative e non governative; abbiamo creato dei canali con i nativi cercando di educarli alla conservazione e alla salvaguardia della fauna, cercando di far capire loro che il turismo è una risorsa, ma se si taglia la foresta e gli animali spariscono, non ci sarà più turismo in Borneo e quindi i primi a pagare le conseguenze saranno proprio loro. Queste iniziative stanno funzionando, anche se non è facile.

Però allora, ad un certo punto, anche il turismo classico ha cominciato ad andarti stretto.

Dopo quasi sei anni di lavoro per operatori turistici, che vendevano e continuano a vendere prodotti turistici senza tenere conto dei benefici per la popolazione locale (della serie ti uso e ti getto), ho deciso che ne avevo abbastanza e ho iniziato il mio progetto Naturalis.

Ma la mia precedente esperienza mi ha aiutato. Infatti durante i miei primi sei anni, ho accompagnato tanti turisti, quasi tutti italiani ed ho imparato un sacco di cose; ho passato momenti molto belli e ho avuto la possibilità di viaggiare tantissimo ( a volte prendevo otto aerei al mese); ma dentro di me c’era un senso di tristezza perché volevo che quei turisti visitassero il vero Borneo, quello selvaggio, quello dove la gente parla e interagisce con gli indigeni e mi sono ripromesso che un giorno l’avrei fatto. Per questo, lo scorso Agosto, è partito il mio progetto Naturalis, che si rivolge a tutti e che organizza viaggi e spedizioni a tema per il Borneo e per tutto il Sud Est Asiatico.

La vita è cambiata di sicuro; vivo meglio, mi sento più libero e adoro quello che faccio. Poi è successa una cosa bellissima che ha reso me e mia moglie ancora più sensibili rispetto ad alcune cose: l’arrivo di un figlio. In questi anni, con mia moglie, ci siamo tanto guardati intorno, abbiamo vissuto personalmente la vita quotidiana di questo posto, la sua cultura, le abitudini e anche i drammi di molti.

Ci siamo accorti che tanti bambini vivevano e vivono tutt’ora per la strada, che c’è tanta gente povera e disperata. Tanti bambini vengono abbandonati negli orfanotrofi, altri nei conventi delle suore, altri addirittura per strada.

Allora cosa abbiamo fatto? Siamo andati in un convento di suore e abbiamo comunicato la volontà di adottare un bambino. Questo accadeva un anno fa. Lo scorso novembre le suore del convento ci hanno chiamato comunicandoci che potevano affidarci un bambino; lo abbiamo adottato poche settimane fa. E’ un bimbo indigeno del Borneo e lo abbiamo chiamato Samuel Syd J.

VIVERE IN BORNEO, Malesia

Parli di questo posto con grande emozione, questa è la cosa che traspare di più.

Sì perché il Borneo e l’Asia in generale mi hanno rapito; considero questo posto come casa mia, pur continuando ad amare l’Italia e tornandoci tutti gli anni. Anche se non so se tornerei per viverci, almeno per ora.

Il sito di Luca è:

www.naturalis-expeditions.com

A cura di Geraldine Meyer