Andrea, dal codice civile all’aceto balsamico

Il suo prodotto viene usato per condire il piatto preferito degli Obama. E pensare che ha ripreso l’attività di suo padre solo per caso. Dopo la laurea in Giurisprudenza due erano le strade che gli si prospettavano: proseguire con un dottorato di ricerca in informatica giuridica  o cominciare a lavorare. Mai avrebbe pensato di buttarsi nell’azienda di famiglia a Reggio Emilia, www.acetaiasangiacomo.com, specializzata nella produzione di aceto balsamico. E ricominciare con una nuova vita. Oggi Andrea Bezzecchi, classe ’74, è entusiasta della scelta compiuta, anche perché ci ha guadagnato.

Andrea Bezzecchi

“In realtà- spiega- non sapevo bene cosa fare, ho scelto d’istinto  questa Facoltà, perché frequentando le prime lezioni c’era un  elevatissimo tasso di ragazze. Poi mi sono appassionato alle materia e sono uscito con un punteggio  molto alto. In particolare ho approfondito la nuova materia dell’ “informatica  giuridica” e   quando mancavano due o tre esami alla fine, ero  assistente in quella materia. Dopo la laurea il dilemma era  proseguire con un dottorato di ricerca in informatica giuridica  (oppure un master) o cercare un lavoro”. A quel punto cosa è successo? La produzione di aceto balsamico era già in casa. “Lo faceva mio padre- aggiunge- che  e’ morto nel ‘94, anno in cui ho iniziato l’Università. Due anni  prima di laurearmi, ho ripreso l’attività. Ho riaperto la partita Iva, perché ho trovato per caso, on line, un sito Internet che voleva il  nostro prodotto www.esperya.com”. E per Andrea è stata la decisione più saggia.

Tanti sono i lati positivi di quest’attività. “Primo fra tutti- chiarisce- fare parte di una tradizione. E’ un vero e proprio  privilegio. Poi, si lavora in campagna. Certo, non sono agricoltore, ma l’ufficio e la  produzione sono in un casale di campagna. C’è un forte legame con il  territorio. E’ un’attività appassionante, perché è sempre mutevole,  contestualizzata in un mondo che è molto bello, quello delle  eccellenze enogastronomiche: cibo e vino”. E tutto questo nonostante il mercato sia spietato. Andrea non si ritiene un imprenditore in senso classico. “Il profitto non è il mio fine- dichiara- il mio obiettivo è  sostenere con i soldi una passione, cosa molto difficile, se non si  hanno le spalle coperte”. E i suoi sforzi sono sempre premiati. “Il piatto preferito del Presidente Obama nel suo  ristorante preferito (Spiaggia Restaurant a Chicago) – aggiunge- é condito con  il nostro Balsamico. E’ una soddisfazione immensa.”.

Aceto Balsamico San Giacomo

La sua azienda esporta più del 70 per cento della produzione, oltreché negli Stati Uniti, dove vende attraverso distributori e importatori, in Germania,  Inghilterra, Svezia, Giappone, Cina.

A chi consigliare questa attività? E, soprattutto, in quali zone d’Italia? Il vero balsamico, fa sapere, si fa solo a Reggio Emilia e a Modena, quindi solo  in quelle zone ma esiste una ricetta per un buon aceto balsamico? “No – replica- in quanto c’è un ingrediente unico.

In ogni caso il tempo è l’ingrediente segreto, mai citato, ma il più  importante”. L’imprenditore sta tentando una rivoluzione. Vendere col suo prodotto anche un pezzo d’Italia. Senza dubbio- specifica- è importante non tanto vendere il terroir con la bottiglietta,  perché sul mercato tale valore si perde, ma tentare di far venire a comprare in  acetaia e creare turismo sul territorio.

Questa è la vera scommessa. Per comprendere questo prodotto unico, bisogna proprio partire dal territorio: senza essersi calati, averne goduto l’ospitalita’, averne respirato le nebbie e contemplato un solaio o un fienile adibito ad acetaia che come per magia, si trasforma in un luogo dal fascino e dal mistero di una fucina alchemica la bottiglietta di Balsamico Tradizionale, per quanto bella, non avra’ mai la piena comprensione che si merita.

Il viaggio deve partire dalla scoperta  di una Regione che e’ la piu’ ricca in materia di prodotti a Qualita’ Regolamentata (Dop, Igp, Stg, ecc…). Più ricca in Italia, quindi in Europa”. Nel Belpaese ritiene di non avere concorrenti. “Sinceramente- specifica- non ragiono in termini di concorrenza.
facciamo semplicemente prodotti diversi e in un punto vendita si  possono trovare tutti. La concorrenza non esiste”.

A cosa ha rinunciato abbandonando i codici? “Allo studio, alla ricerca. E’ l’unico aspetto che mi manca- dice- In compenso ho guadagnato tanto: diventare produttore di qualcosa che riceve apprezzamenti e critiche è  molto stimolante.

E poi le mie conoscenze le spendo in modo indiretto, nella vita di tutti i giorni e nel lavoro”. Le affianca alle tante idee che hanno portato la Camera di Commercio di Reggio Emilia a premiare l’Acetaia. “Siamo tutti giovani- scherza Andrea – abbiamo introdotto soluzioni innovative nella produzione e nel marketing, come: “Adotta una Batteria!“, il “Balsamic Track” e il  sistema certilogo. E abbiamo clienti supereferenziati”.

Cinzia Ficco