Sottufficiale dell’esercito italiano dal 1991 al 1994, Giovanni Sorbello ha studiato Scienze Politiche (Relazioni internazionali) e per almeno 10 anni si è occupato di attività culturali e organizzazione eventi. Ha anche collaborato con varie associazione umanitarie, partecipando a diverse missioni (Birmania, Gaza, Libano) e da quattro anni ha costituito la testata giornalistica online Il Faro sul Mondo attraverso la quale cerca di puntare l’attenzione verso i popoli vittime di aggressioni occidentali. Giovanni si divide tra la Sicilia, il Libano e l’Iran. Una scelta di vita scomoda, come afferma lui stesso, che gli permette però di fare ciò in cui crede.

Giovanni la tua vita si divide tra la Sicilia, il Libano e l’Iran. Una scelta coraggiosa. Raccontaci qualcosa a riguardo.

Non credo sia una scelta coraggiosa, la vedo come una semplice scelta di vita, magari non comoda, ma comunque mi ritengo fortunato per il fatto che riesco a fare ciò in cui credo. Comunque, la mia base resta sempre la Sicilia, non intendo abbandonarla. Tra l’altro, essendo siciliano, ho trovato tante similitudini in Paesi come l’Iran e il Libano, soprattutto per l’accoglienza e il calore della gente.

Quali sono gli argomenti trattati nella rivista politica internazionale www.ilfarosulmondo.it di cui sei il direttore?

Ci occupiamo soprattutto di politica internazionale con particolare attenzione per i Paesi del Vicino e Medio Oriente. Cerchiamo di puntare la nostra attenzione verso quei popoli (palestinese-libanese-siriano), vittime delle aggressioni occidentali.

Sei anche presidente di un’associazione umanitaria. Di cosa ti occupi nello specifico?

Il Faro sul Mondo oltre ad essere una rivista è anche un’associazione umanitaria. Indirizziamo i nostri modesti sforzi verso un’area geografica ben definita, il Libano. Infatti, grazie alla collaborazione con altre associazioni siamo riusciti a portare a termine diverse piccole missioni di aiuto. Abbiamo fornito farmaci e generi di prima necessità ai vari campi profughi presenti in Libano, che ospitano centinaia di migliaia di profughi siriani e palestinesi.

L’immagine di Paesi come l’Iran e il Libano, trasmessi dai media italiani, a tuo parere è veritiera?

Assolutamente no. Purtroppo i media italiani patiscono una vergognosa sudditanza e un servilismo nei confronti di certi centri di potere. L’informazione che giunge da noi attraverso i canali ufficiali è solo lontana parente della realtà. Troppi sono gli interessi che si muovono intono al Medio Oriente, e l’Italia, essendo un Paese privo di ogni sovranità, subisce le pressioni di alcune potenze straniere, Stati Uniti su tutte.

Ti andrebbe di tratteggiare un quadro preciso di quella che è la situazione attuale nel mondo da un punto di vista politico?

E’ cosa molto difficile, ma prima di ogni altra cosa dobbiamo avere la consapevolezza di vivere in un periodo storico di grandi ed epocali cambiamenti, anche se ad un prezzo, in termine di vite umane, impressionante.Rispetto a pochi anni fa c’è stato un radicale e improvviso cambiamento negli equilibri geopolitici. Gli Stati Uniti, dopo una catena di pesanti fallimenti politico-militari (Iraq-Afghanistan) hanno ridimensionato il proprio ruolo in Medio Oriente, anche a causa del ritorno in grande stile della Russia di Putin, sempre più protagonista della scena politica internazionale. Quello che vediamo oggi, le atrocità di questi gruppi terroristici sostenuti da mezzo Occidente e dai loro alleati del Golfo, assomigliano sempre più ad una lotta tra il bene e il male. Ho la sensazione che ci stiamo incamminando verso uno scontro frontale che deciderà le sorti di buona parte dell’umanità. Di certo, l’area interessata a questo grande cambiamento è il Medio Oriente, ma le conseguenze saranno avvertite in tutto il mondo.

A tuo parere, l’Italia cosa dovrebbe fare?

Come dicevo prima, l’Italia è un Paese privo di ogni sovranità, la cui agenda politica viene decisa oltre oceano. La cosa più grave e preoccupante è l’incapacità del suo popolo nel leggere le dinamiche storiche e di conseguenza capire le origini di ogni male e riconoscere il vero colpevole. Purtroppo siamo un popolo privo di ogni spirito, incapace di reagire, ma sempre pronto a vendersi per un pezzo di pane. Purtroppo, siamo fedele specchio di questo Paese e della classe politica che da 70 anni lo amministra.

C’è speranza ancora per i giovani in Italia?

Bisognerebbe capire se esistono ancora oggi dei giovani in Italia, e non certo sotto l’aspetto anagrafico. Oggi, i nostri giovani migliori sono quelli che fuggono all’estero per cercare un proprio futuro professionale. Ovviamente non mi permetto di criticarli, ma alla fine è l’emblema di un Paese che non esiste più, senza uno spirito e senza senso di appartenenza. Siamo un popolo incapace di spendersi e rischiare per la propria terra e il proprio destino.

Gestisci anche il portale www.discoveriran.it. Quali sono le bellezze e i punti di forza di un Paese come l’Iran? E quali i punti deboli?

Nell’ultimo anno il mondo ha riscoperto l’Iran, dopo il tanto sbandierato accordo sul nucleare iraniano. Per oltre 35 anni, l’Iran è stato vittima di una vile aggressione perpetrata da Stati Uniti e alleati nel Golfo. Una serie interminabile di attentati e atti di violenza sono stati commessi contro il popolo iraniano, colpevole di aver scelto, grazie alla Rivoluzione Islamica condotta dall’Imam Khomeini nel 1979, la Libertà e non la tirannia statunitense. Da allora è stata costruita “un’altra storia”, grazie ad una spaventosa campagna mediatica che ha pesantemente colpito il popolo iraniano. Hanno fatto di tutto per criminalizzare un popolo e metterlo in ginocchio. Lo hanno ridotto alla fame con brutali sanzioni e blocchi economici. Il popolo iraniano, a differenza di quello italiano, ha saputo patire e resistere, consapevole che la libertà è un valore che nessun crimine potrà mai negare. Oggi, l’ipocrisia di questo mondo ha aperto gli occhi e tutti corrono in Iran a firmare accordi economici e fare dell’ottimo turismo. Da italiano non mi permetto di evidenziare i punti deboli – che sicuramente ci sono – di un Paese e di un popolo che possono solo essere un esempio per l’umanità intera.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Più che di progetti parlerei di speranze, ovviamente non utopiche ma concrete. Sto lavorando per migliorare e potenziare i nostri progetti e cercare di essere sempre più utili alla causa e alle passioni in cui crediamo. E poi chissà, forse quel grande cambiamento di cui parlavamo sopra riuscirà a scuotere anche le coscienze oramai sopite degli italiani.

Giovanni Sorbello

A cura di Nicole Cascione