Zona franca, il romanzo di Alessandro Rosato

Zona franca è il delicato romanzo di Alessandro Rosato, scrittore e regista, che, dopo aver vissuto in varie città, tra cui Dublino, Barcellona, Salisburgo, regala al lettore uno spaccato dei sentimenti di chi si trova a vivere in terra straniera, sapendo di poter contare solo sulla propria forza interiore.

Arriva un momento in cui ti domandi quali siano tutti i possibili significati che si possono dare alla vita: che cosa significa essere vivi oggi? Qual è il miglior modo per onorare questa vita che mi è stata regalata?

Ci troviamo su un volo di linea diretto a Lisbona, città in cui Gabriele, il protagonista, vorrebbe ricominciare da zero. Eventi e incontri si susseguono durante il viaggio aereo, incrociandosi con le sue riflessioni ad alta quota e ricordi del suo passato da espatriato, con un cuore consumato da partenze e addii ma anche colorato da emozioni e ricordi.

Zona franca, il romanzo di Alessandro Rosato

La vicenda si arricchisce grazie all’incontro con un passeggero misterioso, agli sguardi con una ragazza dalle mani-delicate e ai ricordi con la sua crew all’estero: “la famiglia che non ti scegli, perché pur di non rimanere solo cedi e cambi i tuoi standard”.

Speciale il rapporto con Sophie, una francese dalla decappottabile di seconda mano, con l’abitudine di “tagliare” i semafori rossi: “Penso a quell’istante subito dopo aver tagliato il rosso, in cui ci sentivamo in un tempo sospeso; una specie di limbo in cui il rosso era acceso da entrambe le parti: una frazione di secondo che non apparteneva a nessuna carreggiata. In quegli attimi, la macchina apparteneva a tutto e a niente. Anche noi, lì sopra: eravamo in una zona franca. E ci sentivamo così noi. Così selvaggiamente noi stessi”.

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Un concetto che per chiunque sia espatriato almeno una volta nella vita, ma universalmente per tutta la generazione dei giovani adulti e non solo, rappresenta l’accettazione della propria natura, del sapersi dare tregua, e della consapevolezza che non è importante trovare il proprio luogo quanto costruire se stessi.

Zona franca, il romanzo di Alessandro Rosato

Coprotagonista del romanzo, una Barcellona dinamica e multiculturale descritta con l’amore di chi vede nelle città non solo luoghi ma pezzi di sé.

La festa di Sant Jordi, i bar delle terrazze capaci di far sentire integrati o forse più soli, la Cattedrale del Mare, i piccoli bar di tapas conosciuti solo da “locals” e il bilocale di Gabriele, piccolo come una scatoletta di tonno.

E proprio come le scatolette di tonno, anche la vita di Gabriele porta date di scadenza su amicizie, lavoro e anche l’amore: “Come fai a non cambiare la tua idea di casa quando vivi così?” – si chiede il protagonista.

Gabriele in questo romanzo trova più domande che risposte, racchiude i sentimenti di chi lascia la propria terra, ma anche di tutti coloro che stanno ricalibrando la propria bussola, mostrando le difficoltà e le emozioni “derivanti da una vita che “si sceglie di provare ad avere”, per far sì che non diventi “una vita che ci si lascia capitare”.

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