Sarah, Zoe, Pierre e Semhar. Sono loro i protagonisti di “The Expats”, serie documentaristica per il web che racconta la vita di quattro afroitaliani all’estero. Quattro ragazzi alla ricerca di un sogno nella Grande Mela. Creata e diretta da Johanne Affricot con la collaborazione alla camera di Marco Brunelli, la web serie li ritrae a New York, in una narrazione dalla quale emerge la loro condizione di “italiani all’estero e in Italia”, ma anche il punto di vista individuale sul concetto di identità riconosciuta, il legame con la terra d’origine, le sfide e gli orizzonti per il futuro.

Come è stato negli anni ’70 e ’80 per i loro genitori quando decisero di lasciarsi alle spalle i loro paesi di origine per cercare un futuro migliore per se stessi e i loro figli, così adesso lo è per loro. Tutti e quattro, infatti, ripercorrono le stesse scelte fatte dalle loro famiglie. Anche loro decidono di lasciare la propria casa per volare nella grande metropoli statunitense e realizzarsi professionalmente e personalmente. Una storia che si ripete, dunque, anche se con modalità e in tempi storici diversi.

In “The Expats” conosciamo Sarah Ahimin, una ragazza milanese originaria della Costa d’Avorio che da un anno e mezzo vive a New York e lavora nel mondo della musica. Poi incontriamo Zoe Beatwoman, regista e videomaker, che da San Benedetto del Tronto si è spostata prima a Bologna e poi nella Grande Mela. C’è Pierre Andre Diedhiou, ragazzo romano con radici ad Haiti e in Senegal, che nella città statunitense è impiegato come manager di un ristorante italiano. Infine la lucchese, di origini eritree, Semhar Ghebrenegus Salvati, account director in un’importante agenzia creativa newyorkese. Tutti sono accumunati dalla voglia di rimettersi in gioco e rappresentano perfettamente la nuova generazione italiana con discendenze straniere. Ma anche la generazione con la valigia, quel fenomeno migratorio che ha visto andare via ben 5 milioni di italiani. In ogni puntata scopriamo i loro sogni, le loro speranze, ma anche le difficoltà dell’essere italiani all’estero e in Italia, i problemi con il razzismo e l’amore per il proprio Paese. Il risultato è una serie composta da quattro minidocumentari visibile sulla pagina Facebook GRIOT Italia e sull’omonimo sito web.

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Come spiega la creatrice del progetto, cresciuta a Roma ma di madre haitiana e padre ghanese-americano, il titolo è una provocazione: “perché il termine Expat, nel lessico della comunità internazionale, è associato a persone bianche di una certa classe sociale, che si spostano dal proprio Paese per lavorare per conto di multinazionali o grandi società, ong o grandi istituzioni. Chi non è bianco, invece, viene automaticamente identificato come immigrato. Eppure l’utilizzo di una parola piuttosto che un’altra può cambiare lo status di una persona e il modo in cui viene percepita dalla società”.

Spesso, infatti, il nostro Paese è ancora visto come esclusivamente bianco nonostante le tantissime etnie di cui ormai è composta la popolazione. E per dimostrare che in Italia esiste anche un volto diverso che molte volte resta nell’ombra, Johanne Affricot oltre alla web serie ha dato vita nel febbraio 2015 a “Griot” un webmagazine in italiano e in inglese dove affronta con la creatività il tema della diversità. Come diversa è “The Expats” e la storia dei quattro protagonisti alla ricerca della loro strada creativa.