Dal Cammino di Santiago al monastero tibetano: la storia di Salvatore Liggeri

Mi chiamo Salvatore Liggeri, sono uno scrittore di ventinove anni e vivo a San Miniato, in Toscana.

La mia è una storia priva di radici, perlopiù trascorsa a ricercare il significato di “casa” in giro per il mondo. Sono nato in una cittadina siciliana in provincia di Siracusa, e all’età di cinque anni mi sono trasferito con i miei genitori in Germania, dove ho vissuto fino al 2003, nella città di Magonza.

La mia è stata un’infanzia serena; mio papà camionista, mia mamma casalinga, entrambi giovani e con tantissime aspettative.

Sono stato sin da piccolo un amante delle avventure e delle scoperte: sognavo mondi fantastici dietro ogni collina, e ho sempre creduto fortemente alla possibilità di poter scegliere di vivere per come volevo io, e non per come mi veniva prospettato dai miei genitori, dai parenti, o dalla società stessa.

Questo mio atteggiamento ritenuto “irresponsabile”, è stato però la mia salvezza nei momenti più difficili.

Tornati nel 2003 in Italia, precisamente in Toscana, non sapevo infatti che avrei goduto di poco tempo ancora, accanto al mio papà.

Se ne sarebbe andato a causa di un grave malattia, nel settembre del 2008.

Solo, con mia mamma e mia sorella, a quindici anni, il mondo mi era crollato addosso.

Era morto uno dei pilastri della mia vita, e forse, uno degli elementi che, al contrario delle varie case in cui avevamo vissuto, era lì, fermo e forte, e infondeva sicurezze e certezze.

La perdita di un genitore ci cambia dentro; lo fa a qualsiasi età.

La morte del mio papà, avvenuta quando lui aveva solo 41 anni, mi aveva totalmente stravolto e convinto di quello che già sentivo: la vita è breve, e va vissuta pienamente.

E così, a 18 anni, con 70 euro in tasca, son partito per l’Europa in cerca di lavoro e di un luogo che finalmente forse, avrei chiamato casa. Da Londra a Parigi, da Berlino a Varsavia, da Atene a Barcellona.

Ho viaggiato e lavorato per quasi dieci anni in tutto il Continente, ma arrivai a capire ben presto che non sarebbe stata la carriera, o il denaro, che mi avrebbero donato le risposte che cercavo.

Per caso, o per destino, mi arrivò tra le mani durante la primavera del 2018 mentre mi trovavo in Grecia, un libro sul cammino di Santiago.

Non ne avevo mai sentito parlare…sino ad allora.

Avevo 25 anni, e una sola intenzione: percorrerlo.

Il cammino di Santiago, a passi piccoli, ma belli e forti, mi aveva donato la grande occasione di rimescolare le carte, guardarmi allo specchio e darmi il tempo di riflettere su quello che contava davvero.

Il cammino ci dà tanto; albe, tramonti, natura, libertà, condivisione.

Capii che Dio era in tutto, in tutti e in tutte le cose, e da allora non mi son più fermato: ho percorso la Via Francigena dal Gran San Bernardo a Roma in oltre mille chilometri a piedi, la Dingle Way in Irlanda costeggiando l’oceano Atlantico, e ancora il cammino verso Assisi, dinanzi a San Francesco.

Durante questi viaggi, la mia passione era diventata un lavoro: scrivere libri.

Ho avuto la grande fortuna di essere letto, e di testimoniare nel mio piccolo le esperienze vissute sulla mia pelle, cercando di condividerle con gli altri.

Così ho fatto anche con il mio ultimo viaggio: ispirato dal grande giornalista Tiziano Terzani, ho deciso di percorrere un altro tipo di cammino, questa volta totalmente dentro di me.

Ho vissuto infatti all’interno di uno dei monasteri del buddismo tibetano tra i più grandi d’Europa, convivendo a stretto contatto con i monaci tibetani.

Dopo tanti anni, posso dire di aver compreso, anche grazie a quest’ultima esperienza dalla quale ho poi tratto il mio ultimo libro “A due passi dal Tibet“, che cosa la definizione di “casa” volesse dire davvero per me.

Casa non è un luogo, ma un sentimento.

È la gioia di sapere che la vita è una grande avventura, e che va vissuta a pieno, in ogni momento.

Casa è sapere di essere parte del tutto, e così come la foglia nasce, cresce, muore, diventa compost e permette a un nuovo fiore di sbocciare dai suoi resti, così noi nasciamo, viviamo, moriamo e rinasciamo in mille altre forme.

E io questo mi sento di augurare a tutti quelli che leggeranno questo articolo: di trovare quella casa, proprio dentro il vostro cuore.

Un abbraccio, Salvatore Liggeri

tb93@live.it