Un racconto che parte dal cuore per trasmettere un messaggio di fiducia, ma soprattutto di conoscenza. Questo è alla base di ”Mi chiamo Sabrine”, il primo libro di Sabrine Aouni, classe 1997, residente a Barletta, sua città natale. Figlia di genitori tunisini, Sabrine è una ragazza di seconda generazione che vive una doppia identità, quella di cittadina italiana e quella di immigrata, due realtà che tenta quotidianamente di unire evidenziando quelli che sono i punti in comune.
La sua vita si divide tra la famiglia e la scuola e tra le piccole battaglie quotidiane che questa ragazza di 19 anni si ritrova a dover affrontare per far accettare la propria identità. Il libro è nato dall’incontro tra la giovane autrice e lo scrittore e sociologo Leonardo Palmisano, Presidente di “Radici Future Produzioni”, la casa editrice barese che ha pubblicato il libro.
Con la semplicità della sua età, Sabrine parla dell’Italia e di un sistema che spesso si rivela non all’altezza della sua condizione. Ma l’autrice non si limita a questo, mette in discussione le sue origini, i suoi legami familiari e persino il suo rapporto con la Tunisia, descritta come un «diamante ancora grezzo che bisogna levigare», affetto dai suoi problemi, tra cui una democrazia ancora in via di sviluppo, una società dominata da un maschilismo imperante e una gioventù che sogna di fuggire, ma che per farlo ha bisogno di coraggio.
L’integrazione, la fede e il razzismo sono solo alcuni dei temi sollevati dall’autrice che, con un pizzico di autoironia, racconta quelli che sono i luoghi comuni in cui troppo spesso gli italiani scivolano, senza conoscere. Prossimamente il libro verrà tradotto in arabo e diffuso gratuitamente sul web per mostrare un’altra faccia dell’occidente all’oriente e viceversa.
Il libro è acquistabile nelle librerie della Puglia e online sul sito www.radicifuture.it