Eh si, facile con i soldi!” L’invidia per chi ce l’ha fatta

di Michele Iurillo

L’autore del libro “Downshifting, Decrescita e Impresa Liquida” ci accompagna in alcune considerazioni che possono essere un motivo di riflessione per molti di noi.

Il fenomeno dell’invidia é sempre dietro l’angolo. Su questo spazio pubblichiamo storie di persone che hanno deciso di cambiare vita e invece di ammirazione spesso ricevono insulti.

Queste storie dovrebbero insegnarci a rischiare, a capire che qualche piccola rinuncia ci permette di avere tanto.

Ma non tutti sono disposti a rischiare e a rinunciare. E’ un fenomeno diffuso che giá Simone Perotti nel suo libro “Adesso Basta” aveva segnalato.

Riflettiamo le nostre paure sugli altri e una persona libera di fare le sue scelte fa paura.

Semplicemente perché riflettiamo in lei la nostra sconfitta. Poi ci sono gli alibi: ho i figli, ho il mutuo, ho uno stipendio, non ho soldi, etc.

Ma partiamo da una constatazione: se siete felici e contenti di stare in Italia, inutile leggere queste righe.

Se invece avete il sogno di cambiare vita allora avete fatto clic nel posto giusto.

La crisi un comodo alibi sociale

Dobbiamo agire e smettere di lamentarci nel ricordo di quanto era bello prima, di quanto era comodo avere uno stipendio fisso a fine mese, di quanto era comodo comprare ciò che non potevamo permetterci, la crisi ci ha liberato da molte schiavitù e come diceva Einstein l’unica crisi è la crisi dell’incompetenza. Incompetenza lavorativa, etica e politica e fallimento del sistema inteso come «esisto, spendo e pretendo».

Essere liberi dalle buste paga significa rischiare, essere liberi di vivere la nostra vita nel modo che più ci piace e facendo ciò che ci piace.

Al nostro ritmo e senza essere incanalati nei ritmi altrui. La falsa sicurezza che il sistema ci offre serve a impedirci di pensare.

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La paura di fallire, di non riuscire ad andare avanti ci blocca. La paura è il più efficace inibitore del cambiamento. È per questo che non cambiamo.

“Quello che presupponiamo come esclusione sociale è la sensazione di non essere protetti dal sistema che ci mette a disposizione una rete di relazioni il più delle volte false e strumentali. Autoescludersi da una società dove tutto si misura, non in termini di valori, ma in termini di apparenza, significa sentirsi addosso una ipotetica etichetta di perdente.

Chi decide del proprio futuro si chiama perdente? Beh, diciamo che sono un perdente a Minorca e sinceramente preferisco questo ruolo.”

micjhele iurillo

Michele Iurillo

Questa etichetta deriva dal fatto che le persone riflettono le proprie paure negli altri. A fronte della nostra scelta o per invidia o per pigrizia mentale verremo comunque esclusi.

Il libro “La società dell’ansia” di Jeffrey A. Halpern analizza le cause e le conseguenze dell’aumento dell’ansia e dei disturbi d’ansia nella società moderna.

L’autore sostiene che l’ansia è diventata una caratteristica sempre più comune della vita quotidiana, e che ci sono molte cause per questo fenomeno, tra cui la crescente incertezza economica, la pressione per l’efficienza e la produttività, i cambiamenti nei rapporti sociali e l’aumento dell’isolamento.

Quindi i classici commenti “facile avendo i soldi” che ogni tanto si leggono tra queste pagine nascondono una invidia e un riflesso dell’insuccesso di tutti quelli che non hanno il coraggio di osare.

Faccio il consulente e sono un nomade digitale ma non mi vergogno di aver fatto il gelataio o di aver fatto il fattorino delle pizze qui a Minorca.

Se siete disposti a rischiare, se siete disposti a cambiare vita sul serio, se siete disposti a rinunciare alla schiavitú dello stipendio, potete intraprendere un viaggio fantastico.

Ho un unico rammarico, ho aspettato troppo tempo per prendere una decisione ed è per questo che ho voluto plasmare l’esperienza in un libro che non parla solo di decisioni da prendere ma di come è cambiato il mondo intorno a noi e come le aziende devono strutturarsi per non perdere il talento dei propri collaboratori.