Le macchinazioni, il libro di Baret Magarian
A cura di Nicole Cascione
Baret Magarian è un artista anglo-armeno a 360 gradi: giornalista freelance, regista teatrale d’avanguardia, attore, modello, cantante e scrittore di poesie e romanzi.
Definito da Simone Innocenti, il critico/giornalista per Corriere della Sera, come una “delle migliori voci della narrativa contemporanea”, Baret ha appena pubblicato la sua ultima opera “Le macchinazioni”.
Un libro che ha al centro le vicende di un uomo insoddisfatto della propria vita. Ma cosa sono le macchinazioni? Comprendono – nel libro – il regno delle bugie, delle invenzioni, delle finzioni.
Le finzioni di uno scrittore morente che diventano realtà, le bugie di uno spin doctor incredibilmente potente che vengono scambiate per verità, le invenzioni dei media che manipolano sottilmente.
Le tematiche affrontate in questo libro sono molto attuali. Si parla di comunicazione, di virtuale, di immagine e di notorietà, insomma di social. Oscar Babel, il protagonista, da proiezionista squattrinato diventa un influencer. In che modo avviene questo cambiamento?
La sua trasformazione più immediata avviene grazie alla finzione del suo amico Bloch, che sta scrivendo una storia su Oscar. Alcuni dettagli della finzione iniziano a manifestarsi nella realtà e Oscar apporta vari cambiamenti alla sua vita a seguito del suo incontro con la storia di Bloch. Decide di cimentarsi nel modellismo nudo e dopo la sua prima seduta viene avvicinato da un regista che offre i soldi dell’Oscar per essere intervistato in TV per un documentario sul modello di nudo. Successivamente viene avvicinato da Ryan Rees, un spin doctor e pubblicista che vede in Oscar la possibilità di fabbricare o costruire un guru o Messia fatto dai media. Rees seduce Oscar in una vita di fama e importanza, ma le parole e le idee di Oscar vengono tolte completamente dalla mente di Bloch, dopo che quest’ultimo ha fornito a Oscar registrazioni delle sue idee sulla vita, l’amore e il sesso.
In che modo si struttura la storia di Oscar Babel?
La storia si basa su molte convenzioni e convenzioni diverse, ma si tratta fondamentalmente di un viaggio dall’oscurità totale alla fama, dall’oscurità alla luce, dall’innocenza all’esperienza. Suppongo di attingere a vari miti, storie e archi narrativi: il Golem, Frankenstein, Il ritratto di Dorian Gray, lo doppelganger, Pygmallion, Lost Highway di Lynch. Suppongo sia un arco molto classico, ma ci sono molte altre trame nel romanzo, molte altre storie, sia periferiche che centrali. L’intero libro si occupa essenzialmente della nozione di identità e arte.
In che modo è riuscito a costruire questo personaggio?
Con grande difficoltà, fatica e tenacia. Sono stato aiutato da romanzi come The Wind-Up Bird Chronicle, Wings of Stone, The Recognitions… scrivere significa prima leggere e poi scrivere e poi riscrivere. Il romanzo ha avuto circa diciassette bozze in tutto.
Un romanzo che riflette i nostri tempi. Ma che tempi sono? C’è la possibilità di tornare indietro e di recuperare valori più profondi?
Credo di sì. Dobbiamo ricominciare a leggere, ascoltare di nuovo, reclamare la nostra innocenza. Dobbiamo riconnetterci con la natura, trascorrere del tempo in essa. Dobbiamo staccarci il più possibile dai cellulari, dal narcisismo, dalla tecnologia. Dobbiamo trascorrere il più possibile del tempo con l’arte, nelle chiese, con gli alberi, nei campi e nei giardini. Dobbiamo essere gentili con gli animali, con i bambini, con la natura, con noi stessi. Dobbiamo essere eroi, superuomini e donne, dobbiamo prima essere tutti i nostri salvatori, per salvare gli altri, per guarire il pianeta che abbiamo distrutto così arbitrariamente. L’importanza di questo momento storico non può essere sopravvalutata. Il compito che ci attende è colossale, ma l’umanità non è nulla se non è adattabile, piena di risorse, creativa e bella. Ma dobbiamo tutti riconoscere la gravità della situazione. La pandemia offre un’opportunità per ricalibrare e liberarsi della nostra stupidità, della nostra avidità e della nostra vanità. Il momento è adesso. Possiamo farlo. Ma dobbiamo combattere, dobbiamo amare, veramente, disinteressatamente, senza aspettarci nemmeno un piccolo grazie in cambio. Dobbiamo essere santi, ognuno di noi. Questo è ciò che servirà per combattere le forze dell’oscurità, dell’ignoranza e dell’odio che hanno attualmente intrappolato l’umanità. Ma il cambiamento sta iniziando, ci sono lenti segnali di luce e di vita, come la scomparsa di Trump, l’avvento del vaccino, il rilancio della natura grazie al calo delle emissioni e dei viaggi. Se qualcuno mi chiedesse se l’umanità può sopravvivere, risponderei che secondo me abbiamo il 55% di possibilità di farcela. Dobbiamo essere positivi ma non stupidi. Gli effetti di positività creano il cambiamento, il pensiero è sinonimo di vita, come dimostra il mio libro.
Da cosa ha tratto ispirazione per scrivere “Le macchinazioni”?
Non lo so, la luce tra gli alberi, un gesto interessante, il modo in cui qualcuno tiene una sigaretta, qualche meraviglioso brano musicale, certe opere d’arte, lo scorrere di un fiume, una parola gentile, occhi pieni di emozione, Londra e il suo casino, la bellezza del tramonto. Vita. Libri. Persone. Posti. È tutto lì, l’ispirazione è tutt’intorno a noi. Dobbiamo solo essere svegli e vivi e non trasformarci in robot. Dobbiamo onorare il linguaggio e rispettare le parole e il loro vero significato. Dobbiamo vedere davvero, sentire davvero, odorare davvero, assaggiare davvero, sanguinare davvero, piangere davvero, ridere davvero. E dobbiamo essere onesti, dire le cose come stanno, includere tutto, il bene e il cattivo, il repellente e il gioioso, lo squallido e il divino. L’intero pacchetto, altrimenti è finto, è falso, è una bugia.
Nel cassetto ci sono già altri lavori in procinto di essere terminati e pubblicati?
Sto lavorando a un thriller ambientato nel deserto del Mojave che è l’esatto contrario delle Macchinazioni. Ha molti elementi che provengono da generi più popolari; un viaggio in macchina veloce, un omicidio, molto sesso e violenza, un orribile cattivo e la struttura è piuttosto cinematografica e complessa. Spero di riuscire a farlo funzionare, ma è una delle cose più difficili che abbia mai provato. Sto anche lavorando a una nuova raccolta di storie e ho un’idea per un racconto ambientato in Sud America … ma ci vorrebbe tempo e pace per finirle!
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