Intervista a Riccardo Luna, direttore di Wired

Internet è un dono di Dio. Una rete che è un onda incontenibile. Ne parliamo con Riccardo Luna, direttore di Wired. Basterebbe anche solo questo motivo per parlare di internet come ci apprestiamo a fare: fino a qualche anno fa, e neanche tanti per la verità, un portale come questo non sarebbe stato possibile.

Forse sarebbe stato una rivista cartacea, con costi decisamente superiori e, forse, una diffusione diversa. Quindi anche noi, nel nostro piccolo, dobbiamo molto a questo mezzo di comunicazione che ha davvero rivoluzionato il mondo. Ma questa riflessione nasce soprattutto dalla lettura di un recentissimo libro pubblicato da Skirà dal non certo timido titolo di Internet è un dono di Dio. La frase è di Liu Xiaobo premio Nobel per la pace 2010, primo cittadino cinese ad aver ricevuto il premio anche per aver sostenuto la libertà di parola: anche attraverso internet.

Nel 2009 internet è stato candidato al Nobel e la campagna Internet for peace fu lanciata dalla rivista Wired in un editoriale di Riccardo Luna.

La forza dirompente, non solo innovativa, della rete, ha costituito per molti un modo per dare voce a istanze di libertà e democrazia. Riccardo Luna ha scritto la prefazione al libro raccontandoci i retroscena di questa candidatura e il lavoro per entrare in contatto con alcuni dei protagonisti. Credo valga la pena riportare quello che è diventato il vero e proprio manifesto di questa importante iniziativa, citandone alcuni articoli: Abbiamo finalmente capito che internet non è una rete di computer ma un intreccio infinito di persone; Uomini e donne, a tutte le latitudini si connettono tra loro, attraverso la più grande piattaforma di relazione che l’umanità abbia mai avuto; La cultura digitale ha creato le fondamenta per una nuova civiltà; Perché da sempre la democrazia germoglia dove c’è accoglienza, ascolto, scambio e condivisione; Ecco perché internet è strumento di pace. Ecco perché la rete merita il prossimo premio Nobel per la Pace.

Questo libro è la raccolta delle storie di uomini e donne che hanno fatto della rete un mezzo per cambiare le loro e le altrui vite. Dissidenti politici, fantasiosi e innovativi imprenditori, inventori, blogger e attivisti di tutto il mondo raccontano delle loro visioni, sogni e progetti che hanno trovato nella rete un terreno altrimenti impraticabile.

Siamo particolarmente orgogliosi di questa intervista che Riccardo Luna ci ha concesso tra un impegno e l’altro. Ma la rivista che dirige, Wired, è ormai un punto di riferimento imprescindibile per chi lavora, in ogni senso, con la rete e, con la rete propone, provoca o guida il cambiamento. Non era possibile quindi parlare di rete senza interpellare Riccardo.

Buon giorno Riccardo. Internet è un dono di Dio. Un titolo sicuramente d’impatto ma che rende bene l’idea della forza d’urto di questo mezzo. Il nobel a Internet è una sottolineatura del fine più che del mezzo. O sbaglio?

E’ intanto una citazione del Nobel per la Pace Liu XiaoBo, contenuta nell’ultimo articolo che ha scritto prima di essere arrestato. L’ho trovata infinitamente poetica e vera non in senso tecnico naturalmente. Internet è la prima arma di costruzione di massa, chi la considera solo un strumento si limita ai suoi effetti immediati e si perde il meglio.

Cambiare vuol dire anche vedere qualcosa che ancora non c’è. Riccardo cosa non c’è ancora nel mondo della rete?

Nessuno può dirlo, nessuno ha davvero previsto Google, o Facebook o Twitter. Quello che ancora non c’è nella Rete è la metà abbondante del mondo ancora non connessa. Quando lo sarà cosa accadrà? Come migliorerà la loro e la nostra vita?

Lavori in rete, lavori con la rete: fenomeno sempre più diffuso, forse anche per la perdita di lavori tradizionali. Andiamo verso un nomadismo digitale?

Se con nomadismo digitale intendi il fatto che Internet è un grande moltiplicatore di opportunità e che aumenta la mobilità sociale oggi inesistente, visto che siamo in una società bloccata, concordo e auspico che avvenga presto.

Conoscere, condividere, comunicare: viste le infinite potenzialità della rete viene da pensare che quest’onda non abbia ostacoli. Cosa può invece rappresentare un problema per la rete?

L’ignoranza e la paura, prima di tutto. Quelli che non la utilizzano affatto perché non hanno capito. E poi quelli che la utilizzano per fare del male. E infine i dittatori, i regimi autoritari. Ma niente e nessuno secondo me fermerà la diffusione della Rete.

Piccole community, target ultra specifici, comunicazione one to one. Diffusione potenzialmente infinita. Eppure per fare impresa on line è sempre più importante il concetto di specifico. Coccolare i dettagli. A me sembra questa la vera rivoluzione comunicativa della rete. Che mi spinge a fare a Riccardo Luna questa domanda:

Wi fi libero per tutti. È materialmente possibile? A che punto è l’Italia da questo punto di vista?

Se per wifi libero intendiamo non limitato da leggi assurde, come è stato il decreto Pisanu, allora sì. Se intendiamo gratuito sempre e per tutti no. Penso piuttosto ad una rete di wifi pubblico di comuni e province per certe aree metropolitane e con servizi specifici. Penso al progetto Free Italia Wifi che il presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti e Wired sostengono. Progetto che cerca di ampliare questo servizio portando il wifi in 150 comuni.

Il commercio, il sociale, l’informazione: la rete rende i confini tra gli ambiti di intervento molto più labili. L’informazione diventa in qualche modo sociale, il sociale diventa quasi offerta di un servizio. E aumentano quindi i modi nuovi necessari per non perdersi in questo mare infinito della rete. Cosa fa davvero la differenza tra una comunicazione vincente e una no nella rete?

L’autenticità, la verità prima di tutto. E poi la capacità di ascoltare, di scendere dal pulpito e accettare il confronto con gli altri.

Intervista a cura di Geraldine Meyer