Del resto, per lei, l’unico modo per far durare la coppia è tradirla, perché come la maionese riesce ad amalgamare felicemente  l’olio e il succo di limone attraverso l’uovo, così il tradimento permette di coniugare il grasso dell’amore con l’aspro del poterlo esperire per sempre con un solo partner. Il tradimento è l’uovo. Ma soprattutto, il tradimento non è affatto quella pratica schifosa che i sensi di colpa indotti vogliono farci credere. Anzi, insisto è l’unica salvezza per questi rapporti che si rompono ancor prima di quanto ci rompiamo noi di viverli”.

Secondo Gemma Gaetani la ripetizione a lungo andare addormenta anche la migliore delle intenzioni, deprime anche il più ottimista e volenteroso ragionierino della fedeltà. Insomma, rimanere legati per sempre ad una persona per sempre non ha senso ed è pure improduttivo. “Lo ridico- afferma-  e non lo rinnegherò mai. Lo so. E ne ho le prove. E ne ho gli indizi. Il tradimento è cosa buona e giusta. Il tradimento della coppia, non il tradimento del tradimento che effettua la marcescente e ossessionata coppia. Che è l’unico che io, dura, condanno”.

Di qui una serie di consigli pratici per non sbagliare raccolti nel manuale. Seguendo alcune indicazioni- Gaetani assicura- si arriverà a far subito migliorare il proprio umore e innalzare l’autostima.  Molti butteranno via il Prozac e ritroveranno il piacere di vivere. Condizione essenziale è, però, contenere l’effetto sentimentale dell’attrazione.

Elogio al tradimento

Ma parliamone con l’autrice.

Sembra che la sua tesi derivi da un’esperienza negativa di coppia. E’ così?

Come molti, nelle coppie di cui ho fatto parte, ho subìto e inferto esperienze negative: tradimenti, sentimenti di infinito amore che poi si esaurisce e così via. Ma diversamente da molti a un dato punto della mia vita ho deciso di analizzare la maniera in cui siamo indotti a vivere l’amore, e questo mi ha portato a capire che il problema non è tanto nelle persone che di volta in volta assortiscono la coppia, ma nella stessa coppia fissa, nell’idea che una coppia, un sentimento, in una società per di più così destrutturata e nevrotica com’è ormai diventata la nostra, possano durare per sempre.

In che senso?

Il compito di chi scrive è quello di informare e formare attraverso la scrittura, e il pamphlet è la forma letteraria che meglio permette a un autore di scendere in campo con un’idea e le argomentazioni che più reputa adatte a difenderla. Volendo scrivere un testo di questo tipo, mi sono perciò chiesta quale questione, oggi, avesse bisogno di un intervento intellettuale preciso, di essere sviscerata e demistificata. La risposta è stata immediata: l’ossessione della fedeltà e dell’amore senza fine, fissazioni e pretese violentissime e paranoiche che, se disattese, possono portare anche a commettere reati di origine passionale.

Quindi?

Contestando la fedeltà e l’eternità amorosa, viene da sé che abilito il tradimento. Siccome voglio vivere da ottimista, invece che scrivere Dileggio della fedeltà ho scritto l’Elogio del tradimento. Il tradimento come fuga almeno temporanea dalla soffocante coppia ha già tanti seguaci, nel senso che moltissimi da che il mondo è il mondo lo esercitano, ma non è mai stato al centro di un processo filosofico e sociologico di decolpevolizzazione, a seguito di approfondito esame, come quello che sto portando avanti io. Come dico più volte nell’Elogio del tradimento non sono io che invento la crisi della coppia: io cerco di capirne le ragioni, e queste per me risiedono nell’innaturale imposizione di un impegno a tempo eterno, che trasforma la cosa più spontanea e imprevedibile del mondo, l’attrazione erotica, in una pianificazione ragionieristica e mortifera. Mortifera, a volte, in senso letterale, non emotivo.

Ci spieghi!

A me non pare carino che per un tradimento (in fondo anche lasciare una persona è tradirla, vuol dire tradirla definitivamente) si possa essere uccisi. Non mi pare carino, perché mi pare invece mostruoso, aberrante, disumano. E se educhiamo le persone a non pensare più all’amore come all’esercizio prepotente di un sentimento di proprietà di un’altra creatura, le relazioni non potranno che migliorare. Il capitolo dell’Elogio del tradimento, dedicato alle conseguenze della concezione assolutistica dell’amore, è molto serio, e più che mai necessario e attuale, e tutti dovrebbero leggerlo.

Gemma Gaetani

Evidente è la sua paura della monotonia. Ma secondo lei la noia deriva solo dalla convivenza decennale con la stessa persona?

No, non ho paura della monotonia, né della coppia, né dell’amore: sono l’amore e la coppia che soffocano nella monotonia della rapporto monogamo  imposto per contratto morale o giuridico.

Se si tradisce di continuo senza sosta, come lei consiglia, non si rischia di cadere in un’altra trappola? E, quindi,  di farlo come automi?  

Credo fortemente che diventiamo automi  quando ci impegniamo ad amare per sempre la stessa persona, ipotecando il nostro ed il suo intero futuro a venire. Lei sa già come si vestirà il primo lunedì di gennaio del 2024? Che cosa mangerà? Come avrà i capelli? Chi voterà quell’anno, se ci saranno le elezioni? No. E allora perché dovrebbe sapere già chi amerà? Innamorarsi è un gesto di leggero egoismo e  pesante esercizio della libertà individuale. Tra innumerevoli possibilità si sceglie di amare, e di farsi amare, da una creatura precisa. Sbagliando, si crede che poi il gesto immediatamente successivo debba essere gravare quel sentimento di un impegno.

Cosa vuole dire?

Si usa questa parola, facendone cosa, “impegno”, che è tremenda, perché ha a che fare con la sfera del dovere e non con quella del piacere o della libera scelta. Mentre invece dovremmo essere liberi e felici di amare, magari anche per sempre se giorno dopo giorno l’opzione per quella creatura, fra tutte le possibili, si rinnoverà con meravigliosa spontaneità. Liberi e felici dovremmo potere e volere amare, e non impegnarci a farlo davanti a un funzionario statale o religioso, pagando o facendo pagare disastrose conseguenze nel momento in cui ci si voglia tirare indietro. Ciò che io contesto è la formalizzazione giuridica e la legislazione moralistica dell’amore, perché l’amore invece è libertà. C’è un gruppo, su Facebook, che chiede di considerare il tradimento un reato penale: le sembra normale? Sano? Giusto? Non le pare di avere a che fare con un integralismo ottuso e bigotto che niente ha a che fare con l’amore? Amare vuol dire volere il bene dell’altro, e se il bene dell’altro non siamo più noi, abbiamo il dovere, in questo caso sì, di lasciarlo andare.  Cosa significa tradire?

Vuol dire innamorarsi ancora, ma di un’altra creatura, non di quella che si ha incollata accanto come una piovra e con la quale si è patteggiato, come in una condanna, un obbligo a lungo o infinito termine. Nessuno riflette mai sul fatto che il tradimento è sempre un gesto d’amore, ma nei confronti di una persona diversa dal partner fisso. Se si crede veramente nell’amore, allora bisogna ammettere che anche il tradimento è amore, perché è questo che è.

A che serve tradire?

Ci consente di decostruire la ridicola concezione sacrale dell’amore fedele, che è anche offensiva nei confronti di Dio, l’unico a cui dobbiamo un trattamento deistico. Poi ci permette di soffrire meno, se il nostro oggetto d’amore ci dà il benservito. Ci consente di vivere ricordando in ogni momento della nostra vita  che l’unico io a cui sono fedele è il mio.

Perché usa espressioni ciniche verso i  partner a cui, al contrario, vogliamo essere fedeli negli anni? E quindi, perchè toni pesanti verso i nostri compagni con cui vorremmo invecchiare?

Ho scelto di utilizzare spesso un tono ironico e sarcastico, a tratti candidamente cinico, durante l’esposizione delle mie tesi, per sdrammatizzare la solita pesantezza rigida e censoria con la quale si parla d’amore, ma non ho un pregiudizio, né un’insofferenza nei confronti della vecchiaia. Anzi. Amo le persone più grandi di me, e ho grande rispetto per gli anziani.

Gemma Gaetani Elogio al tradimento

Non pensa che dopo trenta anni di convivenza si cambi in meglio  e possa  anche essere piacevole continuare a stare insieme?  

Per quanto riguarda le coppie che stanno insieme da venti o trent’anni, quella della complicità è più l’eccezione che la regola, più una chimera che la realtà. I matrimoni pluridecennali sono spesso matrimoni bianchi, senza più condivisione della sessualità. Ora, almeno per me, è inconcepibile non fare l’amore con chi si amerebbe. Non a caso si dice “fare l’amore”, cioè fare del sentimento amoroso cosa fisica condivisa. La maggior parte dei matrimoni pluridecennali sono troppo spesso portati avanti da coppie accomunate da un legame non più sentimentale, ma filiale, di fratellanza, mutua assistenza o, peggio ancora, di convenienza determinata da legami economici più facili da non sbrogliare che da sbrogliare. Ci sono innumerevoli mariti che pur di non pagare un assegno da divorzio  a un’ex moglie (molti non lo sanno, ma l’assegno di mantenimento  va pagato anche se non sono stati procreati figli) accettano di continuare a vivere insieme, cercando chiaramente momenti di felicità altrove. E considerato quanto ci può guadagnare una moglie che sta diventando una ex, in sede di divorzio, io non mi sento di condannarli. Gli assegni da divorzio  sono spesso rapine autorizzate dallo Stato. Le amanti, che sono così dileggiate, così come avviene con le prostitute, sono spesso ciò che consente a matrimoni finiti da un bel pezzo di continuare a reggere. Se fossi assessore alla cultura da qualche parte farei eseguire il Monumento all’Amante Ignota e il Monumento alla  Prostituta Ignota. Il mio Elogio del tradimento è l’equivalente letterario della canzone Bocca di rosa di Fabrizio De André, un inno all’amore, alla sua libertà, alla sua complessità e allo stesso tempo alla sua semplicità.

Consiglia di scindere la passione dal tradimento. Ma come si fa? Anche in un tradimento può capitare di innamorarsi. Mica ci si può snaturare. Che senso ha un tradimento che sia solo esercizio sessuale?

Quello che io dico è se l’amore che vivevate è morto, dovete smantellare quella coppia. Se non volete farlo,  almeno tradìte, senza ricadere, però, in coinvolgimenti sentimentali. Se però, nonostante abbiate chiuso il cuore in cassaforte vi siete innamorati dell’amante, lasciate il partner ufficiale e mettetevi con l’amante, ovvio. Nel mio libro io metto in opera uno scanzonato, ma serissimo cinismo che non va considerato in senso esclusivamente assoluto, ma anche mediato col vigente, eccessivissimo, moralismo sentimentale. In questo senso imparare a recuperare l’aspetto selvatico e libertario dell’amore. Ecco perché io parlo di “prede”.  E poi mi scusi, ma perché? L’esercizio solo sessuale fa forse male? Non si venderebbero più antidepressivi e ansiolitici, se con la stessa solerzia con cui li ingoiamo ci dessimo all’esercizio sessuale, mi creda.

Chi tradisce di più tra l’uomo e la donna?

Ha sempre tradito di più l’uomo. Forse è ora che imparino a farlo le donne.

Lo fanno per motivi diversi?

Per quel poco che può valere, in generale gli uomini tradiscono in cerca di un calore umano, fisico, sessuale, che non trovano più presso le mogli. O cercano  trasgressione. Sempre in generale, le donne tradiscono alla ricerca di nuove emozioni  di tipo quasi esclusivamente sentimentale.

Come cambia la vita durante e dopo un tradimento?

Niente cambia e tutto cambia. Tradire e poi tornare a casa come se non fosse successo niente è, se lo si fa senza senso di colpa, la cosa più semplice del mondo. Dentro, però, qualcosa cambia. Di solito in meglio. Ci si sente ricaricati, di nuovo vivi, perché il tradimento è come una sfida con l’ignoto che si è vinta.

Come considera chi dopo un tradimento si sente un vigliacco?

In tutta sincerità lo considero un idiota. Già tutto in questo mondo concerta a farci sentire in colpa,  a controllarci, ad inibirci, a farci vivere come burattini. Sentirsi in colpa perché ci si è concessi qualcosa di cui probabilmente si ha bisogno è ridicolo, oltre che vigliacco. Nel mio libro spiego bene perché, e questo è già evidentissimo. Analizzando l’etimologia della parola, tradire è un gesto verso di sé, che non coinvolge nessun altro. “Tradire” deriva da un verbo latino che significa “trasportare”. Tradendo, io trasporto me altrove rispetto alla coppia. Me: la relazione tra il tradimento e il partner fisso non esiste e non deve esistere.

Un solo tradimento potrebbe far bene ad un rapporto di coppia? Ma anche in quel caso, mai confessare?

Sì, tradire non può che fare bene anche perché, come ho già detto, molte coppie non si terrebbero in piedi senza amanti di sostegno. Quanto al confessare non bisogna farlo mai. Se il tradimento serve a vivere in maniera più individualistica la coppia in cui per forza o per vero amore si vuole stanziare, non vedo perché si dovrebbe chiedere l’assenso al partner. Sarebbe anche stupido: la maggior parte dei partner sono partner-padroni, sono pochi gli illuminati che direbbero “Certo, amore, fai pure ciò che vuoi, purché tu sia felice”. Purtroppo, sono pochi.

Lei fa capire che in qualsiasi rapporto è meglio non “spogliarsi” mai del tutto. E’ preferibile non fidarsi troppo di nessuno. Ma come si fa a vivere per anni con una persona senza aprirsi in modo completo ? E come si fa a programmare di essere diversi?

Gli altri non sono i nostri psicologi. Avere riserbo, segreti, scrigni di cose negative e positive che sono solo nostri, è molto più sano che non averli. E’ una forma d’amore, anche, di protezione degli altri.

Il suo libro sembra l’elogio dell’egoismo. E ricorda “La favola delle api” di Bernard de Mandeville. E’ così?

Se questo presunto altruismo sentimentale di cui tanto si tessono le lodi poi deve diventare schiavizzazione dell’altro o di sé, ciò che diventa quando pretendiamo la fedeltà (e la si pretende dato che quello della fedeltà è il primo dei doveri dei coniugi secondo il Codice Civile), allora io sono certamente per l’egoismo sentimentale. Ma in realtà il vero egoismo è quello di chi impone, pretende fedeltà, è quello di legare una persona a sé privandola della libertà di fare ciò che vuole del suo cuore e del suo corpo in nome di un presunto “amore”. Se questo é l’amore, non oso chiedermi cosa si pretenderebbe da questo povero partner, costretto ad esserci fedele per “amore”, se l’odiassimo! Non mi piace molto il riferimento alla Favola delle api, per quanto anch’io creda fortemente che l’esercizio scemo della virtù e del sacrificio conduca quasi sempre a rovinose conseguenze.

L’amore, allora, cos’è?  E chi non tradisce, cos’è….?

In teoria l’amore è una cosa meravigliosa. Quando dura senza ricatti emotivi o giuridici, lo è anche nella realtà. Quando non esclude il resto del mondo dal suo recinto, quando non si fa recinto di coppia esclusivistica, lo è ancora di più. Chi non tradisce spesso è soltanto impaurito dal farlo: tutto qua. Ma se da oggi il Codice Civile cambiasse, se l’obbligo di fedeltà tra i coniugi fosse cancellato, sono certa che vedremmo molte persone con la fede al dito andarsene in giro, allegre, felici, alla luce del sole, con i propri amanti.

Ma secondo lei tradire è più facile di quanto sembri? Basta solo attenersi a certe regole, mettere da parte la coscienza, i falsi moralismi?

Le sembra poco riuscire a mettere da parte il moralismo in cui ci inzuppano il cervello da quando nasciamo, riuscire a sradicare dalla nostra coscienza un inutile e indotto senso del dovere e di colpa nelle questioni sentimentali? Non serve fare molto altro per porsi nella condizione psicologica di tradire. Solo che non è facilissimo riuscire a farlo. Di qui l’elenco degli  esercizi, contenuti nel libro,  con cui voglio aiutare le persone a liberarsi dal senso di colpa e da quello del dovere.

Il tradimento per lei deve essere libero e segreto. E basta?

Gioioso.

E’ più facile tradire in tarda età?

Non so se sia più facile. Di certo l’amore non ha età, e non vedo perché una persona anziana dovrebbe privarsene. Sono belli gli anziani innamorati. Belli, dolci, vivi.

Qual è per lei il tradimento più insopportabile? Quello meglio riuscito? Quello sbagliato?

Trovo insopportabile il tradimento che viene confessato come si fa con un reato. Meglio riuscito quello scevro, appunto, dal senso di colpa. Sbagliato quello in cui ci si butta via, quelle cose alla “Adesso scendo e vado col primo che incontro”. Che cavolo, dai almeno un’occhiata. E non dire al partner che scendi. Scendi e basta!
Intervista di Cinzia Ficco