Alessandra Hropich: “chi accetta il cambiamento è predisposto alla felicità”

Alessandra Hropich è autrice di quattro libri, tra cui il secondo interamente dedicato alla felicità. A chi oggi le chiede cosa sia la felicità, risponde che si tratta di uno stato d’animo di chi sa mettersi in gioco, di chi sa guardare oltre l’orizzonte, di chi si concede alla vita e accetta che il mare sia sempre lo stesso ma con onde sempre diverse: “Perché chi accetta ogni cambiamento è predisposto alla felicità”.

Avevo vent’anni, ero soltanto diplomata e mi trovavo a vivere in una condizione di estasi spesso irreale, venerata da tutti: gli uomini sembravano voler fare follie per me, le donne si dividevano tra quelle che mi invidiavano e quelle che vedevano in me la gioia, la bellezza e il savoir faire unite ad una certa intelligenza.

Mi hanno tutti (e lo fanno tuttora) considerato come una persona molto diversa, a quei tempi, talvolta mi dava fastidio. Non nascondo poi che a venti anni ci si pavoneggia, ci si sente di avere il mondo nelle mani, credi di poter avere tutto, è l’età dell’illusione.

Un complimento, preso a caso dai tanti, uno che mi fece indirettamente un commerciante, rivolgendosi a mia madre, fu: “Signora ma questa ragazza, lei l’ha disegnata con il pennello? È perfetta, un’opera d’arte!”. Il commerciante alludeva al mio peso, alla linea perfetta e al mio stile. Era il periodo in cui lavoravo per la TV, programmi su programmi in emittenti locali e non solo.

La mia vita sembrava una passerella, tutti ad adularmi ed io a divertirmi nel raccogliere complimenti, dichiarazioni d’ amore, proposte di matrimonio e di ogni tipo. Uomini sempre pronti a corteggiarmi, alcuni persino in presenza di mia madre, ricordo alcuni professori invaghiti di me, ammiratori che mi seguivano in TV come se io fossi la loro Dea, mi piaceva notare tanto interesse, altri uomini erano persino buffi nel modo di proporsi non solo a me, ma anche a mia madre.

Ricordo a tal proposito un poliziotto di guardia vicino la Camera dei Deputati che, vedendoci passeggiare tranquillamente, si rivolse a mia mamma e le disse: “Signora, intendo arrestare sua figlia, vorrei fare accertamenti accurati e la trattengo in Commissariato per almeno una settimana, così la ammiro da vicino!”. Mia madre, da sempre donna di spirito ed ironica, rispose con un sorriso accennato: “Se le può interessare, la trattenga pure più a lungo, mi solleva almeno dalle tante faccende da fare che mi procura a casa”.

Ovviamente ho citato un esempio particolarmente simpatico perché quel poliziotto sconosciuto, in realtà, volle soltanto farmi dei complimenti che ricevevo davvero da ogni parte. Un periodo dorato in cui mi arrivavano fiori a valanghe ed omaggi di ogni tipo, ancora oggi conservo preziosi regali dell’epoca, sembrava una gara a chi mi regalava l’oggetto più costoso. Poi arrivarono nel tempo gradualmente e puntuali le delusioni, quando credevo di avere tutti ai miei piedi, osannata come una Diva, mi resi conto che il mondo professionale e non solo era molto più spietato di quanto io pensassi.

Feci diverse cose nel mondo dello spettacolo e della moda, ma abbandonai il settore quando ricevetti la prima cocente delusione da parte di una segretaria di un importante produttore cinematografico, che mi fece conoscere da subito la sua spietatezza, tipica del mondo femminile pronto a tutto pur di sbarrarti la strada e non solo nel mondo dello spettacolo.

Seguirono mille altri tentativi, provini ed incontri con il bel mondo televisivo, ma le delusioni mi fecero smettere di amare persino la dieta ed iniziai a mangiare sregolatamente, abbandonando il desiderio di continuare a lavorare nel settore dello spettacolo. Oggi posso dire che quei tre kg acquistati dopo aver mangiato negli anni di tutto, sono stati la mia salvezza. Il cibo mi aiutò per anni a non soffrire per le continue delusioni. Mi resi conto che l’aspetto fisico contava sì per fare la statua, per indossare gli abiti, per ricevere regali da ogni parte del globo ma, senza tirare fuori gli artigli e senza far leva su altre qualità, non avrei fatto molta strada.

E poi, non ho mai amato la precarietà del lavoro nel mondo dello spettacolo, amavo ed amo fare i conti con reali e puntuali entrate economiche e non vivere sempre sospesa tra un contratto rinnovato e l’altro magari rinnovato chissà quando. La decisione più saggia fu quella di intraprendere gli studi universitari, iscrivendomi con cinque anni di ritardo alla Facoltà di Legge. Fu un periodo bellissimo in cui, oltretutto mi innamorai come una bambina (di un amore vero ma solo da parte mia) di un mio professore mentre io (per lui) ero soltanto una rara, preziosa ed indimenticabile bambola da ammirare e desiderare, senza però iniziare mai una storia d’amore per via sia dei ruoli ma anche e soprattutto per mancanza di coraggio da parte di entrambi.

Dai tempi dell’Università comunque iniziai ad organizzare convegni in alcuni dei quali ero relatore. Ancora persisteva tuttavia in me l’anima della vanitosa, ero una studentessa in legge che sembrava arrivare da una sfilata di moda, soprattutto quando seguivo le lezioni del mio professore tanto amato per il quale avrei fatto i salti mortali e, il vestirmi bene, era un dovere per me, perché ci tenevo a controllare i suoi evidenti squilibri umorali ed ormonali provocati dalla mia visione in aula.

L’ improvvisa perdita di mio padre mi fece capire ulteriormente e una volta per tutte che il mondo dello spettacolo non era il mio mondo eppure, ironia della sorte, fui chiamata a lavorarci ancora ma, per la prima volta, da dietro le quinte, in una redazione.

Compresi che il mondo del dietro le quinte era il mio mondo: infatti, dopo alcuni importanti master e specializzazioni post universitarie, iniziai ad occuparmi di comunicazione per un partito politico, poi per un ufficio di un’autorità pubblica e per Istituzioni, cosa di cui mi occupo tuttora. La ragazza con gonne svolazzanti e camicie aderenti aveva lasciato il posto alla Comunicatrice in giacca e tailleur.

Sono ormai lontani i tempi in cui credevo che un paio di gambe lunghe ed esibite, un fascio di capelli biondi, un viso dolce e gradevole, facessero la differenza. Da tempo ormai, pur continuando ad avere corteggiatori non meno di allora, ho il privilegio di poter scrivere io i discorsi che il mio Capo dovrà sostenere, occuparmi di comunicazione mi porta ad avere gli occhi puntati su di me, ma con un ruolo diverso al fine di stabilire in anteprima cosa è meglio dire o non dire in un dibattito, tavola rotonda o intervista.

La mia attività di pubblicista, scrittrice di libri è del tutto accessoria rispetto all’attività principale di addetta stampa. Dal punto di vista emotivo e delle soddisfazioni personali, posso dire che oggi (ed ormai da tempo) ho la soddisfazione di saper consigliare gli altri sia quando mi chiedono come poter essere felici, sia quando vi è un discorso o una conferenza da tenere. Essere il punto di riferimento per chi svolge bene la sua professione, ma necessita del tuo aiuto nella comunicazione è qualcosa che mi rende fiera soprattutto quando il tuo capo si fida del tuo operato.

Se prima però venivo attaccata in modo ossessivo e crudele dal gentil sesso, anche dopo aver deciso di cambiare vita, sono rimasta per molti la persona fortunata, beata ed invidiata. È aumentata però notevolmente la mia autostima e non è mai diminuita l’invidia femminile nei miei confronti. In passato soffrivo molto per questo, oggi molto meno soprattutto perché considero la sofferenza mia ed altrui come qualcosa di inevitabile.

Con il tempo ho capito che la gente ammira molto anche la tua essenza, il modo di essere, di vivere e di pensare. Dico a me stessa: “Ma ora che non ho venti anni, non lavoro per la TV e non vesto in modo seducente, cosa mai le donne ammirano ancora in modo tanto morboso?”. Non si diventa brutte in un sol colpo è vero, lo stampo è lo stesso di un tempo ma, quello che le persone tutte invidiavano ed invidiano è la capacità di essere se stessi, diversi, di osare, questo vivere di emozioni e di un entusiasmo sempre nuovo è la base della mia felicità e si vede.

Quando parlavo con le persone, in meno di un’ora, mi dicevano che avevo dato loro delle dritte preziose sul come essere felici. Iniziarono in molti ad osannarmi per la mia capacità di ascoltare ed incoraggiare con le giuste parole le persone disorientate. I tantissimi messaggi e richieste varie, mi incoraggiarono a scrivere un libro dedicato alla felicità, dal titolo: “La felicità? Ve la do io!”. Tante storie vere di felicità autentica e non solo, tanti consigli mirati nel mio secondo libro, ma mai prima avevo tradotto per iscritto i consigli dati alle tante persone che negli anni mi hanno raccontato di tutto su di loro, permettendomi di apprendere un milione di cose.

Sento e mi definiscono taluni come una che ha vissuto cento vite, ho davvero imparato ad entrare nel profondo dell’animo umano anche dopo poco. Ho preso atto delle tante sofferenze dell’essere umano, pieno di pregiudizi e poco portato ad ascoltare e riflettere, questo fa vivere male le persone. L’ascolto è parte imprescindibile della mia professione, tanto se riguarda il mio capo quando deve affrontare un situazione importante, quanto se ascolto un qualsiasi lettore dei miei libri o articoli, ciò mi permette sempre di imparare le mille sfaccettature di ciascun essere umano.

Ascolto e confronto sono necessari per vivere bene e per adattarsi ai mutamenti della società, chi si nasconde dietro le consuetudini spesso è una persona rigida che accetta la propria frustrazione in modo passivo senza smuovere nulla. La vera felicità per me consiste in una sensazione di armonia e soddisfazione, amando io molto la riflessione, l’ascolto e la condivisione delle idee che migliorano la vita altrui, mi sono resa conto poi pian piano che la felicità aggiuntiva deriva anche dal saper dare quei suggerimenti mirati cui le persone spesso non pensano perché, quando parlo agli altri della felicità, aggiungo benessere a me stessa affrontando un argomento positivo.

A chi oggi mi chiede cosa sia la felicità, rispondo che si tratta di uno stato d’animo che non riguarda né chi ha più denaro né chi fa carriera né chi è bello esteticamente, ma solo chi sa mettersi in gioco, chi sa guardare oltre l’orizzonte, chi si concede alla vita e chi accetta che il mare sia sempre lo stesso ma le onde saranno sempre diverse, chi accetta ogni cambiamento è predisposto alla felicità.

Il ruolo di scrittrice, come ho già detto, è secondario per me ma, non di rado, i miei intervistati, prima o dopo l’intervista, chiedono ed esigono da me consigli su come essere davvero felici. È innegabile che oggi io mi senta con un bagaglio di responsabilità enorme e gratificata dall’essere una preziosa confidente e consigliera su un argomento importante come la felicità. Ecco perché più che mai voglio vivere così, sentendomi felice io e rendendo felici gli altri, in tal modo, la mia autostima mi rende davvero molto soddisfatta.

Mai e poi mai tornerei ai tempi della ragazza che si pavoneggiava, quella che si compiaceva dei tanti pretendenti che offrivano sesso ad una piacente giovane. Il sesso da solo non porta alla gioia di vivere perché è soltanto un’attività, un’esigenza, non altro. Racconto di storie di amore e di vera felicità pur senza il sesso. È innegabile che con un aspetto piacevole sicuramente hai più vantaggi, ma con un cervello pronto a guidare gli altri fai molto di più, arrivi lontano e molti poi dipendono da te.

Chi resta affascinato dal tuo modo di essere, di pensare e di parlare, veramente si innamora di te perché il feeling mentale non perde quota ed è eterno.Chi insegue solo un corpo, il sesso fine a se stesso non è mai davvero felice, chi ritrova se stesso ogni giorno, chi sa ascoltarsi quando qualcosa non va e si mette in gioco ha già in mano molto di ciò che serve a vivere bene e felicemente. Credo fermamente al valore della cura integrale del corpo e dello spirito, credo alla possibilità per tutti di vivere in un certo modo che aiuta ad affrontare tutte le domande sul senso e la bellezza della vita. Ed oggi, finalmente, sono certa di voler vivere così per me stessa e per essere di aiuto a chi lo vuole.

Alessandra Hropich

Alessandra è autrice di quattro libri, tra cui il secondo libro interamente dedicato alla felicità.

Per info:https://www.youcanprint.it/fiction-generale/la-felicit-ve-la-do-io-9788893320665.html