Ma è altrettanto vero che sia proprio in momenti di crisi, di stallo e di incertezza che possono nascere gli stimoli e le idee migliori per tentare di cambiare, di introdurre una svolta, grande o piccola che sia, ai sentieri fino ad ora battuti. E in questa ottica, il libro di cui parliamo può di certo dare qualche spunto. Tenendo comunque presente che si tratta di un libro scritto rivolgendosi, in prima battuta, al mercato anglosassone e americano. E, senza voler fare un discorso pedante sulla mentalità e la cultura lavorativa di quei paesi, ci sembra giusto ricordare come la mobilità e una certa natura più scanzonata di quei popoli, renda non immediatamente trasferibile e comprensibile il sottofondo di giocosità del testo.

Mollo tutto! E faccio solo quello che mi pare

Ma veniamo a vedere chi è l’autore. John Williams ha cambiato più di un impiego, compreso un lavoro piuttosto ben remunerato in una importante società di consulenza. E si è creato un lavoro in proprio di cui da testimonianza nel sito www.screwworkletsplay.com. In pratica fa da consulente a chi, a sua volta, ha deciso o sta decidendo di cambiare attività.

Gioco è la parola chiave del testo: trasformare il lavoro in un gioco o, trasformare il gioco in un lavoro. La chiave di lettura sottesa è comunque quella di rintracciare nelle nostre vite ciò che ci diverte e coltivare quell’aspetto. Perché è quell’aspetto che può darci opportunità di crescita e cambiamento. Il libro è indubbiamente ricco di consigli su come focalizzare l’obiettivo, organizzare il cambiamento senza pericolosi e stupidi colpi di testa e su come superare i momenti di sconforto e sfiducia che, spesso, portano a rinunciare in partenza.

L’indubbio punto forte del testo è l’ insistenza sull’aspetto mentale che può facilitare o ostacolare il cambiamento. Molto spesso, oltre alle indubbie difficoltà pratiche, è l’atteggiamento con cui queste vengono affrontate che fa la differenza. Ecco allora una serie di consigli su come affrontare proprio questi ostacoli talora autoimposti. Williams ricorre al potere dell’immaginazione e della prefigurazione, in un gioco, appunto, di esercizi mentali e disciplina. Crearsi nella mente una mappa futura dei “luoghi” e delle situazioni in cui ci si troverà, può aiutare a costruire un percorso altrimenti immaginato e vissuto come ostacolo insuperabile.

Ma non si scambi il gioco per perdita di tempo. L’autore è molto chiaro sull’importanza di darsi delle scadenze e sulla essenziale disciplina che deve accompagnare la decisione di mettersi in gioco. L’effetto a cascata di un cambiamento nel modo di guardare e vedere una difficoltà si riverbera su tutto il resto. Insomma non è un insieme di consigli da apprendista stregone ma un invito ad un percorso basato su metodi spesso utilizzati nei più diversi corsi di formazione aziendale e non solo. Il libro è ricco di esempi e di test e simulazioni per valutare i punti forti e i punti deboli non tanto del vostro progetto di vita e lavoro, quanto della vostra motivazione e capacità di tradurla in operatività.

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Come ogni testo di questo genere troverete anche moltissime così dette case-history, ovvero testimonianze di chi è riuscito a trasformare una passione in un vero e proprio lavoro, con consigli e link a siti utili. Storie paradigmatiche e quindi utili a diventare esempio di lavoro.

Indubbiamente si tratta di un libro che vale la pena di essere letto per il “modo” che invita a seguire per provare ad inventarsi qualcosa di diverso. Nessuna ricetta miracolosa e nessuna bacchetta magica ma un invito a trasformare una velleitaria tendenza al lamento in un concreto progetto. O almeno a non lasciare nulla di intentato.

A cura di Geraldine Meyer

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