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Davide Spada: dalla multinazionale in Svezia si reinventa maestro pastaio a Barcellona

Davide Spada

Davide Spada, 46 anni, pavese, è un vero e proprio self -made man. Le sue esperienze di studio e lavoro lasciano a bocca aperta. Con una laurea di economia in tasca, inizia a lavorare molto presto in una prestigiosa azienda di abbigliamento, passa alla new economy e inizia a viaggiare e fare carriera in una multinazionale svedese che si occupa di ristrutturazioni aziendali. Davide approda, così, a Stoccolma, dove raggiunge le sfere più alte della gerarchia: Vicepresidente per lo sviluppo internazionale. La crisi del 2009 lo porta ad affrontare realtà molto dure e, contemporaneamente, a porsi la domanda che, almeno una vola nella vita, tutti si pongono: “che cosa voglio fare da grande?”.  Ricordando un gradevole passaggio per lavoro a Barcellona nel 2004, Davide decide di fare il salto: lascia il posto di lavoro sicuro e si trasferiste con la moglie Didi in Catalogna dove, in poco tempo, diventa uno dei principali fornitori di pasta fresca di ristoranti italiani e catalani.

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Davide, perché la Spagna e nel 2009, poi, in piena crisi economica?

Mi ricordavo che la Spagna, per quanto in crisi, fosse comunque un paese con delle aspettative molto grandi e con margini di crescita assolutamente interessanti.

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Anche oggi?

Io penso di sì. La Spagna ha, tutto sommato, finito da poco di essere un paese in via di sviluppo; è, per certi aspetti, un paese ancora giovane e per questo ha margini di crescita incredibili.

Perché hai lasciato un posto di lavoro al top della tua carriera per metterti in proprio aprendo “Pasta Spada” a Barcellona?

Quando lavoravo in azienda ho sempre ammirato gli imprenditori capaci che avevano visione e fiuto e riuscivano a fare qualcosa di nuovo. Ho voluto provarci anch’io con la pasta.

Perché la pasta?

Perché, da buon italiano che risiede all’estero e che ha una profonda nostalgia di casa, mi mancava molto la buona pasta (piatto che sempre devo avere in tavola). Non trovando la qualità che cercavo a Barcellona, ho deciso di mettermi a farla.

Com’è iniziata la tua impresa?

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Dalla Svezia sono passato per Genova che è una città con un’antichissima tradizione – forse la più antica – di cultura pastaia. Data del 1500, proprio a Genova, la prima associazione di pastai italiani. Ti ricordo che sono 3 le capitali della pasta fresca in Italia: Torino per gli agnolotti, Bologna per i tortellini e Genova per i ravioli. A Genova, ho avuto l’opportunità di imparare a fare la pasta con uno dei più importanti maestri pastai italiani: Danilo Curotto, detto Mister Pasta, conosciutissimo in tutto il mondo. Da lì, la passione è diventata la mia professione.

Però il tuo non è solo un negozio che vende pasta.

No, il negozio, dove vendiamo pasta, pane, focaccia alla genovese al pubblico, rappresenta una minima parte della nostra attività. Il grosso dell’attività è dietro, nel laboratorio, dove produciamo tonnellate di pasta con cui riformiamo numerosi ristoranti. A me piace definirmi come un artigiano della pasta che è riuscito a trasformare in professione una passione.

Tra i vostri clienti c’è il fiore all’occhiello della ristorazione italiana e catalana della città, vero?

Direi proprio di sì. Riforniamo la “Creme dell’hostelleria” italiana di Barcellona: Il Xemei, famosissimo locale specializzato nella cucina veneziana; Piazze d’Italia, che offre una cucina italiana tipica e tradizionale; Gusto, la cui carta è tipicamente partenopea; il Margherita con cucina italiana e internazionale; il BellBuon, ristorante/trattoria dove si gustano specialità avellinesi…per poi passare ai ristoranti catalani veri e propri: il gruppo di Carles Abellan, Costa Este e molti Hotel di prestigio. Lavoriamo con il gruppo Moritz e riforniamo anche numerosi mercati.

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Si può dire che siete artigiani della pasta con una produzione industriale. Qual è il segreto di un successo così strepitoso ottenuto in pochi anni?

Sì, siamo degli artigiani con un’attività a livello industriale. Il segreto consiste, innanzitutto, nel fare un buon prodotto ma questo non basta. La differenza arriva con il servizio che si dà al cliente. Oltre a dare un prodotto sempre fresco, siamo in grado di evadere gli ordini nel più breve tempo possibile e facciamo in modo di essere sempre all’altezza della qualità del ristorante con cui entriamo in contatto.

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Come si vive in questo momento storico (leggi tendenze secessioniste) in Catalogna?

Noi tentiamo di non giudicare, non spetta a noi. Siamo qui per fare impresa e la stiamo facendo. Siamo grati a questa terra che ci ha accolto e ci ha dato l’opportunità di creare qualcosa ex novo, opportunità che difficilmente avremmo avuto in Italia. Contemporaneamente, stiamo molto attenti a rispettare questa terra. Se la situazione cambierà a livello socio-politico, cercheremo di adattarci alla nuova situazione. Staremo a vedere.

Perché hai scelto di vivere a Barcellona?

Perché è una città culturalmente effervescente, molto interessante e combattuta, forse proprio a causa di questo dissidio socio-politico interno, sempre più palpabile. Barcellona è eclettica, aperta, evolve ogni giorno. È una città predisposta ad accogliere chi viene da fuori e, grazie anche alle ottime infrastrutture, è perfetta per le famiglie. Certo, architettonicamente non si può dire che sia come Roma, Milano o Venezia. Qualcuno dice che, negli ultimi anni, si sia trasformata un po’ troppo in un parco tematico … io dico che resta comunque a misura d’uomo. Barcellona è la mia città.

Per contattare Davide:

www.pastaspada.com

davide.spada@pastaspada.com

Di Paola Grieco

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