La scelta di vivere da pensionato in Algarve

La mia vita a Udine è quella di una normalissima famiglia di lavoratori. Io agente di commercio e mia moglie per 15 anni sarta, alle dipendenze di un artigiano locale. Poi con l’arrivo dei figli ha preferito fare la casalinga.

Quaranta e più anni di lavoro e di sacrifici per pagare il mutuo, le spese universitarie per i figli, e in particolar modo le tasse, mi ritengo comunque fortunato di aver avuto un lavoro costante negli anni che mi ha permesso di affrontare tutte queste spese.

Quando sono arrivato all’età pensionistica, ho appurato che le mie pensioni INPS e l’ENASARCO venivano decurtate di un terzo abbondante, così ho maturato la decisione di trasferirmi in Portogallo, per poter ususfruire delle convenzioni in materia pensionistica.

Al primo incontro mi sono state date tutte le delucidazioni necessarie e in quell’occasione abbiamo concordato una visita sul luogo da me scelto, cioè l’Algarve, visita effettuata lo scorzo marzo.

L’agenzia, oltre a farci seguire da una loro accompagnatrice sul luogo, ci ha messo a disposizione un lussuoso appartamento a Quarteira. Abbiamo praticamente visitato tutta la costa sud del Portogallo e abbiamo potuto ammirare la bellezza dei posti e la cortesia degli abitanti. Pur non conoscendo la lingua ci siamo trovati meravigliosamente bene. Quindi, volevamo andare a vivere da pensionati italiani in Portogallo.

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Per alcuni problemi personali, non ho potuto cercare casa in quell’occasione e ho dovuto rimandare tutto all’autunno.

Rientrati in Italia, abbiamo iniziato a programmare il trasferimento definitivo in Portogallo. Mi sono recato nuovamente in agenzia, dove mi hanno assistito fino ad ora nella preparazione dei documenti per il trasferimento. Siamo partiti l’11 ottobre in auto e arriveremo a Quarteira il 14.

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Certo non a cuor leggero, potevamo vivere discretamente anche a Udine. Qui lasciamo i figli, certamente indipendenti e ben sistemati, ma comunque con qualche remora, anche se proprio loro ci hanno spronato verso questa direzione.

Quindi a livello emotivo la scelta è tosta. A livello economico invece mi ritrovo ad usufruire di numerosi vantaggi.

In Italia, infatti, le pensioni sono decurtate del 34%, in Portogallo posso vivere con quel 34%, pagando anche un affitto che non è dei più leggeri.

Certo, rimane il problema della lingua, ma presto inizierò a frequentare dei corsi dedicati agli italiani per agevolare almeno le normali relazioni con le istituzioni.

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Nuova Vita (soluzioni per pensionati che vogliono trasferirsi all’estero)