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L’Italia mi ha deluso, vado a lavorare ad Hong Kong

andare a vivere ad Hong Kong

Marco e la sua vita da cuoco a Hong Kong

Non vuole più sentir parlare del suo Paese. L’Italia l’ha deluso troppo. Ha deciso che continuerà a fare il cuoco ad Hong Kong.Nato a Chieti nel ’73, vive nella Regione amministrativa speciale della Repubblica Cinese da qualche anno. Prima, però, ha viaggiato tanto. E ha fatto esperienza in Germania, negli States. Nel 2006 ha preso la decisione di trasferirsi in modo definito in Asia. E perché proprio ad Hong Kong? “Lei – replica Marco Medaglia – ha scelto me. Scherzo, ma non troppo. Cinque anni fa il mio attuale datore di lavoro si trovava in Indonesia. Ci siamo conosciuti lì. E’ rimasto piacevolmente colpito dalla mia cucina e mi ha proposto di collaborare. In ogni caso, penso che attualmente Hong Kong sia una città bellissima, una delle migliori al mondo come New York, Londra, Tokio”.

Marco lavora come chef nel Ristorante Aqua (www.aqua.com.hk), dove servono cibo italiano e giapponese. “Ad Hong Kong – dichiara- si trova di tutto. Sono molto diffuse la cucina italiana, giapponese, thai e francese. E, ovvio, anche quella cinese, che non amo molto. Preferisco quella giapponese. Quindi:  sushi e sashimi, tempure,  carne di Kobe, molto tenera. La cucina italiana è tanto apprezzata. E ci sono parecchi ristoranti gestiti da connazionali.”.

Ad Hong Kong ci sono abitudini particolari? “Sì – dice Marco – tutti i giorni si mangia al ristorante. E ci sono locali per vari portafogli”.

Secondo Marco i cinesi di Hong Kong sono persone educate. La vita in città è molto frenetica. “Mi ha colpito molto un aspetto- aggiunge lo chef italiano- qui non si cammina, si corre. Lavorano tutti e durante il giorno i ritmi di vita sono molto stressanti. Nei week end ci si rilassa. Grazie ai numerosi locali, disseminati in tutta la città. La vita culturale è deludente. Si bada al business. Comunque, ci sono musei, mostre”. Tornando al lavoro, un italiano lo trova facilmente? A sentire Marco, sono richiesti i laureati, persone con una formazione specialistica.

Per il resto, si vive in modo discreto. Fa caldo per otto mesi l’anno. Solo qualche volta in inverno il termometro scende a cinque gradi. Gli ospedali pubblici funzionano bene, ma la maggior parte degli stranieri usufruisce di strutture private, all’avanguardia. Dieci e lode ad Hong Kong per i trasporti pubblici. Ci si sposta facilmente con linee metro, che coprono quasi tutta la città, Ferry Boat, e bus. “Poi- ancora Marco- ci sono sempre i taxi, a prezzi più che ragionevoli”.

Insomma, è proprio contento di aver lasciato l’Italia?  “Sì- afferma- e onestamente non penso di aver fatto grosse rinunce. Anzi, ci ho guadagnato. Si vive in modo decente. La vita, sì, è cara per gli stranieri. Ma, è ovvio, dipende dalle tue esigenze. E poi basta conoscere la città e i negozi che ti permettono di risparmiare e il problema del carovita si risolve. Sa, ce ne sono tanti. Gli appartamenti sono costosi. Come a New York e Londra”.

L’Italia, allora, cancellata per sempre dal suo cuore? “Guardi – è la sua risposta – sono felice della mia scelta, mi piace la vita caotica e metropolitana. L’Italia è tanto distante. Certo, sarebbe diverso se potessi trasferire in Italia da Hong Kong qualcosa”. Tipo? “Organizzazione – dice- Disciplina, classe politica. Ma è impossibile. Per questo rimango qui”.

Il sito di Marco:

www.marcomedaglia.com

Il suo contatto Skype:marcomedaglia

A cura di Cinzia Ficco

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