Non volevo di certo scatenare una "guerra" con la mia affermazione ... "non mi piacciono"
Ok, chiarito
perchè comunque sono IMMIGRATI CONTRO LA PROPRIA VOLONTA', lo erano/sono i nostri connazionali, lo sono chi questa esperienza la sta vivendo nel 2012 da qualsiasi provenienza continentale ... nazionalità, razza, religione e credo politico per quanto mi riguarda non hanno rilevanza.
Scusa ma non ti seguo, come sarebbe a dire CONTRO LA PROPRIA VOLONTA'? Non erano dei deportati, gli emigranti emigrano perche' decidono loro di farlo, allora, cioe' oltre un secolo indietro come adesso. Nessuno obbliga nessuno. Semmai sarebbe il concetto de "la nave affonda i topi scappano" non si offenda nessuno, non e' dispregiativo, e' che lo vediamo tutti quello che succede, con un'Italia che sta lentamente andando a fondo sono le classi sociali meno ricche, meno benestanti, a lasciare e cercare lidi piu' accoglienti, il paragone e' evidente fra l'uomo, gradino piu' basso di una scala sociale a piu' livelli, e il topo anch'esso gradino piu' basso di una popolazione (quella di una nave) anch'essa organizzata a piu' livelli. E dopo le classi sociali meno abbienti iniziano a lasciare gli imprenditori, adesso mollano quelli maggiormente in difficolta' ma non sono pochi quelli che non accettano di dover pagare piu' tasse e guadagnare di meno, preferiscono trasferire i milioni di euro all'estero e poter continuare come prima, meglio di prima, alla fine sulla nave Italia resteranno i ricchi, quelli che spendono in un giorno quello che tu guadagni in un anno, quelli a cui la crisi e' filo di vento, e pure invitante, perche' significa speculare sulle disgrazie altrui e pure guadagnarci. Quando caleranno in mare le scialuppe per quella gente allora a bordo non ci restera' nessuno, il comandante come Schettino se ne sara' gia' andato e il nostro bel paese sara' in mano a chi se lo prende.... che tristezza
PS : Mentre scrivevo hai postato una replica, Sergio.
Proprio il raffronto del cittadino filippino considerato per quanto è in Qatar rispetto alla terra d'origine, ti fa pensare quanto similare è la situazione italiana.
Pensa quant'è l'espressione di meritocrazia in Italia ...
Secondo me hai un concetto dell'espatriato o emigrante errato.
L'italiano di una volta andava all'estero perche' in Italia faceva la fame, perche' le risorse erano quelle che erano e la famiglia bisognava nutrirla (leggiti questo
articolo a proposito dell'emigrazione italiana.
Col tempo le esigenze sono diventate altre, non era piu' il bisogno di sfamare la prole ma quello di lavorare per risparmiare piu' rapidamente e potersi costruire la casa in Italia, hanno fatto cosi' migliaia di italiani, gli stessi che hanno costruito opere gigantesche in Africa, Asia, America. Certo alcune decine di migliaia di questi espatriati temporanei poi restava nel luogo dove andava a lavorare, ma stiamo parlando sempre di piccoli numeri, il grosso ritornava al paesello suo. Ti parlo dei bellunesi, trevigiani, veneziani, di gente del nord Italia ma annche del sud, del centro. Ma tu sai quanti ne ho visti io che lavoravano nei cantieri dove pure ero io? In 35 anni di lavoro ne ho incontrati a migliaia, solo una piccola parte di questi sono rimasti. Il tuo e' bel discorso ma ometti certe situazioni, stravolgi la realta', cambi le situazioni per fare scopa con la situazione filippina. Non stiamo parlando della stessa cosa.
Il philippino lascia la terra d'origine per tante ragioni, perche' non potra' mai aspirare a scalare una certa barricata sociale che lo separa dai ricchi che evidentemente non hanno nessuna voglia di dividere la loro straripante ricchezza con lui, perche' guarda la tv e vuole provare a vivere come quella gente che recita, perche' vuole farsi la casa e sa che a casa propria non riuscira' mai a guadagnare abbastanza. La meritocrazia in Italia non esiste e ti diro' che in pochi paesi del pianeta l'ho notata.
Nei paesi arabi sei bravo finche' fai comodo agli arabi, il giorno che la tua bravura e' messa in discussione da un altro arabo di bianco vestito ti ritrovi messo su un aereo il giorno stesso o al massimo quello dopo, con tanti saluti!
Per favore, lasciamo perdere questo discorso.
L'italiano di adesso lascia la terra d'origine perche' ha rinunciato a battersi, preferisce subire piuttosto che risolvere i problemi che ha, e siccome ormai non si cambia, o almeno crede di non poter cambiare, ecco che se ne va.
Certo lavoro non c'e', gli Spagnoli e i Greci stanno anche peggio, da noi i giovani senza lavoro sono al 49% tantissimi cavolo, pero' se andiamo a vedere per cosa hanno studiato quei giovani senza lavoro, per cosa si sono impegnati ecco che si scoprono pletore di laureati in materie che nessuno conosce, che il mondo del lavoro italiano non potra' mai assimilare. E quei laureati si ritrovano a doversi mettere gli abiti magari dismessi di facchini, camerieri, lavapiatti ecc e allora per non subire se ne vanno.
Qualche settimana fa parlavo al telefono con un amico, di vecchia data, mi diceva che il figlio era senza lavoro, laureato a pieni voti in fisica, un genio, una mente ma senza lavoro. Perche' gli ho chiesto non lo mandi in USA, magari a seguire un Master, con la sua laurea avrebbe grandi possibilita' di lavorare...
Mi dice che c'e' gia' andato, che il Master lo ha gia', che in america voleva restarci ma non trovava il lavoro adatto ai suoi studi. Gli offrivano solo posti da assistente e lui voleva posti da manager, da ricercatore, da direttore.... diamine ha studiato per 18 anni e' giusto!
E' giusto un paro de pa...e la gavetta la deve fare lui come tutti e se dimostra capacita' ecco che si va avanti. Il merito e' una conquista non un diritto acquisito!