Ci risiamo nuovo downgrade alla Spagna
dai terroristi patentati USA( ricordatevi bene chi sono) STANDARD E POORS
il terzo mondo è arrivato da noi
Grecia e Spagna e presto qua
Mentre l’Europa ha speso due lire, ops scusate due euro, ovvero 4.500.000.000.000 per salvare banche e banchieri, fondi di investimento e hedge fund, azionisti e obbligazionisti vari, visto che ce lo chiede lei andiamo a vedere gli effetti a lungo termine della crisi attuale sulle future generazioni europee…
Un appello e un video-choc per raccogliere 30 milioni di euro Unicef: 2,3 milioni di bambini sotto la soglia di povertà Nel «Dia della banderita», in 30 province spagnole
Spagna, 300mila nuovi poveri per la crisi La Croce Rossa lancia una campagna di aiuti
Un appello e un video-choc per raccogliere 30 milioni di euro Unicef: 2,3 milioni di bambini sotto la soglia di povertà
Un nuovo allarme povertà, dopo l’appello lanciato dalla Croce Rossa, è venuto oggi dalla sezione spagnola dell’Unicef e riguarda i bambini spagnoli caduti sotto la soglia di povertà a causa della crisi: sono 80mila in più nell’ultimo anno, secondo i dati Eurostat relativi al 2011, rielaborati in un rapporto dell’Unicef presentato a Madrid. Complessivamente sono 2.267.000 i bambini che vivono in Spagna sotto la soglia della povertà, pari al 27,2% della popolazione. L’organizzazione non governativa sottolinea che l’infanzia è il gruppo di età più colpito dall’impatto della crisi economica e considera specialmente rilevante i dati, nel momento in cui è cominciato l’iter parlamentare della nuova finanziaria per il 2013, che prevede ulteriori tagli alla spesa sociale. «Ora più che mai bisogna fare attenzione ai più vulnerabili ed è imprescindibile che le misure che si adottano valutino l’impatto e le conseguenze sull’infanzia», ha segnalato la direttrice esecutiva di Unicef Spagna, Paloma Escudero. NUOVI POVERI - La Croce Rossa spagnola, intanto, ha lanciato un appello pubblico per raccogliere donazioni a favore dell’aumento della povertà tra la popolazione colpita dalla crisi. Il portavoce, Miguel Angel Rodriguez, ha detto che l’organizzazione punta a raccogliere poco più di 30 milioni di euro nei prossimi due anni per aiutare ulteriori 300 mila persone. Nuclei familiari con tutti i membri disoccupati, bambini al limite della soglia di povertà, anziani con responsabilità o familiari a carico, disoccupati da lungo tempo, senzatetto o giovani senza lavoro, i principali destinatari degli aiuti. Corriere
L’Unicef: «Minori malnutriti e in condizioni malsane»
La grave crisi economica che da quattro anni attanaglia la Grecia rischia di fare vittime anche nella parte più giovane della popolazione, mettendone a rischio – con la denutrizione causata dalla povertà – lo sviluppo psico-fisico e quindi il suo stesso futuro. A lanciare l’allarme è un rapporto sulla situazione dei minori in Grecia redatto dal Comitato greco dell’Unicef e dall’Università di Atene.
Secondo l’indagine, dal titolo «La condizione dell’infanzia in Grecia, 2012», in questo Paese sono ormai 439.000 i bambini che vivono al di sotto della soglia di povertà – malnutriti e in condizioni malsane – in famiglie che rappresentano il 20,1% del totale dei nuclei famigliari ellenici. Per soglia di povertà si considera il reddito minimo che una famiglia di quattro persone deve guadagnare ogni mese per pagare affitto e generi di prima necessità, come alimenti, trasporti, vestiario e istruzione. Di questo quinto di famiglie greche, il 21,6% ha una dieta povera di proteine animali, il 37,1% non ha un adeguato riscaldamento in casa, il 27,8% vive in abitazioni umide o troppo secche ed il 23,3% in quelle che sono definite «cattive condizioni ambientali».
Nonostante stime ufficiali parlino del 21% dei greci in stato di povertà, cioè con un reddito inferiore a 470 euro mensili, la cifra reale ha già toccato (e forse superato) il 25%, ovvero un greco su quattro è povero. In altre parole, degli 11,2 milioni di greci, due milioni e 800 mila non hanno abbastanza di che vivere. Ma, secondo un’indagine della Rete greca per la lotta alla povertà (Eapn), a causa dell’evolvere della crisi, la Grecia potrebbe presto registrare fino al 30% della popolazione sotto la soglia di povertà.
Il dato è stato di recente confermato anche da uno studio della Fondazione per la Ricerca economica e industriale (Iobe). Negli ultimi mesi, secondo l’Istituto nazionale di statistica Elstat, oltre 400.000 nuclei familiari sono rimasti senza alcun reddito perchè nessuno dei componenti lavora più, mentre oltre 60.000 famiglie hanno fatto ricorso al tribunale chiedendo il consolidamento dei loro debiti, perchè non sono più in grado di pagarli nemmeno a rate. Il rapporto cita anche diversi casi di svenimenti di bambini in classe proprio a causa della denutrizione.
Questi casi vennero alla ribalta della cronaca lo scorso dicembre, quando Maria Iliopoulou, direttrice del brefotrofio di Atene, denunciò di aver registrato in poche settimane circa 200 casi di neonati denutriti perchè i loro genitori non erano in grado di alimentarli come dovuto. La donna affermò inoltre che gli insegnanti delle scuole intorno all’istituto da lei diretto facevano ogni giorno la fila per prendere un piatto di cibo per i loro alunni più indigenti. «In molte scuole di Atene la situazione è ancor più drammatica – rivelò Iliopoulou – perchè alcuni bambini sono svenuti in classe per la fame».
Il ministero della Pubblica Istruzione, che in un primo momento aveva definito la denuncia come «propaganda», si è visto costretto a riconoscere la gravità del problema. E così ha deciso di distribuire agli alunni delle famiglie meno abbienti buoni pasto con cui possono mangiare nel refettorio delle scuole. La ricerca dell’Unicef si conclude citando una stima del difensore civico (Ombudsman) dei bambini, secondo cui in Grecia vi sarebbero oltre 100.000 minorenni che lavorano per contribuire al magro bilancio famigliare. LaStampa
Basterebbero 100 milioni di euro più o meno, vediamo l’effetto …
100.000.000 sta a 4.500.000.000.000 come … lasciamo perdere, in un’Europa pervasa dal sacro fuoco dell’austera redenzione dalla distruzione creatrice è quello che ci vuole !
Mi raccomando, ovviamente nessun assistenzialismo, solo una sana e consapevole socializzazione delle perdite a favore di banche estremamente bisognose.