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Cambiare vita ad 80 anni. Chi ha detto che non si può fare ?

tanzania

Cambiare vita a 80 anni trasferendosi in Tanzania: la storia di Sergio

Riceviamo in redazione e con grande piacere pubblichiamo.

Ho appena compiuto ottant’anni ma chi mi vede per la prima volta non crede ne abbia nemmeno settanta. Forse perché ho passato metà della mia vita in Tanganyika prima (1956) divenuta poi indipendente nel 1961 (e io c’ero a festeggiare) poi Tanzania dopo l’annessione di Zanzibar. Ero un giovane geometra friulano alle prime armi ma poiché l’Impresa italo-keniota che si era aggiudicata la costruzione di 93 chilometri di strada a Sud est del lago Vittoria, al fine di collegare Mwanza a Biharamulo più a Sud ovest (iniziando il periplo del lago), non trovava nessun folle disposto a vivere in quell’area inesplorata in cui i “bianchi” erano considerati extraterrestri, acchiapparono me ed un mio collega altrettanto …esperto!

Poi tanti anni di lavoro, anche in Uganda con la ferrovia, strade, dighe, scavi minerari per i diamanti della Williamson, acquedotti; tanta boscaglia a piedi per fare i tracciamenti. Una esperienza unica che oggi si fa fatica a credere. Passano gli anni ed alla prima vacanza in Italia decido di sposarmi e metto su famiglia ed anche una impresa di Costruzioni di notevoli dimensioni per costruire Lignano Sabbiadoro. Sono nate tre figlie meravigliose, ma quando erano ancora alla scuola media la mia amata e straordinaria moglie in 20 giorni se n’è andata per una leucemia acuta.

Io avevo anche prestigiosi incarichi nelle Istituzioni e con tutte le mie responsabilità ho tenuto duro e guardato avanti per far crescere la mia famiglia e allargare l’impresa. Ce l’ho fatta: ho quattro nipoti. Dopo 26 anni di attività si è scatenata la pazzia di “mani pulite” ed ho lavorato 16 mesi senza ricevere pagamenti dallo Stato e altri Enti. Alla fine le banche mi hanno chiesto di rientrare; ho pagato tutti e tutto: sono rimasto senza un soldo ed ho chiuso l’impresa. Sono ritornato nella mia amata Tanzania dove avevo ancora gli amici e sono ripartito da zero. In pochi anni ero di nuovo in sella: ho comperato un bel terreno sul mare vicino a Bagamoyo ed ho costruito un piccolo villaggio. Ho sposato una giovane donna meravigliosa della bellicosa tribù dei Wahè: una specie di forte e ostinata friulana di una volta, solo piuttosto caffellatte!

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Adesso trascorreremo un po’ di tempo in Friuli perché ho adottato la sua nipotina che ora ha 12 anni e lo stesso carattere della nonna e che studia qui. Molti i mesi trascorsi in Tanzania dove abbiamo trasformato il villaggio in un meno impegnativo agriturismo. Da ultimo proprio ora, con i chiari di luna che ci sono in Italia e la mia pensione che non basta più, pensiamo di ritornare a vivere a Bagamoyo, dando più vigore all’agriturismo che è, anche nel retro della sua estensione, una bella campagna produttiva. Il posto è meraviglioso. C’è un parco fiorito che finisce sul bordo del mare; una sorgente perenne d’acqua dolce; i paesani vicini nostri amici, che sovente aiutiamo, gente pacifica che vive bene senza grandi problemi ed è felice. Talvolta amici dall’Italia con cui si fanno chiacchierate infinite. I pescatori che passano da noi e ci lasciano il pesce a prezzi incredibili. Poi abbiamo galline, capre, un paio di mucche e tutti i prodotti locali super-biologici, naturalmente.

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Ma soprattutto conta il rapporto con il Paese, la sua natura ancora genuina, il tipo di rapporti con i nostri vicini: sinceri, amichevoli, collaborativi, a volte anche crudi, ma sempre nel rispetto delle regole sociali. Regole diverse dalle nostre, che bisogna comprendere ed interpretare. Da ultimo un clima che a un nonno come me consente di rivivere.

Cordialità Sergio

zumobabu@gmail.com

 

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