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San Valentino: le mille sfaccettature dell’amore in una maratona di 24 ore

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San Valentino: le mille sfaccettature dell’amore in una maratona di 24 ore

Di Enza Petruzziello

L’amore, si sa, ha mille sfaccettature. O meglio 24! Grande attesa per “Am24Ore” evento social dedicato a San Valentino. Uno speciale sull’amore in 24 video, uno per ogni ora del giorno, pubblicati su YouTube, Facebook, Instagram, TikTok e in streaming su Spotify, a partire dalla mezzanotte del 14 febbraio.

L’iniziativa fa parte del progetto podcast “Spifferi – Quello che ci devi dire lo sappiamo già” a cura di Massimo Turco e Vincenzo Lisciani Petrini. Quest’ultimo ha pubblicato il 14 marzo del 2022 un’opera poetica «Amare essere amati» (edito per PeQuod), libro che ha ispirato il progetto e che sarà il rilievo poetico dell’evento.

Come si struttura Am24Ore

Ogni video affronta un tema diverso come «Amore e lontananza», «Amore e famiglia», «Amore e matrimonio», «Amore e tradimento», «Amore per l’arte», «Amore per un luogo», «Amore per gli animali», etc.

In ciascuna puntata ci sarà un ospite intervistato su un tema specifico. Persone che lavorano, sono interessati, hanno cose da dire sull’amore e possono dimostrarlo. Persone che incontri sul tram, wedding planner, web editor, sommelier europei, ingegnere dei trasporti, fotografi di matrimonio, scrittrici e scrittori, con un valore comune: l’amore sfaccettato e vissuto.

Saranno inoltre presenti altri elementi come aforismi, consigli su libri e film, cibo e vino, canzoni da abbinare. In ogni puntata, una poesia tratta dal libro «Amare essere amati», chiuderà l’iperbole.

 

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Una maratona sull’amore

Ma perché un evento dedicato tutto all’amore? «Perché l’amore è il tema che muove l’umanità. E perché questo è un evento unico, mai fatto in precedenza. Lo facciamo, anche per sperimentare nuovi format», spiega uno degli organizzatori, Vincenzo Lisciani Petrini.

Laureato in Lettere Antiche, dottorato in Letterature Medievali e Umanistiche, diplomato in pianoforte al Conservatorio, Vincenzo insegna Lettere al liceo scientifico. Scrive in prosa e poesia, e si occupa di eventi culturali e letterari. Ecco cosa ci ha raccontato.

Come nasce l’idea di “Am24Ore”?

«Am24ore è stata un’idea di Massimo Turco, co-fondatore e co-autore del blog «Spifferi – facciamo parlare». Mostrandomi le percentuali di ricerche per San Valentino mi ha detto: “Secondo me, dobbiamo fare qualcosa sull’amore, uno speciale, un podcast, qualcosa che rompa le scatole alle persone su di un tema di cui pensano di sapere tutto. Ti dico già il titolo: AMORE24ORE. Che poi non è l’argomento di cui parli nel tuo libro?”. In effetti il mio libro è «Amare essere amati», un canzoniere d’amore e anche io ero curioso di sfruttare il libro per generare creatività e discussione, riportando la poesia, attraverso la chiacchierata, la curiosità, l’interrogativo, negli interessi di un pubblico più ampio. Comunque l’idea di Massimo mi era sembrata subito bellissima anche se devo dire che all’inizio sono rimasto un po’ spiazzato, perché mi sembrava di fare il passo più lungo della gamba. Avevamo addirittura pensato ad una maratona di 24 ore di diretta per sfidare il Guinness dei Primati. Alla fine abbiamo modellato il format in 24 puntate podcast siglando il titolo in Am24Ore».

Durante l’evento, una lunga maratona che partirà a mezzanotte del 14 febbraio, verranno affrontate le varie sfaccettature dell’amore, quello tra due persone certo, ma anche l’amore verso qualcosa. In che modo è possibile riassumere il significato dell’amore in 24 ore?

«Non credo sia possibile riassumerlo perché l’amore è un fenomeno a nebulosa e l’unico modo è fare il contrario del riassunto. Mi spiego: non serve riassumerlo, ma dilatarlo, portarlo allo stremo, fino ai punti di rottura (ammesso che ce ne siano). In questo modo si fa davvero l’esperienza della parzialità con cui ci accostiamo all’amore, che diventa una realtà nota e sconosciuta, parafrasando Hegel. Dunque le 24 puntate compongono questa nebulosa non riassuntiva ma dilatante da offrire all’ascoltatore. L’augurio è che possa generarsi discussione, accendersi interesse, polemica».

Il format è assolutamente una novità e andrà in onda sulle principali piattaforme podcast. Come mai questa scelta così “social”?

«La novità del format è merito di Massimo Turco, dunque bravo Max. Però posso rispondere anche in modo prosaico: la scelta social c’è stata perché è a buon mercato e alla portata di tutti, potenzialmente virale. È una risposta prosaica, dicevo, ma tant’è. In secondo luogo la sfida social ci è sembrata la più adatta all’argomento, perché Battiato definisce l’amore «un sentimento popolare», ed è vero. Fare un podcast sull’amore che non si rivolgesse a tutti aveva poco senso. Inoltre, lo ricordo, questo podcast nasce prendendo spunto dal tema che ho trattato nel mio ultimo libro e volevo, indirettamente, sottoporre il mio libro alla prova social. Non semplice pubblicità, ma buttare il libro e ciò che rappresenta nella mischia e in quel tritacarne social dove c’è di tutto. Insomma volevo fosse un’immersione nel fango del romanticismo più melenso, sporcarmi, persino dissacrare l’immagine del poeta. Perché? Per vedere se questo tema resiste e se resiste anche la mia poesia. Più avanti vi dirò».

In ogni video ci sarà una persona che parlerà dell’amore secondo il suo punto di vista. Come avete scelto gli ospiti?

«Si può dire “A ddo cojo, cojo”? Scherzo naturalmente: ci siamo messi all’uscita di un supermercato. Scherzo di nuovo, ma in parte. Innanzitutto Massimo ha cercato tra molti suoi contatti di lavoro e di amicizia, andando a naso, intuendo chi potesse avere qualcosa di interessante da dire: così abbiamo arruolato Milton Fernandez, Alessandro Castagna, Doris Zaccone, Joyello Triolo e altri. Io ho fatto lo stesso, cercando tra persone a me vicine in modo trasversale. Non sapevamo esattamente cosa ne sarebbe venuto fuori, ma ci siamo buttati ricordandoci il motto (inventato da Massimo): «Fàmolo». Cioè, poche chiacchiere e andiamo avanti senza pensarci troppo. Le conseguenze, dopo».

Puoi anticiparci qualcosa sugli argomenti che verranno trattati?

«Certamente. I più disparati: Amore e Cibo (con lo YouTuber Lorenzo Prattico); Amore per il lavoro (con la speaker di Radio Capital Doris Zaccone); Amore e Sesso (con lo psicoterapeuta e psico-sessuologo Dott. Davide Silvestri); Amore e Cinema (con lo YouTuber e critico cinematografico Federico Fusciante); Amore per un luogo (con Alessandro Castagna fondatore di Voglio Vivere Così); Amore e Disamore (con il poeta Milton Fernandez). Persino Amore e divorzio, con un’avvocata divorzista (Avv. Cristiana Stefanelli). E tanti altri. Potete vedere l’elenco completo sul nostro sito spifferi.net».

Am24Ore nasce dal più ampio progetto podcast “Spifferi – Quello che ci devi dire lo sappiamo già”. Di cosa si tratta e in cosa consiste?

«Con alcuni ex-compagni della Bottega di Narrazione diretta da Giulio Mozzi era nata l’idea di mettere su un blog di letteratura per animarci un po’ e rilanciarci nella scrittura, dandoci una mano e promuovendo anche altri scrittori: si chiamava «Gogol senza cappotto». Tra i vari progetti di «Gogol senza cappotto», Massimo e io, abbiamo inventato una rubrica podcast che ha preso il nome di «Spifferi». Successivamente abbiamo aggiunto il claim (spocchiosissimo, non è vero?) e abbiamo messo su un paio di puntate. Solo che poi «Gogol senza cappotto» è naufragato peggio della Medusa di Géricault. Massimo e io ci siamo guardati in faccia, abbiamo pensato la stessa cosa e ci siamo detti: «Fàmolo». Così possiamo dire che «Spifferi» si è salvata dal naufragio come Ismaele di Moby Dick. Chissà che la nostra storia non si esaurisca nel dire a tutti come ci siamo salvati!

Vincenzo lo scorso anno hai pubblicato «Amare essere amati», da cui am24ore prende spunto. Ti va di parlarci della tua opera?

«Amare essere amati» (peQuod 2022) è un canzoniere poetico che parla molto dell’amore, in tante sfaccettature: luoghi, città, donne, amici, lavoro, tempo passato e futuro, possibilità carezzate e poi abbandonate, altre colte con più o meno esitazione. È un canzoniere che ricorda molto le «Cento poesie d’amore a Lady Hawke» di Michele Mari (libro che ho letto una sola volta per poi assorbirlo e dimenticarlo), ma prende molto spunto creativo dai Crepuscolari, la poesia russa, l’elegia latina (e il Canzoniere di Petrarca ma ho paura che qualcuno, se lo dico, possa farmi del male). È stato un libro con una gestazione lunga e complicata; però è un libro di cui sono molto orgoglioso e, direi, proprio per il fatto che ha rischiato più volte di naufragare (visto che si parlava di naufragio poco prima). Ho sempre amato scrivere e ho sempre scritto in modo febbrile, se non fosse che poi ci si chiede se ne valga la pena, se quello che abbiamo scritto possa in qualche modo avere una seppur minima dignità letteraria. Meno male che agli esordi siamo ingenui, altrimenti non ci butteremmo mai. Comunque, a un certo punto, dopo il primo libro, avevo già pronta una prima versione: era composito, strano, con ancora alcune ingenuità da esordio, ma aveva già trovato interesse di un editore. Poi mi sono fermato dal tentare di pubblicare e per lavoro e per scelta di vita (fuggire dalla provincia) sono andato a Roma. Qui il libro è come stato riscritto su di me: si è frantumato, spezzato, scomposto e alla fine, quando dopo dieci anni ho lasciato la Urbe, si è ricomposto. «Amare essere amati» è un canzoniere personale, ma in questo canzoniere ci sono anche le grida, i tentativi, gli amori, i fallimenti e i sogni di un’intera generazione: i Millennials. È un libro molto zerocalcariano, lo ripeto sempre e trovo che sia una cosa molto bella».

Che cos’è l’amore per te?

«Qui rischio di essere sorprendentemente banale. Il fatto è che non lo so davvero. Ho scritto un intero libro interrogandomi in proposito e cercando l’effetto nebulosa di cui ho parlato prima. L’amore non si definisce, si vive. C’è una mia poesia che penso possa riassumere (per me intendo) la mia visione. È questa:

Siamo ancora la domanda che non sa chiudersi,

la frase che ognuno continuerà per sempre.

Se una fine ci sarà, non sarà nostra.

Dovremmo solo dirci che siamo tornati,

che i nostri corpi si sono di nuovo intrecciati.E poi scrivere biglietti per gli auguri che non ci siamo fatti.

Mettere l’acqua alle piante secche sui balconi.Leggerci le lettere mai spedite. Fare un po’ di silenzio.

Dirci ti amo almeno tre volte. Fare bene l’amore.E poco altro.

(In vista di un possibile ritorno, qualche istruzione)

Ecco: «Siamo ancora la domanda che non sa chiudersi, /la frase che ognuno continuerà per sempre». Mi sembra adatta perché il discorso dell’innamorato è prima di tutto un arrovellarsi sulla possibilità di questo incontro fatale. È un’interrogazione continua dell’Altro e, nell’Altro, di noi stessi. Proprio perché, in fondo, è solo l’Altro a poterci definire e a dare un senso alla nostra ricerca».

Sei innamorato?

«Sì. Innamorarsi vuol dire mettersi nell’amore. Ogni volta che amiamo, vuol dire che ci siamo messi nell’amore. Magari non sentiamo il friccicore delle prime incertezze, le botte devastanti dell’adolescenza, i «dubbiosi desiri» di cui parla Dante, ma vediamo l’Altro davanti a noi, che ci domanda di amare e a cui a nostra volta chiediamo di essere amati. È l’accendersi della nebulosa perché diventi una stella o chissà cosa. Ecco, e ne approfitto qui, il significato del titolo: «Amare essere amati», infinito attivo, infinito passivo. È un moto che procede da noi all’altro e dall’altro a noi».

Un’ultima domanda: perché i nostri lettori dovrebbero sintonizzarsi su a Am24Ore?

«Perché perché perché… avrei tante motivazioni. La prima è questa: abbiamo fatto qualcosa di davvero interessante sfruttando un evento pieno di cliché come San Valentino. In secondo luogo perché sfruttiamo i social, per un tema social, in modo quasi anti-social perché a volte non ci preoccupiamo di tempi e narrazione, ma di andare nel fondo del concetto. In terzo luogo perché i montaggi video fatti da Massimo sono eccezionali e ci è riuscito a partire da Zoom, impresa quasi disperata. L’ultimo motivo di tanti altri che non dico è: perché l’amore è in fondo il tema che ci interessa 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. E quindi: seguiteci su Am24ore! Siamo su TikTok, Instagram, Facebook, YouTube (e dopo il 14 febbraio anche su Spotify). Grazie per la vostra pazienza nella lettura e grazie per tue belle domande!».

Grazie a te Vincenzo! Io sono pronta a sintonizzarmi, e voi? Per seguire Am24Ore ecco tutti i link:

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