Ciao a tutti!
Sono in un momento davvero nero, presa dal nervoso ho digitato su google "mollo tutto" ed è venuto fuori questo sito. Esiste davvero di tutto in rete, sono felice.
Ho dato un'occhiata veloce e mi sembra che tutti abbiano voglia di cambiare vita perché quello che abbiamo intorno ci sta un po' stretto. Ho 31 anni e vivo ancora con mamma e papà. Ho vissuto per diversi anni a Milano, un anno anche in Germania, ma poi - perso un lavoro - le condizioni economiche mi hanno rispedita al paesello natìo. Doveva essere una situazione temporanea, ma sono passati già 3 anni. Oggi ho avuto l'ennesima discussione con mio padre, con cui ho un rapporto complicato, aggravato dal fatto che lui da una parte non vorrebbe vedermi mai lasciare casa, dall'altra considera la mia presenza qui una sorta di gentile concessione da parte loro, per la quale dovrei provare eterna gratitudine e commisurata devozione filiale.
La città in cui vivo è piccola, provinciale, immersa nel verde delle Alpi. Ho accettato di fermarmi per 3 anni per accumulare un'esperienza lavorativa "degna", con il proposito di cambiare lavoro poi. Ho una formazione in Scienze della Comunicazione, eppure ho un carattere molto timido per cui non sono la perfetta PR, mi sembra di non poter spendere questo titolo in alcun modo. Ho lavorato questi ultimi anni in un museo, ed è decisamente più il mio mondo, in mezzo a cose antiche e all'organizzazione di mostre. Ma nel museo in cui sto non ho possibilità di restare a lungo, e in altri musei o entri per concorso o devi avere un'altra formazione. Ma voglio davvero lavorare in un museo? E soprattutto voglio davvero lavorare in Italia? Ogni volta che guardo all'estero vedo che tutto funziona meglio, ho anche vissuto per vari periodi in altri paesi ed è davvero meglio. A parte per le persone che ti lascia alle spalle.
Dopo la litigata di oggi, ho guardato un po' online alla ricerca di un lavoro o qualcosa che mi portasse lontano, perché il pensiero che più mi accompagna è quello della fuga. Perché in realtà non sono neppure sicura di volere una carriera "tradizionale", un lavoro sicuro, una vita "normale". Sono arrivata a pensare di mollare davvero tutto e andare con qualche progetto umanitario in posti dove la tua presenza non è mai scontata, e può davvero essere utile. In posti dove anche l'umanità sia diversa (sono da poco tornata da un breve viaggio a Istanbul - prima tappa fuori dall'Europa - ed ho visto davvero un'altra umanità). Ma appena comincio a meditare più approfonditamente su queste opportunità vengo raggelata dall'infinita serie di pensieri sul senso del dovere, quello di responsabilità, e tutto il corollario di se e ma. E mi chiedo perché sia così difficile dirsi "mollo tutto" e farlo davvero, così, subito, su due piedi. Pensato, fatta la valigia e via, a suon di tentativi. Invece sono ancora qui che sfogo la frustrazione su questo forum. Magari qualcuno di voi ha davvero mollato tutto di punto in bianco. Magari può raccontarmi che è possibile. Grazie.