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Barbara: ho lasciato il lavoro e ho realizzato il mio sogno di ragazza, viaggiare per l’India

Barbara Carbone India

Barbara Carbone: viaggiare per l’India

A cura di Maricla Pannocchia

Sin dai tempi delle scuole superiori, complice la sua prof. del cuore che ha lasciato l’insegnamento per andare in India, Barbara ha sognato di quella terra lontana, così contraddittoria e affascinante. Per niente interessata a partecipare ai classici tours per turisti, quel sogno è rimasto tale per tanti anni fino a quando, dopo averci pensato bene, Barbara ha deciso di prendersi una pausa dal suo lavoro d’insegnante e di partire alla volta dell’India. “In Italia, al momento, sono in disoccupazione e sono tornata a vivere dai miei”, racconta la donna, “mentre in India viaggio, esploro e incontro gente.”

Barbara viaggia zaino in spalla, entrando spesso a contatto con la popolazione locale. “In India trovi di tutto e di più ma vivere qui mi ha insegnato che tutto è possibile e che non dobbiamo lamentarci per sciocchezze. Qui le persone danno, senza aspettarsi niente in cambio”.

A chi pensa che l’India sia pericolosa per le donne in solitaria, Barbara dice, “Noi donne dobbiamo tenere gli occhi aperti ovunque. Gli indiani a volte sono furbetti, ma non sono in mala fede. Anche a me sono capitati episodi poco carini, ma niente di grave. Credo che molto dipenda anche da noi e dalla libertà che lasciamo loro”. Per il futuro, Barbara vorrebbe collaborare con qualche ostello o agenzia locale per offrire tours agli italiani e specializzarsi nei settori che le interessano, ovvero quelli dello yoga e della meditazione.

Ciao Barbara, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, sono Barbara, nata tra le porte del Salento e trasferita a Bologna per studio e poi a Roma per lavoro. Insegnavo lettere al liceo ma a ottobre ho deciso di lasciare il mio lavoro per concedermi una pausa. Era da tanto che desideravo farlo, ma tante situazioni mi hanno portata a rimandare. Amo la scuola e i miei studenti, ma dopo il Covid qualcosa si è rotto e ho sentito l’esigenza forte di fare QUEL viaggio.

Com’è nato il tuo desiderio di andare proprio in India?

È dalle scuole superiori che avevo il desiderio di andare in India ma l’idea di andarci da turista, per uno dei soliti itinerari, non mi entusiasmava, quindi continuavo a sognarla leggendo libri o guardando films.

Alla fine, ce l’ho fatta: attualmente sono in India da gennaio.

Ho scelto questo Paese perché mi affascina da sempre. Circa 20 anni fa la mia prof. del cuore ha lasciato l’insegnamento per andare in India e da allora mi sono interessata a questo Paese.

Che cosa ti piace, in particolare, dell’India?

La cultura di questa terra, piena di contrasti, ma mi piace. La gente del posto, i luoghi, le differenze tra gli stessi Stati. Volevo immergermi in tutto questo e il modo migliore per farlo sarebbe stato quello di una lunga permanenza.

Come ti sei organizzata, prima della partenza?

Non mi sono organizzata moltissimo. Sono abituata a viaggiare da sola, zaino in spalla, e ho sempre lasciato al caso il programma dei miei viaggi. Ho solo preso il volo per il Kerala. Ho pensato “come prima cosa voglio andare nella terra dell’Ayurveda, rilassarmi provando qualche trattamento e godendomi il relax della natura e del mare”. E così ho fatto. Ho letto qualcosa qua e là ma già sapevo che avrei voluto vedere determinati posti, dal Sud al Nord, e toccare con mano la vita locale.

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A parte le tappe, prima di partire mi sono informata su visto, sui vaccini e sulle eventuali assicurazioni mediche.

Nessun vaccino effettuato, assicurazione fatta, medicinali comprati.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Alcuni amici mi hanno appoggiata in pieno, conoscendo questo mio desiderio, che avevo da troppi anni, altri, invece, non solo sono stati contrari, ma hanno cercato in tutti i modi di farmi cambiare idea.

La mia famiglia mi ha appoggiata perché sa quanto io ami viaggiare e quanto sia stata ponderata la mia scelta prima di lasciare il lavoro.

C’è gente poi che dice “oh beata te, io non ho i tuoi soldi” (testuali parole), altra gente invece che apprezza e invidia in senso buono il mio modo di viaggiare, il mio coraggio e la mia intraprendenza.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Sempre bene! Sono molto ospitali. Ho avuto modo di conoscere ancora più da vicino i locals perché spesso sono ospite presso famiglie o “lavoro” presso ostelli.

È facile trovare un alloggio lì? Quali sono i prezzi medi?

È molto facile trovare alloggio. Ci sono sistemazioni per tutte le tasche, dalla stanza condivisa a quella privata in ostelli, guest house o hotel. I prezzi cambiano in base alle zone e alla tipologia. Ho trovato ostelli a 12-15€ a notte e altri a 3€ a notte. Io viaggio con il mio zaino quindi scelgo sempre soluzioni molto low cost.

Qualche volta uso il couchsurfing quindi i costi sono pari a zero.

Quali consigli daresti in merito alla scelta dei quartieri in cui alloggiare?

Dipende, per un viaggiatore in solitaria è sempre meglio scegliere posti centrali così da spostarsi a piedi.

Se si è in coppia o in famiglia, o se si vuole stare lontano del caos, consiglierei la prima periferia.

Certo, si possono trovare case locali o anche sistemazioni nei villaggi, spesso molto poveri, ma in alcune zone ho visto anche degli hotels.

Di cosa ti occupi?

In Italia, al momento, sono in disoccupazione, ma sono tornata a vivere coi miei.

Sono insegnante e aspetto la supplenza “lunga” altrimenti sto a casa e mi formo online tra corsi e master, l’ultimo, terminato a novembre, sul Web Marketing Turistico.

In India viaggio, giro, osservo, scopro, conosco gente, cerco di capire le loro vite e accetto i loro inviti. Una volta ho preso parte a un progetto trovato su Workaway , quando ero a Varansi, per 10 giorni.

Aiutavo in reception per check-in e check-out e pubblicizzavo l’ostello che mi ospitava su Instagram e Facebook con storie e video.

Come valuteresti il rapporto costo/qualità della vita?

Beh, il rapporto costo/qualità della vita, mezzi pubblici burocrazia e simili…

Posso dire che per loro per la fascia “media”, diciamo così, non è male, è equilibrato.

Certo, ci sono poi situazioni in cui c’è la famiglia che vive di nulla nel proprio villaggio e c’è chi ha appartamento con piscina, cuoca e una bella macchina. Anche questo dipende dalle zone dell’India.

I mezzi pubblici sono molto vecchi, soprattutto quelli locali, ma il costo è davvero basso e ce ne sono diversi. Spesso le donne non li utilizzano, ma ci sono alcune città che hanno aderito a “pink bus” ossia biglietto gratis per tutte le donne.

La sanità è un punto interrogativo per me. Ho avuto modo di accompagnare una ragazza indiana a una visita medica e subito le hanno fatto le analisi senza attese “all’italiana”, ma magari è stato solo un caso.

Sono anche stata a un evento di tre giornate in cui distribuivamo medicinali gratis ai bisognosi…

Che luoghi hai visitato finora?

Ho praticamente fatto il “giro” dell’India! Ho visitato: Kerala, Karnataka, Tamil Nadu, Goa, Mumbai, Orissa-Calcutta- Varanasi, Agra – Rajahastan – new Dehli e Rishikesh.

È facile, per un italiano, avviare un’impresa in India?

Per un Italiano non è troppo difficile avviare un’impresa in India, basta avere i soldi 

Spesso molti italiani aprono ristoranti o alberghi qui.

Hai dei consigli pratici per chi sogna di trasferirsi lì o anche solo di fare un viaggio in India?

Sicuramente affidarsi a qualcuno del posto. Come in ogni cosa, se si hanno conoscenze, è meglio!

Che mete suggeriresti per un primo viaggio in India?

Secondo me, ci sono diverse tipologie di mete.

Indubbiamente chi ha poco tempo sceglie il tour classico ovvero Rajastan, Dehli e Agra e spesso si aggiunge Varanasi. Altri prediligono il Sud, come il Kerala, che consiglio tantissimo.

Molti si rilassano nelle spiagge del Sud di Goa e altri fanno festa fino all’alba nel Nord.

Io consiglierei l’Orissa, uno Stato difficile da scoprire. È stato l’unico in cui ho avuto difficoltà nell’organizzazione da viaggiatrice solitaria. Volevo vedere i villaggi delle tribù ma, a quanto pare, da qualche anno non è più possibile perché bisogna avere dei permessi speciali. Così, con un’altra soluzione, sono riuscita a conoscere quelle popolazioni da vicino, ai mercati, e purtroppo non nelle loro “case” come avrei desiderato. A parte l’Orissa, consiglio anche Rishikesh e il Nord.

Non avevo inserito questa meta nella mia bozza di programma di viaggio, ma me l’hanno consigliata e sono rimasta piacevolmente soddisfatta.

Spesso si sente dire che l’India è pericolosa per le donne che viaggiano da sole. Cosa ne pensi?

Non penso che l’India sia pericolosa per le donne da sole. Noi donne possiamo incorrere in pericoli ovunque, quindi bisogna avere sempre gli occhi aperti.

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Gli indiani sono un po’ furbetti, ma mai in cattiva fede. Mi è capitato purtroppo di avere un “colpo di mano” dove non avrei voluto durante un festival, tra la calca, ma ne avevo già sentito parlare.

Qualcun altro magari ha provato a fare il galantuomo per raggiungere altri scopri ma con me… non funziona! 

Certo, qualche donna più fragile potrebbe cascare nella loro bontà d’animo, però , ripeto, sta a noi capire fin dove accettare o dare confidenza!

Che cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Stando in India ho imparato che tutto è possibile e che non dobbiamo mai dare nulla per scontato.

Ho appreso anche che dobbiamo smettere di piangerci addosso o di “sbattere i piedi per terra” quando vogliamo a tutti i costi qualcosa, magari anche senza faticare un minimo.

Lì la gente sorride anche quando va tutte le mattina a caricare l’acqua dalla fontana che ancora funziona “a braccio”. La gente dà, senza aspettarsi qualcosa in cambio a tutti i costi.

La vita scorre lenta. Per alcune cose sono rimasti molto indietro e per altre, secondo, me sono più avanti di noi. Ci sono cose che prima mi facevano incavolare (fin troppo) ma che poi ho imparato a sopportare.

Se si vuol stare in India non ci si deve schifare di nulla. C’è gente che sputa per strada o fa la pipì dove capita. Troviamo sterco messo a seccare sulle pareti o sui marciapiedi. Ci sono palazzi lussuosissimi ed enormi, donne dal saari elegante e costosissimo, uomini in giacca e cravatta con la 24ore.

L’India è così!

L’India è tanta. Troppo. È tutto. È incredibile. È contraddittoria.

È sfarzo, oro, luci colori, ma è anche cenere, acqua sporca del Gange, bambini scalzi, uomini senza arti che si trascinano con il busto appoggiato su di uno skate.

L’India è profumo d’incenso e spezie, cattivo odore di urina, escrementi, animali per strada o spazzatura.

L’India è piccante. Piccante da far venire giù le lacrime e sorridere con la donna accanto che insieme al marito, entrambi indiani, dicono che effettivamente è troppo anche per loro.

L’India è famiglia, ostelli, ristoranti e street food in ogni dove. È anche la terra degli Ashram, in cui ho dormito due volte. È yoga, meditazione, preghiera. È Tuc tuc, risciò, traffico, gente, urla, canti e tamburi fuori e dentro ai templi.

Potrei continuare all’infinito…

Progetti per il futuro?

Ancora non riesco ad averne. Sono sincera, mi sento piena, ma ho come una sensazione di vuoto.

Mi piacerebbe creare una collaborazione con qualche agenzia locale o con qualche ostello per accompagnare gruppi di turisti italiani.

Sicuramente mi sento interessata allo yoga e alla meditazione e vorrei avvicinarmi di più a questo mondo…

Per seguire e contattare Barbara:

Instagram: https://instagram.com/ba_aroundtheworld?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=1260493306

E-mail: carbone.ba@icloud.com

 

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