Voglio Vivere Così Magazine

Paola Quagliata: sognando Istanbul

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Sognando Istanbul, la storia di Paola

A noi di Voglio Vivere Così piacciono molto anche i progetti in fieri, nel loro nascere e organizzarsi. Il cambiamento è anche e soprattutto mentale, è la curiosità e la predisposizione al nuovo che apre alle possibilità di guardare e percorrere altre strade; una sorta di progettualità nascente che prelude ad un’organizzazione concreta per cambiare.

È per questo che abbiamo parlato con Paola Quagliata, 40 anni, piacentina, cantante lirica, che sta facendo i primi passi per trasferirsi a Istanbul, dove vive il suo compagno, fotografo di moda.

“Sto pensando a questa meravigliosa città per poter stare vicino al mio compagno, certo, – ci racconta Paola – ma anche per una mia naturale predisposizione al movimento e all’altrove. Sono consapevole che quando l’altrove diventa il luogo in cui vivi smette di essere tale ma il mio carattere è curioso da sempre. Per cui sto pensando a Istanbul anche come opportunità. Io sono nell’ambiente artistico da 25 anni, come cantante lirica e jazz e, in questi ultimi anni, vivo le difficoltà economiche di chiunque lavori in questo ambiente. Per fortuna ho altre attività tra Piacenza, Cremona e Roma: insegno canto, tengo laboratori in cui lavoro sull’interazione corpo-voce grazie anche ad anni di studi di yoga e bioenergetica. In più faccio musica jazz con un quartetto di Napoli. Insomma ho strutturato la mia attività in diverse ramificazioni. Adesso, spronata anche dal mio compagno, sto cercando di crearmi dei contatti a Istanbul, per sfruttare anche lì la mia professionalità.” Paola si sta muovendo in modo molto propositivo contattando l’ambasciata italiana e l’Istituto di cultura, e teatri vari. “Tra l’altro – continua Paola – a Pasqua tornerò giù e approfitterò della settimana della cultura italiana che si svolgerà a Istanbul dal 14 al 22 aprile. Bisogna muoversi in luogo, darsi da fare lì; dall’Italia è inutile cercare contatti, bisogna farsi vedere direttamente.

Paola non è una donna scontenta dell’Italia, ha solo incontrato un amore che sta funzionando da carburante per affrontare una nuova avventura. “È stato proprio lui – ci racconta Paola – ad avermi spronata a provare. Del resto si lavora dove il lavoro c’è, e io voglio provare a crearmi un’attività in una città che ho imparato ad amare da subito. E poi credo davvero che i due motivi principali per cui ci si trasferisce siano proprio o il lavoro o l’amore.” Paola è una donna molto pragmatica e si sta organizzando senza però pensare assolutamente a tagliare completamente i ponti con l’Italia. “Non ci penso assolutamente – continua – perché è il mio paese, ho qui famiglia e amici, oltre alle mie attività lavorative che non voglio interrompere. Si tratta di organizzare una vita che sarà fatta di viaggi continui tra Italia e Turchia.

L’incontro tra Paola e questa meravigliosa città risale a non pochi anni fa. Nel ’90 vi si reca per la prima volta restandone da subito colpita. Poi altre visite fino all’incontro con quello che è diventato il suo compagno. “Devo dire che quando ci sono tornata l’ultima volta l’ho trovata molto cambiata. Forse sono cambiata anche io; del resto sono in una fase nuova della mia vita e penso che oltre a cambiare i luoghi, cambi lo sguardo che noi volgiamo ad essi. Non nego che un crescente interesse per questa città dipenda dal fatto che sia la città della persona di cui sono innamorata: è inevitabile che sia così. Però è innegabile che durante le mie diverse visite abbia imparato a conoscere un contesto in cui mi vedrei vivere anche se la mia storia dovesse finire. Però capisco anche che potrei viverci solo avendo un lavoro mio. E questo anche per continuare a vivere bene la mia relazione. Devo avere una mia autonomia, personale e professionale. In caso contrario credo che ne risentirebbe, per prima, proprio la relazione con il mio compagno.”

La Istanbul che esce dalle parola di Paola è una città che sta molto cambiando. “Mi da, ogni volta, l’impressione di una città molto proiettata verso il futuro, pur conservando un profumo di antico. A parte la bellezza incredibile dei suoi vicoli, del suo sky line con i minareti che si stagliano nella luce del tramonto, del bazar e dei suoi palazzi, è una città molto giovane, dinamica e piena di stranieri. Molti giovani, soprattutto architetti e designer, hanno fatto un percorso di studi all’estero ma poi sono tornati qui a lavorare. E questo credo sia un segno innegabile di scommessa sul futuro. La sento molto energica, bella come una signora, ricca di un’energia, mi viene da dire, sotterranea. Forse non è scoppiettante come Parigi o New York, ma conserva un che di decadente e lento che si fa scoprire e amare piano piano.”

Dal punto di vista umano Paola ci dice di essere rimasta particolarmente colpita dalla gentilezza estrema e dall’estrema riservatezza delle persone. “Sono davvero molto calorosi, generosi ma per nulla invadenti. E anche dal punto di vista religioso, mi sono sempre parsi molto aperti e tolleranti nei confronti delle differenze. Io parlo ovviamente di Istanbul, perché il resto della Turchia non lo conosco. Ma in città si respira un’aria molto aperta, tranquilla da questo punto di vista. Certo nella parte islamica si vedono donne velate ma, del resto, siamo in un paese islamico ed è normale che sia così. Ma la maggior parte delle donne gira tranquillamente con abbigliamento e atteggiamento molto tranquillo e rilassato. Insomma ti direi che ho sempre avuto la sensazione di vivere in un luogo molto laico. Un clima un po’ diverso da quello che ho avvertito, per esempio, quando sono andata in Marocco. Credo comunque che sia sempre una questione di rispetto reciproco.”

L’incontro tra Paola e la città sembra avere elementi di destino. “Posso dire che è stato come se mi fossi sentita chiamata e questo ancor prima di conoscere il mio compagno. Fin dai miei primi viaggi qui ho avvertito una sensazione di tranquillità tra queste strade. Ti dico che, per esempio, mi è capitato spesso di essere in giro da sola, la notte e di non avere mai avuto la più piccola sensazione di pericolo. E, infatti, non mi è mai successo nulla. Io sono convinta che anche quello con i luoghi sia un incontro vero e proprio. E se è vero che un luogo ti deve piacere, è altrettanto vero che tu devi piacere a quel luogo.”

E sembra proprio che tra Paola e Istanbul si sia creato un rapporto davvero particolare, al di là e oltre le sfumature che l’amore regala ai luoghi che lo hanno visto nascere. “Sì – dice convinta Paola – io un contesto così mi vedo vivere, riesco a immaginare un futuro, comunque. E voglio provarci. Sento di avere la maturità giusta. Quando ero più giovane avevo una certa tendenza al perfezionismo: se non potevo essere certa della riuscita di qualcosa non mi ci buttavo neanche. Ora in questa avventura mi ci voglio buttare fino in fondo, facendo i giusti passi per costruire comunque qualcosa per me. Non sto fuggendo da un paese che non amo. Tutt’altro. Sto solo andando incontro a qualcosa di nuovo. E tanto per credere nel destino, pensa che tra le mie maestre c’è stata la grande Leyla Genger, soprano purtroppo non più in vita, che qui in Turchia è considerata un vero mito. Vedi che c’erano già i segnali che qui ci dovevo arrivare?”

E noi vogliamo fare il più grande in bocca al lupo a questa donna, per i suoi progetti e per il cambiamento che, comunque, sta imprimendo alla sua vita. E avere un progetto è una bella scommessa sul futuro.

 

paolaquagliata@gmail.com la mail di Paola

 

A cura di Geraldine Meyer

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