Sono d'accordo solo in parte con Erico, ha detto molte cose giuste sulla bellezza della vita in campagna, nonostante la durezza, che però non pesa di fronte alla sobrietà e serenità che non hai in città. Ma lui lo ha potuto fare perché aveva un terreno abbastanza ampio con un cascinale ereditato, magari altre proprietà che ha venduto (le società, immobili, ecc.), un gruzzolo sicuramente messo da parte negli anni di lavoro, e alla fine ha potuto avviare qualcosa di buono.
Io non ho nulla, neppure la casa in cui abito che è in affitto, non avrei neppure nulla da perdere, mi si direbbe. Ma che cosa mi si prospetta, un sacco a pelo ed inerpicarmi in qualche campo che mi pare non lavorato? Avoglia a dire che la gente ha abbondonato la campagna, io non so dalle vostre parti, ma dalle mie il terreno è tutto di proprietà di qualcuno e viene tutto messo a coltura o tenuto boschivo e guai a metterlo a frutto in qualche modo, a volte perfino entrarvi.
Per i fondi pubblici è diverso, chiaro, ma nemmeno quelli possono essere sfruttati. Alla fine della fiera torniamo sempre lì, andare a vivere in campagna è bello, bellissimo, ben consci dei sacrifici e del mutamento di vita, certo, ma bisogna avere una base da cui partire, a prescindere poi che non ci potrai vivere di rendita.