Salve, mi chiamo Diego e mi sono appena iscritto su questo forum e vorrei condividere qualche idea.
Sono un autodidatta, nel settore pasticceria, che adoro. Conosco bene le basi e realizzo più che discretamente diversi dolci ma soprattutto alcune specialità della tradizione (tiramisù, pastiera, pasticciotti leccesi....).
Personalmente, mi piacerebbe aprire un'attività tipo street food, stanziale, incentrata tutta sulla monoproduzione del dessert italiano più famoso e amato nel mondo, considerando che il metodo che uso non è diffuso e permette di realizzare un dolce ottimo e che non dà problemi dal punto di vista della sicurezza alimentare. A parte gli ostacoli di tipo finanziario (per questo cerco anche un socio appassionato del settore), il problema è sempre il solito (oltre alle solite noie burocratiche); vale la pena, di questi tempi, buttarsi in una nuova attività? Se piove di quel che tuona, come suol dirsi, credo proprio di no, eppure ho studiato questo progetto molto bene. Attività simili altrove sembrano funzionare piuttosto bene (nonostante recensioni non troppo entusiastiche su ben noti portali), i costi e gli investimenti non sono eccessivi (non stiamo parlando di aprire una pasticceria), il bacino d'utenza della mia zona (Pisa) è perfetto dal punto di vista del target (studenti e turisti non mancano davvero), e l'attività in sè è carina e gratificante, ammesso ovviamente che uno sia appassionato di pasticceria/dolci.
Sono talmente sconfortato che sto seriamente pensando di andarmene in Russia, anche se sul Mar Nero, dove fa più caldo che da noi (odio il freddo): gli affari girano, se si vuol fare bene le opportunità non mancano e laggiù apprezzano moltissimo la pasticceria italiana. Inoltre, onestamente, sono molto più avanti di noi (welfare, cultura, ottima sanità e università eccellenti, tasse ridotte). L'unica vera noia (a parte usi diversi e popolazioni non proprio calde e accoglienti), ovviamente, è la lingua, difficilissima e impegnativa da studiare. Laggiù parlano meno inglese di noi, purtroppo, e questo è il vero limite per molti italiani che non ci pensano nemmeno ad andare là (anche per motivi culturali, immagino). Tuttavia, sento che qui da noi le opportunità stanno finendo, tanto vale darsi da fare e provare a cambiare, per questo ho cominciato a studiare quella lingua, oltre all'inglese che già so.
Se qualcuno ha voglia di confrontarsi e scambiare qualche idea/suggerimento ovviamente è ben accetto.
Ciao
