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Post - Dante

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La gloria di colui che tutto move
per l'universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove.

Ciao a tutti
Ho deciso, c’ho pensato a lungo e sono deciso, devo andare.
Tutti abbiamo un sogno un desiderio, ma c’è una forza che ci vuol far credere che è impossibile da realizzare, questa forza si chiama paura, paura che, alla fine, ci fa soffrire più della sofferenza che crediamo di trovare lasciando tutto per realizzare il nostro sogno.
Io ho vinto questa paura, qualcosa si è acceso dentro di me, una forte e incontrollabile follia si è impossessata di me, una sete di avventura, di libertà totale, la voglia irrefrenabile di viaggiare, di conoscere, di vivere nuovi mondi, nuove persone, nuove culture, devo conquistare il mio tesoro, la mia isola, devo trovare l’amore, la passione, devo soprattutto ritrovare me stesso, e per questo devo lasciare tutto quello che ho, devo dimenticare il passato e vivere il presente senza programmi per il futuro, come se ogni minuto fosse l’ultimo.
Non posso più aspettare (ci pensate, passiamo la vita aspettando: aspettando la fine della giornata lavorativa, aspettando il fine settimana, aspettando la partita, aspettando il giorno dello stipendio, aspettando la fine del contratto, aspettando le ferie, aspettando la pensione, aspettando la morte) lascio tutti e tutto e vado via, e sarà un camino senza meta e senza ritorno, passerò per l’inferno e il purgatorio ma forse troverò il paradiso.
Conosco l’inglese e lo spagnolo, e troverò qualche lavoro che mi permetta di continuare il camino, non devo più fare soldi per accumulare oggetti, voglio arricchirmi di emozioni, libero da ogni condizionamento da ogni legame, da ogni obbligo, senza fili che ti obbligano a muoverti come un burattino.
Non so e non mi interessa sapere per quanto tempo riuscirò a vivere così, come ha già scritto qualcuno che non ricordo, il mio epitaffio sarà “Egli morì mentre era vivo”.

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Nel mezzo del camin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la diretta via era smarrita.

Ciao a tutti
Ho 37 anni, sposato da 16, due figlie, lo stesso lavoro da 17 anni, una casa mia, dovrei sentirmi fortunato e soddisfatto, ma sono terribilmente e profondamente infelice, un’oppressione che cerco di analizzare, ma non riesco a capire del tutto, con mia moglie ci conosciamo da giovanissimi, c’è sempre l’affetto e il rispetto reciproco ma non c’è più la passione e non sono sicuro di amarla ancora, il lavoro non ha soddisfatto le mie aspettative, mi sono impegnato, ma non è servito a nulla, o visto crescere tanti che meritavano meno di me, ho amici e colleghi che mi hanno pugnalato alle spalle, ma forse non è solo questo, sicuramente molti altri hanno gli stessi problemi.
In realtà mi sento come se sino a oggi avessi vissuto recitando un copione, di aver fatto tutto perchè era la cosa più giusta da fare, perché quelle erano le aspettative delle persone che mi stavano vicino, e come se avessi guidato la mia vita lungo una strada seguendo fedelmente le indicazioni del navigatore satellitare senza guardarmi intorno, senza pensare ad alternative, senza rischiare, senza provare altre strade per paura di perdermi, e invece, invece mi sono perso, perchè adesso mi sento morto dentro, senza più entusiasmo, senza la forza di reagire, senza più voglia di vivere, nei momenti più cupi sono arrivato seriamente a pensare di farla finita.
Poi un giorno o sentito la recensione del libro “Manuale di sparizione” istruzioni per sparire senza lasciare tracce e rifarsi una nuova vita in un altro posto, ho visto diversi siti su internet compreso questo, che parlano dello stesso argomento, e ho pensato che forse c’è una speranza per cambiare vita.
No, non sto cercando il paradiso so che non esiste, voglio fuggire da un posto, da una situazione, da una vita che non sopporto più, voglio ricominciare, cercare un posto lontano da qui che mi aiuti a ritrovare dentro di me l’entusiasmo e la voglia di vivere che qui non ho, non so dove andrò né cosa farò, voglio vivere alla giornata, forse troverò una donna che amerò e mi amerà, un lavoro che mi darà soddisfazione, o forse diventerò un barbone, o forse finirò a fare del volontariato in qualche posto dove la gente soffre per cose più serie come la fame, la malattia, la guerra, o forse non lo sò. Voglio buttare il navigatore e seguire la strada che mi indica l’istinto senza una meta precisa, voglio rinunciare alla finta sicurezza di una famiglia di una casa di un lavoro stabile per una vita libera, forse piena di rischi e di incertezze, ma viva.
Ma ho anche paura di tradire e fare del male alle persone che mi vogliono bene che credono in me, quindi finirà che continuerò a recitare il copione e a seguire la strada già pianificata, a simulare una serenità che non c’è, finche ne ho la forza.

Ci vuole più coraggio a continuare una vita fintamente serena con la tua famiglia, con il tuo lavoro e andare avanti sapendo che soffrirai o è più coraggioso colui che scappa verso l’ignoto, il rischio e l’incertezza, cercando il proprio bene, ma tradendo le persone che gli vogliono bene?
E fa più del male alle persone care, chi rinuncia alla vita con la morte o chi scappa cercando un’altra occasione?


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