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Chiara Dimase: questa è Mumbai!

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Vivere a Mumbai: la storia di Chiara

Chiara Dimase e l’India, un sogno coltivato sin dalla giovinezza. Una scelta inusuale quella di vivere a Mumbai, ma fortemente voluta, la scelta di vivere in una terra complessa, ricca di tradizioni, di bellezze diverse ed incantevoli, vivido caleidoscopio di paesaggi, dove rimbomba forte l’eco della cultura millenaria.

Chiara, perché hai scelto di vivere proprio a Mumbai?

Non ho scelto esattamente Mumbai, sembra piuttosto che lei abbia scelto me. Mi sento, infatti, accolta. In realtà mi trovo a Mumbai  solo perchè c’era una possibilità di lavoro. A me interessava l’India in generale e Mumbai è perfetta… visto che amo le grandi città. Sono sposata con un cittadino indiano. Mio marito ed io abbiamo vissuto anche in Italia, dove è nato nostro figlio, poi però ci siamo trasferiti nel suo Paese natale (il Kerala, nel sud dell’India), un tipico paradiso dei tropici: spiagge con palme da cocco e silenzio. Un altro mondo rispetto a Mumbai, città che mio marito trova poco vivibile in quanto a traffico e a smog. A settembre del 2000 venni a conoscenza di un concorso al Consolato Generale d’Italia, a Mumbai (o Bombay come è tuttora affettuosamente chiamata) e vi ho preso parte. Ho vinto… ed eccomi a Mumbai/Bombay, prima con due contratti a tempo determinato e poi ora, dopo altri due concorsi, con un contratto a tempo indeterminato. L’India era nei miei sogni sin dalla giovinezza e dopo la laurea ( in hindi e in indianistica), cercavo disperatamente una possibilità di lavoro in questo Paese. All’inizio della relazione con mio marito, quando ancora non sapevamo bene che cosa avremmo fatto, avevamo aperto insieme a degli amici, un ristorante con pizzeria in un luogo di villeggiatura molto frequentato. Rimanevamo però, ancora incerti sul luogo che avremmo eletto a nostra residenza. Quando poi ho saputo che era stato indetto un concorso al Consolato di Mumbai, mi è sembrato che porte più promettenti mi venissero aperte….e non ho esitato!

In cosa consiste il tuo lavoro?

Mi occupo di assistenza ai connazionali, presso il Consolato.

E tuo figlio come si trova a vivere in India?

Si trova bene: ha i suoi amichetti, i suoi passatempi. In lui posso vedere prendere vita la coesistenza e la coesione tra due culture tanto diverse, ma perfettamente dialoganti.

Quali sono gli aspetti particolari della terra in cui vivi?

Non è semplice parlare di una terra così complessa, della quale tutti abbiamo un’opinione e della quale sappiamo ancora molto poco. L’aspetto particolare, per tentare una risposta, è credo, proprio la complessità.

Si vive bene a Mumbai?

Domanda difficile e sicuramente fonte di polemica. Io mi trovo bene. Adoro questo Paese. Adoro l’India. Certo questo non mi impedisce di riconoscere che Mumbai è una città decisamente impegnativa, con un tasso di inquinamento altissimo. Un tasso elevatissimo di tutto: veicoli, persone, sporcizia, traffico, il costo delle case, l’estensione della città, che costringe tantissime persone a percorrere distanze lunghissime per poter raggiungere il proprio posto di lavoro. Insomma tutti i difetti di una grande città molto, molto abitata. Per non parlare della situazione sanitaria, alquanto critica. Esistono ancora molte malattie legate all’igiene, come ad esempio la malaria. Non esiste l’assistenza sanitaria e le spese sanitarie, per alcuni tipi di terapie altamente specialistiche, possono essere molto costose, proibitive. E’ diffusa l’abitudine di avere un’assicurazione sanitaria, soprattutto tra le ultime generazioni. Ma come ormai accade anche in occidente, ancora moltissime persone, purtroppo, soccombono tragicamente per mancanza di denaro! Anche perché, la situazione lavorativa a Mumbai non è delle migliori. Spesso gli impiegati e gli operai sono sottopagati, pur considerando le dovute proporzioni, rispetto agli standard europei. C’è un alto tasso di disoccupazione e anche qui, come  in Italia, i professionisti e  i giovani laureati emigrano: Canada, Usa, Australia, Europa. Negli ultimi anni si sono molto diffusi i Call Center, dove lavora una gran parte di giovani appena diplomati.

Quindi i lavoratori non sono abbastanza tutelati?

No. Non esiste putroppo la consapevolezza dei propri diritti, soprattutto tra le classi meno alfabetizzate, che spesso sono oggetto di vero e proprio sopruso, soprattutto nel privato.

Della situazione economica invece, cosa puoi dirci?

La situazione economica di Mumbai è sicuramente “rampante”. Si registra una crescita positiva e a mio avviso, non del tutto sana. Accanto ai ricconi, di cui leggiamo anche sui giornali italiani, c’è gente che ancora vive per strada, esattamente uno accanto all’altro, il riccone e il poveraccio. Mentre c’è la tendenza, diffusissima tra i nuovi ricchi, di un’impietosa e volgare ostentazione.

Come sono visti gli italiani a Mumbai?

Gli indiani sono molto ospitali con chiunque. E gli italiani, per il fatto di condividere la medesima nazionalità con la signora Sonia Gandhi (presidente del partito del congresso) molto amata in India, sono considerati con molta simpatia.  In India comunque è normale essere accolti amichevolmente. Si entra a far parte di una famiglia con grande naturalezza: si divide, si condivide; anche quando quello che c’è, è poco.

Mumbai è una bella città in cui vivere?

E’ una città interessante che non si finisce mai di scoprire, bella ma non in senso classico, che molto può far storcere il naso a noi occidentali, ma con una personalità sicuramente molto forte: sempre in  movimento, super dinamica, con una tale varietà di persone, etnie, religioni che, già solo per questo, la rende veramente affascinante.

Se qualcuno decidesse di trasferirsi a Mumbai, quali sono le maggiori difficoltà che si troverebbe ad affrontare?

Sicuramente la ricerca di una casa ad un prezzo (parliamo di affitto) accessibile. Appartamenti al centro arrivano a costare anche 6.000-8.000 euro al mese e molto di più. E’ per questa ragione che esistono tantissimi quartieri popolari con soluzioni abitative molto simili a quelle degli slum. In essi vivono anche professionisti di ogni tipo. Ed è per questo che esistono immensi quartieri-dormitorio nelle periferie. Altro problema da affrontare, è la mancanza di infrastrutture adeguate ad una città così grande e ormai decisamente cosmopolita. Per esempio il funzionamento del treno metropolitano, un mezzo usatissimo che vede viaggiare milioni (letteralmente) di lavoratori ogni giorno. I treni sono solitamente affollatissimi, è quasi impossibile accedervi. E altri pro e contro di qualsiasi posto al mondo, che non è casa tua.

Per un italiano è facile il processo di integrazione in una realtà così diversa come l’India?

Non è impossibile….Ma parliamo di una realtà comunque molto diversa dalla nostra: il processo di integrazione prevede anche una volontà di integrazione per cui sono necessari tanta pazienza, impegno e “assenza di giudizio”, ovunque.

Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto per tornare nel Bel Paese?

Sì, nei momenti di malinconia, ma solo per nostalgia delle persone care e di una certa “ bellezza”. L’Italia è “bella”.

In base alla tua esperienza di vita, cosa vorresti consigliare ai lettori del sito?

Imparare a lasciare casa propria, il proprio “bagaglio” e il proprio modus vivendi, perchè  non è l’unico. Essere disposti a lasciarsi alle spalle aspettative, pregiudizi, luoghi comuni….avere la volontà di imparare innumerevoli lezioni. Potersi trasferire all’estero, quando si può scegliere di farlo senza grossi problemi, è un dono.

La mail di Chiara:

chiaradimase@hotmail.com

A cura di Nicole Cascione

 

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