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Andrea Boattini, un astronomo sotto il cielo dell’Arizona

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Andrea Bottini, un astronomo in Arizona

Professione astronomo. E la sua passione, quella per il cielo, è nata forse più di 2000 anni fa. Nel 1769. Quando era una marinaio nelle navi dei Fenici. “Allora- assicura- ero già un esperto in materia, avendo fatto parte del personale scientifico nella spedizione di James Cook a Tahiti per osservare il transito di Venere davanti al Sole. Se ci limitiamo alla mia attuale esistenza, dopo aver ‘ristudiato’ il moto del Sole dai sette ai dieci anni, la data più importante e’ il 24-25 agosto 1981, quando la sonda Voyager II raggiunse Saturno”.

E’ stato allora che Andrea Boattini, 42 anni, fiorentino, residente in Arizona, non ha più smesso di tenere gli occhi in su e guardare le comete. Tanto che ne ha scoperte quindici. “In quel momento- racconta-  vedendo le spettacolari immagini degli anelli, risolte in singole rocce, avevo capito che quello sarebbe stato il mio destino. Ero anche affascinato dagli UFO, soprattutto dal caso di Roswell e da quello dei coniugi Hills con la stella Zeta Reticuli, ma anche da personaggi come Carl Sagan nella ricerca della vita extraterrestre. Anche i cartoni animati ambientati nello spazio hanno avuto un ruolo importante da bambino”.

Simpatico, distante mille miglia dal modo “terrestre”  di parlare e pensare, Andrea prova a raccontarsi in questa intervista. E lo fa con uno spiccato senso della provocazione. Ci  dice perché per continuare a tenere alto lo sguardo ha dovuto lasciare l’Italia. Non manca di attaccare  il sistema educativo, non quello universale, ma solo quello italiano.

Quali studi ha fatto e quali sono stati i libri che l’hanno influenzata di piu’?

Devo fare una premessa: quando si nasce, non si nasce ‘ignoranti’, ma si conservano dentro tutte le esperienze e le lezioni che si sono imparate nelle vite precedenti. I libri di Brian Weiss ne parlano in modo approfondito. Qui segue il mio percorso accademico, meno importante di quello personale:

Liceo Scientifico 1983-88 a Firenze (votazione 37/60), Universita’ di Fisica a Firenze 1988-91; Padova, Astronomia 1991-93; Bologna, Astronomia 1994-96, con Laurea il 20 dicembre  1996 (102/110) con una tesi sugli asteroidi e le comete che si avvicinano alla Terra. Poi mi sono trasferito a Roma per lavorare al CNR ed all’Osservatorio di Roma dove sono rimasto fino all’inizio del 2007. Ho avuto una parentesi a Los Angeles nel 1998-99, dove ho lavorato al Jet Propulsion Lab, ed un’altra facendo il Dottorato in Astronomia nel 2003-2007 presso l’Universita’ di Tor Vergata a Roma con lunghi soggiorni di osservazioni in Cile ed Hawaii.

Ma l’esperienza più importante?

L’ho maturata al di fuori dell’ambiente accademico, facendo in modo volontario sin dal 1991 il lavoro che avrei voluto fare. Anche alcuni personaggi pubblici sono stati importanti:  Mino D’Amato e Piero Angela. Mino D’Amato, in particolare, aveva una capacità straordinaria di accendere l’immaginazione negli adolescenti: il suo programma ‘Italia Sera’ del 1983-84 era una creazione divina. Come diceva Einstein, “l’immaginazione e’ più importante della conoscenza” e questo apre un dibattito che mi limito solo a delineare.

Cosa vuole dire?

La violazione di questo principio di Einstein da sempre e’ il primo motivo su cui si consuma il dramma del sistema scolastico con tutte le ripercussioni sulla crisi economica ed occupazionale.  Per sviluppare la propria immaginazione, occorrono tranquillità ed un’enorme quantità di tempo libero, soprattutto dagli 11 ai 16-17 anni. Ecco perché e’ pura follia riempire gli studenti di compiti da fare a casa. Sembra che tutto questo sia stato messo in atto come uno strumento di controllo sulle masse, usato da chi detiene il potere politico. Ho dovuto lottare duramente in quel periodo per conservare i miei spazi vitali. Questo sistema punisce duramente chi commette errori, c’e’ una cultura aberrante sull’interpretazione dell’errore. Gli errori sono la cosa più bella che esista, perché ci danno la certezza che esiste un modo migliore per fare qualsiasi cosa: naturalmente a condizione di imparare da essi. Quando non commetti errori e tutto fila liscio hai meno punti di riferimento per migliorarti. E quasi inevitabilmente la volta successiva fai almeno un passo indietro.

Altro appunto del sistema scolastico?

Il sistema non e’ costruito per coltivare i talenti, ma per limitarli, nel senso che mira a portare tutti gli studenti sullo stesso livello. Questo e’ contro natura: ognuno nasce da esperienze di vite passate diverse. Si nasce, perché si devono compiere delle missioni, imparare lezioni nuove e riparare a schifezze fatte in precedenza (a questo proposito non vorrei certo essere nei panni di un Saddam Hussein nella sua prossima vita). Quando parlo di talenti, non mi riferisco a pochi privilegiati con qualche neurone in più: ognuno di noi ha dei talenti che se scoperti e sviluppati possono portare a raggiungere risultati straordinari e senza uguali nel mondo. In questo compito e’ importantissimo avere dei ‘mentori’ anche al di fuori dell’ambiente accademico.

Non è facile.  E poi?

Il sistema non insegna praticamente nulla su come accedere e sfruttare il potere immenso della mente inconscia e delle spiritualità (non religione). La mia vita professionale e’ decollata dopo aver cominciato ad esplorare questi campi. Puoi essere il migliore studente, ma se non credi di meritarti questo o quello, non c’e’ modo che possa accadere. All’Università inizialmente ero tra i peggiori studenti e sono stato più volte sul punto di smettere e trasferirmi a Sydney in Australia, città che adoro immensamente. Ma adesso mi ritrovo a vivere una realtà che molti di quei compagni di studi, brillanti a cui filava tutto liscio, possono solo sognarsi. Loro forse non ne hanno piena consapevolezza, ma sono stati ingannati dal sistema. Per fortuna ho deciso di seguire un altro tipo di percorso sin dai 12-13 anni. E’ importante condividere quello che si conosce invece di tenersi dentro gelosamente tutte le proprie conoscenze: quello che dai all’universo ti ritorna indietro. Il mondo esteriore e’ un riflesso di quello interiore come dimostrato nel film/documentario ‘What the bleep do we know?’

Quali erano le materie che più l’angosciavano a scuola?

Il Liceo Scientifico e’ stato il periodo più difficile, perché i punti (1) e (3) venivano violati in modo brutale. Il Latino e’ stata la mia croce, un odio profondo, quasi inspiegabile. Un giorno troverò risposta anche a questo.

Com’è stato l’iter universitario?

Ho iniziato a Firenze a Fisica: non era un ambiente sereno e avevo difficoltà enormi ad andare avanti, un periodo durissimo psicologicamente  Così nell’inverno del 1990/1991 mi sono concesso un sogno, fare il giro del mondo in tre mesi, di cui due passati in Australia, sfruttando anche dei parenti a Sydney. Sarei caduto in depressione, sarei morto dentro, se non lo avessi fatto: non era una cosa negoziabile, dovevo farlo e basta. Quel viaggio e’ stata la prima grande svolta nella mia vita adulta.

Poi ha deciso di trasferirsi in Arizona.

Avevo già vissuto a Los Angeles nel 1998-99, quando ero sposato, ma le circostanze in quel periodo non mi hanno permesso di decollare. In Arizona mi sono trasferito nel 2007, dopo aver conseguito il Dottorato di Ricerca. Amo il deserto, il sole, e poi non potevo rifiutare di lavorare nel programma migliore al mondo nella scoperta di asteroidi e comete che possono avvicinarsi pericolosamente alla Terra (in inglese chiamati Near Earth Objects o NEO). Il Catalina Sky Survey, nome del programma dell’Universita’ dell’Arizona e finanziato dalla NASA, da ormai cinque anni scopre tra il 60 ed il 75% di tutti questi oggetti. E’ nella scoperta dei NEO che ho potuto raggiungere i miei primati mondiali anche rispetto agli componenti del gruppo. Si utilizzano due telescopi qui vicino Tucson ed uno in Australia per esplorare il cielo australe. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.lpl.arizona.edu/css. Pur avendo contratti annuali non mi sono mai sentito precario qui, e’ una sensazione stupenda, mai avuta prima. Inoltre per raggiungere risultati straordinari e’ necessario spezzare, senza rifiutare, i legami affettivi sia con la famiglia che con la propria cultura. E’ un fenomeno descritto bene da Caroline Myss nel suo lavoro “Sacred contracts”.

Veniamo alle sue comete. Ho letto che ne ha scoperte quindici. Come avviene una scoperta? Ci sono un’ora, un periodo particolari, in cui è più facile scoprirle?

Il 31 ottobre scorso e’ arrivata la numero 16: una gioia immensa arrivare tra i primi dieci al mondo (considerando anche tutti gli astronomi vissuti in altre epoche storiche) e primo in Italia (dalla numero 7 nel natale 2008). Una gioia non tanto per me, ma per ringraziare quelle persone che hanno sempre creduto in me a cominciare dalla famiglia e da quasi tutte le donne che mi hanno accompagnato e sopportato negli anni. In modo quasi provocatorio potrei pure dire che scoprire comete e’ semplice, basta puntare il telescopio nella zona di cielo giusta al momento giusto ed aspettare qualche minuto per ricevere ed analizzare le quattro immagini digitali al computer. Queste quattro immagini della stessa area di cielo vengono riprese a distanza di dieci minuti l’una dall’altra e poi confrontate da un programma per distinguere tutti gli oggetti in movimento rispetto agli oggetti ‘fissi’ in cielo quali stelle, galassie.

Sono sempre necessari strumenti particolari?

Non sono necessari strumenti di grande diametro. Il più grande che utilizziamo e’ di solo 1 metro e mezzo, ma devono poter scandagliare aree di cielo enormi in tempi brevi: la filosofia alla base del nostro successo e’ quella della somma di tante piccole migliorie, di coltivare ottimi rapporti interpersonali all’interno del team (in questo gli statunitensi sono bravissimi) e di usare la tecnologia avanzata solo come interscambio e non in sostituzione dell’essere umano. Inoltre la scoperta va creata prima nella propria mente.

Che significa?

Devi accettare di meritartela e poi si manifesta nella realtà. Il ‘come’ non e’ importante, e’ la trappola in cui cascano tutti: il ‘come’ non e’ sotto il tuo controllo e non e’ di tua competenza. Una domanda molto più utile e’ “perché vuoi scoprire una cometa?”

Eh, sì, in effetti, è più interessante!

Quando qualche astronomo (di solito i non professionisti) mi chiede consigli, gli chiedo di rispondere a quella domanda e se riescono a riempire dieci pagine. Allora hanno delle possibilità: e’ necessario fare un viaggio nel proprio ignoto. Nel 2008 mi e’ pure successo di scoprire tre comete in un  settimana, sto ancora riflettendo su come sia accaduto: mi ricordo solo del mio stato interiore, che era a mille per ragioni che non mi sono ancora del tutto chiare.

Ci aiuti a scoprire come trascorre la giornata un astronomo. E cosa fa di preciso.

Non ne ho la più pallida idea, anche perché sono un po’ atipico e preferisco trascorrere il mio tempo libero con altre persone e facendo altre attività.

Non entriamo nei dettagli! Cosa prova quando guarda il cielo? E quando fa incontri ravvicinati con un mondo totalmente altro?

Un brivido di libidine, la conferma che esiste un mondo invisibile che regola tutto. L’unica cosa che dobbiamo fare e’ solo allinearci con esso. Quando ci si allinea al 100% ci si sente inondati di un potere assoluto. Wayne Dyer ne parla nel suo programma ‘Excuses begone”, quando fa cenno al lavoro del grande filosofo britannico Thomas Troward. Fare scoperte e’ soprattutto una filosofia di vita, e’ un continuo allenamento nel vedere l’invisibile prima che si materializzi, con applicazioni in tutti i campi della vita. Per me significa vivere la propria divinità. E’ uno dei motivi per cui dovevo nascere.

Più suggestivo osservare il cielo di notte?

Si, ad esempio osservare il cielo australe da Venus beach (dove sbarcai nel 1769) a Tahiti, e’ un’esperienza indescrivibile.

Come un astronomo vive la vita di tutti i giorni? Guarda tutto con maggiore distacco, sapendo che tutto è relativo?

Come tutte le altre persone, anche se e’ vero quanto suggerito nella sua seconda domanda. E’ importante lasciar accadere le cose nel modo in cui devono, invece di interferire, esiste un ordine assoluto per cui tutto accade. Poi ogni persona ha la propria storia.

Malattia e morte: cosa sono per un astronomo?

Per me la malattia, come spiega Wayne Dyer, e’ un disallineamento a livello mentale con la propria natura divina, ma anche un problema energetico, come descritto da Hawkins nel suo libro “Power versus Force’. Anche Caroline Myss e Louise Hay hanno pubblicato lavori eccezionali su questo tema. La morte e’ solo un passaggio tra dimensioni diverse: la mia paura della morte e’ svanita completamente questa estate, l’11 luglio durante un’eclisse totale di sole che ho osservato dall’atollo di Hikueru, a circa 800 km da Tahiti.

Cosa è successo?

Durante la totalita’ c’era solo pace e l’eclisse ha creato dei portali energetici sia spaziali che temporali. Ha mostrato che lo spazio-tempo e’ solo un’illusione creata e percepibile nella dimensione, in cui viviamo. Al di sopra c’e’ pace assoluta.

Cosa le fa piu paura?

L’ arroganza.

Immagino non creda in Dio. E se è così, allora in cosa?

Dipende da cosa si intende per Dio: tutto quello che vediamo, percepiamo e’ nato da qualcosa o e’ sempre esistito. Che lo si voglia chiamare Dio, universo, energia, o altro non ha importanza. Per millenni si sono fatte guerre assurde per una questione di etichetta. La violenza nelle religioni nasce dal fatto che le religioni sono nate per i motivi sbagliati: non per rispondere ad un’esigenza di avere delle risposte su come il tutto e’ nato, ma per controllare altre persone. Ad esempio, esiste un bellissimo libro di Dick Sutphen dal titolo The battle for your mind: persuasion and brainwashing techniques beingused on the public today http://serendipity.magnet.ch/sutphen/brainwash.html che descrive le tecniche ipnotiche utilizzate anche nel passato come nelle chiese tradizionali per mantenere le persone in uno stato di passività e debolezza: ho fatto personalmente anche dei test su alcune chiese a Roma utilizzando, un pendolo per misurare il tipo di energia esistente.

Cosa ha scoperto?

Il dramma delle religioni nasce dal rapporto che si crea tra la divinita’ (come qualcosa da adorare) e l’essere umano (un essere inferiore alla divinità stessa): questo fenomeno porta inevitabilmente alcune persone a deresponsabilizzarsi riguardo alle proprie azioni, ergersi al ruolo di intermediario, ed in nome di questa o quella divinità si crea una spirale di violenza che inizia con un atteggiamento di semplice arroganza e termina con l’11 settembre. Le tradizioni spirituali, al contrario, sono nate per i motivi corretti ed un loro cardine fondamentale e dimostrato e’ che il nostro rapporto con questa entità che ha creato tutto e’ personale! Ed e’ un rapporto esistente già prima di nascere e che continua durante questa esistenza.

In genere, però, cosa succede?

Quando il rapporto diventa personale tutte le persone sono costrette a responsabilizzarsi per le proprie azioni. Per questo motivo non esiste alcuna necessità di creare istituzioni esterne per definire e regolare i nostri codici di comportamento ed i nostri valori etici. Tutte le antiche tradizioni spirituali hanno un unico comune denominatore, sintetizzabile in una frase: ‘God within the body’. Cioé la divinità e’ già dentro di noi in quanto parte del tutto ed in quanto divino ha accesso a tutte le infinite possibilità, che esistono. Siamo già perfetti come siamo stati creati per le missioni che dobbiamo compiere.

Qual è l’ultima teoria sulla nascita dell’Universo? Non c’è posto per una creatura eterna che abbia creato tutto?

Non ne ho idea.

Quali saranno le prossime scoperte di qui a trenta anni?

Non ne ho idea e questa e’ la cosa più affascinante. Non ho bisogno di sapere nulla. Ma e’ molto probabile che dopo il 2012 tutti gli strumenti militari di morte diventeranno solo rottami da museo. Quando ci si prende la responsabilità di curare in modo diretto la follia nella mente umana tutte le tragedie quotidiane si dissolvono quasi istantaneamente. Le intenzioni sono tutto nella vita, sono il 100% dei nostri risultati.

Ottimista. Ma é facile fare l’astronomo in Italia?

Per me non lo e’ stato. Ho atteso dieci anni prima di emigrare in modo definitivo, giusto per sentirmi sicuro della scelta che stavo per fare. Ed in soli tre anni e mezzo qui a Tucson ho avuto tutto dalla vita professionale e spirituale: una volta che si segue il proprio destino si vive in paradiso, stando in terra. Non c’e’ nulla di più potente che diventare vulnerabili al 100% rispetto all’universo.

Quale il percorso ideale per uno che abbia come lei la passione per il cielo?
Si deve per forza emigrare?

Il lato affascinante e’ che non esistono percorsi ideali. Io consiglio di seguire solo i propri ‘Contratti Sacri’ descritti da Caroline Myss ed essere disposti a viaggiare nell’ignoto. Si tratta di accordi stabiliti prima della nostra nascita. Basta seguire solo il proprio intuito per accedere al proprio percorso e prestare molta attenzione alle persone importanti, che intersecano la nostra vita. Non appaiono per caso, ma perché devono farlo.

E’ una passione che rende?

Si, proprio perché e’ una passione, rende! Altrimenti si chiamerebbe con un altro nome. Rende soprattutto a livello umano e spirituale. Non credo serva altro.

Lei ha detto che in questa come in altre attività gli errori servono.

Gli errori sono il fascino di qualsiasi attività che si voglia intraprendere. Il percorso e’ più importante della destinazione

Tre caratteristiche che deve avere un buon astronomo?

Amore per il cielo, immaginazione, pazienza.

I lati negativi di questa professione?

E’ difficile avere relazioni sentimentali tradizionali.

Quelli positivi?

E’ semplice avere relazioni sentimentali non-tradizionali.

Cioè?

A questo proposito e’ importante fare molta attenzione alle persone con cui si va a letto. La filosofia indiana lo spiega quando parla della connessione col secondo chakra  tra due persone. Se quella persona ha vissuto dei drammi non risolti interiormente ti contamina l’aura energetica.

E quindi?

Per questo, ad esempio, e’ pericolosissimo andare a letto con le prostitute, non tanto per l’AIDS. Le malattie sono la conseguenza di un problema energetico. Spesso il tuo nemico numero uno e’ la tua fidanzata, perché se questa persona nel profondo del suo inconscio (anche al di fuori della propria consapevolezza) cova una qualche forma di gelosia nei tuoi confronti, tu non potrai mai far manifestare i risultati migliori del tuo potenziale. E’ come se un canale energetico si bloccasse.

Allora?

Quindi le situazioni migliori sono quelle: 1) di condividere intimità con persone che non sanno quasi nulla di te, sono in pace con se stesse e vogliono solo divertirsi;  2) oppure con una o più persone speciali che ti adorano a tutti i livelli e su tutte le tue attività, cosa non certo comune. Quando si riesce ad immergersi dentro questo mondo invisibile diventa anche semplice fare una selezione immediata ed affidabile delle persone che si incontrano rendendo, ad esempio, l’uso del preservativo superfluo nella maggior parte delle situazioni.

Insomma, sembra di capire che per un astronomo sia più facile scoprire una cometa che trovare la donna ideale! Cos’è per lei la felicità?

La massima felicità si raggiunge seguendo il proprio destino, qualunque sia. L’unica variabile in gioco e’ il tempo che vogliamo impiegare a fare quello che e’ necessario. Per questo è importante  muoversi con una certa rapidità.

 Cinzia Ficco

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