Allora ecco la mia prima domanda:
1)Come funziona con gli appartamenti concessi in affitto agli immigrati della UE?
Mi è stato riferito che i landlords (proprietari) non concedono il locale se la persona che ne fa richiesta non ha lavoro. Se si viene a cercare fortuna in Francia dove kispius va a dormire quel disgraziato per i primi mesi che gli servono per cercarsi un lavoro? E se fossi una turista che vuole vivere in appartamento per 3 mesi? Mi viene vietato? Anche se pago in anticipo la caparra?
Cosa significa kispius?
Io dico sempre di non rivolgersi MAI alle strutture italiane per avere informazioni riguardo le strutture di un altro Paese perche' in genere forniscono informazioni vecchie, stantie o peggio modificate secondo il parere personale di chi ve le da.
Le informazioni si chiedono in primo luogo alle istituzioni del Paese dove si vuole andare a vivere e eventualemente come in questo caso a chi ci vive o c'e' passato. Consiglio anche di verificare personalmente, anche perche' le informazioni che puo' darti uno che in Francia e' andato a vivere prima di te potrebbero essere superate da nuove leggi o regolamenti, anche se non cosi' frequente come in Italia, in Francia ogni tanto modificano le leggi.
Allora, chiariamo innanzitutto che chi emigra, che poi il termine e' inesatto, chi esce da uno dei paesi della comunita' europea e si reca in Francia per vivere viene detto Ressortissant Communauté Europeenne. Il termine immigrato viene utilizzato per chi non rientra nella EU (ne sotto l'accordo di Schengen ne per gli gli immigrati delle altre nazioni che non aderiscono a Schengen).
Il termine landlord e' inglese, in francia si chiamano grossomodo come in italia, proprietaire(s) e il significato e' molto piu' simile all'italiano anche per quanto riguarda le leggi.
In UK o nel mondo anglosassone il landlord ha molti diritti e pochi doveri, in Francia come in Italia tanti doveri e diritti pochi.
Inoltre non si chiama caparra. Il termine caparra e' sintomatico di un'anticipazione in conto che poi viene defalcata dall'importo totale (e mai resa almeno in Italia), la cauzione che ti richiedono in Francia e' un extra rispetto al pagamento dell'affitto che puo' essere resa alla fine del contratto se rendi il bene nelle stesse condizioni in cui l'hai ricevuto. Attenzione che in Francia prima di entrare in un appartamento viene eseguito l'
Etat de Lieux, si tratta in sostanza di un inventario, chiamato anche "dichiarazione di inventario" e' un'azione necessaria, e il documento che viene sottoscritto fra le parti diventa parte integrante e fondamentale di questo e descrive il bene che viene dato in affitto stanza per stanza, cosi' come dell'attrezzatura che esso contiene. Deve essere allegato al contratto di locazione. Permette di confrontare lo stato del bene, all'inizio e alla fine del contratto di locazione e di determinare se sono necessarie riparazioni, quali sono quelle a carico del proprietario o per esempio del conduttore.
Ti spiego come ho fatto io.La prima volta che sono andato in Francia a vivere eravamo gia' in Europa ma c'era ancora la Lira (in Italia) e il Franco (in Francia) questo per chiarire che nononostante ci fosse gia' l'accordo di Schengen la moneta in uso era quella nazionale.
Io in Francia sono andato per scelta (la prima volta), un po' come vorresti fare tu, avevo un amico che viveva dalle parti di Fontainebleau che mi cerco' una casa da prendere in affitto, io avevo un cane per cui mi interessava di piu' una villetta. Si accordo' lui col proprietario (prezzo e disponibilita' ma nulla di +) e quando arrivai io in Francia mi fu richiesta la cauzione e la garanzia bancaria, per fornire la garanzia bancaria aprii un conto corrente con lo status di non residente presso la filiale francese del Montepaschi Siena, depositai i miei averi, giusto lo stretto necessario per eseguire l'operazione e la banca emise la garanzia bancaria nei confronti del proprietario della casa che presi al tempo in affitto.
La cauzione la versai cash (assegno della banca francese) al momento della sottoscrizione del contratto di affitto (Bail).
Il conto al MPS era necessario in quanto al tempo, e credo anche adesso (meglio informarsi), nessuno ti apriva un conto corrente se non eri residente, cioe' se non avevi un domicilio e una fattura di luce o gas (Edf o GDf) da mostrare. In Francia non esiste il certificato di residenza, la carte d'identite' o la carte di sejour sono gli unici documenti che certificano dove stai ma a grandi linee, per essere sicuri tutti richiedono la fotocopia di una fattura di uno dei servizi stanziali tipo luce, gas ma anche acqua.
Quando tu decidi di trasferirti in Francia, non importa dove, allora devi prima di tutto andare nella citta' dove intendi risiedere, cercare una banca italiana (una filiale) e aprire un conto corrente non residente, dove depositi in cash non piu' di tremila euro e attraverso un bonifico quello che ritieni necessario per la garanzia della maison o apartement (casa o appartamento).
Io ricordo che al tempo mi chiesero l'equivalente di 10 milioni di lire.
Questo importo resta tuo, produce interessi nel caso tu li inserisca in un 'Livret A' una formula per investire fino a 19125 euro con un interesse del 2.25% annuo, e ti viene rimesso a disposizione quando diventi residente (cioe' quando lo puoi dimostrare).
A questo punto cerchi casa, quando la trovi ti verranno richieste la cauzione e nel caso non sei residente una garanzia bancaria, anzi per la verita' ti chiedono un importo a garanzia, non sempre ma ci provano. Siccome la legge dice che e' possibile fornire in alternativa una garanzia bancaria (viene anche detta fidejussion) allora tu li blocchi e glielo dici.
Il francese e' molto provinciale, un provincialotto come si dice da noi. Spesso ha delle idee antiche, spesso ha dei pregiudizi nei confronti degli italiani. Se sei decisa e non ti fai mettere sotto i piedi vedi che vinci tu e il Bail arriva.
A questo punto vai alla Banca e ti fai rilasciare la garanzia nei confronti del padrone della casa. Non appena disponi del Bail, contratto di affitto, dopo che hai provveduto a pagare i due mesi di cauzione e fornito la garanzia bancaria (attenzione, non tutti i proprietari richiedono la Garanzia Bancaria, a Martigues ricordo che un amico che risiedeva abitualmente a Messina prese in affitto un appartamento in centro per le vacanze, senza fornire altro documento che la cauzione, quindi tu preparati, se non serve i soldini sono a tua disposizione) puoi aprire i contratti delle utenze.
Le utenze varie te le danno anche se non sei residente ma paghi un po' piu' e cambiare lo status dopo e' complicato, infatti e' meglio chiudere il vecchio contratto e rifarne uno nuovo ma il rischio e' che magari resti senza luce o senza acqua per qualche giorno. Quindi perche' rischiare?
Quando hai la tua casetta ci metti dentro quello che preferisci e sei pronta a vivere in Francia.
Una precisazione: in Francia l'energia elettrica costa mediamente l'80% meno dell'Italia, mentre il gas costa piu' o meno uguale. Infatti troverai molte case riscaldate con pannelli elettrici piuttosto che a gas. Quando va bene, perche' a volte il riscaldamento centralizzato va a olio combustibile, gasolio, o altre corbellerie tutte francesi. Diciamo che si stanno adeguando ma nelle piccole citta' il processo e' ancora in movimento. Inoltre le vecchie case ristrutturate che prima non avevano riscaldamenti centralizzati e' piu' facile che siano riscaldate con il sistema elettrico. Questo comprende il boiler dell'acqua calda, a volte anche i fornelli della cucina (altrimenti usano le bombole a GPL)
Quindi prima di metterti a comprare mobili e elettrodomestici, nel caso la casa la prendi in affitto non ammobiliata (in Francia i magazzini IKEA sono ovunque, a Parigi per esempio ce ne sono 6) verifica che tipo di alimentazione riscaldamento e' presente. Sappi inoltre che nel caso il riscaldamento e' a gas, o comunque centralizzato, non hai molto altro che pagare le spese (nel caso prendi in affitto un appartamentino), se invece non e' centralizzato ma a gas, la caldaia e' disponibile a cura del proprietario (nel 99% dei casi).
Non e' ancora finita, ti cerchi il lavoro, quando lo trovi il tuo datore di lavoro ti da i documenti necessari per iscriverti alla securite sociale (Amelie) ma l'iscrizione vera e propria la devi eseguire tu, non aspettarti che lo facciano loro, e provvede lui per iscriverti alla pensione, in seguito ti fara' firmare delle carte. Per le impots, le tasse, in genere ti arriva a casa la prima dichiarazione dei redditi, ricorda che le tasse si possono pagare on line, si possono rateizzare (10 versamenti mensili da gennaio a ottobre e a novembre c'e' il conguaglio nel caso sia necessario) e se compili la tua dichiarazione con metodo (le prime volte rivolgiti al tuo datore di lavoro) e la giusta frequenza nemmeno ti accorgi di pagarle. Ricorda che in Francia non ci sono i sostituti di imposta, quindi le tasse le paghi tu per la tua quota e il datore di lavoro per la sua.
2)Come funziona con l'indennità di disoccupazione?
In riferimento a quanto sopra scritto mi pare di comprendere che chi ha lavorato per un certo periodo in italia, regolarmente retribuito e non in nero, se emigra in Francia per trovare lavoro, può aver diritto ad una piccola diaria per 3 mesi. E' vero?
Grazie e scusate per il disturbo
No, non e' vero, almeno non viene riconosciuto.
Ancora devi trovare lavoro e gia' pensi alla disoccupazione?
Allora, su quell'articolo di cui hai messo il link si parla dell'ASSEDIC, l'Assedic non esiste piu' dal 2008, al suo posto Pole Emploi ne ha assorbito tutti i compiti e le obbligazioni.
Innanzitutto devi aver lavorato almeno un periodo minimo, non ricordo quanto, credo minimo 20 mesi prima di poter ambire all'indennita'. Se hai lavorato almeno 6 mesi negli ultimi 2 anni hai diritto fino al 75% del tuo ultimo stipendio (se sei quadro) fino a un massimo di 30 mesi dopo la data del licenziamento (durate e percentuali variano secondo il tipo di contratto nazionale, lo status ecc.), chiaro che in questo periodo massimo devi anche frequentare degli stages che ti mettono in condizione di migliorare il tuo status lavorativo e trovare lavoro. Non pensare che ti pagano e poi te ne vai in vacanza, devi firmare tutti i mesi e dimostrare che stai cercando assiduamente senza trovare.
Pole Emploi ti suggerira' tutte le volte che si verifica l'opportunita' dei posti di lavoro che potrebbero adattarsi al tuo profilo professionale, basta che ne rifiuti uno e ti scordi l'assegno. Evidente che puoi anche rifiutare e non perdere nulla ma la giustificazione per rifiutare deve essere convincente: se sei parrucchiera e ti propongono un lavoro come lavapiatti ecco che magari e gentilmente gli dici che non sei adatta...
Sul sito di Pole emploi c'e' qualche riferimento a quanto riportato, anche se non e' esattamente negli stessi tempi e metodi.
Autre situation
Vous avez travaillé dans un Etat de l'Espace économque européen*ou en Suisse. Que se passe t-il si vous perdez votre emploi ?
* Allemagne, Autriche, Belgique, Bulgarie, Chypre, Danemark, Espagne, Estonie, Finlande, France, Grande-Bretagne, Grèce, Hongrie, Irlande, Italie, Lettonie, Lituanie, Luxembourg, Malte, Pays-Bas, Pologne, Portugal, République Tchèque, Roumanie, Slovaquie, Slovénie, Suède, Norvège et Liechtenstein.
Deux règlements communautaires assurent la coordination des différents systèmes d'assurance chômage de ces Etats : les règlements 883/2004 et 987/2009.
Ces règlements prévoient notamment :
que l'institution de chômage de l'Etat où l'intéressé réside peut prendre en compte, sous certaines conditions, les périodes d'activité accomplies dans un autre Etat de l'Espace économique européen ou en Suisse.
que le chômeur indemnisé dans un Etat membre de l'Espace économique européen ou en Suisse, se rendant dans un autre Etat membre, pour y rechercher un emploi peut conserver le droit à ses allocations, pendant une période de 3 mois, dans la limite des droits acquis; cette période pouvant être éventuellement prolongée jusqu'à 6 mois, à la discrétion des Etats membres.
Plusieurs situations peuvent se présenter :
1. Vous rentrez en France après avoir perdu un emploi occupé dans un autre Etat membre de l'Espace économique européen ou en Suisse et vous vous inscrivez comme demandeur d'emploi auprès du pôle emploi de votre domicile*
*les règles décrites dans cette rubrique ne concernent pas les travailleurs frontaliers qui bénéficient de dispositions particulières. Vous pourrez interroger le pôle emploi de votre domicile pour tout renseignement.
Si vous n'avez pas travaillé en France postérieurement à l'activité exercée dans un autre Etat membre de l'Espace économique européen ou en Suisse, seule une allocation forfaitaire, l'allocation temporaire d'attente, peut éventuellement vous être versée.
Si vous avez travaillé en France postérieurement à l'activité exercée dans un autre Etat membre de l'Espace économique européen ou en Suisse, Pôle emploi prend en compte, pour le calcul de votre durée d'affiliation, les périodes de travail accomplies à l'étranger indiquées sur le document portable « U1 ». Ce document est délivré, sur demande, par l'institution compétente de l'Etat dans lequel le travail a été accompli.
Important : une particularité cependant au niveau des salaires retenus pour le calcul de l'allocation : le calcul du montant de l’allocation versée par Pôle emploi est établi sur la base des seules rémunérations perçues en France après votre retour d'expatriation dans l'Espace Économique Européen ou en Suisse. Les rémunérations perçues au titre d’une activité exercée dans un autre Etat de l'esapce économique européen ou en Suisse ne sont pas prises en compte pour le calcul de l’allocation, mais uniquement pour déterminer la durée de celle-ci.
2. Vous êtes indemnisé dans l’état où vous avez exercé votre travail et vous revenez en France
De retour en France, vous devez vous inscrire comme demandeur d’emploi auprès du pôle emploi de votre domicile dans les 7 jours qui suivent la date de votre cessation d’inscription dans l'état que vous avez quitté.
Vous remettez à Pôle emploi le document portable « U2 », qui vous aura été préalablement délivré par l’institution de chômage de l’Etat que vous venez de quitter. Ce document atteste la durée précise du maintien de vos droits aux prestations de chômage (3 mois, dans la limite des droits acquis, cette période pouvant être éventuellement prolongée jusqu'à 6 mois, à la discrétion des Etats membres).
C’est l’institution de chômage de l’Etat que vous venez de quitter qui continue de vous verser vos allocations, mais c’est Pôle emploi qui assure le suivi de votre recherche d’emploi en France. Si vous ne vous conformez pas au contrôle de la recherche d’emploi mis en œuvre par Pôle emploi, Pôle emploi peut être amené à vous remettre un document portable « U3 ». Sur ce document sont mentionnés certains faits susceptibles de modifier votre droit aux prestations de chômage (ex. refus de répondre à une offre d’emploi). Ces faits, s’ils sont constatés par Pôle emploi, sont transmis à l’institution qui verse vos allocations (dans cet exemple l’institution de l’Etat que vous venez de quitter), pour éventuelles suites à donner (ex. suspension du versement de l’allocation).
Il link dove trovi il paragrafo su riportato e' questo:
clikka quiIn Francia puoi anche farti riconoscere la pensione quando ci vai ma la quota italiana te la pagheranno gli italiani e la quota francese i francesi, l'unico vantaggio e' che per ottenere la pensione sommano i due periodi, quindi se hai lavorato (non in nero evidente) 15 anni in Italia e 25 in Francia ecco che quando hai raggiunto i 40 anni di contributi puoi richiedere la pensione. So che qualche accordo recente c'e' stato, mi sembra che la quota pensionistica italiana venga trasmessa in Francia e poi la Francia paga per entrambi, meglio chiedere comunque, non si sa mai. Chiedere alle istituzioni, negli uffici pubblici e non su un sito per altro inglese che fornisce info vecchie.

Se decidi di andare in Francia per farti mantenere dal sistema guarda che sbagli completamente l'approccio, ti ritroveresti veramente sotto un ponte a dormire.
