Ciao a tutti,
questa è la prima volta che scrivo un post sul forum di "Voglio vivere così", che però seguo con grande interesse già da qualche mese. Leggere i vostri commenti e le avventure e i consigli di chi è riuscito a dare una svolta alla propria vita è per me di grande conforto in un momento in cui mi sento così confusa e spaurita.
Mi presento: sono una ragazza di 27 anni con una laurea in Lettere e tanta voglia di mettersi in gioco e di crearsi una vita propria. Purtroppo però le condizioni attuali non mi permettono di realizzare i miei desideri... Sono attualmente disoccupata e, a quanto pare, un soggetto non abbastanza allettante perchè un qualsiasi datore di lavoro decida di assumermi.
Subito dopo la laurea ho svolto un anno di Servizio Civile in biblioteca. Mi sono gettata con passione e determinazione nel progetto cercando di dare il meglio di me stessa e sperando di potermi creare qualche chance di lavoro nel settore. Ho lavorato soprattutto con i bambini, ho creato laboratori, fatto letture animate, preparato bibliografie, mi sono occupata degli utenti aiutandoli e consigliandoli per poter usufruire al meglio dei servizi della biblioteca, ho gestito incontri con le classi ed organizzato non so quanti eventi di promozione della lettura sia per grandi che per piccini. Ero felice perchè questa esperienza mi ha aiutato a prendere più coscienza di me stessa e delle mie capacità. Ho imparato a stare in mezzo alla gente ed ho ampliato le mie conoscenze nel campo dell'editoria per ragazzi. Ho acquistato più sicurezza in me stessa: proprio io che credevo di essere solo buona a studiare e di non saper fare niente.
So benissimo che non devo fossilizzarmi unicamente sul lavoro di bibliotecaria (anche se questo è il mio sogno!) ma che devo cercare lavoro anche in altri settori. Così mi sono messa alla ricerca: sono andata al centro per l'impiego, alle agenzie interinali, ho risposto a centinaia di annunci. Mi sono proposta come cameriera, commessa, cassiera, segretaria, impiegata, educatrice, animatrice, addetta all'ufficio stampa, ecc. ecc. Ma tutte le volte che mi chiedono di raccontargli le mie esperienze le persone storcono il naso.
Laurea in Lettere: storcono il naso.
Servizio civile come prima esperienza di lavoro: storcono il naso.
Lavoro in biblioteca: storcono il naso.
Ho acquisito tante conoscenze e imparato a fare tante di quelle cose in un solo anno, ma tutto ciò equivale a niente nel mercato del lavoro.
Parliamo io e il mio fidanzato di andare via ormai da mesi... Siamo stufi di vivere lontani e ognuno con la sua famiglia. Vogliamo crearci una vita nostra, un nostro futuro. La ditta in cui lui lavora sta fallendo e io, senza neanche uno straccio di lavoro temporaneo, sono un augel di bosco.
Che ci costa allora preparare le valigie e andarcene?
Sì sì, dai partiamo!!! Andiamo qui, oppure lì. Vicino al mare, in collina, in campgna, in una grande città!
Però...
1) Mancano i soldi. 2) Manca il lavoro. 3) Manca un parente o un amico a cui appoggiarsi momentaneamente.
Siamo sicuri di fare questo grande passo? E se poi il passo risulta più lungo della gamba?
Si parla si parla... e le parole restano sogni e desideri mai espressi.
Ma adesso qualcosa è cambiato e l'idea comincia a farsi sempre più concreta.
Lui, pugliese d'origine, vorrebbe tornare a casa, nella sua terra natia. E la sua famiglia ha lo stesso pensiero.
Se devono restare qua per lavorare come muli da soma, sfruttati e sottopagati, senza avere tempo per stare con la famiglia e dedicarsi un po' a loro stessi, senza avere nemmeno i soldi per farsi una settimana di vacanza allora a cosa serve vivere al nord dove la gente è fredda e scostante? Dove nelle città il sabato sera non c'è vita perchè i centri storici sono tutti morti? E se non c'è neanche più il lavoro? A che serve restare?
Al sud si lavora per vivere. Qui, invece si vive per lavorare. Ma è vita questa?
In Puglia sua madre, prima che si strasferissero, aveva un'attività che andava bene. Sono stati costretti dalle circostanze a scappare su al nord. Però l'attività si può ricostruire: se ci uniamo tutti insieme si può fare. Chi non sa imparerà e chi sa già insegnerà. All'inizio si starà un po' stretti, ma poi si potrà ricominciare. Un nuovo posto, una nuova casa e forse anche un futuro per noi, giovane coppia di fidanzati.
Il problema in tutto questo bel progetto però sono io. Perchè io sono quella del nord.
Partire significa lasciare famiglia, tradizioni, usi, costumi e stile di vita nel quale sono nata e cresciuta.
Però in Puglia c'è l'amore, la cordialità e il calore delle persone, il cibo e l'aria buona...e poi c'è il mare.
Ma c'è anche la paura... La paura di non riuscire a farcela, di non riuscire ad abituarsi ad un posto che non è il mio.
Così, tutto questo bel romanzo che ho appena scritto si può ridurre ad una sola frase:
[
b]UN'EMILIANA IN PUGLIA. SI PUò FARE?
Vorrei sapere le vostre opinioni e i consigli di chi ha fatto il grande passo di trasferirsi in un paese lontano dal proprio. Di chi è andato dal nord al sud e di chi invece dal sud è venuto al nord. Grazie intanto a chi ha avuto il tempo (e il coraggio!) di leggere il mio post così prolisso.
Un bacione a tutti.