Autore Topic: Mi presento  (Letto 7849 volte)

Tiber

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Mi presento
« il: 12 Ottobre 2012, 16:00:30 »
Salve, vorrei esporvi la mia situazione che, in questi tempi difficili, mi fa considerare l'espatrio per ricominciare altrove. 51 anni, laureato in ingegneria con trascorsi di docenza universitaria (5 anni) e 12 anni come dipendente presso multinazionali ICT, oggi mi ritrovo senza lavoro. Messo in mobilità.
Ho dovuto fare qualcosa di molto imbarazzante: tornare a vivere dai miei.
Ho una compagna qui a Roma (ma non mi va di farmi pure mantenere da una donna !) e per le politiche di reinserimento nel lavoro di categorie svantaggiate (giovani under 30-35, immigrati, donne, ex detenuti, ex tossicodipendenti, disabili veri e presunti) io non figuro affatto. Come se un laureato over 50 messo in mobilità debba essere necessariamente un ex dirigente...
Insomma, c'è l'età e come Paese target pensavo ad un Paese UE: Francia o Belgio (ma lì c'è da essere poliglotti: olandese, francese e l'immancabile inglese).
In Europa sono stato come turista nei PIGS (mi manca solo l'Irlanda)
E in Austria, ma temo di essere negato per la lingua tedesca.
Ci sono Paesi UE dove l'età non è un discriminante pesante come in Italia ?
Per capirci, meglio... sono fuori tempo massimo per poter ritornare a lavorare anche all'estero ? grazie

SergioBalacco

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Re:Mi presento
« Risposta #1 il: 12 Ottobre 2012, 16:34:46 »
Salve, vorrei esporvi la mia situazione che, in questi tempi difficili, mi fa considerare l'espatrio per ricominciare altrove. 51 anni, laureato in ingegneria con trascorsi di docenza universitaria (5 anni) e 12 anni come dipendente presso multinazionali ICT, oggi mi ritrovo senza lavoro. Messo in mobilità.
Ho dovuto fare qualcosa di molto imbarazzante: tornare a vivere dai miei.
Ho una compagna qui a Roma (ma non mi va di farmi pure mantenere da una donna !) e per le politiche di reinserimento nel lavoro di categorie svantaggiate (giovani under 30-35, immigrati, donne, ex detenuti, ex tossicodipendenti, disabili veri e presunti) io non figuro affatto. Come se un laureato over 50 messo in mobilità debba essere necessariamente un ex dirigente...
Insomma, c'è l'età e come Paese target pensavo ad un Paese UE: Francia o Belgio (ma lì c'è da essere poliglotti: olandese, francese e l'immancabile inglese).
In Europa sono stato come turista nei PIGS (mi manca solo l'Irlanda)
E in Austria, ma temo di essere negato per la lingua tedesca.
Ci sono Paesi UE dove l'età non è un discriminante pesante come in Italia ?
Per capirci, meglio... sono fuori tempo massimo per poter ritornare a lavorare anche all'estero ? grazie

Ciao collega, ingegnere con quale specializzazione?
ICT sta per Information & Communication Technology?
Tutti i paesi UE l'eta' e' una discriminante, anche se non dovrebbe esserlo, potresti provare in UK ma di sti tempi la vedo dura, la Francia purtroppo - o meno male dipende dai punti di vista - ha una legge del lavoro che protegge gli over 50, sono illicenziabili, categoria protetta salvo se si fanno mandar via per colpe gravi, inutile dire che se passi i 50 e' difficile trovar lavoro se non sei appunto un dirigente, difficile ma non impossibile ma..., l'unica alternativa e' andarsene all'estero extra UE bisogna vedere con quale incarico.
In che settore vuoi lavorare? Qualche dato di piu' aiuterebbe.

A risentirci.
Ogni pensiero deriva da una sensazione frustrata. (Émile M. Cioran)
Per colpa di qualcuno non rispondo piu' alle email se prima non vi siete identificati per MP! Grazie
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Re:Mi presento
« Risposta #2 il: 12 Ottobre 2012, 16:48:08 »
Se questo può essere d'interesse, un mio vicino di casa, 51 anni, ha trovato impiego in Germania in meno di 7 giorni come operaio generico presso un azienda di componenti per automobili. E' vero che parla bene il tedesco ma rimane il fatto che lo hanno assunto senza troppe storie, inoltre l'azienda l'ha pure aiutato a trovare un alloggio, proprio come in Italia ...
Sarà solo un caso isolato? Forse, ma intanto lui il lavoro lo ha trovato.

Tiber

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Re:Mi presento
« Risposta #3 il: 12 Ottobre 2012, 18:01:22 »
Grazie per i vostri contributi. La specializzazione, per quanto potrebbe valere oggi, dopo molti anni dalla laurea, era ambiente e risorse idriche, ma venni assunto in una multinazionale di servizi informatici -ICT sta per Information & Communication Technology- specie in ambito telefonia mobile. Venne pure l'avventura didattica, così scoprii la grave ignoranza informatica del personale sanitario in Italia, ho insegnato Informatica e Fisica agli studenti infermieri.
Ora, dopo un periodo di 'crisi di identità professionale', penso che sia il caso di rinforzare le competenze già acquisite, piuttosto che riciclarmi con qualche attività completamente differente (un professionista 'junior' di 51 anni non mi pare sia molto credibile...)  :(
In Francia sono stato stato due volte, ma meno di un mese in totale (Parigi e alcune città del Midi) e mi dicono che i francesi non sono molto socievoli con i non-francesi che vengono a stare da loro, ma senza per questo generalizzare (perchè di gente che se la tira -e pure senza motivo- ne ho conosciuta parecchia pure in Italia).
Penso cmq che la buona educazione aiuti e sia ben accetta in tutti i Paesi.
Fuori di Europa ? Si fa un gran parlare del Brasile in crescita e del suo "appeal" latino, un po' di portoghese lo mastico, ma penso che non sia così facile trasferirsi laggiù e riuscire a restarci...
I paesi anglosassoni (USA, Canada, Australia) sono efficienti e ben organizzati e c'è un certo "rispetto per la persona" che in Italia è riservato solo a chi nasce in una famiglia di quelle 'giuste'... il fatto è che dai tempi degli sbarchi a Coney Island hanno messo molti paletti e restrizioni.
I Paesi della fascia dei Tropici penso siano la meta prediletta di pensionati benestanti.
Nord Africa e Medio Oriente ? non li vedo molto tranquilli ed esterofili, specie con gli occidentali.

SergioBalacco

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Re:Mi presento
« Risposta #4 il: 13 Ottobre 2012, 09:42:15 »
Fuori di Europa ? Si fa un gran parlare del Brasile in crescita e del suo "appeal" latino, un po' di portoghese lo mastico, ma penso che non sia così facile trasferirsi laggiù e riuscire a restarci...
I paesi anglosassoni (USA, Canada, Australia) sono efficienti e ben organizzati e c'è un certo "rispetto per la persona" che in Italia è riservato solo a chi nasce in una famiglia di quelle 'giuste'...
I Paesi della fascia dei Tropici penso siano la meta prediletta di pensionati benestanti.
Nord Africa e Medio Oriente ? non li vedo molto tranquilli ed esterofili, specie con gli occidentali.
Temo che tu abbia troppi pensieri e troppe condizioni.
Questo non va perche' qui, quello non va perche' la.
Stattene da mamma' e vivi mantenuto a sto punto.
La verita' caro collega e' che tutto sommato stai bene dove sei, anche se ti manca il lavoro, anche se non ti senti pronto per farti mantenere dalla tua compagna - orgoglioso maschio italiano - in tutti i paesi da te menzionati ho amici che lavorano da dipendente o si sono creati un piccolo e prosperoso business da portare avanti, USA Canada e Australia compresi.
Pensi troppo e non ti accorgi che sbagli nel voler giudicare con gli occhi di chi ha visitato si ma superficialmente come fanno praticamente tutti i turisti.
Se vuoi andare fuori a lavorare le possibilita' ci sono, basta volerlo.
Sarebbe solo sufficiente per seguire i miei post e trovare tutte le informazioni di cui desideri, non solo in questo topic ma anche in altri.
Basta volerlo, Ho l'impressione pero' che il tuo e' uno sfogo, una protesta contro l'iniquo sistema che t'ha messo alla porta - pardon in mobilita' - adesso ti senti piu' libero e sereno e puoi continuare a sognare di potercela fare senza realmente provare a farlo.

Se invece mi sono sbagliato fammi avere tutte le informazioni possibili su quello che saresti disposto a fare, lavorativamente parlando, senza trasferirsi a vivere altrove ma solo per andarci a lavorare, giusto il tempo che serve per ricostituirsi il risparmio e guardare con serenita' alla pensione.
« Ultima modifica: 13 Ottobre 2012, 09:47:14 da SergioBalacco »
Ogni pensiero deriva da una sensazione frustrata. (Émile M. Cioran)
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Re:Mi presento
« Risposta #5 il: 13 Ottobre 2012, 12:45:02 »
Mi sorprende il tono diretto, con una ironia al limite del disprezzo personale, che viene diretto a me e a qualche altro ultimo arrivato qua e là in questo forum. Ho già letto vari post a campione e ho solo parlato di me per evitare di ripetere sempre le solite domande, visto che magari le risposte ci sono già-
Ammesso che la netiquette sia di casa in questo forum, in genere non ci si rivolge ad un perfetto estraneo con i toni con cui si parla ad un sottoposto o ad un amico di lunga data.
Ho espresso una mia situazione di disagio personale tutt'altro che compiaciuta (a quanto pare, non si è capito) e in toni che non mi sono sembrati da piagnisteo fine a se stesso. Non sono il tipo che si piange addosso tanto per farsi compatire.
E non ho affatto la vocazione del mantenuto, altrimenti a diciotto anni mi sarei fatto mandare dai miei a studiare in qualche prestigiosa università all'estero.

Non si espatria per puro capriccio o per snobismo oggi e non mi voglio azzardare a partire al buio.
Cercavo un confronto sereno tra persone già sul posto e che ci sono passate, magari non 20 anni fa.
Non ho la pretesa di trovare un oracolo tra questi post, ma non mi va di farmi prendere "a torte in faccia"
Un saluto comunque

SergioBalacco

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Re:Mi presento
« Risposta #6 il: 13 Ottobre 2012, 13:41:32 »
Mi sorprende il tono diretto, con una ironia al limite del disprezzo personale, che viene diretto a me e a qualche altro ultimo arrivato qua e là in questo forum. Ho già letto vari post a campione e ho solo parlato di me per evitare di ripetere sempre le solite domande, visto che magari le risposte ci sono già- Ammesso che la netiquette sia di casa in questo forum, in genere non ci si rivolge ad un perfetto estraneo con i toni con cui si parla ad un sottoposto o ad un amico di lunga data.
Non e' disprezzo credimi e, fra colleghi visto che ingegnere lo sono anch'io e non da ieri, credevo di poter dare un consiglio a chi e' piu' giovane di me.
Io all'estero caro collega ci sono da oltre 30 anni, non da ieri. E' abitudine fra ingegneri, non solo all'estero ma anche in Italia, fraternizzare subito visto che si fa parte di una categoria che cementa e non divide, evidentemente non sei dell'umore giusto o non gradisci.
Ne prendo atto.
Citazione
Ho espresso una mia situazione di disagio personale tutt'altro che compiaciuta (a quanto pare, non si è capito) e in toni che non mi sono sembrati da piagnisteo fine a se stesso. Non sono il tipo che si piange addosso tanto per farsi compatire. E non ho affatto la vocazione del mantenuto, altrimenti a diciotto anni mi sarei fatto mandare dai miei a studiare in qualche prestigiosa università all'estero.
Noto che non ha afferrato ne apprezzato l'ironia (sono passato al "lei").
Citazione
Non si espatria per puro capriccio o per snobismo oggi e non mi voglio azzardare a partire al buio.
Si espatria per necessita' nel 70% dei casi, di quello che rimane le motivazioni sono incredibilmente tutte diverse. Partire al buio per andare dove, non mi sembra di aver suggerito di nascondersi una scatola e autoimbucarsi da qualche parte. L'espatriare e' una scelta importante, va affrontata pero' con determinazione, stando attenti a tutti i passi e guardandosi spesso alle spalle per non lasciare tracce inapprezzate. Una volta fatto si sentira' sempre il desiderio di andar via.
Citazione
Cercavo un confronto sereno tra persone già sul posto e che ci sono passate, magari non 20 anni fa.
Io sono sul posto, sono fuori e come me tanti, bisogna capire quale posto visto che non si e' capito.
Citazione
Non ho la pretesa di trovare un oracolo tra questi post, ma non mi va di farmi prendere "a torte in faccia"
Non era mia intenzione tirare torte in faccia, se son sembrate tali mi scuso.
Citazione
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Un saluto non si nega a nessuno, ricambio.
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Re:Mi presento
« Risposta #7 il: 13 Ottobre 2012, 13:53:48 »
C'e' un certo ambiente lavorativo dove conta avere un'esperienza importante e non necessariamente un'eta' anagrafica sotto i 50.
Parlo di molti paesi del medio e estremo oriente dove avere 60 anni significa essere ancora giovani, parlo dell'africa dove l'eta' importa poco, serve una testa pensante che sappia risolvere i problemi e aiutare a superare le difficolta'. E se sessanta non sono tanti a 50 si e' giovani!

Parlo del Sudamerica e di tutte quelle nazioni dove arrivare alla fine della giornata e' gia' un successo.
Se non e' solo una questione di far quattrini ma si ricerca una vita serena le opportunita' ci sono e sono tante.
Se invece la componente finanziaria e' ancora desiderata e considerata allora c'e' il Qatar, l'evento dell'anno 2022 (coppa del mondo di calcio), l'Arabia Saudita che vuole rimettersi a nuovo, gli Emirati Arabi che con le nuove risorse e non solo petrolifere stanno rifacendosi l'immagine.
Lavoro c'e', solo trovare i canali giusti.
Personalmente ricevo ancora una cinquantina di proposte di lavoro ogni giorno, la maggior parte non sono adatte alle mie caratteristiche e esperienza, le cestino oppure le affido a chi ne puo' fare buon uso, guardare qui: http://www.voglioviverecosiworld.com/novita-dal-mondo/annunci-di-lavoro-esteri queste le ho fornite io, ho ancora l'email orginale....
Bisogna solo volerlo e anche avere l'umilta' di prendere quello che passa il convento, l'importante e' mettere un piede nella porta, l'importante e' tornare a vivere poi sta solo a noi far vedere di quello che si e' capaci e aspirare a qualcosa di meglio.   
« Ultima modifica: 13 Ottobre 2012, 13:56:09 da SergioBalacco »
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« Risposta #8 il: 14 Ottobre 2012, 12:49:25 »
Riprendiamo il discorso:
per "partire al buio" intendevo tirar fuori i soldi e "prendere il primo aereo senza cognizione di causa" (e non "fuggire per nascondersi da qualcuno o da qualcosa"...).
Quanto ai 'paletti' che ho messo per vari Paesi, era tanto per far capire che non andrei in un 'Paese qualsiasi' a fare 'un lavoro qualsiasi' (cosa mi sarebbe toccato leggere se avessi scritto che, come forse hanno già fatto altri, "andrei pure a fare il lavapiatti, il cameriere o il facchino ?").

Metto in chiaro i miei criteri di scelta, visto che la destinazione non l'ho ancora decisa (perchè non ho fatto il giramondo, nè per turismo nè per lavoro... come detto, conosco un po' d'Europa meridionale). Altrimenti, avrei scritto in altra sezione di questo forum.
Andrebbero considerate tante variabili in gioco:

- Finanziarie:il miglioramento del reddito e del tenore di vita generale certo è importante, ma non esclusivo (anche se una buona parte di chi chiede supporto qui, penso che lo faccia perchè vuole trovare un lavoro e uno stipendio dignitoso) 
Servizi pubblici efficienti ed efficaci, costo della vita non eccessivo, tenore di vita agiato, mercato del lavoro dinamico, equità sociale nella distribuzione della ricchezza, diritti civili tutelati, tecnologia ed infrastrutture sviluppate,  ecc.ecc.

- Ambientali: la lingua, il clima, la cultura e le abitudini locali, la cucina... ok, sono tutti fattori cui ci si può adattare facilmente e gradualmente. Certo ci vuole del tempo, specie se il luogo è assai "distante" (in tutti i sensi) da quello che si è lasciato... ma l'uomo è un animale molto opportunista.

- Emotive: dipende dal temperamento e dal carattere del singolo individuo.
Il livello di gratificazione e realizzazione del singolo non ha una soglia misurabile in termini quantitativi. C'è chi si accontenta di poco più di quanto ha lasciato e ... chi non si accontenta mai.

Ben vengano quindi le notizie, le statistiche, i grafici e i dati e tutte quelle "dritte di vita vissuta" che non si scrivono su libri e giornali.
Banalmente, se esistesse un Paese con tutti questi pregi che ho descritto, si andrebbe tutti là.
Non solo, ma se si cercasse l'ottimo di tutti questi elementi insieme, non si andrebbe da nessuna parte.  A qualcosa quindi bisognerà comunque rinunciare: alcuni elementi 'peseranno' più di altri (e su quelli non si transige: devono essere migliori di quelli da lasciare in Italia!)
La scelta finale però rimane soggettiva ! Fermo restando, sempre a livello soggettivo, una certa coerenza e una certa fattibilità tra aspettative iniziali e scelta del Paese target. 

Non voglio andare in un Paese più corrotto dell'Italia (mi rifaccio alla classifica di trasparency.org)
L'altro criterio -come detto- è l'età, che cmq mi porterei addosso dovunque decida di andare...

Oltre ad un reddito, per me è molto importante anche un sistema sanitario che funzioni (senza dover pagare mazzette sottobanco), visto che là dove andrò a vivere, vorrei poterci invecchiare.

Conosco a livelli decenti (dico decenti, perchè non le pratico quotidianamente) alcune lingue: spagnolo, portoghese, francese, oltre all'immancabile inglese.
Non sono schizzinoso a tavola ( senza intolleranze o restrizioni alimentari di alcun tipo...praticamente onnivoro) e allo stato attuale non ho problemi di salute.
La mia formazione è tecnica, come detto, ma non ho preclusioni grosse a possibilità di "cambiare pelle".

Guardo con interesse all'Europa nord-occidentale (dove è più facile trasferirsi).
Il Sudamerica invece non lo conosco affatto, anche se leggo su internet notizie promettenti sul Chile (che non 'fa notizia', a differenza del Brasile...)

SergioBalacco

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Re:Mi presento
« Risposta #9 il: 14 Ottobre 2012, 18:12:59 »
Risposta coerente con il pensiero precedentemente esposto ma anche con la mia prima risposta che non cambia se non per pochi e impercettibili dettagli. I paletti che si pongono sono notevoli, tanti, direi troppi. L'eldorado non esiste, e' frutto della mente contorta di qualcuno che crede ancora di poterlo trovare in giro per il mondo. Se ci fosse come scritto nel messaggio, andrebbero tutti la, invece no. Ho cercato di riassumere perche' le "costanti" sono notevoli, i paletti consistenti, le richieste anche assurde, nemmeno confrontabili con la realta' italiana dalla quale pure si cerca di fuggire anche considerando un lavoro che in Italia non c'e' piu' e garanzie di poter continuare con lo stesso livello di vita che si e' appena lasciati inesistenti.
Per poter accettare questo tipo di fuga bisogna scendere a compromessi, rinunciare a qualche privilegio altrimenti non vedo via d'uscita. Vado con un mio ordine di importanza con una precisazione: in rosso le variabili importanti secondo il mio punto di vista, in arancione quelle a un livello inferiore, in blu quelle accettabili, in verde quelle di cui se ne puo' fare a meno:

Titoli di studio: Siccome questo e' un forum, parlare dei titoli di studio e' importante, se non serve a chi ha aperto il topic, parlarne puo' servire a altri che leggono. Il diploma nostrano serve solo in Italia, e ultimamente nemmeno tanto. Appena varcata la frontiera gia' ti guardano male se non sei laureato come minimo con il master. Pretendono votazioni eccelse e prestigiose universita' che quasi nessuno puo' permettersi di frequentare. Meno male che si pareggia con l'esperienza, sempre partendo dalla laurea, magari vecchio ordinamento e spacciandola per equivalente a quella attuale con Master. In genere funziona.

Eta': l'eta' e' in qualche modo una discriminante in buona parte dell'europa cosiddetta occidentale, e da qualche anno anche in quella orientale. Le nazioni europee che la tengono maggiormente in considerazione, e nemmeno a farlo apposta, sono anche le stesse che stanno incontrando maggiori difficolta' dal punto di vista strutturale e finanziario-economico, parlo di Spagna, Italia, Grecia, Francia solo in parte e per alcune situazioni.

Lingua: Direi che sarebbe meglio facilitarci la vita e rimanere, anche in considerazione dei parametri appena espressi, sull'inglese e al massimo il francese. Lo spagnolo obbligherebbe a troppi compromessi essendo parlato ufficiosamente e ufficialmente solo in Spagna.

Clima: L'Europa occidentale, utilizzando un coltello e dando un taglio deciso da nord a sud comprende nazioni estremamente fredde (Danimarca, Svezia, Norvegia) e nazioni notoriamente piu' calde )la gia detta Spagna, Portogallo, il sud della Francia). Servirebbe un filtro per facilitarci la vita.

Reddito: Il reddito e' in diretto rapporto al costo della vita. In europa gli stipendi, se si ragiona dal punto di vista di un lavoro dipendente sono diversi e spesso nemmeno confrontabili fra i vari paesi. Le variabili poi sono tante. Io conosco bene la Francia, la Danimarca, l'UK e l'Irlanda, l'Olanda e la Svizzera in parte, la Svezia e la Norvegia e posso parlare di questi. Il Belgio e la Germania e altri non li prendo nemmeno in considerazione.

Sistema sanitario: In Europa e' buono ovunque si vada. Diciamo che eccelle in Francia per tipologia di intervento e copertura sanitaria a fronte del contributo pagato, la Francia si contende con la Danimarca il gradino piu' alto del podio in una ipotetica corsa a chi e' piu' bravo, l'UK viene dopo a meno di un'incollatura, sgranati gli altri. Nel resto del mondo una bella assicurazione sanitaria spiana le strade e apre le porte.

Costo della vita non eccessivo: Bella domanda, come ho detto prima il costo della vita di un Paese e' direttamente proporzionale con i servizi offerti, con l'imposizione fiscale, con la ricchezza pregressa di una nazione. Chi e' sempre stato ricco difficilmente avra' un costo della vita basso. Un esempio lampante sono il Lussemburgo e la Svizzera. Fuori dall'Europa e ad esclusione del Canada e del Giappone, costa tutto meno.

Mercato del lavoro dinamico: In altri tempi avrei detto UK e Olanda, in parte anche Francia. Oggi come oggi la dinamicita' e' soggiogata dalle disponibilita' finanziarie, il mercato si evolve secondo le disponibilita', come l'Italia nessuno comunque, se nella classifica si potesse inserire l'Afgnanistan, posto che faccia parte dell'Europa, ebbene in quel caso l'Italia riuscirebbe a non essere l'ultima.

Tenore di vita generale: Direi una ripetizione, la somma di altre considerazioni incluso il reddito, o la capacita' di reddito dell'individuo unita al costo della vita e sistema sanitario. E' una variabile che non puo' essere presa in considerazione in questa analissi diretta a eliminazione. Si ma come concetto generale, sarebbe fuorviante e comunque soggettiva.

Livello di gratificazione del singolo: Come sopra, dipende dal mestiere che ognuno ha scelto, si potrebbe per assurdo vivere nella nazione piu' bella del mondo e sentirsi insoddisfatti, non sufficientemente gratificati da quello che si fa, che l'individuo ha scelto per vivere.

Diritti civili tutelati: Se parliamo di Europa e' un discorso che non esiste, sono tutelati ovunque si vada, con qualche distinguo ma decisamente marginale. Dobbiamo metterci in testa che l'alieno e' e restera' sempre tale, almeno fino a quando decide di propria iniziativa di non esserlo piu'. In quel caso accettera' tutto quello che la sua nuova "patria" ha da offrirgli.

Cultura e abitudini: In europa tutte le nazioni hanno una cultura e delle abitudini che non sono poi molto distanti dalle nostre, anzi spesso le nostre e le loro si intrecciano a doppio filo, non ritengo siano condizioni essenziali da tenere in considerazione per un eventuale trasferimento.

Equita' sociale nella distribuzione della ricchezza: Cosa si intende per equita' sociale? Se siamo degli alieni di un determinato Paese ecco che quei diritti che hanno invece gli indigeni ci sono preclusi. Avremo diritto secondo una scala di compensazione a tutti quei diritti che derivano dalla nostra contribuzione in termini sociali. La ricchezza di un paese deriva dal nostro operato e capacita' per accedervi.

Tecnologia e infrastrutture sviluppate: Non si parla del terzo mondo signori, stiamo parlando dell'Europa!

Cucina: Per abitudine quando vivo all'estero cerco di evitare quei ristoranti pseudo italiani che di nostrano hanno forse solo il nome di alcuni piatti. Salvo che in certi paesi africani ormai si mangia bene ovunque, se proprio non ci piace, due uova al tegamino le sanno fare anche in Mongolia!

Servizi pubblici efficienti: Direi che non e' importante. Se non ci sono non ci si trasferisce? Per favore, ci sono argomenti piu' seri di cui discutere.

Tenore di vita agiato: Se per agiato si intende quello italiano di partenza allora e parafrasando Mastr**anni in un suo famoso film "Stanno tutti meglio".

Corruzione: vedi sopra, in Vietnam dove lavoro c'e' un'alta corruzione, mi passa sopra la testa e non la vedo ne sento mai. Non mi interessa.

Dove: Alla fine di questa lunga spiegazione, in fondo al cesto dopo che abbiamo eliminato quasi tutto c'e' rimasto poco. Con le dovute molle metterei l'UK con preferenza per l'Inghilterra tenedosi non molto distanti da Londra, la Danimarca, la Francia e distaccata l'Olanda, fuori gara le altre. La Svizzera attrae ma i paletti che loro pongono sono notevoli.
Se valichiamo i confini europei aggiugerei il Peru' piuttosto del Chile che possiede ancora molti scheletri negli armadi di Stato, potrebbe essere un buon compromesso; aggiungerei il Nicaragua che e' quello che ha saputo meglio rispondere alla crisi, cresce nonostante tutto. il Canada per i discorsi sulla qualita' e livello vita, poi decade relativamente all'eta', stesso discorso per Australia, NZ e USA anche se quest'ultimo ha qualche possibilita' in piu' proprio perche' l'eta' non e' una discriminante. Nel catalogo aggiungerei il Sudafrica perche' sta dimostrando di saper reagire alle difficolta' con grande capacita' nonostante tutto il fardello storico e culturale che si trascina.

Non so se ho accontentato tutti o solo qualcuno, io la penso cosi'.
 
Ogni pensiero deriva da una sensazione frustrata. (Émile M. Cioran)
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Re:Mi presento
« Risposta #10 il: 14 Ottobre 2012, 19:37:17 »
Ok, personalmente mi considero accontentato dal tuo feedback e ti ringrazio per questo.
Qualche elemento è stato messo a fuoco e alcune zone d'ombra chiarite.

Ti devo dare ragione sul fatto che rimugino troppo su queste cose, ma comprenderai che non ho l'età di uno studente di Erasmus, che va in un Paese e -male che vada- dirà che "è sempre stata un'avventura"...
Ho altre urgenze e non vorrei fare una fesseria ad andare nel posto sbagliato, contando solo sulla fortuna e sulla speranza di una vita migliore.

A prescindere dalle Cassandre che gufano sempre più sul futuro dell'euro, mi trasferirei in Francia.
C'è una compatibilità di molti degli elementi sopra discussi.
E' un Paese che è più avanti e sta meglio dell'Italia, anche se gli somiglia.
E cmq non ha il debito pubblico astronomico del "Bel Paese" (che ormai rimane solo il nome di un formaggio molle e appiccicoso) e una classe politica pesantemente collusa con la criminalità organizzata.
I francesi non hanno la testa degli italiani e non se ne vanno in giro per il mondo a lamentarsi di come va male il loro paese come facciamo noi, al contrario...
In Francia, dunque; per metterci radici, comprarci prima o poi una casa e pagarci le tasse.
Se poi ci fosse da lavorare altrove, allora non escludo altri lidi, ma parlo di rapporti di lavoro a tempo, non di trasferirmici in pianta stabile.
Per il lavoro, chiaramente mi pare fuori dalla realtà aspirare a qualche impiego come dipendente, per cui si pone il problema di aprirmi una attività a lavorare in proprio come libero professionista.
E presumo che titoli e certificazioni italiane in Francia non li vedano nemmeno.
Non escludo quindi di dover frequentare qualche corso per una abilitazione tutta 'made in France'

Ne riparleremo

SergioBalacco

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Re:Mi presento
« Risposta #11 il: 15 Ottobre 2012, 03:36:49 »
Ok, personalmente mi considero accontentato dal tuo feedback e ti ringrazio per questo.
Qualche elemento è stato messo a fuoco e alcune zone d'ombra chiarite.

Grande fatica, anche mentale per scrivere una adeguata risposta. Il ringraziamento e' una grandiosa forma di rispetto e riconoscimento delle altrui fatiche. :)

Citazione
Ti devo dare ragione sul fatto che rimugino troppo su queste cose, ma comprenderai che non ho l'età di uno studente di Erasmus, che va in un Paese e -male che vada- dirà che "è sempre stata un'avventura"... Ho altre urgenze e non vorrei fare una fesseria ad andare nel posto sbagliato, contando solo sulla fortuna e sulla speranza di una vita migliore.

Lo sport preferito di questo forum e' sognare. Qui sono tutti sognatori o quasi, pensano sempre a come sarebbe bello andarsene dall'Italia e chiedono consigli, poi spariscono. Tu credi che si sono accasati in un nuovo paese fra quelli a cui aspiravano. Invece no, dopo mesi di assoluto silenzio ricompaiono quando l'ebbrezza o ubriacatura da consigli per andarsene altrove si affievolisce e ricompaiono i sogni. Te li ritrovi fra capo e collo con gli stessi problemi di sempre causa un'Italia che e' peggiorata e una crisi senza fine.

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A prescindere dalle Cassandre che gufano sempre più sul futuro dell'euro, mi trasferirei in Francia. C'è una compatibilità di molti degli elementi sopra discussi.
E' un Paese che è più avanti e sta meglio dell'Italia, anche se gli somiglia.
E cmq non ha il debito pubblico astronomico del "Bel Paese" (che ormai rimane solo il nome di un formaggio molle e appiccicoso) e una classe politica pesantemente collusa con la criminalità organizzata.


Se consideriamo che nemmeno piu' il "Bel Paese" formaggio e' prerogativa italiana perche' acquistato proprio dalla francese Lactalis insieme a tutto il gruppo Galbani puoi ben capire a che punto (basso) e' arrivata l'Italia e dove e' salita la Francia. Io in Francia sto bene, puo' essere soggettivo certo, pero' e' il paese dove torniamo sempre volentieri dopo mesi o anni di permanenza all'estero. L'Italia non entra piu' nei miei piani, nemmeno per spenderci una vacanza, al massimo per far visita a qualche amico.

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I francesi non hanno la testa degli italiani e non se ne vanno in giro per il mondo a lamentarsi di come va male il loro paese come facciamo noi, al contrario...
In Francia, dunque; per metterci radici, comprarci prima o poi una casa e pagarci le tasse.

Le tasse le inizi a pagare dal momento in cui metti pianta stabile nel paese anche se la casa non la compri. La cartella delle impots t'arriva a casa anche se questa e' in affitto, e' un servizio gentilmente offerto dall'ufficio delle imposte. Ufficio che e' servizievole e mai asfissiante. Lo apprezzerai e a volte sanno anche capire le tue difficolta' dell'essere straniero trapiantato in Francia.

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Se poi ci fosse da lavorare altrove, allora non escludo altri lidi, ma parlo di rapporti di lavoro a tempo, non di trasferirmici in pianta stabile.

Esattamente quello che intendevo io fin dall'inizio. Decidere di andarsene via dall'Italia puo' essere gia' un dramma anche se la prima meta e' un paese cosiddetto "civilizzato", parlo di quelli europei e al massimo aggiungendoci Canada, USA, OZ, NZ, SA. Aggiungerci le difficolta' di andarsene in un paese considerato in via di sviluppo o peggio povero e' una scelta rischiosa e foriera di complicazioni per un individuo che ha gia' superato i 40 anni, prima di quell'eta' ci si abitua meglio. Non era nelle mie intenzioni proporlo.

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Per il lavoro, chiaramente mi pare fuori dalla realtà aspirare a qualche impiego come dipendente, per cui si pone il problema di aprirmi una attività a lavorare in proprio come libero professionista.

Buona scelta, le facilitazioni e gli sconti fiscali per le nuove imprese individuali ergo professionistiche sono all'avanguardia in Europa. Fare l'imprenditore anche di se stessi non e' mai stato cosi' facile come in Francia. Occhio pero' che servono le licenze per certe professioni e in qualche caso l'iscrizione agli albi (che non si chiamano cosi ma non ricordo il termine esatto) di categoria obbligatori per esercitare.

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E presumo che titoli e certificazioni italiane in Francia non li vedano nemmeno.
Non escludo quindi di dover frequentare qualche corso per una abilitazione tutta 'made in France'

La mia laurea e' stata conseguita in UK, vecchio ordinamento, niente master pero' frequentando i postgraduate courses per ottenere la parificazione con i titoli universitari europei e americani.
Quando rientrai in Italia facendo valere il mio titolo ottenuto in una prestigiosa (e carissima) universita' mi risero in faccia dicendo ch'era carta straccia che era meglio utilizzassi il diploma, fortunatamente conseguito in Italia, se volevo lavorare. Scelsi di andarmene all'estero fin da subito per non dover sottostare a quelle imposizioni e umiliazioni. In seguito il mio titolo fu riconosciuto dall'Unione Europea, apostillato su richiesta, tenuto in considerazione anche nello stivale che prima mi aveva negato la gloria e gli onori. La Francia fortunatamente non e' l'Italia, il tuo titolo di studio viene riconosciuto subito nel rispetto di una legge europea che lo impone. Vai tranquillo ricordati pero' che se vuoi esercitare una professione specifica, per esempio ingegnere strutturista, progettista ecc. allora devi partecipare ai corsi di abilitazione. Per tutti gli altri casi non e' necessario comunque e' meglio informarsi per tempo, certe regole cambiano spesso in Europa e di conseguenza in Francia, meglio prevenire.

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Ne riparleremo

Certamente, sono qui!
« Ultima modifica: 15 Ottobre 2012, 04:04:56 da SergioBalacco »
Ogni pensiero deriva da una sensazione frustrata. (Émile M. Cioran)
Per colpa di qualcuno non rispondo piu' alle email se prima non vi siete identificati per MP! Grazie
Vivo in Francia, lavoro in Australia e Vietnam.

Tiber

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Re:Mi presento
« Risposta #12 il: 15 Marzo 2013, 22:39:53 »
Sono di nuovo io, non sto ad aprire un altro thread perchè:
- l'interrogativo di fondo rimane quello già esposto
- ho avuto feedback praticamente da un solo utente (che non intendo commentare)

Come si sarà capito, non ho un contratto in tasca, oltre al biglietto aereo, nè tantomeno parenti in questo o quel Paese. Ero partito con Francia o Belgio, ma sto rivedendo le mie preferenze...
Dell'Est Europa non so nulla, ma non so se stiano messi peggio di noi.
Resto dell'idea di restare in UE, estendendo l'opzione al Regno Unito, che forse offre più possibilità dell Francia, allo stato attuale.

Quale paese suggerireste ad uno che voglia rifarsi una vita a 52 anni, senza dover pagare mazzette ai politici locali, fare debiti con gli usurai o entrare in giri malavitosi per tirare a campare ?
Mi pare chiaro che l'idea di fare il dipendente è poco realistica, si preferiscono i residenti nativi.
Imprenditore (???) o libero professionista. Burocrazia permettendo.
E con cognizione di causa del sistema fiscale nazionale, che al momento non ho.
Capisco e parlo inglese e francese, escluderei magari trasferimenti in Spagna e Portogallo.

Ben accetti consigli, suggerimenti ed esperienze, anche di terze persone (magari recenti)
Grazie a chi risponderà
Tiber