ALTRA NOTIZIA POSITIVA
L’insurrezione siriana sta assumendo progressivamente le caratteristiche di una vera e propria guerra a causa delle accresciute capacità belliche dell’Esercito siriano libero (ELS) guidato dal colonnello Ri¬y¬adh al Asaad e composto da migliaia di disertori che hanno abbandonato le brigate governative. Incursioni contro centri di comando, imboscate a convogli, uccisioni mirate ma anche vere e proprie battaglie campali avrebbero provocato, secondo Damasco, la morte di oltre un migliaio di soldati fedeli al regime di Bashar Assad in un conflitto che le stime dell’Onu valutano abbia provocato finora 5 mila vittime. Una guerra che sta assumendo sempre più una dimensione internazionale come indicano diversi elementi.
Sembrano confermate le indiscrezioni circa il ruolo delle forze speciali britanniche, francesi, giordane e del Qatar che nella base turca di Iskenderun addestrano i combattenti dell’ELS insieme ai militari di Ankara. Consiglieri militari che si spingerebbero anche nel nord della Siria per affiancare l’esercito ribelle e che sarebbero affiancati da miliziani delle brigate islamiche libiche che combatterono il regime di Gheddafi con il supporto finanziario e militare del Qatar. L’obiettivo di questo embrione di forza multinazionale sembra essere l’istituzione di “corridoi umanitari” o un’area cuscinetto per i ribelli nel nord del Paese. L’opposizione russa e cinese sembra impedire una risoluzione dell’Onu che autorizzi l’intervento internazionale (come in Libia) ma una sorta di copertura politico-giuridica potrebbe venire assicurata dalla Lega Araba adducendo (come in Libia) ragioni umanitarie.
Gli elementi per una crisi internazionale intorno alle sorti del regime siriano ci sono tutti. Miliziani ribelli si infiltrano in Siria dalle frontiere turca, libanese e giordana. L’Iran non lesina aiuti a Damasco consapevole che un crollo di Assad isolerebbe Teheran e le milizie Hezbollah in Libano dove l’attentato che ha ferito il 9 dicembre cinque caschi blu francesi ha indotto Parigi a inasprire le accuse a Damasco.
L’arrivo nel Mediterraneo Orientale del gruppo navale statunitense guidato dalla portaerei George Bush, composto anche da un sottomarino dotato di missili da crociera, ha indotto Mosca a trasferire nella base navale siriana di Tartus la sua portaerei Kuznetsov con alcune navi logistiche e di scorta. Un confronto navale che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda. A rendere credibile l’iniziativa militare di Mosca, che ha nella Siria un alleato storico e un importante cliente per la sua industria militare, potrebbe contribuire Israele la cui posizione nella crisi siriana rimane da chiarire. Gerusalemme aveva accolto con freddezza l’inizio della rivolta in Siria temendone una deriva simile a quella della “primavera egiziana” per poi mutare ufficialmente posizione. Il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha dichiarato domenica scorsa che la caduta del presidente siriano Bashar al Assad sarebbe ”una benedizione” per il Medio Oriente e anche se “non possiamo dire cosa succederà dopo, in ogni caso sarà un colpo all’asse Iran-Hezbollah”.
A questo punto abbiamo cercato di creare un parallelismo con la Libia. Sempre stessa Gazzetta Ufficiale, ma stavolta la data è di marzo. In data 02 marzo hanno applicato le sanzioni, come riportato qui , in data 19 marzo hanno attaccato (i francesi).
Allora, facciamo una considerazione, che resta però un semplice esercizio di matematica temporale.
Se i tempi vengono rispettati, c’è il rischio di ritrovarci con un attacco rivolto all’asse Siria/Iran nientepocodimeno che in questo Week End.
Ripeto. E’ una semplice valutazione temporale: lungi da me lo sperare che avvenga. Anzi, spero fermamente che non avvenga proprio, né nel week end, né mai.
Sempre a livello di ipotesi, a questo punto mi domando se il voler lasciare ora l’Irak sia casuale o sia solo uno spostamento militare. E ancora se la caduta del drone sia cosa veramente casuale o sia una potenziale esca, per creare un incidente diplomatico ed una prima mossa da parte dell’Iran o della Siria, che giustifichi un intervento NATO o israeliano, già presumibilmente programmato a tavolino. Non dimentichiamo mai, infatti, che qualsiasi attacco è giustificato davanti all’opinione pubblica dal Premio Nobel per la Pace Barack Obama( NIK 666)
come intervento necessario per difendere la pace nel mondo e per il bene dell’umanità.
LA PROFEZIA DEL 2012 è VERITà