talofa, il nostro sistema di misura, e' composto da vari fattori che prendono in considerazione la sanita', la criminalita', la religione, costo della vita, servizi offerti, istruzione per i figli, razzismo, clima, possibilita' di investimento, affitto, etc etc. Ovvio che non cerchiamo il paradiso o utopia, ma solo dei posti in cui la "media" di tutte queste cose sia accettabile.
Avere una persona italiana nel posto scelto che ti aiuta, certo che sarebbe una buona anzi ottimissima cosa. Purtroppo abbiamo sentito troppe storie in cui l'italiano di turno l'ha messa in quel posto al novello espatriato. Di conseguenza preferiamo muoverci da soli, facendo tutta le trafile del caso .
Sono d'accordo con quello che dici sugli uffici governativi che non conoscono la situazione reale, ma la burocrazia (ahime' sono abituata a quella italiana) dovrebbero conoscerla molto bene ed e' quello che serve principalmente.
Per paesi razzisisti, intendevo quelli di una certa maggioranza che non vede di buon grado l'italiano, in modo generico la persona bianca o quello di una determinata religione. Solo per parlare, sarebbe assurdo, andare in un paese arabo in cui l'occidentale e' visto malissimo per quello che mangia, per il Dio in cui crede ed essere obbligata andare in giro con il burka e magari costretta a circoncidere mio figlio.
ps: rema, riesci ad entrare nella gabbia del gatto?? Eventualmente preferisci sabbia normale o quella profumata?