Ricordo un concorso del totocalcio di tanti anni fa, la schedina si compilava ancora a mano, cioe' si scrivevano i numeri 1 X 2 e l'addetto della ricevitoria incollava uno sticker con la colla liquida e poi tagliava la schedina, un terzo a te due a lui.
Ero in vacanza dai miei zii, al tempo i miei vivevano in USA, non avevo mai giocato prima, a casa mia era considerato uno spreco, una cosa inutile, tanto valeva buttare i soldi dalla finestra pensava mio padre.
Per giocare bastava avere 14 anni, o forse 16 non ricordo ma a quel tempo le regole erano molto aleatorie. Ci pensai una settimana, guardando e riguardando i pronostici, le partite passate, i commenti sulla forma delle squadre, dei singoli giocatori, anche sugli arbitri, ci pensai intensamente poi giocai una schedina da 2 colonne, di nascosto da tutti, anche gli zii contro.
La domenica in camera ad ascoltare la radiolina, con la schedina in mano.
Alla fine del primo tempo vevo gia' il 13, esultavo, non vi racconto l'angoscia,l'ansia, i tremori, la paura. Dieci minuti prima della fine una squadretta del piffero in serie B pareggia, 12, disperazione, a tempo ormai scaduto segna il goleador di un'altra squadra della serie minore, 11.
Undici su tredici, un successone, ma non vincevo nulla, zero assoluto, niente di niente.
Quella volta giurai a me stesso che non avrei piu' giocato perche' vincere e' difficilissimo, e' molto piu' facile perdere.