LA CASTA COLPISCE ANCORA
Abbiate pazienza ma proprio non ce la faccio.
Si, è vero che gli ultimi dati economici illustrano un’Italia che “mette la freccia” e prova a superare la crisi. Ma la strada è in salita. Il motore è quello che è, il fardello (del debito) che deve supportare zavorra la ripresa e quelle modifiche meccaniche necessarie per rendere il mezzo più performante (riforme strutturali) sono allo stato embrionale e di certo non sono terminate.
Morale: da qui a dire che siamo fuori dalla crisi ce ne vuole ed è NECESSARIO l’impegno di tutti per cercare di ripartire sul serio e dare una piccola spinta al carrozzone che tenta il sorpasso.
670px-Turn_signals_4Ma sia ben chiaro, tanto fanno le riforme ma è anche importante il “morale” della truppa, coloro che alla fine forniscono i cavalli per poter sorpassare la fase di crisi. Ma dopo questa notizia, i cavalli vengono azzoppati, perché è il segnale che #lavoltabuona è una presa in giro e che tanto è sempre tutto uguale.
Stesso sistema.
Stesso status quo.
Stessi diritti acquisiti.
Stesso schifo.
La Camera torna al lavoro dopo la pausa estiva all’insegna del detto latino: Primum vivere deinde philosophari (“Prima di pensi a vivere, poi a fare filosofia”). Con 319 sì e 88 no l’aula di Montecitorio ha dato il via libera a un provvedimento destinato a portare ossigeno alle casse dei partiti, sbloccando un’impasse burocratica che fino ad ora aveva impedito di incassare le risorse del finanziamento pubblico, sotto forma di rimborsi elettorali per l’anno 2013. (…) Alla fine di luglio è arrivato l’intervento “provvidenziale” della Commissione Affari Costituzionali che con un emendamento al ddl 2799, spiega la nota di lettura del provvedimento, “introduce una disciplina specifica per gli anni 2013 e 2014 sulle modalità di controllo dei bilanci dei partiti, in virtù della quale non si applica, per quegli anni, la verifica della conformità delle spese effettivamente sostenute e delle entrate percepite alla documentazione”. Cioè per questi due anni i rimborsi elettorali non verrebbero erogati controllando quanto speso ed è possibile documentare attraverso fatture e ricevute. (Source)
Ve la ricordate le buona e vecchia legge sui finanziamenti ai partiti? Ecco, con questo provvedimento la casta politica può tornare a mangiare e spendere.
In barba alle delibere adottate dagli Uffici di presidenza di Camera e Senato che, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, avevano “congelato” l’erogazione della tranche del finanziamento pubblico che i partiti avrebbero dovuto incassare prima della pausa estiva. Avrebbero, appunto. Perché due mesi fa la commissione che si occupa del controllo dei bilanci – istituita dalla legge del governo Letta che elimina progressivamente il finanziamento fino all’azzeramento nel 2017 – si era dichiarata impossibilitata a svolgere le dovute verifiche sui bilanci 2013 e 2014 per mancanza di personale. (Source)
Quindi,per farla breve, dopo aver bruciato miliardi di Euro, e dopo aver incassato, negli ultimi vent’anni, il triplo di quanto hanno effettivamente speso, con il provvedimento approvato oggi condonano ogni eventuale irregolarità dei rispettivi bilanci sottraendo alla commissione di garanzia, che loro stessi hanno istituito per legge, la possibilità di svolgere i necessari controlli e verifiche sulle scritture contabili. Insomma, incasseranno il bottino senza rendere conto di quanto dichiarato anche se non dovesse rispondere a verità. Il tutto sulla…fiducia….
Ma non è tutto. Visto che c’erano hanno messo qualche piccolo postilla. Si stabilisce infatti che tutti i dipendenti dei partiti hanno diritto, a differenza dei comuni lavoratori, alla cassa integrazione straordinaria. Una specie di reddito di cittadinanza ad partitum che, invece, dicono di non poter istituire per i comuni mortali per mancanza di fondi. L’ennesima vergogna che per le casse dello stato significano una nullità ma che lanciano un segnale CHIARISSIMO sullo stile di gestione del “magna magna” pubblico. Si mantengono i privilegi, altro che rieuilibrae le cose. E il segnale che ne deriva per il povero operaio che si spacca la schiena 6 giorni su 7 per 1000 euro o per il laureato sfruttato in uno studio associato per 300 euro non è certo incentivante. Non pensate?
ps. è giunta l'ora delle
mremma buaiola ma toccherà mai a loro?