Visualizza post

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.


Topics - SergioBalacco

Pagine: 1 [2] 3 4
16
Tema libero / NON DATE DA MANGIARE AI TROLL !!!
« il: 11 Novembre 2012, 03:45:26 »
Nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, mailing list o chatroom, per troll si intende un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati.
Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente dibattuta, specie se la questione può già in sé suscitare facilmente tensioni sociali (politiche, religiose, ecc.).
In altri casi, il troll interviene in modo semplicemente stupido (per esempio volutamente ingenuo), con lo scopo di mettere in ridicolo gli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono.
Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (cosa che in genere rappresenta la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo (fenomeno di autocombustione del troll).
Nella gran parte dei forum, dei gruppi e delle chat, a prescindere dai moventi di chi li scrive, quasi sempre i messaggi impopolari o provocatori attirano reprimende, correzioni e risposte irritate da parte di chi non distingue fra comunità reale, in cui le persone sono esposte al rischio condiviso di violenza fisica, e comunità virtuale epistemologica basata sullo scambio di parole e idee. Gli usi e i costumi di discussione nati nelle comunità reali vengono trasportati ingenuamente in quelle virtuali dagli utenti inesperti, non ancora abituati alla gamma di giudizi ed opinioni espresse online, soprattutto se in modo anonimo.
Dare da mangiare ai troll significa rispondere ai messaggi provocatori dei troll, dando così al troll nuovo materiale a cui rispondere, per gettare altra benzina sul fuoco del litigio. "Per favore non date da mangiare ai troll" è un messaggio di avvertimento che i vecchi utenti inviano ai nuovi quando questi ultimi pensano di averne individuato uno, perché il modo migliore di combattere un troll è ignorarlo completamente   
    
Alcuni tipi di messaggi e attività associati ai troll:

   messaggi fuori tema.
   messaggi offensivi.
   messaggi contenenti errori ovvi o gravi pecche.
   messaggi intenzionalmente sgarbati o litigiosi.
   accendere una flamewar (scambio acceso di opinioni), dichiarandosi poi innocenti.
   mandare lunghi paragrafi copiati da testi, web o quant'altro.
   lagnanze fuori tema a proposito della propria vita privata
   sbagliare deliberatamente e ripetutamente a scrivere i nomi delle altre persone per turbarle e/o irritarle nella conversazione.
   risposte plurime o paranoiche a opinioni personali espresse da singole persone.
   ogni combinazione di quello che è scritto sopra.
Per esempio un troll combinerà frasi ingiuriose scritte male.

Motivazioni dei troll:

Ricerca di attenzione: il troll cerca di dominare la discussione corrente incitando l'astio e dirottando efficacemente l'argomento in oggetto.

Divertimento: per certe persone il pensiero che un altro possa arrabbiarsi per le parole di un totale sconosciuto è divertente.

Grido d'aiuto: molti presunti troll, nei loro messaggi, espongono situazioni disperate o di grave disagio familiare, scolastico, finanziario o relazionale, sebbene sia impossibile sapere se siano vere o no.

Far perdere tempo agli altri: uno dei maggiori temi nel trolleggiare è l'idea che si possa far perdere dieci minuti di tempo a dieci persone spendendo un solo minuto del proprio tempo. Alla maggior parte dei troll piace l'idea di far perdere tempo agli altri con poco o nessuno sforzo da parte loro.

Generare un cambiamento nell'opinione degli utenti: un troll può ostentare opinioni estreme per fare in modo che le sue vere opinioni, poi, sembrino moderate. Spesso il troll si serve di altre false identità, inscenando un falso dialogo pubblico.

Testare la robustezza di un sistema contro gli attacchi sociali o altre forme di cattivo comportamento: per esempio violare platealmente le regole e i termini di uso per vedere se gli amministratori prendono contromisure e quali.

Combattere sentimenti di inferiorità o impotenza attraverso l'esperienza di controllare un ambiente.

Combattere il "conformismo": molti troll si difendono sostenendo che il gruppo in cui postano è diventato troppo chiuso e conformista, e cercano di rimediare con una "terapia d'urto" scioccando gli altri utenti.

Satira: in questi casi gli utenti non si considerano dei troll ma piuttosto degli umoristi o dei commentatori politici incompresi.

Attacchi personali contro un particolare utente o gruppo di utenti.


 E' difficile rilevare direttamente le motivazioni dei troll, perché le risposte offerte dai sospetti troll sono spesso niente più che espedienti per continuare la loro attività di disturbo.   
    
Soluzioni possibili al problema:

Alla lunga un troll è sempre individuabile, perché tende a reiterare il suo comportamento nel tempo. La soluzione più semplice è ignorare a priori tutte le discussioni proposte da quest'individuo, se possibile metterlo in "ignore list", avvisando i nuovi utenti, in modo che non cadano nelle trappole che i troll tendono continuamente.
La saggezza popolare suggerisce agli utenti di evitare di nutrire i troll e di resistere alla tentazione di rispondere. Rispondere a un troll porta inevitabilmente la discussione fuori tema, nello sbigottimento degli osservatori, e fornisce al troll l'attenzione di cui ha bisogno.

Esistono anche i "cacciatori di troll", che sono però essi stessi (come i troll) affamati di controversie: i veri sconfitti sono gli altri utenti che avrebbero preferito che non si arrivasse allo scontro.

I troll sono eccitati dai cacciatori di troll e frustrati da chi li ignora. Affrontare i troll porta alle "flame wars". I troll frustrati dalla strategia "non date da mangiare ai troll" potrebbero lasciare la chat o il forum, o potrebbero peggiorare finché non ricevono una risposta.

I troll novizi spesso subiscono il Rimorso dei Troll, un sentimento di rimorso dopo che hanno perso il loro account o il loro nickname come conseguenza delle loro azioni da troll.

17
Tema libero / HARLEY DAVIDSON: La passione!
« il: 09 Novembre 2012, 09:21:14 »
Ecco l’Harley che ha resistito allo tsunami. Ora è in un museo di Milwaukee

Nelle sale del Museo Harley-Davidson a Milwaukee è stata esposta da pochi giorni una speciale teca con la moto di Ikuo Yokoyama. Non un’Harley qualsiasi, questa moto per più di un anno è stata in balia dell’Oceano Pacifico a causa del tragico tsunami che ha devastato nel 2011 diverse aree a Nord del Giappone. La moto è una Harley-Davidson® Softail Night Train del 2004, recuperata al largo della costa della British Columbia, la più occidentale delle province canadesi da tale Peter Mark. È stato lo stesso proprietario, Yokoyama, rintracciato grazie alla targa e al numero di telaio del motoveicolo a chiedere che la moto venisse mantenuta nello stato attuale e conservata nel Museo Harley-Davidson in memoria delle vittime dello tsunami.

“Siamo veramente fieri di poter esporre la moto del signor Yokoyama”, ha dichiarato Bill Davidson, vice presidente del Museo Harley-Davidson. “Questa moto ha una storia incredibile da raccontare, e noi siamo orgogliosi di poterla condividere”. La straordinaria storia di come sia sopravvissuta la moto ha fatto il giro dei media internazionali dopo che Mark l’ha scoperta su una remota spiaggia della Graham Island, nella British Columbia canadese, durante la bassa marea. La moto, completa di targa originale giapponese, è stata trovata in un container, lo stesso utilizzato in origine da Yokoyama per custodirla. Grazie alla collaborazione con agenzie di stampa e rappresentanti della Deeley Harley-Davidson Canada e Harley-Davidson Japan è stato possibile rintracciare Yokoyama, rimasto senza casa e trasferito in un alloggio temporaneo, dove tuttora vive, nella prefettura di Miyagi, in Giappone. Ancora in lotta per ricostruire la sua vita a seguito del disastro, Yokoyama aveva declinato l’offerta di Harley-Davidson di riportare a casa la moto, anche se grato per questa proposta e commosso da tutte le offerte di sostegno arrivate dagli appassionati del brand Harley di tutto il mondo.

18
Tema libero / ATTENZIONE AI COMPORTAMENTI
« il: 09 Novembre 2012, 03:32:06 »
Internet e molti servizi on line consentono di esprimere il proprio pensiero in molteplici modi: si pensi a social network come Facebook e Twitter oppure a siti di giornalismo partecipativo, e cosi' via.

Pero', a volte esprimere la propria opinione puo' comportare conseguenze spiacevoli se si superano alcuni limiti: quali sono?
Quando, on line, si arriva a commettere il reato di diffamazione?
Quando possiamo parlare di una vera e propria diffamazione a mezzo Internet?

Dal Codice Penale Italiano (ultima edizione disponibile online)

Citazione
Art. 594 Ingiuria

Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a euro 1032. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa. La pena è della reclusione fino a un anno o della multa fino a euro 2065, se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato.
Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone (NdR: come per esempio in un forum).

Art. 595 Diffamazione

Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità (NdR: incluso quindi un forum pubblico), ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 4130. Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.

Oggigiorno e' normale passare parte della propria vita digitale su forum, gruppi di discussione e social network (come Facebook), che ormai rappresentano a tutti gli effetti strumenti di espressione della propria personalita'. In questi ambienti virtuali spesso si parla, come al bar, dei piu' svariati argomenti, talvolta anche in modo approssimativo facendo poca attenzione a cio' che si scrive e dimenticandosi che il forum, a differenza della chat, e' uno strumento asincrono (in quanto i messaggi vengono scritti e letti in momenti diversi) che lascia la comunicazione per sempre, o quasi, in rete.

Raccontare l’opinione che si ha di un individuo o ancor di piu' delle esperienze negative su un prodotto o un servizio, e' un atteggiamento che non piace, soprattutto alle aziende, che fanno del parere degli utenti il cavallo di battaglia del proprio web-marketing.

D’altra parte e' anche vero che trattandosi di discussioni che avvengono online, molti utenti coperti dal loro nick-name e forti del fatto di trovarsi dietro a un computer, si lasciano andare a commenti molto coloriti o accuse del tutto gratuite pensando che la rete sia una zona franca dove sia ancora possibile dire (o meglio scrivere) quello che si vuole. Infatti, capita sempre piu' spesso che gli autori in buona fede di commenti critici e informali, scritti magari di notte sul forum, siano trascinati in un procedimento penale.

Molti potrebbero obiettare che in Italia e soprattutto su Internet, ognuno e' libero di esprimere la propria opinione e che scrivere sui boards rientra nel piu' ampio esercizio della liberta' di pensiero.
In realta' non e' del tutto vero, facciamo chiarezza!

La diffamazione e' un reato strettamente connesso alla persona e al diritto all'onore di cui ogni individuo e' titolare ed e' previsto dall’articolo 595 c.p. (vedasi citazione sopra).
Esso dispone che chiunque, fuori dai casi di ingiuria, comunicando con piu' persone, offende l'altrui reputazione, e' punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032,00 €. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena e' della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2.065,00 €. Quindi mentre il reato di ingiuria previsto dall'articolo 594 c.p. punisce chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente, il reato di diffamazione punisce chi offende l'altrui reputazione in modo "indiretto" parlando con piu' persone e riferendosi, appunto, a una persona che non e' materialmente presente.
Trascuriamo i casi in cui ci si puo' trovare di fronte a un concorso di reato e soffermiamoci solo sulla diffamazione che puo' realizzarsi in due modi, a "mezzo di stampa telematica" o a " mezzo di Internet". Del primo caso si e' già parlato molto sui media nazionali, sia a seguito delle sentenze riguardanti la responsabilita' di riviste telematiche, sia tra molte polemiche per il caso del blog sottoposto a un regime equivalente (Trib. Aosta 26/05/2006). Oggetto di questo post, invece, e' l’ipotesi che puo' capitare all'utente comune quando scrive su un forum o su un newsgroup per sua passione o interesse personale.

Il terzo comma dell’articolo 595 c.p contempla la diffamazione online come circostanza aggravante della diffamazione perche' realizzata tramite internet che viene considerato un mezzo di pubblicita', perche' idoneo e sufficiente a trasmettere un messaggio diffamatorio a una pluralita' di soggetti. Perche' il reato si realizzi e' richiesta la presenza necessaria e contemporanea dei seguenti elementi: l'offesa alla reputazione di un soggetto determinato o determinabile, la comunicazione di tale messaggio a piu' persone e la volonta' di usare espressioni offensive con la consapevolezza di offendere (c.d. dolo generico).

La reputazione e' l'interesse tutelato da parte del legislatore e viene intesa come quella stima di cui l'individuo gode in seno alla societa' per le caratteristiche che gli sono proprie. Per ledere la reputazione quindi sono necessarie espressioni non vere, offensive, denigratorie o espressioni dubitative, insinuanti, allusive, sottintese, ambigue, suggestionanti, se per il modo con cui sono dette fanno sorgere nel lettore un plausibile convincimento sull’effettiva rispondenza a verita' dei fatti falsi narrati. La vittima oggetto della diffamazione deve essere invece una persona determinata o determinabile. L'individuazione dell'effettivo destinatario dell'offesa e' condizione essenziale ed imprescindibile per attribuire all'offesa una rilevanza giuridico-penale.

La diffamazione e' un reato istantaneo che si consuma con la "comunicazione a più persone". Trattandosi ad esempio di un forum, tale elemento si realizza con il postare il proprio messaggio e si consuma nel momento e nel luogo in cui i terzi percepiscono l'espressione ingiuriosa e dunque, nel caso in cui frasi o immagini lesive siano state immesse sul web, nel momento in cui il collegamento viene attivato (Cass. pen. Sez. V, 21/06/2006, n. 25875). Da sottolineare come si configuri anche nel caso in cui il board non fosse pubblico ma richiedesse una registrazione per leggere i messaggi.

Ai fini della sussistenza dell'elemento psicologico nei delitti di diffamazione, non e' necessaria l'intenzione di offendere la reputazione della persona, ma basta la volonta' di utilizzare espressioni offensive con la consapevolezza di offendere. Come e' facile notare questo tipo di atteggiamento, direttamente rilevabile in base alle frasi e al significato delle parole oggetto di diffamazione, e' uno degli elementi che permette di tracciare il limite tra diritto di critica, tutelato ampiamente dalla liberta' di pensiero, e la disciplina delittuosa.

L’articolo 21 della Costituzione dispone che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" ma tale diritto incontra dei limiti specifici qualora l'opinione espressa giunga a ledere l'altrui onore e reputazione. Quindi il diritto di critica e la liberta' di opinione non possono essere equivocate con la liberta' d’insulto, di offesa, di diffamazione dell'altra persona. Un principio costante della giurisprudenza e' che la critica, per quanto forte e spregiudicata possa essere, non debba mai diventare insulto, dileggio, disprezzo della persona. Qualora cio' avvenga non si e' piu' in presenza di una critica ma di una diffamazione! Per cio' che riguarda l’imputabilita' non dimentichiamoci che la responsabilita' penale e' personale, pertanto l’hosting provider che consente agli utenti di accedere ad un newsgroup non puo' essere ritenuto responsabile per i messaggi che passano attraverso i propri elaboratori. Cio' in quanto il provider si limita a mettere a disposizione degli utenti lo "spazio virtuale" dell'area di discussione e non ha alcun potere di controllo e di vigilanza sugli interventi che vi vengono man mano inseriti (Trib. Lucca, 20/08/2007). Allo stesso modo il gestore del forum sara', caso mai, responsabile solo della negligenza di controllo oppure per la mancata rimozione del commento denigratorio, dopo che gli sia stato fatto notare ed esso sia realmente offensivo.

Diversamente la giurisprudenza ha avuto modo di individuare anche il confine tra critica e diffamazione che emerge dal rispetto di principi quali la continenza espositiva, la verita' e la pertinenza dell’informazione. Pertanto, l’autore di messaggi su forum o newsgroup che con i suoi commenti critichi prodotti o servizi, utilizzando un linguaggio educato, non denigratorio o insinuante senza la volonta' e la consapevolezza di offendere, non potra' temere nessun tipo di azione legale rientrando la sua condotta nelle liberta' di espressione e di critica garantite dal dettato costituzionale.

Un Forum e' sempre un luogo pubblico, dove la gente si trincera dietro un nick e crede o pensa che tutto sia possibile, anche offendere, a creare malcontento e fastidi agli altri utenti, fosse anche contro una sola persona, riconoscibile o meno.
Cio' non toglie che tale persona, cioe' chi offende, debba comunque comportarsi secondo le regole del Paese ove risiede. E non mi si venga a dire che magari si risiede all'Estero perche' le norme italiane sono molto blande rispetto a quelle di certe nazioni europee e americane.

Quindi attenti, il rispetto reciproco e' la base per una sana discussione, che porti dei validi contenuti e aiuti a chi approccia questo ambiente per sapere, conoscere, dividere, condividere e trarne il massimo giovamento.
Se ritenete che il messaggio di un utente non sia corretto allora scrivetegli in privato e elencategli tutte le vostre ragioni perche' ritenete abbia scritto un messaggio erroneo, sara' poi sua cura correggersi.

Se lo fate voi potreste incorrere in una denuncia penale anche rilevante.

E non pensiate che le autorita' non siano in grado di entrare in un semplice forum e cogliere tutti gli aspetti relativi a ciascuno degli utenti, quali nomi e cognomi, email, indirizzi, IP e quant'altro necessario per l'identificazione di chi ha commesso il reato e la conseguente rubricazione alle autorita' preposte.
Del resto la Polizia Postale italiana ormai riesce a ottenere tutte le necessarie informazioni anche da un colosso della mistificazione come Facebook.

19
Lavoro: opinioni a confronto / E-COMMERCE
« il: 05 Novembre 2012, 10:01:04 »
Prima i ringraziamenti, a CASTAX per l'opportunita' di parlare di un argomento che puo' fare la differenza, in particolare per chi non ha le risorse necessarie a intraprendere una nuova vita in lidi esotici, non ha l'eta' (mi ricorda una vecchia canzone), non conosce le lingue, magari soffre per un'invalidita' o semplicemente non se la sente di espatriare e andarsene all'avventura troppo lontano da casa propria.

Di cosa stiamo dunque parlando?

Dell'e-Commerce, del commercio online e, in questo caso affrontero' anche il discorso del cosidetto DropShipping.

Uno dei pochi canali di vendita che si sta sviluppando in questo periodo di crisi e' il commercio elettronico.
Anche se in Italia siamo ancora indietro rispetto ad altri paesi europei piu' evoluti, la dimensione del fenomeno comincia a essere interessante anche in Italia.

Leggo su internet che:
• Il valore dell’e-commerce in Italia e' di circa 10 miliardi di euro (307 in Europa)
• gli acquirenti online (almeno un acquisto negli ultimi 12 mesi) sono 5,6 milioni.
• I negozi online secondo la CCIAA di Milano sono circa 6.000
• il rapporto negozi/popolazione reale e' circa 1:50 mentre il rapporto negozi online/acquirenti online e' 1:1000.

Leggendo questi dati viene subito da pensare quanta poca concorrenza esiste nel commercio elettronico rispetto alla distribuzione fisica.
Indubbiamente c'e' molto da fare per arrivare ai volumi di vendita e presenza degli altri Paesi europei piu' evoluti del nostro, ma la porta e' aperta e oggi l’e-commerce rappresenta una grande opportunita' in una situazione di crisi come questa perche' molti acquirenti sono alla ricerca di soluzioni maggiormente convenienti, aiutati da una concorrenza online ancora modesta, in alcuni settori quasi assente come per esempio per i prodotti alimentari, gli elettrodomestici, ecc.
Perche' – cosa non da poco – l’e-commerce consente di mettere in piedi una organizzazione di vendita anche senza disporre di distributori internazionali e di risorse ingenti.

E poi c'e' il Drop Shipping, alla lettera spedizione a goccia.

Che significa? Per Drop Shipping (anche conosciuto come drop ship o dropshipping) si intende un modello di vendita grazie al quale il venditore vende un prodotto ad un utente finale, senza possederlo materialmente nel proprio magazzino. Il venditore, effettuata la vendita, trasmettera' l'ordine al fornitore che in questo caso viene chiamato "dropshipper", il quale spedira' il prodotto direttamente all'utente finale.
In questo modo il venditore si preoccupa esclusivamente della pubblicizzazione dei prodotti, senza le relative incombenze legate ai processi di imballaggio, spedizione e garanzia che invece sono a cura del fornitore.

La formula permette degli indubbi vantaggi per il venditore (drop shipping), per esempio la possibilita' di crearsi un'attivita' di vendita senza necessita' di investire capitali e quindi non necessita di magazzini o dipendenti. Puo' vendere sia personalmente che attraverso siti internet di commercio elettronico o di aste online.
Mentre i vantaggi per il fornitore (dropshipper) sono indubbiamente dati dall'aumento anche consistente della propria rete vendita, dalla maggiore capillarita' di penetrazione dei mercati sia tradizionali che online.

Il sistema Drop Shipping poi si adatta perfettamente con le aste online. Il sistema di vendita in "Drop Shipping" nacque in America, oltre dieci anni fa, e si e' maggiormente diffuso anche grazie alla crescita di siti di aste online, che hanno permesso a migliaia di venditori che operano su siti come eBay, di proporre quotidianamente i prodotti messi a disposizione dai DropShippers, sui loro negozi virtuali, guadagnando la differenza di prezzo tra il costo del DropShipper ed il prezzo di vendita finale effettuata online.

Il Drop Shipping in Italia e' ancora agli albori, ma sta crescendo con percentuali incredibili in questo tempo di crisi anche se l'Italia è rimasta indietro rispetto agli Stati Uniti e solo poche aziende iniziano ad offrire il servizio di Drop Shipping, ampliando, cosi', l'offerta di prodotti disponibili con tale sistema.

Dalla crisi non si fugge, si fronteggia, si vince combattendola, in questo caso utlizzando i prodotti che il mercato globale in parte artefice della stessa crisi finanziaria, mette a disposizione. E teniamo ben presente che il Drop shipping e' una vera rivoluzione nelle vendite online.
Nei principali paesi del mondo soprattutto negli USA piu' del 50% delle vendite viene effettuato tramite questo sistema innovativo. I Dropshippers, ovvero le aziende che intendono mettere in vendita i propri prodotti affidandosi a un nuovo modello di venditori, vendono a prezzi di grossista i propri prodotti e al venditore non resta altro che comunicare al dropshipper l’avvenuta vendita.

A questo punto l’azienda che possiede il prodotto spedira' direttamente al cliente del venditore il materiale venduto. L’utilizzo di questo sistema si ha in gran parte su eBay e in parte minore nei negozi di e-commerce e il suo utilizzo e' massiccio per i vantaggi legati alla riduzione o annullamento degli investimenti nel magazzino. Un altro grande vantaggio e' quello vendere senza dover anticipare neppure un euro iniziale! (se non per forme pubblicitarie) Questa e' una grande differenza rispetto al commercio elettronico in generale soprattutto in Italia.

Solitamente viene speso del denaro inizialmente per poter acquistare merce da poter vendere in seguito, considerando che potremmo anche non vendere tutto, che restano i classici fondi magazzino, e poi doversi accollare i saldi non sempre realizzabili se il nostro e' un e-commerce. Quindi in questo modo si verifica una uscita preventiva di denaro a fronte del quale ci dovra' essere (se ci sara') un eventuale vendita.
Riassumendo prima paghi la merce e poi incassi, facendo così si potrebbe verificare un forte discrepanza tra le entrate e le uscite e potresti incassare i soldi investiti anche dopo mesi dall’uscita finanziaria.

Nel Drop Shipping invece non e' cosi' perche' Prima Incassi e Poi Paghi il prodotto a chi te lo ha fornito.
E' l'uovo di Colombo!
E' una vera rivoluzione per il commercio online, un punto di vista completamente differente, un ribaltamento del paradigma commerciale tradizionale. Cosi' siete protetti anche da una eventuale non vendita, infatti per esempio se non doveste vendere il prodotto non avrete nessuna perdita al riguardo per un mancato guadagno dovuto ad una futura vendita a prezzi ribassati.

Cosa serve per vendere con il Drop Shipping? Le uniche cose che serviranno saranno quelle di aver delle ottime foto sul prodotto che state vendendo e che corrispondano il piu' possibile alla realta', una descrizione della merce in modo tale da attirare la vendita e costi e tempi di spedizione per i paesi dove intendete vendere. Quindi il venditore non ha piu' l’onere della logistica e di tutti i problemi ad esso collegati, e l’unica sua azione e' quella di promuovere il prodotto (su facebook per esempio, utilizzando AdWords di Google o altri) e di creare delle ottime presentazioni.
Con il Drop Shipping c'e' la concreta possibilita' di dedicarsi alla vendita e di selezionare i prodotti che secondo voi sono piu' vendibili, per esempio i prodotti di nicchia che vanno fortissimo all'estero e anche in Italia e esaminare direttamente e personalmente il mercato e capire quali sono i prodotti che si possono vendere di piu', dove, con quale sistema e a che prezzo.

Non c'e' molto da fare, la creazione richiede poche e semplici azioni, forse la fase piu' complicata e' aprire la societa', registrare la partita IVA, chiedere eventuali autorizzazioni.

Ci sono varie associazioni che se ne occupano, fra queste l'AICEL (associazione italiana commercio elettronico) che possono fornire un esempio concreto, e poi vari siti che forniscono il software necessario e assistenza per costituire un contratto con paypal, eBay, circuiti si carte di credito, fornitori, software e tutto quello che possa servire per iniziare e battere la crisi a casa nostra.

Parliamone dunque!

20
Offerte di lavoro / CONSIGLI PER CHI CERCA LAVORO
« il: 05 Novembre 2012, 04:26:57 »
Bullhorn Reach, società leader della selezione usando i social media, ha pubblicato i risultati di un sondaggio che identifica i cinque comportamenti da parte del candidato che riducono le probabilità di essere assunti.
Al sondaggio anonimo hanno partecipato 1500 selezionatori.

Essi hanno rivelato che il fare domanda per un posto di lavoro per il quale il candidato è ovviamente non qualificato è la cosa che odiano di più.

Il 30% di selezionatori ha infatti citato questo come motivo principale per rispondere negativamente ai candidati.

Il 43% di loro ha addirittura detto che includerebbero tali candidati su una “lista nera” in modo da evitare di prenderli in considerazione per future posizione lavorative.

Gli altri quattro comportamenti negativi da parte del candidato sono:

esagerare le proprie qualifiche sul curriculum (secondo il 21% di selezionatori)
concentrarsi in particolare sulla questione salario rispetto agli altri fattori relativi al posto di lavoro (15%)
rispondere ad un annuncio di lavoro i cui requisiti sono ben superiori rispetto al vostro livello di esperienza (13%)
chiamare al telefono oppure mandare una e-mail più di una volta alla settimana per sapere a che punto della procedura di selezione ci si trova (11%)
Art Papas, CEO di Bullhorn, ha commentato “alcuni candidati non hanno alcuna idea di come il proprio comportamento può essere un deterrente nel loro sforzo di trovare un posto di lavoro. Si spera che i risultati di questo sondaggio  possano aiutare i candidati a capire il punto di vista dei selezionatori in modo da presentarsi meglio in futuro e rendere così più semplice il lavoro del selezionatore stesso.”

Parte del sondaggio chiedeva anche quali sono gli attributi che distinguono positivamente un candidato rispetto alla concorrenza.

Questi sono:

il 57% dei selezionatori indica la personalità del candidato in sintonia con quella dell’azienda
il 50% dice “come si presentano al colloquio di lavoro”
il 32% ha citato il nome di ditte presso le quali il candidato ha lavorato in passato
il 29% ha citato la raccomandazione (nel senso anglosassone della parola, ndr) di un amico o collega
invece meno del 4% ha citato “il nome della scuola frequentata” come fattore di differenziazione positiva.

Un fattore invece negativo è quello relativo ai periodi di disoccupazione.

Se le date relative all’impiego e all’istruzione menzionate nel curriculum non si allineano perfettamente, l’89% dei selezionatori ipotizza che il candidato sia stato disoccupato.

Il 47% dei selezionatori collegano il titolo “self-employed” (lavoratore autonomo) all’essere disoccupato.

Il 42% dei selezionatori pensa che il titolo di “independent consultant” voglio invece dire in realtà disoccupato.

Infine alcuni consigli:

non nascondete il vostro entusiasmo: meno del 5% dei selezionatori ha detto che “apparire disperati per un posto di lavoro” era il fattore negativo principale del comportamento del candidato
siate socievoli e rilassati: il 95% dei selezionatori sceglierebbe qualcuno che è “socievole, collabora con gli altri ed ha un quoziente di intelligenza nella media” rispetto a qualcuno che è “introverso, non dimostra emozioni ma ha un quoziente d’intelligenza da genio”


fonte: italiansinfuga.com

21
Vorrei trasferirmi in..... / St. Kitts & Nevis
« il: 28 Ottobre 2012, 14:07:44 »
A chi fosse interessato, St Kitts & Nevis sono due isole situate nel Mar dei Caraibi, esse formano una federazione che copre la superficie di 261 kmq, con una popolazione di 40.000 abitanti. La capitale e' Basseterre situata nel territorio di St. Kitts. Il paese e' di lingua inglese ma non e' ne una dipendenza ne una colonia della Corona Britannica puo' cosi' evitare la tassazione UE.
Tuttavia, il suo sistema giuridico si basa sulla common law inglese.
Che vantaggi ci sono?
Molteplici. Innanzitutto si e' nei Caraibi, il clima e' caldo, in qualsiasi stagione, poi le principali attivita' economiche sono il turismo e l'agricoltura (canna da zucchero), nonche' servizi finanziari offshore (in particolare bancario).

Mentre St. Kitts e' concentrata sullo sviluppo industriale e turistico, Nevis si concentra sulla crescita del segmento di mercato Offshore. La legislazione della Federazione e' in linea con i principi dell'OCSE e del GAFI. La valuta nazionale e' il Dollaro dei Caraibi orientali.

Perche' propongo questa destinazione? Per varie ragioni.
Prima di tutto aprire una societa' e' semplice ed economico le tasse sono basse (per le societa') e inesistenti o molto limitate per il privato infatti non c'e' alcuna imposta sul reddito a St. Kitts e Nevis.
Cio' nonostante i cittadini di altri paesi quindi compresa l'Italia devono ottenere un permesso di lavoro. L'IVA e' del 18% e viene applicata a privati ​​e aziende. Non ci sono tasse ma individualmente e in presenza di un reddito evidente, si e' suscettibili di un contributo sociale a non più del 10% sullo stipendio, il massimo contributo mensile e' di US$ 6.500 (con uno stipendio mensile di US$ 65,000).

Per le imprese si applica una imposta reddito alla fonte e si applica alle imprese che svolgono un'attivita' economica sul territorio, ma le aziende non sono soggette ad alcuna imposta se le loro transazioni sono realizzate esclusivamente con soggetti non residenti. Cosa suggerisce questo?
Se aprite una societa' per esempio di software o servizi online o altro che non vende sul territorio di St Kitts & Nevis ecco che non pagherete le tasse. Inoltre, non esistono alcun tipo di tasse sulle transazioni immobiliari.

Una tassa del 20% si applica sulla plusvalenza risultante dai capitali ed esclusivamente per le operazioni connesse alle attivita' di St. Kitts e Nevis.

A chi interessa maggiori informazioni qui:
ST KITTS & NEVIS
UFFICIO IMMIGRAZIONE
VISTI

22
Offerte di lavoro / LIDL ASSUME
« il: 27 Ottobre 2012, 16:55:47 »
Ci siamo ragazzi. Nuove opportunità di lavoro arrivano nuovamente dalla Grande Distribuzione Organizzata e, in particolar modo, dalla catena di supermercati tedesca Lidl. L’azienda è alla ricerca di nuovo personale sia per i suoi supermercati che per la sua sede centrale e in tutta Italia è possibile avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato. In particolare, Lidl è alla ricerca di COMMESSI SPECIALIZZATI per le sedi di San Mauro Pascoli (FC); Bologna; Nizza Monferrato (AT); Lana (BZ), Lagundo (BZ) e Laces (BZ). Tra i requisiti minimi richiesti c’è il diploma e la conoscenza dell’informatica. ADDETTI VENDITA per le sedi di Bologna; Lana (BZ), Lagundo (BZ), Laces (BZ). Tra i requisiti richiesti c’è il diploma. RESPONSABILI DI FILIALE per le sedi di Osimo (AN); Vercelli e Alessandria. Tra i requisiti richiesti c’è gestione del personale, laurea ed esperienza nel settore; RETAIL MANAGER – CAPO SETTORE per le sedi di Bolzano; Verona / Vicenza e Friuli Venezia Giulia. Tra i requisiti richiesti c’è formazione universitaria ed esperienza nel mondo GDO o Retail. Responsabile Personale & Sociale per la Sicilia e varie figure professionali per la sua sede di Verona. Tutti coloro che sono interessati possono inviare il proprio curriculum vitae direttamente dal sito dell’azienda compilando l’apposito form per la candidatura online presente in ogni offerta di lavoro. Le offerte di lavoro sono estratte dal sito web della Lidl, visibili (con le altre posizioni aperte in questo momento) a questo url: http://www.lidl.it/cps/rde/xchg/lidl_it/hs.xsl/4193.htm

23
L'Italia / Niente scontrino? Puoi andartene senza pagare!
« il: 27 Ottobre 2012, 11:36:57 »
Per contrastare l'evasione fiscale, il ministro dello Sviluppo greco intende autorizzare i clienti di bar, negozi, ristoranti e caffè che non riceveranno un regolare scontrino fiscale ad andarsene senza pagare. Lo riferisce il quotidiano "Kathimerini", secondo il quale questa misura, "senza precedenti al mondo" fa parte di un pacchetto di misure che il governo greco intende mettere insieme per contrastare l'evasione fiscale e proteggere i consumatori.
Nel pacchetto legislativo all'esame del governo e che potrebbe essere varato già la prossima settimana, nell'ambito del negoziato con la Troika, c'è appunto il diritto del consumatore, che abbia consumato o acquistato dei beni o dei servizi, di non pagare se il negoziante non gli fornisce una ricevuta che convalidi la transazione. Inoltre bar e ristoranti dovranno evidenziare nei loro menu questo nuovo diritto dei consumatori.

IN ITALIA QUANDO?

24
L'Italia / Imu alla Chiesa, l’Ue entra a gamba tesa sul governo
« il: 25 Ottobre 2012, 11:35:41 »
Diventa sempre più scottante per il governo il dossier che riguarda l’Imu alla Chiesa.

A tornare alla carica sull’argomento questa volta sarebbe addirittura l’Unione europea. Secondo quanto riportato infatti dal quotidiano MF, la Commissione guidata da Barroso avrebbe inviato un messaggio molto chiaro al ministro dell’Economia Vittorio Grilli: bisogna far pagare la nuova imposta sugli immobili alla Chiesa e inoltre, si dovranno recuperare gli arretrati sulla vecchia Ici fino al 2006.

Una brutta tegola per il governo che, tra bocciature del Consiglio di Stato, insofferenze da parte dell’opinione pubblica e mugugni delle amministrazioni locali , stava cercando in tutti i modi di mettere la parola fine alla vicenda. “Se la notizia della presa di posizione dell’Unione fosse confermata – commenta Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e responsabile finanza locale dell’Anci – noi lo interpreteremmo come uno stimolo ulteriore a fare chiarezza, tra l’altro, non solo sul pagamento da parte di Chiesa e di associazioni no profit, ma anche su tutta una serie di altre questioni legate alla nuova imposta, che risultano ancora poco chiare”.

Insomma un assist europeo, che i sindaci vogliono sfruttare per rimettere il fiato sul collo al governo, che intorno alla vicenda dell’Imu, secondo gli amministratori locali, avrebbe commesso ben più di un’imprudenza . Non ultima quella di aver imposto alle municipalità di versare nelle casse dello Stato gli eventuali avanzi calcolati mettendo a confronto gli introiti della nuova Imu con quelli della vecchia Ici del 2010. “In questo balletto di cifre in gioco c’è circa un miliardo di euro – fa notare Castelli – che il governo non ha ancora detto come vuole recuperare”.

Una cifra, guarda caso, che sarebbe pari proprio a quella che secondo le stime più attendibili, fatte dall’Anci stessa, dovrebbe essere versata dalla Chiesa per gli arretrati sulla vecchia Ici. Si tratta di circa 200 milioni all’anno a partire dal 2006, soldi che ora l’Unione vorrebbe a tutti i costi che lo Stato italiano recuperasse, pena la comminazione di una pesante maxi-multa. “Certo, potrebbero essere fondi utili a coprire alcuni squilibri – dice ancora Castelli –, anche se sarebbe scorretto fare affidamento su queste risorse, ancora in forse, per ripianare dei buchi dovuti soprattutto alla lacunosità di una legislazione sull’Imu da imputare solo al governo”.

IMU, ECCO QUANTO CI PERDONO I COMUNI
Ora l’esecutivo pare essersi impegnato entro dicembre a trovare una soluzione, che a questo punto dunque non potrà non tenere conto anche del fermo richiamo giunto da Bruxelles. Una piccola consolazione, a ben vedere, anche per tutti i contribuenti, che dietro il buco creato dal mancato pagamento da parte della Chiesa, hanno sempre intravvisto con terrore la possibilità che il governo rimettesse mano alle aliquote base già decise. Una possibilità che, è sempre bene ricordarlo, il governo si è concesso per legge fino al prossimo 10 dicembre.

“Spero che il governo – attacca Castelli – si decida finalmente, sull’onda anche di questo sollecito europeo, a fare presto chiarezza intorno ad ogni aspetto dubbio dell’Imu. Tenendo tra l’altro sempre presente che il vero chiarimento ci sarà quando la nuova tassa sugli immobili sarà trasferita totalmente ai Comuni. Una prospettiva – conclude Castelli - che, come ha annunciato lo stesso Grilli in un convegno pubblico dell’Anci, dovrebbe divenire realtà a partire già dal 2013”.

fonte panorama.it

25
Offerte di lavoro / OGNI SOGNO E’ REALIZZABILE
« il: 25 Ottobre 2012, 10:08:22 »
Non trovavo lavoro, me ne sono inventato uno. Adesso sono felice.

Piu' o meno deve aver pensato questo una signora in Galles che da mesi non trovava lavoro.
Come ha fatto? Aguzzando l'ingengo si riesce a cambiare il proprio stile di vita.
Un'ispirazione potreste averla anche voi, partendo magari dalla lettura delle esperienze altrui Sai che faccio? Il mestiere me lo invento

Ci sono ragazze di 25 anni che dicono “I miei pensieri sono troppo ben radicati per essere cambiati”
Ci sono uomini di 60 anni che dicono “Sono troppo avanti con gli anni per cambiare idea” Ci sono persone che dicono “Ormai e' troppo tardi per realizzare i miei sogni”
Ma davvero e' così?
Ogni persona, ogni giorno, in modo del tutto inconscio, si crea dei limiti mentali  che ostacoleranno la realizzazione dei propri sogni.

Facciamo qualche esempio

Desidero diventare attore – attrice ma ho gia' 60 anni, e' tardi!
Ma e' vero???
Fate un semplice esercizio, sedetevi sul divano e iniziate a guardare la televisione, non seguite un film attentamente, non entrate nella trama, semplicemente guardate le immagini attentamente. Nei film ma anche nelle pubblicita', ci sono ruoli per persone di tutte le eta', di tutte le razze, alte, basse, grasse, magre, riccie, more, bionde, bianchi, pelati e persino diversamente abili.
Si, tutti possono farlo, basta provarci!

Diverse nonne, hanno appreso come si usa il computer e navigano in internet.
Donne e uomini di tutte le eta' scrivono libri, dipingono, compongono canzoni, realizzano i propri sogni. Io ho scoperto la passione di scrivere in tarda eta', devo lasciar perdere? Assolutamente no, e' giusto che provi, e' un'altra possibilita' che devo percorrere.

Qualche settimana fa ho rivisto il film “Non e' mai troppo tardi” con Jack Nicholson.
La trama racconta come due uomini “di una certa eta'”, scoprono di essere malati terminali e fanno una lista di cose che vogliono fare prima di morire.
Quante volte anche noi abbiamo fatto questa lista? Forse molte volte... ma abbiamo mai cercato seriamente di realizzarli?
Questi due uomini, spinti dall’idea che ormai la vita sta finendo, iniziano a muovere i primi passi, consapevoli che non hanno piu' tempo per rimandare.
Cosi' si lanciano con il paracadute, visitano i luoghi piu' belli del mondo, iniziano a vivere… E noi? Vogliamo aspettare anche noi il momento in cui non possiamo piu' rimandare perchè non c’e' piu' tempo? E se la vita finisse all’improvviso, senza dirci che “abbiamo ancora 6 mesi, se tutto va bene”?

OGNI SOGNO E’ REALIZZABILE,
La prima condizione e' provarci.
Provateci adess che siete alla disperata ricerca di un lavoro, che siete quasi alla disperazione, sara' piu' facile perche' crederete in qualcosa e non vedrete tutto nero. Uscite dallo schema mentale che e' tardi, che non capitera' a te perche' sei sfortunato, brutto, alto, basso, magro….perche' sei tu!
Hai un sogno, un desiderio? Bene, inizia da subito. Cambia tutti i pensieri limitanti, lo puoi realizzare! Ogni pensiero si puo' cambiare, poco importa da quanto tempo fa parte di noi, quante volte lo abbiamo sentito dire verso di noi.
E’ 25 anni che ti dicono che sei così ? Bene, hai davanti a te almeno altri 70 anni per dimostrare che puoi cambiare. Per 50 anni hai pensato che sei troppo diverso dagli altri? Bene, hai almeno altri 40 anni per fare leva sulle tue diversita' e trasformarli in punti di forza!

Puoi iniziare a cambiare e a realizzare il tuo sogno fin da ora, prendi in mano la tua vita. Sei ancora in tempo!!!

26
Cerco lavoro / LAVORO: ATTENZIONE ALLE TRUFFE
« il: 25 Ottobre 2012, 06:49:31 »
Tra le migliaia di offerte di lavoro pubblicate ogni giorno su internet (ma non solo), purtroppo qualche volta si possono nascondere "fregature" e vere e proprie truffe: spesso partono da annunci che non sono in realta' offerte di lavoro, bensì specchietti per le allodole che nascondono stratagemmi piu' o meno sofisticati per estorcere denaro o comunque sfruttare a sua insaputa il malcapitato che dovesse abboccare.

Visto che le dimensioni del fenomeno si sono fatte preoccupanti, anche in questo forum, ho indagato sul web e scoperto che i furbi e disonesti si presentano in vari modi a seconda dei casi, ma hanno tutti lo stesso scopo, sempre: fare soldi per conto proprio a danno di (e non "grazie a") chi invece crede di aver finalmente trovato un lavoro che gli permetta di migliorare la propria situazione.
Questi personaggi sanno benissimo che chi cerca lavoro si trova spesso in una posizione vulnerabile, e tra questi ci sono persone che, per ingenuita' o spinte dalla disperazione, sono pronte ad accettare proposte fumose e a ignorare i pericoli, arrivando addirittura a pagare, a rischiare, e perfino a coinvolgere nella truffa amici e familiari, ingannandoli inconsapevolmente a loro volta.
Si tratta di pratiche detestabili, oltre che illegali nella maggior parte dei casi: grazie anche a questa piccola guida, sara' più facile riconoscere ed isolare i truffatori, denunciarli alle autorita', e lasciare il giusto spazio alle offerte di lavoro reali ed oneste.

Quali sono le caratteristiche di un annuncio di lavoro truffa?

Incominciamo dai segnali d'allarme: quando un annuncio di lavoro presenta una o piu' di queste caratteristiche, dovete prestare la massima attenzione:

1- L'annuncio si presenta in forma anonima (ricordo che in Italia è illegale pubblicare annunci lavorativi in forma anonima - art. 9 dlgs. 276/2003)

2- L'offerta arriva all'interno di una email non richiesta, da uno sconosciuto, e contiene un link o una richiesta dei vostri dati personali: spesso e' un tentativo di truffa (phishing)

3- L'annuncio non spiega che lavoro si offre, c'e' solo un invito a contattare qualcuno per saperne di piu'

4- Non si riesce a sapere il nome dell'azienda (questa riservatezza e' tuttavia la prassi nelle agenzie per il lavoro autorizzate dal ministero del lavoro: se avete dubbi, richiedete il loro certificato)

5- C'e' un "mistero" riguardo a cosa sia effettivamente il lavoro, e chi ha inserito l'annuncio pretende di incontrarvi di persona prima di svelarvi questo "segreto"

6- E' richiesto di sostenere spese iniziali per ottenere il lavoro (per esempio, per acquistare attrezzature, per sottoscrivere abbonamenti o per ottenere condizioni "agevolate" per l'attivita')

7- Spesso non si parla di "stipendi" o "retribuzione", ma solo di generici "guadagni" spesso variabili, mai precisi

8- Non si fa riferimento alle competenze del candidato, oppure si dice che tutti potrebbero fare questo lavoro con requisiti tanto generici da risultare fasulli (es. "volonta' di impegnarsi" o di "costruirsi un futuro")

9- L'annuncio riporta solo un numero di cellulare, o un account msn/skype, o ancora un indirizzo e-mail generico (come Alice o Gmail) invece di uno aziendale (@nomeditta.com) o un numero di rete fissa

10- Chi ha inserito l'annuncio si comporta in modo "strano": sollecita una risposta rapida, o sembra che stia cercando di entrare in contatto con un gran numero di persone (per esempio con Facebook)

Se incontrate un annuncio di questo tipo, non e' detto che sia necessariamente una fregatura, ma averne il sospetto sarebbe piu' che legittimo. Percio', controllate in modo scrupoloso prima di rispondere e di accettare qualunque cosa. E soprattutto MAI pagare per lavorare, il lavoro e' un diritto.

Quali sono le insidie più diffuse nei lavori fregatura?

Vediamo ora un po' piu' nel dettaglio le fregature ricorrenti che si trovano a volte mescolate tra le offerte di lavoro:

1- Multi-level marketing: chi diventa "partner" dovrebbe procurare a sua volta nuovi clienti all'attivita', reclutando altre persone e facendo sottoscrivere loro contratti o accordi simili a quello che ha sottoscritto lui. Brevemente, la verita' e' che in questi sistemi ci guadagnano solo gli ideatori, perche' lo schema non e' sostenibile. Ricordo che i meccanismi definiti Multi-level marketing, MLM, Network Marketing, Marketing piramidale, catene di S.Antonio o schemi di Ponzi, in Italia sono illegali (art. 5 L. 173/2005)

2- Club, circoli e associazioni di acquisto e shopping: come sopra, vi viene offerta una tessera (a pagamento) che vi permette di ottenere sconti di vario tipo, e dei compensi se fare sottoscrivere la tessera a qualcuno (con ulteriori promesse di guadagni dagli iscritti sotto di loro). Messa cosi' non sara' illegale, ma di sicuro non e' un lavoro (chiedete in giro, quasi nessuno guadagna davvero con questi programmi).

3- Trasferimenti di denaro: chi vi offre commissioni per far transitare denaro sui vostri conti correnti, con ogni probabilita' sta cercando di coinvolgervi in un'operazione di riciclaggio di denaro sporco (che e' un reato penale). Evitatelo, perche' si tratta di un'attivita' illegale anche da parte vostra, e rischiate una denuncia.

4- C'è chi organizza messincene fingendo di offrire lavoro, dando addirittura riscontri positivi ai candidati, con l'unico scopo di farli chiamare un numero a tariffazione speciale a pagamento (899 e simili), magari per conoscere l'esito di un finto colloquio.

5- A volte l'unico motivo per cui vi si dice di aver superato le prime selezioni e colloqui e' quello di farvi frequentare un corso a pagamento, che pero' non garantisce in alcun modo una futura assunzione: spesso infatti la sedicente "azienda" non fa nient'altro, e questi corsi non servono a niente. Le aziende serie, quando non scelgono direttamente collaboratori gia' formati, normalmente pagano di tasca propria la formazione dei propri dipendenti.

6- Annunci di lavoro rivolti ad hostess per eventi o ragazze immagine, purtroppo a volte hanno a che fare con la prostituzione.

7- Annunci di lavoro nello spettacolo: sedicenti registi o manager televisivi propongono a volte servizi fotografici o provini a pagamento, ma l'ingaggio prospettato si rivela spesso una falsa promessa solo per far pagare il book fotografico.

Infine, quando sentite parlare di lavoro da svolgere a casa, ricordate che in questo ambito le proposte serie ci sono, anche se non sono molte: purtroppo parallelamente ad esse si celano anche molte trappole: prestate particolare attenzione percio' se l'annuncio riguarda un lavoro a domicilio!

Come difendersi dalle truffe che sembrano offerte di lavoro

Ecco alcuni consigli utili per difendersi dalle truffe mascherate da offerte di lavoro:

a) Cercate di informarvi sull'azienda, sia attraverso il loro sito internet e sia chiedendo ai vostri conoscenti

b) Cercate su Google il nome dell'azienda insieme con la parola "truffa", e controllate attentamente i risultati

c) Cercate su Google l'email dalla quale avete ricevuto la proposta insieme con la parola "truffa", e controllate attentamente i risultati, se proviene dall'estero invece di truffa usate "fake".

d) Cercate anche il nome dell'azienda insieme con le parole "multi level marketing", "network marketing", ecc.

e) Chiedete sempre i riferimenti delle persone con cui parlate: nome, cognome, telefono, ruolo in azienda

f) E' un vostro diritto informarvi sul lavoro per cui vi candidate: non esitate a chiedere chiarimenti per qualsiasi vostro dubbio (o sospetto)

g) Chi chiede i vostri dati personali, e' obbligato a mostrarvi una copia dell'informativa sulla privacy, la quale deve riportare tutti i dati del responsabile, se si tratta di un'azienda estera deve fornire le certificazioni a operare, esiste infatti un documento specifico.

h) Prima di cominciare qualsiasi incarico, pretendete sempre una copia scritta del contratto, timbrata e firmata dal datore di lavoro.

L'ultimo punto e' sempre valido, e vale in special modo nei casi in cui e' previsto un "periodo di prova" non retribuito: non avere una paga non significa perdere tutti gli altri diritti che sono garantiti da un contratto di lavoro regolare.

i) Condividi la tua esperienza, aiuta le persone a non cadere vittima dei raggiri

k) Impegnati anche tu per fermare truffe e raggiri: se hai esperienza di annunci di lavoro che nascondono fregature, racconta la tua storia nei blogs, nel forum, ovunque ci siano persone che cercano disperatamente un lavoro e non lo trovano.

j) Se davvero hai esperienze negative da condividere, raccontale a tutti, aiuterai altri come te a non cascarci.

Un'ultima Nota

Alcune delle pratiche descritte in questo post (ad esempio, gli ultimi punti indicati nelle caratteristiche tipiche di un annuncio di lavoro truffa, che invece sono una consuetudine in particolari forme di collaborazione) non hanno in se nulla di male, tuttavia ritengo che se si parla di lavoro, e piu' precisamente di annunci e offerte di lavoro, si debba parlare principalmente di prestazioni lavorative subordinate o comunque regolari e trasparenti.

In una offerta di lavoro seria, non possono trovare spazio certe dinamiche "misteriose" o pseudo-imprenditoriali (se si propongono attivita' imprenditoriali - dove cioe' la persona si espone ad oneri di investimento e rischio di impresa - queste "opportunita'" dovrebbero essere presentate come tali, e non sotto forma di normali annunci di lavoro).

Credo che chi offre lavoro debba fare uno sforzo per essere trasparente al massimo, per potersi chiaramente distinguere da chi nasconde attivita' poco limpide (quando non proprio illegali) dietro quelli che solo in apparenza sembrano annunci di lavoro.

Ricordatevi che quello che fate oggi serve per aiutare tutti quelli che cercano un lavoro a riconoscere ed evitare le fregature.
Un sito costituzionale che si occupa di annunci o proposte truffa e' questo:

Consolato Douala

Altri siti che parlano di annunci di lavoro truffa:
http://www.consumatori.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3729&Itemid=325
http://www.circuitolavoro.it/28500/come-riconoscere-offerte-di-lavoro-serie
http://www.anti-phishing.it/category/false-offerte-di-lavoro
http://lavoro.excite.it/offerte-di-lavoro-truffa-come-smascherarle-N105500.html
http://www.informagiovani-italia.com/annunci_lavoro_truffa.htm

27
L'Italia / ATTENZIONE ALLE TASSE
« il: 21 Ottobre 2012, 17:21:04 »
Il redditometro, più volte annunciato nei mesi scorsi, partirà dall’analisi delle spese compiute per internet e telefono. Dal 23 ottobre i dati telefonici e di internet di tutti gli Italiani dovranno essere trasmessi all’Agenzia delle entrate.

Il direttore dell’Agenzia Attilio Befera ha firmato infatti il 6 settembre scorso il provvedimento di acquisizione definitiva dei dati telefonici e di internet che rende obbligatorie, a carico di tutti gli operatori telefonici, mobili e fissi, di tutti gli internet service provider anche wi fi, e di tutti i rivenditori di traffico telefonico, l’obbligo di comunicare tutte le informazioni relative agli abbonati: contratti, consumi e credito telefonico, attraverso internet, all’Agenzia delle entrate.

Fino a oggi l’Agenzia richiedeva esclusivamente i dati delle imprese, mentre il nuovo provvedimento comprende anche le utenze domestiche e personali quindi anche quelle dei soggetti minori.
Il tutto si reggerà sul sistema informatico Entratel gestito dall’Agenzia delle entrate.
Con qualche dubbio però.

Il garante Privacy ha dato, a più riprese, alcuni consigli all’Agenzia delle entrate in merito all’utilizzo del sistema informatico Entratel, che costituisce e costituirà la base di comunicazione dei dati di milioni di italiani.
In particolare il Garante privacy ad aprile di quest’anno aveva avvertito l’Agenzie delle entrate sui rischi per i cittadini della trasmissione e conservazione di dati personali mediante il sistema Entratel.
E in effetti i dati personali raccolti dagli operatori telefonici e di internet sono estremamente delicati.

Le società telefoniche, o meglio i colossi della telecomunicazione, per farsi concorrenza tra di loro cercano spasmodicamente di ottenere i dati dei clienti dei rivali e sono spesso disposti a spendere cifre elevatissime per entrare in possesso dei dati personali degli abbonati della società concorrente.
Una volta ottenute lecitamente o meno queste informazioni, le compagnie inviano i dati ai call center che contattano l’abbonato per proporgli nuove offerte: è per questo che ognuno di noi riceve sino allo stremo chiamate con proposte mirabolanti da parte di soggetti collegati in qualche modo alle compagnie telefoniche.

Va ricordato, tra l’altro, che la banca dati a disposizione dell’Agenzie delle entrate conterrà anche dati di soggetti minorenni, che sin dall’età di 16 anni possono essere titolari di una SIM card per cellulare: i dati dei minori sono il vero oggetto del desiderio delle società telefoniche, la propensione al consumo di questi ultimi, infatti, tra suonerie, videogames etc (e i ricavi che le società ne possono trarre) è veramente imponente.
Per evitare tutto ciò il codice per il trattamento dei dati personali prevede regole rigidissime per gli operatori telefonici e di internet.
Regole che, si presume, verranno seguite anche dall’Agenzia delle entrate.

Quale che sia la sorte dei dati inviati, il 23 ottobre gli Italiani assisteranno al debutto del “telefonometro”, che fornirà il primo banco di prova importante del nascente redditometro.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/19/parte-il-redditometro-con-internet-e-telefonia-anche-per-i-minori/387214/

28
Offerte di lavoro / CERCASI CUOCO
« il: 21 Ottobre 2012, 11:02:21 »
Cercano un cuoco per la Francia

Colloquio in Italia o via skype.

Il link e' questo OFFRESI LAVORO COME CUOCO cliccateci su e seguite le istruzioni.


ATTENZIONE: Non sono IO che offro lavoro, quindi non chiedetemi dettagli ne inviatemi email, trovate tutto quello che serve cliccando sul link.
Grazie.

29
News dal mondo & other / ITALIANI DI DOMANI
« il: 18 Ottobre 2012, 06:52:42 »
IL NUOVO LIBRO DI BEPPE SEVERGNINI «ITALIANI DI DOMANI»: L'INTRODUZIONE
Cari ragazzi, dovete sognare
Otto consigli per il futuro
Siate brutali e ottimisti. Imparando da Eraclito e Springsteen. L'Italia non cambierà finché migliaia di voi non verranno da migliaia di noi a dire: «Così non si fa»
Ve lo prometto: eviterò i sermoni e l'autobiografia. Insieme alla bici da corsa, alla cucina gourmet e allo spettacolo delle ragazze d'estate costituiscono le tentazioni di chi ha i capelli metallizzati, radi o assenti. Troverete, nelle prossime pagine, solo pochi ricordi: se li ho utilizzati è per aiutare chi legge, non per consolare chi scrive. E nessun paternalismo, spero. Noi siamo la generazione cui ancora rubavano l'autoradio: il rischio esiste. Sulla gente che offre buoni consigli quando non può più dare cattivi esempi, tuttavia, sono state scritte memorabili canzoni. L'esperienza è un antipasto preparato da qualcun altro. Si può assaggiare o rifiutare, e in ogni caso non bisogna consumarne troppo.
Il libro che state per leggere non è riservato ai laureati, ai ventenni o ai giovani: categoria vasta, generica e insidiosa. Anche se è nato nelle università - come spiegherò alla fine - Italiani di domani è destinato a chi vuole provare a ragionare sul proprio futuro, e magari a cambiarlo. Se vogliamo riprogrammare noi stessi e il nostro Paese - brutto verbo, bel proposito - dobbiamo continuare a provarci, anche quand'è finito il tempo epico della gioventù.
Nelle prossime pagine troverete otto passaggi; se preferite, otto chiavi per il futuro. Ognuno contiene altrettante sottopassaggi. Otto è un numero sensuale e simmetrico: non piace solo ai cinesi, che di queste cose se ne intendono. Sono le otto T del tempo che viene: prendetele o scartatele, tutte o in parte. Se le scartate, però, pensate perché lo fate. È comunque un buon esercizio.
1 TALENTO - Siate brutali
La ricerca del proprio talento non è soltanto una forma di convenienza e un precetto evangelico: è una prova di buon senso. Scoprire ciò che siamo portati a fare - qual è la nostra attitudine o predisposizione - richiede tempo; e non risolve i nostri problemi di lavoro, realizzazione personale o inserimento sociale. Però aiuta.
Se il vostro talento corrisponde alla vostra passione, tanto meglio. Se così non fosse, siate onesti - anzi, spietati - con voi stessi. Ricordo quanto mi piacesse giocare a calcio, da ragazzo. Correvo, contrastavo, crossavo, rientravo. Purtroppo, non possedevo la combinazione di intuizione, fantasia e tecnica che vedevo in alcuni avversari e compagni di squadra. Riconoscevo intorno a me il talento, ed ero abbastanza onesto - o non così sciocco - da ammetterlo: potevo mettere in campo solo la mia buona volontà, e non bastava. Sui giornali, oggi, leggo colleghi che scrivono come io calciavo al volo di sinistro. Ma non hanno avuto la capacità di capirlo, o la forza di ammetterlo.
2 TENACIA - Siate pazienti
L'invito alla pazienza è fuori moda, lo so. Chiamatela tenacia, allora. È l'abilità di identificare un obiettivo e inseguirlo. È la capacità di tener duro. È l'abitudine alla fatica. È la forza di sopportare un capo insopportabile. È la calma con cui si cercano i risultati, sapendo che occorre seminare per raccogliere. E non basta: occorre conoscere semente e terreno. Vengo da molte generazioni di agricoltori: questo aspetto non mi può sfuggire.
Solo la costanza dei comportamenti produce risultati. Le cose buone fatte saltuariamente servono poco. Su noi italiani pende il sospetto metodico dell'inaffidabilità. Siamo i campioni mondiali del bel gesto, che richiede generosità e teatralità. Siamo meno bravi nei buoni comportamenti, che impongono metodo e coerenza.
Il talento non basta: occorre tenacia. Tra una persona talentuosa senza tenacia e un'altra tenace, ma senza talento, sarà quest'ultima a ottenere i risultati migliori.
3 TEMPISMO - Siate pronti
Talento e tenacia non sono sufficienti, bisogna possedere il senso del tempo. La consapevolezza che le cose cambiano, e noi cambiamo con le cose. I californiani Byrds ( Turn! Turn! Turn! ), l'argentina Mercedes Sosa ( Todo cambia ) e il greco Eraclito ( Sulla natura ), in fondo, ci dicono la stessa cosa.
Non si scende mai due volte nello stesso fiume;
nulla è perenne, tranne il cambiamento.
Il mutamento dev'essere visto come un'opportunità, non una fonte d'ansia. Il tempismo - la capacità di cogliere il momento - è una qualità; l'opportunismo, un difetto. Il tempismo è la virtù di chi guarda il mondo che gli gira intorno, e trova l'attimo e il modo per salire a bordo. L'opportunismo è il vizio di chi pretende il turno, e non si diverte nemmeno.
La scaramanzia è stupida, ma le coincidenze sono stupende. Poiché giochiamo con le T, quindi, ricordate i Treni che Transitano. C'è chi li prende in corsa, e chi non li vede nemmeno se si fermano davanti e spalancano le porte. Per rimanere a bordo, poi, occorre essere buoni passeggeri. Anzi, passeggeri utili. Quando l'occasione arriva, bisogna farsi trovare pronti. Conoscere una tecnica, una disciplina, un'arte, un meccanismo, un mezzo, uno strumento, una lingua: tutto serve, e qualcosa si rivelerà indispensabile. Tecnica e perizia sono vocaboli desueti; ma saper fare le cose, al momento giusto, non passerà mai di moda.
4 TOLLERANZA - Siate elastici
Quante volte usiamo espressioni come «assolutamente sì», «sicuramente», «senza dubbio»? Troppe, probabilmente. Coltivate le sfumature, tollerate l'imperfezione, modificate gli obiettivi. Quando i fatti cambiano, è sciocco non cambiare opinione. Ha scritto il poeta Valerio Magrelli: «Talvolta bisogna saper scegliere il bersaglio dopo il tiro».
Accettate i compromessi: ma non tutti e non sempre. Talvolta sono l'unica alternativa al conflitto. Ma devono essere decorosi. Vi chiederete: qual è il metro di giudizio? Semplice: se diventassero pubblici, non devono mettervi in imbarazzo. Ecco perché i compromessi della politica - pensate a certe nomine e a certi accordi - sono spesso sbagliati: perché sono irriferibili.
La tolleranza è come il vino: un po' fa bene, troppa è dannosa. Un eccesso che ha indebolito l'Italia, e rischia ancora oggi di portarci a fondo. L'indulgenza riservata agli amici, la severità invocata per gli avversari, l'abitudine a considerare fisiologici comportamenti patologici. Il mondo dell'università e del lavoro sono pieni di brutte abitudini, accettate silenziosamente, quasi per stanchezza. Quando il malcostume viene reso pubblico, si passa dalla rassegnazione all'indignazione. Ma passa in fretta anche quella. Costa fatica.
5 TOTEM - Siate leali
Alzate un totem, e restategli fedeli.
Stabilite le vostre regole: non si ruba, non si mente, non si imbroglia: l'elenco non è poi così lungo. Non spetta a un libro - di sicuro non a questo - decidere quante e quali regole: l'importante è averne, e rispettarle. Diffidate di chi s'appella all'etica e si fa scudo con la religione: guardate cosa fa, non cosa dice di voler fare. «Il fine giustifica i mezzi» può essere un (imperfetto) riassunto del pensiero di Niccolò Machiavelli. Di sicuro, Gesù Cristo non l'ha mai detto.
L'Italia non cambierà finché migliaia di voi, italiani di domani, non verranno da migliaia di noi - i vostri padri e le vostre madri, i vostri datori di lavoro, i vostri superiori - a dire: «Così non si fa». Un figlio che entra in una stanza, si chiude la porta alle spalle e pronuncia queste quattro parole vale più di qualsiasi magistrato, carabiniere, finanziere, consulente, editorialista e confessore.
Il peccato più grave è convincervi dell'inutilità dell'onestà.
6 TENEREZZA - Siate morbidi
Perfino gli economisti, introducendo il concetto di GNH ( Gross National Happiness , felicità interna lorda), hanno capito che il benessere non si riduce ai numeri. Il benessere collettivo dipende da molti altri fattori, che si possono riassumere nel concetto di qualità della vita. Un'area dove noi italiani godiamo di molte fortune (storiche, geografiche, climatiche, artistiche, alimentari e caratteriali). Sembrano essere gli stranieri, tuttavia, a capirlo più in fretta.
7 TERRA - Siate aperti
Gli intolleranti, spesso, sono soltanto ignoranti. Non dispongono di termini di paragone, giudicano il mondo chiusi nel loro angolo. La possibilità di confronto è una ricchezza, una gioia e una fortuna. Insegna la prospettiva, i modelli e le relazioni. Essere aperti è un vantaggio; e non costringe a dimenticare le proprie origini, come pensa qualcuno.
David Brooks, celebre columnist del «New York Times», ha assistito a un concerto di Bruce Springsteen a Madrid e si è stupito di trovarsi fra migliaia di giovani spagnoli che gridavano « Born in the USA! ». Poi ha capito. Il successo internazionale di Springsteen dipende dalla capacità di ricordare sempre chi è, da dove viene, cosa lo ha formato e lo ha ispirato. I ragazzi, le strade e le notti del New Jersey sono universali perché il Boss è rimasto un prodotto locale. Potremmo dire, se l'espressione non fosse abusata: non ha perso le proprie radici.
Vale per lui, vale per voi, vale per tutti. Se siete attirati dal mare aperto del mondo, andate. Partite. Scappate. Ma ricordate che una nazione, una regione, una città, un quartiere, una scuola, un'associazione, un gruppo di amici e una famiglia sono il porto da cui siete partiti; e dove, magari, tornerete. Anche nomadi e marinai hanno patria.
8 TESTA - Siate ottimisti
I motivi per essere pessimisti ci sono sempre. Anche quelli per essere ottimisti. È una questione di atteggiamento. Anzi, di testa. Guardate la storia recente: i vostri nonni, bene o male, hanno ricostruito l'Italia; ma i vostri genitori - la mia generazione - non hanno agito con altrettanta lungimiranza. Abbiamo arredato il Paese per starci comodi, senza pensare al futuro e senza badare a spese. La fattura, adesso, è nelle vostre mani.
Motivo per essere ansiosi, irritati e delusi? Certamente. Ma ansia, irritazione e delusione non portano lontano. Un consiglio, quindi, che è anche una preghiera: siate indulgenti, e tirate diritto. Se vogliamo restare all'allegoria marinara del passaggio precedente: le recriminazioni sono àncore nella sabbia, impediscono di prendere il largo. Le generazioni (gli imperi, le nazioni, i governi, le aziende, le famiglie, le coppie) si perdono per sufficienza, mollezza e cattive abitudini. Non a causa delle tempeste. Questa non è una giustificazione per noi, ma potrebbe essere una (piccola) consolazione per voi.
Portate talento, tenacia, tempismo e tolleranza in ciò che fate. Difendete i vostri ideali, guardate la vita con ironia, non dimenticate chi siete e da dove venite. Portate per il mondo quel «sentimento italiano senza nome» (Goffredo Parise) che ci rende speciali.
Soprattutto, non diventate cinici. I protagonisti delle moderne tristezze italiane, trent'anni fa, erano come voi: terminavano gli studi, iniziavano a lavorare, annusavano il futuro, avevano la luce negli occhi. Allora volevano cambiare il mondo. Oggi, al massimo, l'automobile. Se è di servizio, meglio.

Ripeto: voi non potete sognare, voi dovete farlo. Questo è l'unico ordine. Gli altri erano solo consigli.

fonte corriere.it

30
Potreste spostare tutti i post delle discussioni riguardanti l'Australia nella discussione AUSTRALIA gia' esistente?
Almeno facciamo un contenitore di tutto quello che la riguarda, poi e' piu' facile da leggere e utilizzare come percorso guida come e' stato fatto per il Canada.

Grazie

Pagine: 1 [2] 3 4