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Ho mollato tutto e sono felice / La nostra nuova vita in Scozia
« il: 14 Luglio 2019, 20:56:55 »
La nostra nuova vita è cominciata a gennaio del 2014, quando io e mia moglie Michela abbiamo deciso che era venuto davvero il momento.
Oramai eravamo oberati dai debiti, contratti in passato per mantenere la nostra famiglia di 4 persone.
Lo stipendio non bastava mai neanche a pagare tutte le rate dei prestiti, ed eravamo davvero stanchi di dover sommare il prezzo dei prodotti al supermercato per non fare una figuraccia alla cassa.
I nostri figli erano già andati via, chi in Canada, chi a Roma, quindi ci sentivamo relativamente liberi di fare un salto così importante, un salto. Nel buio.
Ho chiesto ed ottenuto un’aspettativa dal mio lavoro, contratto a tempo indeterminato, abbiamo preso i nostri strumenti (siamo anche musicisti, un duo da navi da crociera etc.) e siam partiti, sperando di non aver fatto una fesseria.
Dopo la Germania, che non ci ha dato nulla, siamo passati in Polonia, paese splendido ma sconosciuto ai più.
Lì, dopo mille peripezie a 20 gradi sotto zero, abbiamo ottenuto un contratto per un’intera stagione di musica in un grande ristorante spagnolo. Lo sapete che guadagnavo lo stesso del mio stipendio (1500)?
Ma lavorando solo nei weekend. Tre ore al giorno.
Poi è finita e bisognava darsi una mossa.
Abbiamo provato così in Scozia, un po’ per curiosità, un po’ perché ci ha sempre affascinato.
Purtroppo qui non amano molto la musica internazionale, nei locali si suona solo la loro, quindi siamo rimasti disoccupati. E disperati.
Poi, il proprietario della piccola guesthouse dove alloggiavamo, ci disse che stava cercando una coppia che la gestisse, e ci ha chiesto se volevamo farlo noi.
Che dire? Non avevamo nulla da perdere, il posto ci piaceva, beh abbiamo accettato.
Oggi, luglio 2019 siamo ancora in Scozia. Abbiamo cambiato struttura più volte, migliorando di volta in volta, da Inverness a Largs, da Edimburgo a Fort William, dove stiamo adesso e dove gestiamo una splendida guesthouse immersa in una natura che scalda il cuore.
Nel frattempo giù in Italia, mi sono licenziato, abbiamo chiuso baracca e burattini e svenduto tutti i mobili (che angoscia!). La casa no, visto che era in affitto, sapete, non eravamo riusciti neanche a comprarci un pezzo di casa in 25 anni.
Oggi, detto tra noi, lo potremmo fare tranquillamente, invece. E in contanti.
Che dire, abbiate coraggio, uscite dal vostro recinto se ne sentite il bisogno, fuori c’è un mondo con infinite possibilità, infinite e spesso inaspettate. The limit is the sky.
C’è un detto siciliano che fa: “cu nesci arrinesci”, cioè chi va via riesce. Ed è vero.
Ah, dimenticavo, quando siamo partiti io avevo 50 anni e mia moglie…beh non si dice l’età delle donne, no?
Oramai eravamo oberati dai debiti, contratti in passato per mantenere la nostra famiglia di 4 persone.
Lo stipendio non bastava mai neanche a pagare tutte le rate dei prestiti, ed eravamo davvero stanchi di dover sommare il prezzo dei prodotti al supermercato per non fare una figuraccia alla cassa.
I nostri figli erano già andati via, chi in Canada, chi a Roma, quindi ci sentivamo relativamente liberi di fare un salto così importante, un salto. Nel buio.
Ho chiesto ed ottenuto un’aspettativa dal mio lavoro, contratto a tempo indeterminato, abbiamo preso i nostri strumenti (siamo anche musicisti, un duo da navi da crociera etc.) e siam partiti, sperando di non aver fatto una fesseria.
Dopo la Germania, che non ci ha dato nulla, siamo passati in Polonia, paese splendido ma sconosciuto ai più.
Lì, dopo mille peripezie a 20 gradi sotto zero, abbiamo ottenuto un contratto per un’intera stagione di musica in un grande ristorante spagnolo. Lo sapete che guadagnavo lo stesso del mio stipendio (1500)?
Ma lavorando solo nei weekend. Tre ore al giorno.
Poi è finita e bisognava darsi una mossa.
Abbiamo provato così in Scozia, un po’ per curiosità, un po’ perché ci ha sempre affascinato.
Purtroppo qui non amano molto la musica internazionale, nei locali si suona solo la loro, quindi siamo rimasti disoccupati. E disperati.
Poi, il proprietario della piccola guesthouse dove alloggiavamo, ci disse che stava cercando una coppia che la gestisse, e ci ha chiesto se volevamo farlo noi.
Che dire? Non avevamo nulla da perdere, il posto ci piaceva, beh abbiamo accettato.
Oggi, luglio 2019 siamo ancora in Scozia. Abbiamo cambiato struttura più volte, migliorando di volta in volta, da Inverness a Largs, da Edimburgo a Fort William, dove stiamo adesso e dove gestiamo una splendida guesthouse immersa in una natura che scalda il cuore.
Nel frattempo giù in Italia, mi sono licenziato, abbiamo chiuso baracca e burattini e svenduto tutti i mobili (che angoscia!). La casa no, visto che era in affitto, sapete, non eravamo riusciti neanche a comprarci un pezzo di casa in 25 anni.
Oggi, detto tra noi, lo potremmo fare tranquillamente, invece. E in contanti.
Che dire, abbiate coraggio, uscite dal vostro recinto se ne sentite il bisogno, fuori c’è un mondo con infinite possibilità, infinite e spesso inaspettate. The limit is the sky.
C’è un detto siciliano che fa: “cu nesci arrinesci”, cioè chi va via riesce. Ed è vero.
Ah, dimenticavo, quando siamo partiti io avevo 50 anni e mia moglie…beh non si dice l’età delle donne, no?