Autore Topic: In the name of freedom.... la storia di un lupo di mare  (Letto 4383 volte)

pinco pallino

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In the name of freedom.... la storia di un lupo di mare
« il: 17 Luglio 2010, 04:14:21 »
ciao a tutti.

 To Helena, la mia barca a vela, la mia isola.

da quello che ho potuto vedere leggendo varie posts,  penso che tutti siano afflitti da un male comune, lo stesso male che soffrivo io e che mi ha spinto a fare quello che ho fatto: fuggire. fuggire da una vita da pollo d'allevament. Chiuso in gabbia a produrre uova per il padrone. ridotto a schiavitu' da un mostro diabolico che ci sfrutta a proprio vantaggio.
il costo che ho dovuto pagare per liberarmi da questo sistema e' molto alto:. si chiama isolamento sociale. Vivo in modo diverso e diversamente sono visto dalla gente" normale". La gente normale mi vede come uno straccione un poco a niente un fannulone un peso per la soceta'.
Analizzate qugl'aggettivi derogrativi e vi rendeterete conto che sono equivalenti ai colpi di frusta dello scihavista per spronare gli schiavi (noi) a lavorare di piu' di qullo che serve.
- Uno straccione: nessuno e' desideroso di esserlo. Per non esserlo vuol dire spendere generose cifre per comprare vestiario in maggior quantita' di quello che serve. Incentivo consumistico vero. Non ci vule molto a rendersene conto. Guardatevi attorno, guardate la gente come si veste al di sopra del necessario. Notate come si preoccupa di una piccola macchiolina sulla camicia, o di un bottone che manca. Se non si puo' lavare via ogni traccia di quella macchiolina, bisogna buttarla via.qella camicia., o darla hai poveri.
- Un poco a niente, un fannullone un peso per la soceta'. Be non e' piacevole sentirselo dire. In piiu' la gente normale attorno a noi ci  eviterebbe. Allora cosa fare? Lavoriamo, lavoriamo di piu' di quel che serve. non importa che cosa fare. Produciamo anche roba inutile, inventiamo qualcosa da fare una pacca di soldi, la coca cola, il mc donald , la macchina ultimo stile.  Ascoltate le vostre intuizioni, a me sembra di vedere il ghigno maligno (fa  anche rima) dello schiavista che gia' conta il 70% di qugli sforzi se ne va dritto nelle sue tasche.  Non male come guadagno in ritorno di un estorsione verbale. Se i padroni del mondo si fermassero a cognare queste offese ipnotiche, lavoreremmo giusto il necessario e il mondo non soffrirebbe di distruzioni delle risorse naturali. Ma hai padroni non glie ne frega niente di quelle idiozie. I padroni del mondo, pur di far soldi, uccidono in massa
Allora sono diverso come ho detto, un hippy, un feral.
vivo praticamente da eremita.nella fascia tropicale del nord qeensland in australia. sono qui da 27 anni.
durante la stagione delle piogge, vivo nel mio bosco dove ho costruito un modestissimo igloo in ferro-cemento,  senza televisione radio musica.acqua corente e tutte le altre frivolezze. Non bevo caffe te e cioccolate. Non vado al bar. Ve l'ho detto che vivo una vita diversa no! La gioia arriva dal sentire i grilli. Gli uccelli che cambiano il canto con il cambiare delle ore, con il cambiare delle stagioni.
La gioia e' me la da la pace attorno a me.
durante la stagione asciutta vivo in barca.(helena) una vecchia barca a vella di quasi 13 metri,f atta di ferro-cemento, con l'interno spartano, che ho riparato e messa in grado di prendere il mare.
con helena ho navigato le isole del pacifico piu' remote e ho incontrato gente che non sa cosa vuol dire consumismo, o capitalismo, crisi o benessere economico.
gente serena che vive di poco e niente, le loro case sono cappannette di 3 metri x 3 costruite di rami e foglie. una vita senza assicurazioni , invesimenti bancari e pensioni.
senza eletricta', lavatrici., televisione e computer e anche e sopratutto senza debiti  mutui e tasse.
Vivono in piccole tribu' aiutandosi a vicenda. I vecchi stanno a casa seduti per terra a gambe incrociate a guardare il mare. I giovani vanno a pescare, le donne nei giardini che coltivano con orgoglio.
I loro vestiti in itaglia non sarebbero considerati nemmeno degni per la cuccia del cane, ma loro si rispettano lo stesso.
vi sembrera una vita ideale la loro vero, certo cosi' e' quello che pensavo anch'io.
o anche la mia vita vi potra' sembrare invidiabile vero ma aspettate, tra il dire e il fare c'e' di mezzo il mare.
State molto attenti, voi tutti che sognate di  andar via, voi tutti che aspirate al diritto naturale di essere liberi, tagliare le barre della prigione che vi intappola e vivere di niente. State molto attenti perche' la gabbia nella quale siete dentro, disegnata dal sistema, e' molto spinosa. E potreste farvi molto male.
Non saltate nel vuoto senza prima aver indossato il paracadute.
Se la mia vita vi sembra un incanto. Leggete oltre.
ho versato abbastanza lacrime di dolore da riempire una vasca da bagno. la ragione delle mie lacrime sono sicuro non la invidierete di certo, ma "no pain no game"
all'eta' di 20 anni dopo l'obbligo del servizio militare stufo di essere obligato a fare quello che non volevo fare, ho abbandonato tuttto e tutti. con un piccolissimo vecchio zaino sulle spalle contenete meno del necessario, e solo 4 soldi, ho vagabondato per il mondo rer il lungo e per il largo. una vita da vero barbone. facendo l'autostop dormendo al fianco della strada sotto i ponti nei parchi.
alla ricerca di cualcosa che non sapevo focalizzare e dare un nome.
molto piu' tardi nella vita ho scoperto che cercavo me stesso, ma li per li, non vedevo la foresta perche' le piante la nascondevano. mi sono trovato in terre straniere dove non conoscevo la lingua, in totale isolamento, non sapendo dove andare, non sapendo cosa fare.
a tahiti ho pensato di aver trovato il paradiso, profumi tropocali colori sgargianti frutti esotici musica a forte volume, bellissime sorridenti ragazze polinesiane con firi rossi di ibiscus tra i capelli nero corvino, vestite con sexy pareo colorati che camminavano flessuose muovendo i fianchi al ritmo del tamure. spiagge da sogno, coralli e lagune blu.
non avevo dubbi era la che volevo vivere.
sono restato la per qualche tempo. a vivere in un isola non tanto lontano da bora bora.
ho anche provato a vivere come la gente locale pescando e coltivando taro e casava.  ma non ci sono riuscito.
le zanzare mi torturavano in continuazione, le infezzioni tropicali mi facevano ammalare fino al punto del delirio,
la gamba e il braccio destro si erano gonfiati gossi come le zampe di un elefante.
ero terrorizzato dall'idea di essere afflitto da elefantiasi, una malattia tropicale dalla quale non si puo' guarire e il gonfiore rimane per tutta la vita. Molte erano le persone che ce l'avevano ed erano per me, la crudele testimonianza di un futuro orribile che mi aspettava.
ero solo in mezzo a gente con la quale non potevo comunicare.
solo giorno dopo giorno mese dopo mese. anno dopo anno. solo in mezzo a gente diversa che non mi faceva partecipe delle loro attivita'. solo in mezzo a gente che non mi poteva piu' sopportare. e alla fine ho dovuto andarmene.
sono ritornato in italia con la coda tra le gambe, e ho ricominciato una vita "normale": lavoro affito tasse bollette inflazione   mi sono anche sposato. un selvatico come me!
a mia moglie avevo detto che sentivo, o meglio intuivo, un po' come fanno i chiarovegenti, che in anni a venire ci sarebbe stata una grossa crisi. condividevo con lei il tinore che questa crisi sarebbe stata l'inizio di terribili eventi quali la terza gurra mondiale. La mia predizione, addizionata allo spettro delle conseguenze dell'energia atomica e alla devastazione delle risorse naturali, per soddisfare un mondo sempre piu' sovrappopolato e affamato di cose futili e ancora, la sfida dei popoli per accaparrarsi l'ultima goccia di petrolio,  portava  con certezza matematica al risultato di una catastrofe per il genere umano. tale ctastrofe era la ragione per qui avevamo deciso di non avere figli.
Simo poi emigrati in australia, a sydney. Abbiamo aperto un businnes, e guadagnato benino, assieme abiamo  ragginto la felicita' tanto ambita da tutti. Eravamo innamorati e le giornate, i mesi, gli anni, passavono gioiosi.  lei pero',non riusciva ad adattarsi alla distanza della famiglia e gli amici, della sua amata lingua italiana e il suo paese. Spesso piangeva di nostalgia.
Un giorno mi ha detto che aveva cambiato idea e non riusciva a resistere alla vogia di avere figli.
Allo stesso tempo come un fatale destino, tutte le attrezzature del mio laboratorio sono state rubate. Circa $30000 di valore.
mi sono trovato in rovina dal oggi al domani. Lei diventava sempre piu' insistente, voleva tornare in dietro in italia. io no. dopo qualche tempo le nostre srade sono arrivate ad un bivio.  mi ha lasciato con il viso bagato da lacrime d'amore.
Sono sprofondato in una tristezza incontrollabile. Volevo morire.
Per mesi, per anni, mi consumavo di dolore  non riuscivo a trovare l'entusiasmo di vivere. Ero solo ancora.
Dopo aver venduto la nostra bella e amata casetta in riva al mare e datole la sua meta', ho comprato helena, una relito di barca, vecchia di 50 anni. tutte le parti di legno marcite, il timone bloccato, il motore rotto e la vernice sgretolata. L'interno puzzava di pesce marcio. Quella era la mia nuova casa.
ho lavorato 5 anni per rimetterla in sesto e poi sono partito alla ricerca delle isole felici.
Alla ricerca di quel'qualcosa che sicuramente doveva esere lontano.
Alla ricerca di qullo che tutti voi state desiderando: la liberta'.
Mi sono trovato in mezzo al mare, da solo, stanco morto dopo settimane di navigazione. settimane senza dormire bene senza mangiare bene senza lavarmi perche' l'aqqua dolce, in casi come quelli, e' preziosissima. L'acqua di mare non la potevo uslare perche' aveve grosse ulcere causate dal sale degli spruzzi e i graffi causati dallo sballottamento delle onde e dal continuo rollio. Lo stress mi dava allucinazini. I colori cambiavano veloci passando da tutte le tonalita' dell'arcobaleno. il celo e il mare da blu diventavano viola, poi rosso, poi arancio, poi giallo, poi verde, e poi ancora blu. sentivo i profumi della foresta, come poteva essere possibile? Ero ancora a piu di 500 miglia marine dalla costa! sentivo voci chiare sotto coperta, voci di fantasmi che dicevano: he "knows what is doing, don't worry". "ya you'r right' Ho sentito la voce dell mia amata ex moghie dire "quando arrivi?"
e poi ho provato una senzazione di estrema dolcezza. il tormento del veno non le sontivo piu' Ho sentito l'ultimo colpo del cuore assieme ad una maggiore gioia.
Ho sentito il rantolo dell'ultimo respiro assime all'accrescimento di quella dolcezza paradisiaca. Mi sono ritovato a scivolare in un tunnel nero, al la del quale c'era una luce bianco argento. con estremo piacere sono sbucato in essa. mi sono ritrovato a gallegiare in aria, pervaso da un amore incondizzionato.
Ero nel mondo degli spiriti.
Potevo comunicare telepaticamente.  i mie genitori mi dicevano "si pui restare" quella risposta accresceva la mia gioia come qella di un bambino che passa un essame di scuola, le mie sorelle dicevano "si puoi restare" e ancora una volta la gioia aumentava. Poi una voce dietro di me mi diceva ....(perdonatemi ma questo e' solo per me.) mi sono sentito spingere in dietro, nel corpo fredo e intorpidito, un corpo imbevuto di una tristezza che non ero ancora riuscito a lavar via.
Qualche anno dopo scoprii che avevo avuto un'esperienza come quella che si prova quando si mure. NDE, Near Death Experience

Vi posso garantire che la parte piu' brutta di tutta quell'esperianza e' qulla di essere ritornato a vivere nella prigione di questo corpo. Avrei davvaro preferito fermarmi la. Ma qualcosa era cambiato in me. No. non sono diventato un religioso come altri che ho incontrato e che hanno avuto la stessa esprienza. Ho cominciato a credere nel destino. Ho cominciato a credere che siamo qui a vivere su questa terra per un motivo ben preciso. Simo qui per essere martellati come ferro nella forgia.
E si, essere martellati non fa piacere, ma ci forma. ci fa diventare qullo che dobbiamo diventare. il segreto e' essere contenti delle prove che ci vengono date. Sorridi al tuo destino e non dovrai andare lontano a trovare la tua felicita'.
Ricordati, la felicita' vive sempre dentro di te. E se non la senti e' solo perche' l'hai oppressa da un mucchio di condizioni. "Vogio questo, vogli quello, come posso essere felice senza. Guarda i miei vicini anno l'erba sempre piu' verde della mia. Che schifo la mia vita".
Butta via tutte le pretese e fai riaffiorare la tua felicita'.
Si vivo in un modo diverso. Sono uno strambo. non ho niente, nemmeno mutui.
Vado in barca a vela a trovare i miei amici selvaggi nelle isole remote. Vado  in compagnia del migliore dei miei compagni: me stesso non sono piu' solo.
Ciao.
« Ultima modifica: 17 Luglio 2010, 04:16:17 da pinco pallino »

zanna

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Re: In the name of freedom.... la storia di un lupo di mare
« Risposta #1 il: 17 Luglio 2010, 11:50:39 »
bella narrativa.
un pò troppo estremista come racconto ma condivido lo spirito ed i valori che vuoi risaltare.
quando sarò in australia passero a trovarti se hai piacere.
ciao
fabio

alegreen

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Re: In the name of freedom.... la storia di un lupo di mare
« Risposta #2 il: 17 Luglio 2010, 19:00:59 »
grazie

hernando25

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Re: In the name of freedom.... la storia di un lupo di mare
« Risposta #3 il: 07 Settembre 2010, 06:44:26 »
grazie :) :) :)
"Un uomo che non è stato in Italia, è sempre cosciente di inferiorità."
- Samuel Johnson

roberta77

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Re: In the name of freedom.... la storia di un lupo di mare
« Risposta #4 il: 09 Settembre 2010, 16:15:00 »
GRAZIE per averci raccontato la tua storia...una cruda realtà, mi hai commosso e credo che solo pochi possano capire appieno ciò che hai vissuto e provato...il vivere diversamente ed esser considerato 'diverso' l'anormale...
è tutto questo che ti porta a cercare la solutidine perchè grazie ad essa capisci che a volte si vive meglio soli con se stessi e nella semplicità più assoluta!
Se tornassi indietro rifaresti tutto?

pinco pallino

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Re: In the name of freedom.... la storia di un lupo di mare
« Risposta #5 il: 19 Settembre 2010, 07:37:33 »
Se tornassi indietro rifaresti tutto?
ciao Roberta
E' difficile rispondere a questa domanda perche' in dietro non si puo' tornare. Ci sono comunque cose che sono contento di aver fatto e altre che eviterei.
Le cose per me sono andate cosi'. Sono contento del posto dove sono e contento di quello che faccio. Devo comunque avere il coraggio di riconoscere che nel piu' profondo di me stesso c'e' pur sempre un vuoto che non sono mai riuscito a colmare.
Ho cercato di analizzarne la cusa e credo che si tratti di una mancanza di appartenenza. Quell'istintiva e primordiale necessita' dell'animale umano che ha bisogno di vivere in tribu' per garantirne la sopravvivenza.
Imparare a controllare i pensieri e lo stato d'animo che ne consegue e' forse il piu' grande successo della mia vita

gilgamesh

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Re: In the name of freedom.... la storia di un lupo di mare
« Risposta #6 il: 19 Settembre 2010, 12:20:48 »
ciao navigatore.mi hai fatto pensare a un'altro errante..

rimbaud..

Mentre discendevo i Fiumi impassibili,
Non mi sentii più guidato dai bardotti:
Pellirossa urlanti li avevano bersagliati
Inchiodandoli nudi ai pali variopinti.

Ero indifferente a tutto l'equipaggio,
Portavo grano fiammingo o cotone inglese.
Quando coi miei bardotti finirono i clamori,
Mi lasciarono libero di discendere i Fiumi.

Nello sciabordio furioso delle maree,
Io l'inverno scorso, più sordo del cervello d'un bambino,
Correvo! E le Penisole andate
Non subirono mai sconquassi più trionfanti.

La tempesta ha benedetto i miei marittimi risvegli.
Più leggero di un sughero ho danzato sui flutti
Che si dicono eterni avvolgitori di vittime,
Dieci notti, senza rimpiangere l'occhio insulso dei fari!

Più dolce che per il bimbo la polpa di mele acerbe
L'acqua verde filtrò nel mio scafo d'abete
E dalle macchie di vini azzurri e di vomito
Mi lavò disperdendo l'ancora e il timone.

E da allora mi sono immerso nel Poema del Mare,
Intriso d'astri, e lattescente,
Divorando gli azzurri verdi; dove, relitto pallido
E rapito, un pensoso annegato a volte discende;

Dove, tingendo a un tratto le azzurrità, deliri
E ritmi lenti sotto il giorno rutilante,
Più forti dell'alcol, più vasti delle nostre lire,
Fermentano gli amari rossori dell'amore!

Conosco cieli che esplodono in lampi, e le trombe
E le risacche e le correnti: conosco la sera,
L'Alba che si esalta come uno stormo di colombe!
E a volte ho visto ciò che l'uomo ha creduto di vedere!

Ho visto il sole basso, macchiato di mistici orrori,
Illuminare lunghi coaguli viola,
Simili ad attori di antichissimi drammi,
I flutti che lontano rotolavano in fremiti di persiane!

Ho sognato la verde notte dalle nevi abbagliate,
bacio che sale lento agli occhi dei mari,
la circolazione di linfe inaudite,
e il giallo risveglio e blu dei fosfori cantori! [...]

Ho visto fermentare enormi stagni, reti
dove marcisce tra i giunchi un Leviatano!
Crolli d'acque in mezzo alle bonacce
e in lontananza, cateratte verso il baratro!

Ghiacciai, soli d'argento, flutti di madreperla, cieli di brace!
E orrende secche al fondo di golfi bruni
dove serpi giganti divorati da cimici
cadono, da alberi tortuosi, con neri profumi! [...]

Quasi fossi un'isola, sballottando sui miei bordi litigi
e sterco d'uccelli, urlatori dagli occhi biondi.
E vogavo, attraverso i miei fragili legami
gli annegati scendevano controcorrente a dormire!

Io, perduto battello sotto i capelli delle anse
scagliato dall'uragano nell'etere senza uccelli,
io, di cui né Monitori né velieri Anseatici
avrebbero potuto mai ripescare l'ebbra carcassa d'acqua

libero, fumante, cinto di brume violette.
o che foravo il cielo rosseggiante come un muro
che porta, squisita confettura per buoni poeti,
i licheni del soie e i moccoli d'azzurro;

io che correvo, macchiato da lunule elettriche,
legno folle, scortato da neri ippocampi,
quando luglio faceva crollare a frustate'
i cieli oltremarini dai vortici infuocati;

io che tremavo udendo gemere a cinquanta leghe
la foia dei Behemots e i densi Maelstroms,
filando eterno tra le blu immobilità,
io rimpiango l'Europa dai balconi antichi!

Ho veduto siderali arcipelaghi! ed isole
i cui deliranti cieli sono aperti al vogatore:
E’ in queste notti senza fondo che tu dormi e ti esìli, milione d'uccelli d'oro, o futuro Vigore?

Ma è vero, ho pianto troppo! Le Albe sono strazianti.
Ogni luna è atroce ed ogni sole amaro:
l'acre amore m'ha gonfiato di stordenti torpori.
Oh, che esploda la mia chiglia! Che io vada a infrangermi nel mare!

Se desidero un'acqua d'Europa, è la pozzanghera
nera e fredda dove verso il crepuscolo odoroso
un fanciullo inginocchiato e pieno di tristezza, lascia
un fragile battello come una farfalla di maggio.

Non ne posso più, bagnato dai vostri languori, o onde,
di filare nella scia dei portatori di cotone,
né di fendere l'orgoglio di bandiere e fuochi,
e di nuotare sotto gli orrendi occhi dei pontoni.