vedi che parli sempre e dai le tue sentenze anche quando le cose non le conosci? io non volevo la bicicletta che mi hanno proposto, è un palliativo,
Non era ad personam il mio pensiero ma generale. Ti riconosci nella fotografia?
se continuassi con la mia mansione attuale ma a tempo indefinito non timbrerei proprio niente e continuerei a fare quello che faccio da 20 anni
Non esistono precari a tempo indeterminato.
ma siccome questo contratto devono darlo a un altro e non + a me come promesso e garantito in precedenza negli anni
le promesse verbali valgono come le foglie, ogni inverno cadano e vengono spazzate via. Hai un pezzo di carta che certifica?
mi è stato detto che se voglio ottenerlo devo aspettare ancora chissà quanto e io mi sono inca**ato di brutto e con ferocia e con minacce di denuncia ed ecco che mi hanno proposto quell'altra soluzione dove xò oltre al timbrare perderei tutta l'indipendenza che ho oggi
era meglio quando si credeva di stare peggio.
e dovrei andare a lavorare in sede tutti i giorni e pure va a finire coi rientri pomeridiani se voglio evitare il sabato ecc. ecc., cosa che non ho mai fatto finora
ripensa alla storia della bicicletta, un po' di moto ti farebbe bene, ai nervi!
pensavo che avrei continuato così come da promesse e come fanno tutti i miei colleghi a tempo indeterminato con la mia mansione attuale...
Lo diceva anche la mia mamma buonanima: tu pensi troppo!
quando io sono abituato da 20 anni a un altro tipo di lavoro con quasi totale indipendenza di orari, x cui non penso che lo accetterò, morirei in un ufficio di crepacuore.
adesso l'orchestra e' cambiata, nuova musica signori....
Pensierino della sera: A volte si crede di star male in un luogo di lavoro e le ragioni, almeno per gli Italiani, sono sempre le stesse: l'essere precario non si digerisce, il capo arrogante, la collega str***a, il collega permaloso, l'ufficio troppo vicino a casa, troppo lontano, troppe scale a piedi, l'ascensore troppo piccolo, poca luce dalle finestre, troppa luce dalle finestre, il computer non e' portatile, non voglio il portatile perche' non voglio portare il lavoro a casa e... e mi fermo qui, in 40 anni ne ho sentite di cotte e di crude, dagli Italiani ma anche Americani, Inglesi, Francesi e ognuma delle mille nazionalita' che ho avuto la fortuna / sfortuna di gestire.
All'essere umano non ne va mai bene nulla e l'italiano di questo ne e' maestro, potremmo creare una scuola per insegnare l'arte di criticare. Io lavoro principalmente con rapporti di consulenza (in Italia mi chiamerebbero precario, all'estero sono un professionista), vado da chi mi paga meglio, sono rigoroso, attento, molto efficace, quando arrivo tutti si mostrano amichevoli, quando parto qualcuno piange, taglio le teste (virtualmente) taglio i posti di lavoro, tolgo letteralmente le sedie da sotto il culo alla gente. Questo perche' in genere sono io che gestisco la baracca e i miei compiti sono rientrare nel budget, tagliare le spese, completare in tempo il progetto. Tutto cio' obbliga a dei sacrifici.
Certe volte bisognerebbe entrare nella propria testa e dirsi faccia a faccia: potevo starmene zitto ed abbozzare?