Il governo del Bilderberg
di Ida Magli - 04/11/2012
Fonte: italianiliberi
L'Europa è ormai tutta felicemente conquistata. Il programma messo a
punto dalla società segreta Bilderberg nella riunione del maggio 2009 è
stato quasi del tutto realizzato. Diciamo meglio: dato che la parte più
difficile e tuttavia indispensabile era quella riguardante la liquidazione
delle nazioni d’Europa, essere riusciti a impadronirsene è il segnale che
ormai l’opera è al sicuro, nulla potrà più ostacolarne il completamento. Le
bandierine del Bilderberg sventolano allegramente sui colli e le torri
europee più importanti. La Banca centrale europea ne è per certi aspetti il
capolavoro.
Attraverso la Bce il Bilderberg ha in mano la vita di quasi tutti gli Stati
che, con una decisione illegittima e assurda dei loro governanti, hanno
rinunciato a battere moneta e si sono consegnati alla volontà di coloro che
ne sono i padroni (partecipanti al patrimonio): Beatrice d’Olanda, il
principe Constantjin, Sofia di Spagna, Philippe del Belgio, David
Rockfeller, Filippo di Edimburgo, Mario Draghi (in quanto partecipante
della Banca d’Italia), tutti membri del Bilderberg e presenti alla riunione
del 2009. Le partecipazioni degli Stati sono in percentuali minime e forse
servono, oltre che a salvare le apparenze, anche a ricompensare i politici
per la loro rinuncia alla creazione e alla gestione della moneta.
Cosa avevano deciso i membri del Bilderberg nella riunione del 2009? Volendo
raggiungere come meta finale la realizzazione di un’unica civiltà
planetaria, ne erano state predisposte le tappe (ormai per quanto riguarda l’Occidente
quasi raggiunte): la distruzione delle identità nazionali, da perseguire
attraverso la sovversione dei valori che vi si fondano e l’eliminazione dei
singoli Stati; il controllo centralizzato di tutti i sistemi educativi di
cui l’avvio è stato dato in Europa con il Trattato di Maastricht e la
cosiddetta “armonizzazione” dei programmi scolastici; il ripudio delle
discipline storiche e del loro insegnamento in quanto possibile ostacolo nei
giovani all’accettazione del Nuovo Ordine Mondiale e al superamento
psicoaffettivo del valore della patria, della tradizione, dei costumi in
tutti i campi; il controllo delle politiche interne ed estere, come già
avviene in Europa attraverso l’esame preventivo delle finanziarie e i vari
trattati sui confini, sull’immigrazione, sull’uguaglianza dei diritti; una
lingua unica, che è quella già in uso e che a poco a poco tutti sono
obbligati ad adoperare: l’inglese. Il perno sul quale i bilderberghiani si
fondano in tutti i loro progetti è però sempre quello finanziario visto che,
tramite le banche e le speculazioni di Borsa, riescono a guidare
concretamente ogni tipo di politica riducendo a propri esecutori gli uomini
di governo dei singoli Stati.
L’instaurazione di un mercato unico e di una moneta unica è quindi la meta
più importante; ma essere riusciti, con la creazione dell’euro, a eliminare
quasi tutte le monete europee rappresenta la loro vittoria più significativa
in quanto segnala che il progetto finale è sulla via del traguardo.
Di fatto tutta l’operazione “Unione europea” è stata pensata come una specie
di esperimento la cui riuscita avrebbe confortato i progettisti nel
proseguire sulla stessa strada. Nessuno creda che le crisi finanziarie, l’impoverimento
dei popoli, l’eccesso di tassazione, siano per il Bilderberg segnali
negativi, tutt’altro: era programmato che sarebbero stati questi gli
strumenti con i quali giungere alla meta. Come abbiamo potuto vedere
attraverso quello che è successo in Italia, il colpo di forza con il quale
un banchiere è diventato capo del governo ha avuto come “giustificazione” il
crescere del debito, il differenziale sempre più alto con i titoli tedeschi;
ma per chi è padrone del gioco di Borsa provocare tali squilibri è
facilissimo, tanto più quando i manovratori sono d’accordo sul da farsi
essendo tutti membri del Bilderberg o dei suoi rami più importanti, quali la
Trilateral Commission e l’Aspen Institut: Mario Monti, Mario Draghi, Giorgio
Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi, José Barroso, Giuliano
Amato, Vincenzo Visco, Enrico Letta… Tutti nomi citati più volte e da
diversi autori, oltre me, negli anni scorsi, quali per esempio Daniel
Estulin con il suo “Il Club Bilderberg” pubblicato nel 2005, Marco della
Luna con “Euro schiavi” anch’esso del 2005, Elio Lannutti con “La
repubblica delle banche” pubblicato nel 2008, senza che nessuno li abbia mai
smentiti.
Dunque possiamo constatare che tutte le previsioni si sono avverate: gli
Stati d’Europa hanno perso la sovranità, l’identità, le loro ricchezze e
quelli più difficili da domare a causa della loro creatività, del loro
attaccamento alla propria storia, alla propria indipendenza, quali la
Grecia, l’Irlanda, la Spagna, l’Italia, sono stati ridotti, tramite la
pressione sui titoli sovrani, a dipendere dalla “generosità” dei banchieri
con una nuova, orribile immagine di sé, quella di “mendicanti”, di possibili
ladri cui è pericoloso prestare soldi se non danno se stessi e i propri
figli in garanzia.
I banchieri hanno adesso finalmente raggiunto il loro ultimo scopo: darsi la
mano diventando interscambiabili con i politici e proclamando così
apertamente che è iniziata una nuova era: il Regno dei Banchieri. Avevo
scritto due anni fa, nella Dittatura europea, che avrei creduto a questa
ricostruzione, che pure ero stata io stessa a fare con puntigliosa,
scrupolosissima ricerca, il giorno in cui avessi visto i banchieri mettersi
al posto dei politici. E’ proprio quello che è avvenuto. Ed è avvenuto -
cosa incredibile - con l’aiuto, la complicità dei politici. Ho tante volte
interrogato negli anni scorsi i maggiori leader del mondo politico,
religioso, industriale, giornalistico sul perché avessero accettato in
silenzio di uccidere se stessi, insieme all’ Italia, senza riuscire ad avere
una risposta.
Oggi però non possono continuare a tacere e consegnarsi alla storia come dei
vigliacchi traditori della propria nazione e del proprio popolo. E’
indispensabile che si scuotano dalla passività nella quale sono sprofondati
e si convincano che la desertificazione attuale dei partiti, l’assenteismo e
il ripudio degli elettori, perfino la corruzione che ha invaso tutte le
istituzioni, sono la conseguenza di questo tradimento perché nessuno ha più
davanti a sé una patria da difendere, un valore collettivo in cui credere,
un futuro in cui sperare e da costruire per i suoi figli.