Ciao Pietro!
Sono ELisa della Spiaza...siamo quasi coetanei...io ho 25 anni e sto per fare il grande passo con Massimo, il mio compagno. Il 4 dicembre partiamo definitivamente per Panama, per una playa, che per me è stata un po' come il tuo surfista...siamo passati di lì durante un viaggio quando ancora ero all'università e ci siamo innamorati del posto, della quiete, della bellezza interiore della gente semplice che vive lì...era l'inizio del 2006...nel frattempo siamo ritornati e mi sono laureata come interprete, anche io, come te, ho stretto i denti e ho continuato fino alla laurea, sperando in un futuro migliore e, soprattutto, più sereno. Invece l'assaggio che ho avuto del sistema ITalia non ha fatto che rafforzare la mia voglia di ritirarmi a fare una vita più semplice e serena dove la natura esiste ancora, dove la jungla è fatta di alberi e non di cemento, dove le persone hanno un'anima e non sono solo numeri, dove è possibile mantenere la propria individualità senza l'obbligo di conformarsi alla media imposta dal sistema.
Insomma, forse sarà un postumo della ribellione adolescenziale, ma io non voglio dover cambiare per poter essere accettata dalla società, voglio rimare una persona che si preoccupa per la sorte di popoli lontani, come ad esempio la Birmania, una persona che non è obbligata a vedere l'Isola dei Famosi per poter far conversazione dal parrucchiere (infatti non ci vado...ehehheh), voglio essere ancora capace di valutare le persone secondo criteri di rispetto e umanità, e non solamente dal portafoglio e dall'aspetto esteriore. Nella mia esperienza a LAs LAjas ho imparato che un pescatore o un campesino sanno essere enormemente più illuminati, intelligenti e saggi di quello che potremo mai essere noi "civilizzati". Io gli ho insegnato qualche parola di Italiano o d'Inglese, ma loro mi hanno insegnato cos'è davvero importante per vivere felici, sereni, soddisfatti. Loro, con semplicità, ci hanno accettati con le nostre differenze, si sono preoccupati per noi, si ricordano di noi, stranieri nella loro terra...vorrei tanto poter dargli indietro qualcosa di buono, perchè i loro insegnamenti sono qualcosa di inestimabile, qualcosa che neanche tutto il denaro del mondo può comprare, qualcosa che ci hanno regalato con generosità, proprio loro che hanno così poco...ma sono enormemente più ricchi di noi, ricchi dentro, ricchi d'amore, di compassione, di voglia di vivere...
Se rimanessi in Italia forse potrei avere una buona carriera e, chissà, qualche soldino da parte...ma darei il peggio di me, probabilmente, finirei per essere costretta a guardare il Grande Fratello e snaturare la mia vera natura per essere accettata dalla società...Panama vuol dire un salto nel vuoto, dormire in tenda a tempo indeterminato, costruire la nostra casa e la nostra attività cominciando con pala e piccone a scavare le fondamenta...ma la fatica mi spaventa...ho trovato casa mia, la mia dimensione, il mio sogno in comune con Massimo, degli amici veri a cui posso fare del bene, insomma ho trovato un senso alla mia vita e così anche lui.
Tutto questo sproloquio, caro Piero, per dirti che i sogni non sono impossibili, sono semplicemente la strada più lunga e faticosa, ma sono sempre realizzabili, nonostante tutto, se uno ci crede profondamente. Non lasciare che il sistema cambi la tua sensibilità e voglia di vivere...con la scusa dell'università, vai a fare un viaggio e guarda il mondo...potresti trovare la tua onda e poi tutto quello che ti servirebbe sarebbe solo un pizzico di coraggio e una tavola da surf.
Con stima,
Elisa