Vivere a Vancouver: la storia di una famiglia italiana

Ti piace vivere in modo slow? Vuoi sentirti libero di uscire la sera anche in pigiama o con i bigodini, senza essere preso per un matto? Chiedi alla Stato più chances per crescere e guadagnare? Senti che pagare le tasse sia giusto per avere in cambio servizi efficienti? Bene, il Canada fa per te. Ma attenzione, se pensi di fare il furbo, rimani in Italia! A farlo capire, è Mara Mangione, torinese, del ’72, che dal 2008 ha deciso di vivere a Vancouver e lavora in un ristorante di italiani. “Qui non c’è posto -spiega- per chi pensa di fare fessi gli altri. I canadesi sono fiscali. E se, per esempio, in autobus sali senza biglietto, è la polizia che ti fa multe salatissime. Non un controllore qualunque, che chiude un occhio, come succede in Italia. Le forze dell’ordine sono presenti ovunque e fanno rispettare la legge. Ma a me non pesa questo sistema. Lo cercavo anche in Italia”.

Mara, infatti, ha lasciato il Belpaese, perché stanca di compromessi, raccomandazioni, di una microcriminalità che creava problemi alla sua attività. “Nello Stivale troppi immigrati -chiarisce – e la sera non riuscivo a tornare a casa tranquilla. E poi caos, smog. Per non parlare del malaffare. E della stampa collusa. In Canada ho imparato a vivere con ritmi lenti, a contatto con una natura bellissima. La mattina, quando mi sveglio, posso vedere qui vicino procioni, puzzole, scoiattoli. E piante che non conoscevo”.

A quaranta minuti da casa sua c’è lo Stanley Park, un parco cittadino di quattrocento ettari, classificato dal Project for Public Spaces, il sedicesimo migliore al mondo e sesto del Nordamerica. All’interno ci sono circa 200 chilometri di sentieri e strade, pattugliate dalla polizia a cavallo.

Italiani a Vancouver

Ma perché con la sua famiglia ha scelto proprio il Canada? E quali erano i suoi sogni?

Fin da ragazzina ho sempre sognato di imparare l’inglese e andare a vivere fuori dall’ Italia. E sa perché?

No

I miei genitori sono siciliani e da giovani si sono trasferiti a Torino per lavoro. Mi hanno sempre raccontato che, quando quaranta anni fa hanno lasciato il Sud, non riuscivano a trovare casa, perché nel capoluogo piemontese nessuno voleva dare in locazione appartamenti ai meridionali. Gli italiani erano razzisti. E la mentalità non e’ cambiata. Il mio sogno era aprire un negozio. Nel 1999 l’ho realizzato. Ho aperto uno shop di salumi e formaggi di tutte le regioni d’Italia. Solo specialità. Lavoravamo io, mio marito e mio fratello. Tre anni prima di venir qui, nel 2005, l’ho rinnovato e ingrandito.

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Poi?

Abbiamo realizzato un altro obiettivo: una casa con il giardino. Nel 2007 una mia carissima cliente mi parlò molto bene del Canada. E, soprattutto, di Vancouver.

VANCOUVER CANADA

A quel punto cosa è successo?

Ho raccolto informazioni e abbiamo organizzato un viaggio, da turisti. Ci siamo messi in contatto con un Bed & Breakfast gestito da persone italiane fantastiche. Abbiamo visitato per nove giorni la città. E poi abbiamo deciso di rimanere.

Ma cosa vi ha spinti a restare? A lasciare i vostri genitori?

Un giorno prendemmo un autobus. Salendo, vidi che tutti si mettevano in coda, senza fiatare. Nessuno provava a fare il furbo. E poi l’autista ci accolse con un “buongiorno” ed un sorriso, tanto rari da noi. Almeno a Torino.

Non sarà stato facile abbandonare la mentalità italiana. All’inizio avrà avuto problemi!

Sì, qui si ragiona in modo diverso. Non le nascondo che un giorno mio marito ha avuto una multa, perché guidava qui, in città, a 51 chilometri orari e il limite è 30. Un’altra volta, hanno chiamato la polizia, perché un tizio per sbaglio ha preso da un self service (in Canada non esistono giornalai, ma gabbiotti) due quotidiani, anziché uno, con un dollaro. Insomma, molto rigidi. Ma a me piace questo atteggiamento. Qui sei libero davvero.

VANCOUVER CANADA

Perché?

C’è una libertà che ti autoresponsabilizza. Se sbagli, paghi, e anche in modo caro. Dopo due anni, ho finalmente ricevuto la carta di residenza permanente. Che vale cinque anni. Con questa posso finalmente tornare dai miei genitori, uscire dal Paese. Averla non è stato semplice.

Per quale ragione?

Prima di rilasciarla, si accertano che abbia un lavoro, una casa, e soprattutto, non sia malato. Ti fanno eseguire analisi del sangue, delle urine. Insomma, devono verificare che sia sano, per non gravare sul bilancio statale. Per rimanere qui e trovare subito un lavoro, devi dimostrare che sei una persona onesta, senza precedenti penali, che hai un lavoro e che lo Stato può contare su di te. Devi dimostrare che hai voglia di lavorare, contribuire a migliorare la qualità della vita, che è già abbastanza alta.

Sì, scorrendo il rapporto 2007 della Mercer Human Resource Consulting, Vancouver è considerata con Vienna la terza città al mondo per alta qualità della vita, dopo Zurigo e Ginevra.

Sì, si vive bene. Ma, ripeto, devi collaborare. E dimostrare che vali. Anche nell’ambiente professionale, devi far vedere che hai esperienza. Insomma, lo Stato deve aver bisogno di te e lo devi dimostrare. Chi viene in Canada per cercare lavoro deve sapere che qui ci sono tante opportunità, soprattutto nel settore delle costruzioni. Ma occorre far vedere che si è bravi Così dovrebbe essere dappertutto. Mi chiedo perchè in Italia sia diverso, non abbia spazio il merito, ma solo la raccomandazione, qui inesistente.

Ci sarà almeno una segnalazione più responsabile!

No, mi creda. Lo dico per esperienza diretta.

Ma ci sarà qualche aspetto negativo!

I canadesi sono carini, ma andare oltre il ciao è faticoso. E poi la scuola per i miei figli.

In che senso?

La scuola insegna poco. Fanno giocare molto i bambini, che studiano pochissimo. Gli zaini sono leggeri, perché non si devono danneggiare le loro spalle. E questo è uno dei motivi per cui i miei due figli non tornerebbero mai più in Italia. Gli insegnanti mi rispondono che prima bisogna imparare a vivere. Le nozioni si acquisiscono col tempo.

VANCOUVER CANADA

E poi?

Qui può capitare di vedere bimbe che a dodici anni fanno le baby sitter. Quindi minori che lavorano. Si impara subito a diventare indipendenti da mamma e papà, che a diciotto anni ti sbattono fuori di casa. I valori sono il lavoro e i soldi.

Caspita! E la sanità funziona?

Ah, quella funziona bene. Noi quattro versiamo poco, 120 dollari ogni mese, per avere una buona assistenza sanitaria. Anche gli ospedali sono nuovi. E ben attrezzati.

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CANADA LIFE

E veniamo ai piatti tipici. Quali sono?

Salmone e pollo, cucinati in tutti i modi.

Ci sono feste e tradizioni particolari?

C’è il Canada day a luglio. Per il resto è un Paese moderno, senza una storia importante da celebrare. Comunque, c’è un dato. Fanno cadere le feste di venerdì o lunedì, per allungarle. Perché qui si fanno i long week end.

E il clima?

Mite quasi tutto l’anno. In inverno non si scende mai al di sotto dei meno due. E anche d’estate non si sta male.

VANCOUVER CANADA

Quanto è cambiata la città dopo le Olimpiadi e come incide sulla vita dei canadesi la presenza di un porto tanto grande?

Beh, l’aspetto della città è migliorato. Chi lavora al porto guadagna molto.

Vancouver è tranquilla?

Certo, perché qui la polizia c’è e si vede. Se schiaffeggi un bimbo per strada, le forze dell’ordine intervengono. I vagabondi al centro della città sono tutti sotto controllo. E non sono poveri, sono persone che vogliono vivere in modo libero e alternativo. Quando due anni fa abbiamo avuto la neve, la British Columbia ha offerto loro delle case. Le hanno rifiutate.

Ma la vita è cara?

Ci sono tantissimi centri commerciali, in cui si risparmia. Con mille dollari il mese, 650 euro, si può vivere in modo dignitoso in quattro.

Parlava della natura.

Sì, e questo è meraviglioso. Qui ti capita di vedere scoiattoli e puzzole con grande facilità. Anche orsi. Hai mare e montagna a pochi chilometri.

VIVERE A VANCOUVER CANADA

Gli italiani sono tanti?

Sì, e sono ben visti. Ma ci sono molti orientali. Pochi i canadesi doc.

Posti imperdibili?

Stanley Park, dove puoi vedere i totem fatti dagli indiani, procioni, scoiattoli che ti chiedono da mangiare. La domenica e’ pieno di artisti che suonano, cantano. E rendono bella la città. Voglio ricordare una cosa importante. Spostarsi a Vancouver è facile, perché c’è una sorta di minimetro superficiale. E questo è un altro fattore positivo.

Consigli a chi voglia venire a vivere in Canada?

Qui c’è lavoro e si vive bene, ma solo se si è onesti. Qui puoi anche avere tre tipi di lavoro, ma devi pagare le tasse.

 

Cinzia Ficco