Classifica delle migliori facoltà e le Università che danno lavoro

A cura di Giulia Rinchetti (Cofounder di Unitrotter)

Scegliere l’indirizzo dei propri studi universitari non è mai semplice. Si tratta di un passo importante che avrà un impatto decisivo sulla nostra vita lavorativa, sia se si desidera lavorare in Italia o se si vuole trovare lavoro all’estero. Per questo motivo, è bene farsi guidare dalle proprie passioni e desideri. Allo stesso tempo però, è necessario anche informarsi sulle prospettive di ciascuna disciplina, poiché è indubbio che ci sono lauree che danno più lavoro di altre.

La domanda che bisogna porsi è: quali facoltà universitarie offrono maggiori possibilità lavorative? E quali sono le università con più possibilità di lavoro?

Le facoltà con più sbocchi lavorativi: lo studio di AlmaLaurea

AlmaLaurea, consorzio a cui aderiscono 75 atenei italiani e che si occupa di studi statistici sul mondo universitario, da anni monitora l’inserimento lavorativo dei laureati. Nell’indagine di quest’anno, presentata al convegno “Università e mercato del lavoro” tenutosi presso la Sapienza Università di Roma il 6 giugno 2019, sono stati analizzati i dati occupazionali di oltre 630 mila laureati.

Sono stati contattati in particolare studenti laureatisi del 2017 – sia di primo che di secondo livello – ad un anno dal termine degli studi universitari, i laureati di secondo livello del 2015 a tre anni dal conseguimento del titolo e i laureati di secondo livello del 2013, dunque a cinque anni dalla laurea.

Dati ad un anno dalla laurea

Il Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale dei Laureati marca importanti differenze tra i vari gruppi disciplinari e mette chiaramente in luce quali sono le facoltà che danno più lavoro.

Ad un anno dal conseguimento della laurea, il tasso di occupazione è più elevato per i laureati nelle discipline:

  • Ingegneristiche: 89,2%
  • Scientifiche: 86,8%
  • Chimico-farmaceutiche: 82,7%
  • Sanitarie: 80,4%

Sono sicuramente queste le facoltà con maggiore occupazione, mentre le peggiori risultano:

  • Letteratura: 59,2%
  • Psicologia: 46,2%
  • Giurisprudenza: 45,3%

Bisogna tuttavia sottolineare che i laureati in giurisprudenza fanno il loro ingresso nel mercato del lavoro qualche anno in ritardo rispetto a chi si laurea in altre discipline. Sono infatti comuni attività post-laurea non retribuite ma necessarie per accedere all’esercizio della professione. Ad esempio, i praticantati coinvolgono l’85% dei laureati del gruppo giuridico.

Anche la maggioranza dei laureati nelle discipline psicologiche e letterarie ha dichiarato di partecipare ad attività di formazione post-laurea quali tirocini, dottorati e specializzazioni, non sempre retribuite.

Per avere un quadro più chiaro bisognerebbe dunque guardare ai dati occupazionali rilevati a 5 anni dalla laurea.

Dati a 5 anni dalla laurea

L’analisi dei laureati del 2013 conferma ingegneria quale facoltà migliore per trovare lavoro, con un tasso occupazionale superiore al 93%. Le performance dei laureati nelle altre discipline sono invece diverse rispetto a quelle registrate ad un anno dalla laurea.

In particolare, le facoltà che danno più lavoro a 5 anni dalla laurea sono quelle:

  • Mediche (Medicina e odontoiatria): 92%
  • Economico-statistiche: 89,6%
  • Professioni sanitarie: 89,3%

Il tasso di disoccupazione per i laureati in queste discipline è limitato a quello fisiologico (ossia dovuto alle naturali tempistiche necessarie per trovare o cambiare lavoro), contrariamente a quanto succede per le altre lauree.

In particolare, ingegneria è una delle lauree più richieste all’estero, dove viene particolarmente valorizzata. Infatti, gli ingegneri emigrati percepiscono in media un salario più alto del 57,3% rispetto a quello italiano e ben il 74% può affermare che la laurea conseguita è efficace (ossia riescono a mettere in pratica le competenze acquisite durante l’università o hanno avuto necessità del titolo ai fini dell’assunzione).

Bene anche architettura, che sebbene nell’ultimo periodo sia stata sconsigliata come laurea, registra un tasso di occupazione dell’88%, dunque superiore alla media (che si attesta all’85%).

Le facoltà universitarie con meno sbocchi lavorativi risultano invece:

  • Biologia: 77,9%
  • Letteratura: 77,5%
  • Giurisprudenza, facoltà che a 5 anni riesce ad impiegare solo il 75% dei laureati.

Le migliori lauree triennali per trovare lavoro

Sebbene a seguito del conseguimento di una laurea triennale si decida spesso di proseguire gli studi, ci sono studenti che decidono di entrare subito nel mondo del lavoro. Come rilevato da AlmaLaurea, questa scelta interessa quasi il 40% dei laureati di primo livello. In questi casi il tasso di occupazione è pari al 72,1% a un anno e all’88,6% a cinque anni, ancora con sostanziali differenze a seconda dei gruppi disciplinari.

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Le facoltà che ti permettono di lavorare fin da subito sembrano essere le facoltà scientifiche (il tasso di occupazione dei neolaureati è quasi dell’87%) e le professioni sanitarie (79,6%). In quest’ultimo caso, bisogna considerare che sono tra i lavori più richiesti in Italia e il percorso formativo ha un contenuto marcatamente professionalizzante. Tutti elementi che la rendono una laurea che ti permette di lavorare subito.

Il quadro è lo stesso a cinque anni dal titolo. Per i laureati nelle facoltà scientifiche, ingegneristiche e professioni sanitarie si può parlare addirittura di piena occupazione, in quanto per tutte il tasso di occupazione è ampiamente superiore al 90%. Sono dunque queste le lauree consigliate e le migliori facoltà per trovare lavoro con una laurea di primo livello.

Le università che ti fanno trovare lavoro: lo studio di QS

Bene, avete valutato la disciplina che credete sia la più giusta per le vostre ambizioni, analizzato le facoltà universitarie con più sbocchi lavorativi e studiato i dati dei corsi di laurea che offrono più lavoro. La domanda da farsi ora è: dove iscriversi?

Bisogna infatti considerare che non tutte le università si equivalgono. Alcuni atenei si concentrano sulla ricerca, altri sull’internazionalizzazione, altri ancora sui contatti con le aziende del territorio. Soprattutto, alcune università sono più prestigiose di altre e nel mondo del lavoro spesso anche questo conta.

Per aiutare gli studenti nella scelta, numerose riviste e associazioni stilano ranking di atenei e facoltà. Si possono trovare classifiche specifiche per settore disciplinare, o legate a particolari parametri.

Il QS World University Rankings è una delle più autorevoli pubblicazioni in materia e ha stilato una classifica per capire quali università danno subito lavoro ai proprio laureati, sfornando i lavoratori più apprezzati: si tratta del Graduate Employability Ranking.

In questa classifica quindi non si guarda solo al tasso di assunzione (che è comunque uno dei parametri fondamentali), ma anche al successo lavorativo degli alunni, alla reputazione dell’ateneo presso le aziende e il livello delle collaborazioni università-aziende.

La Top Ten di questa classifica è occupata interamente da università anglosassoni, con un’incursione cinese:

  1. Massachussetts Institute of Technology (MIT) [USA]
  2. Stanford University [USA]
  3. University of California, Los Angeles (UCLA) [USA]
  4. Harvard University [USA]
  5. The University of Sydney [Australia]
  6. The University of Melbourne [Australia]
  7. University of Cambridge [UK]
  8. Berkeley (UCB) [USA]
  9. Tsinghua University (Pechino) [Cina]
  10. University of Oxford [UK]

Sono queste dieci, dunque, le università consigliate per trovare lavoro immediatamente subito dopo la laurea e, come possiamo vedere, sono tutte università oltreconfine.

La prima università europea che appare in classifica è l’ETH di Zurigo (15esima posizione), seguita dalla UCL di Londra (18°), da l’Ecole Polytechnique a Palaiseau in Francia (30°), dal KIT in Germania (31°), dall’Imperial College di Londra (33°) e dalla University of Manchester (35°).

Al 36esimo posto troviamo il primo nome italiano: Il Politecnico di Milano, che secondo QS è quindi l’università italiana consigliata per trovare subito lavoro. Per trovare un altro nome italiano bisogna scendere alla posizione 98: La Sapienza.

Per vedere la classifica completa del QS sulle università che danno lavoro, cliccare sul link seguente: https://www.topuniversities.com/university-rankings/employability-rankings/2020

Il Politecnico di Milano

Quale università scegliere per trovare lavoro in Italia? La risposta del QS è chiara: Il Politecnico di Milano. L’ateneo ha il punteggio massimo in ben due categorie:

  • Graduate Employment Rate: 100/100. Il parametro misura il tasso di assunzione dei neolaureati a un anno dal conseguimento del titolo, tenendo conto della media nazionale
  • Partnerships with Employers: 99/100. Questo indicatore tiene conto delle collaborazioni con le aziende, sia per la promozione della ricerca scientifica che per il placement degli studenti

Il Politecnico brilla anche per Employer Reputation, un parametro che si basa sulle valutazioni date dai datori di lavoro a quelle istituzioni dalle quali escono i laureati più competenti, efficaci ed innovativi. È un parametro particolarmente importante se si pensa che il questionario da cui vengono estrapolati i dati (The QS Employer Survey) è il più diffuso della sua categoria.

L’unica debolezza dell’ateneo milanese è l’Alumni Outcomes, ossia la frequenza con la quale gli alunni riescono a comparire nelle liste che ogni anno vengono stilate da riviste o associazioni per indicare le persone di maggior successo in vari campi.

Bastano le lauree per trovare lavoro?

La scelta della giusta facoltà e dell’ateneo più prestigioso tuttavia non basta per trovare lavoro in fretta. Come la stessa AlmaLaurea mette in luce, non basta selezionare una facoltà con sbocchi lavorativi “sicuri”. La probabilità di trovare un impiego dipende infatti anche da altri fattori, che rispecchiano l’impegno degli studenti duranti il periodo di studio.

In particolare, gli studenti che hanno trascorso un periodo di studi all’estero o che si sono impegnati con un tirocinio, hanno più chance di trovare lavoro rispetto ai compagni che non hanno fatto le stesse esperienze (rispettivamente 9,1% e 12,7% di chance in più di trovare un’occupazione a un anno dalla laurea).

Anche le competenze informatiche sono cruciali: lo studio infatti riporta che “la probabilità di essere occupati, tra chi conosce almeno cinque strumenti informatici, è del 26,1% più alta rispetto a chi conosce al più due strumenti”.

Scegliere gli indirizzi universitari con maggiori sbocchi lavorativi può dunque non essere abbastanza. È necessario non limitarsi allo studio puro, ma collezionare esperienze che arricchiscano il curriculum fin da prima della laurea.

Inoltre, bisogna considerare che siamo in un periodo storico di grande innovazione e cambiamento. Tenersi sempre informati sulle attività e professioni emergenti e prepararsi di conseguenza, come confermato dai dati sulle competenze informatiche, potrà fare la differenza.