Dalla Toscana alla Grande Mela con il mestiere nella testa e i sapori nel cuore. Questa la storia di Simone Bertini, proprietario del forno “Prato Bakery” a Jersey City.

Originario di Prato, ha vissuto la sua gioventù come la maggior parte dei ragazzi della sua zona. Prima il diploma da Tecnico industriale e poi il lavoro nella ditta tessile del padre. Dopo entra nell’azienda del suocero in cui gira il mondo per vendere cornici. Nel frattempo un suo amico, già avviato nell’artigianato dolciario, gli propone di aprire un’attività all’estero. Simone decide di farsi le ossa nel biscottificio dell’amico, tenendo in mente l’idea di possederne uno. Optano per Shangai, poi per Parigi e alla fine la scelta va su New York. Così a fine 2007 decidono di salpare Oltreoceano. “Il primo impatto è stato bello”, dice. “New York è unica-continua: o piace o non piace”. Una volta arrivati iniziano a sondare il terreno, scoprendo le sensibilità e il mercato della Grande Mela.

Passa più di un anno e nel settembre del 2009 a West Village inaugurano il locale “ Il Cantuccio New York”, dove preparano e servono proprio i cantucci, biscotti con pasta di mandorle. Il giorno dopo succede un fatto decisamente grave: lo stabile va a fuoco. Servono 7 mesi perché il locale torni alla normalità. Per Simone – che nel frattempo è stato raggiunto dalla moglie Teresa – non è un bel periodo, ma dopo lo stallo riprende la sua attività. Ogni americano o straniero che entra nel bar si gusta cantucci, caffè e “schiacciate”, focacce toscane con mortadella o prosciutto. “Il Cantuccio” è sulla bocca di tanti e l’incendio sembra un lontano ricordo.

Simone Bertini prato bakery

Nel 2013 però l’immobile passa ad una compagnia che chiede a Simone e i suoi soci un affitto troppo alto. Decidono così di chiudere l’attività, sperando in un futuro migliore. “E’ stato un dramma”, ricorda Simone. “Sono stato un anno senza lavoro ”, continua. Non perde la speranza e un suo ex cliente gli propone di associarsi per aprire un esercizio a Jersey City. Così il 7 marzo del 2015 aprono il “Prato Bakery”, che ha sul logo una fortezza per ricordare il Castello dell’Imperatore della città natia. “Lavoriamo sette giorni su sette dalle 7:30 alle 19:30”, precisa Simone Bertini. Anche per la moglie Teresa arriva la svolta: vista la sua specializzazione in Psicoterapia si reinventa life-coach, con un suo studio nel quartiere Soho.

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Jersey City è una città tranquilla, pulita e da Manhattan è facilmente raggiungibile col treno. Vista la sua ubicazione, la clientela di “Prato Bakery” va dai giovani fino alle famiglie. I prodotti sono quelli classici di un forno, sia dolci ( cornetti o biscotti) che salati (pizze e pane). In più c’è anche la caffetteria, così da prendere un cappuccino al mattino o un caffè dopo pranzo. “Da noi-afferma Simone – lo spazio è ampio e il cliente può stare seduto con calma”. I dipendenti sono 7, tutti americani. Ha lavorato con giovani italiani, “alcuni bravi altri poco umili”.

Simone Bertini

A livello burocratico è più facile aprire un’azienda rispetto all’Italia. Non esistono commercialisti o notai, “ma solo il Cpa (Certified Public Accountant) che segue la parte tributaria”. Quanto al cibo, la clientela americana è diversa da quella italiana. Più abituata a sapori forti e cercano soprattutto la quantità. “Il nostro lavoro ha anche una valenza educativa, li insegniamo la nostra cultura e il nostro gusto attraverso la cucina”, osserva Simone. Nonostante siano in un altro continente, Simone e la sua famiglia non hanno perso l’amore per il Belpaese. “Solo all’estero capisci quanto è bella l’Italia”, dice. “Vedere giovani senza lavoro e senza una prospettiva-continua- mi fa stare male”. Simone, oggi quarantatreenne e padre di Gaia, spera di poter aprire altri “Prato Bakery”. “Arrivare a New York è stato un sogno”, spiega. “E’ stata dura -aggiunge-, ma lo rifarei. Si vive bene sia a livello economico che sociale”. Parlando delle sue esperienze negative ( l’incendio e la chiusura del precedente “Cantuccio NYC”), Simone dice che con l’intraprendenza si supera tutto e “i risultati arrivano”.

“Rispetto a noi italiani, gli americani amano di più il loro paese” osserva Simone Bertini. Ora nella sua vita lavorativa ci sono i suoi clienti e le specialità che ogni giorno gli ricordano la sua Prato. Ogni anno con la moglie e la figlia torna a Prato per stare con i miei genitori e vedere gli amici e parenti. Nonostante l’esperienza newyorkese sia stata per lui molto importante, non esclude di rientrare stabilmente in Italia. “Se la situazione dovesse migliorare -conclude- spero di poter tornare in Italia”.

Matteo Melani