Questioni di fortuna

Quest’anno a Sassuolo al festival della filosofia il tema è stato la Fortuna, “questioni di fortuna”.

Intanto cosa è la fortuna o meglio, esiste un modo per farsi trovare dalla Dea bendata ?

Dove dimora o si nasconde la fortuna?

Qualcuno tenta il win for life, il gratta e vinci ed affini e se la seduzione non diventa dipendenza è un gran bel rituale, leggero, forse troppo delegante, ma pur sempre sorretto da speranze, sogni, giochi.

Qualcuno, non si “sente” fortunato e non riesce a vedere la Dea Bendata.

Qualcuno non ha mai aperto un dialogo vero con la fortuna, dialogo per vedere, capire, riconoscere.

Fortuna

Qualcuno, molti non vanno al festival di Sassuolo, come me…ma ho seguito la diretta di Fahrenheit Radio 3, bravi, sempre bravi, che grande piacere ascoltare trasmissioni di senso e valore.

Cinquanta lezioni sul buon uso del’incertezza, ottimo tema per chi naviga nei sogni, nei progetti del “Voglio vivere così”.

Ascolto l’intervista a Jan Luc Nancy, che pone l’accento sulla capacità individuale di vedere la fortuna, quel livello di attenzione consapevole che fa vedere l’occasione nel medesimo particolare che per altri è banale, anzi non è neanche visto. Fortuna come capacità di connessione.

Da psicologa e non estimatrice dei distratti dico, la fortuna esiste, se sei in grado di vederla, se ti lasci attraversare dal mondo abbandonando soliloqui solipsistici, luoghi comuni e pensieri banali e disfattisti.

La fortuna si vede se sei fuori da te, dalle certezze, se giochi a lasciarti sorprendere, se dai energia e ludicità al cervello pigro.

Chi sta rimettendo i pezzi della propria vita per vederla potrebbe dedicare maggiore attenzione ai “pezzi” nuovi, in qualche modo sforzarsi di vedere l’inedito anche laddove sembra già detto, scontato.

Ricordo una frase che quando ero piccola sentivo spesso: d’altronde è così. Frase che ha rovinato generazioni se i figli non avevano la solida voglia di vedere aldilà.

Frase che interrompeva qualsiasi forma di conoscenza, relazioni, conoscenza. Quando incontro un logorroico e voglio salvaguardarmi dalle sue parole, io gli dico: eh si, “d’altronde è così”.

Funziona sempre, si blocca qualsiasi discussione e…si può fuggire elegantemente alla ricerca di possibilisti, curiosi e affini.

La fortuna esiste se gli occhi assumono uno sguardo da puro che scopre il mondo, non lo giudica e…inizia a creare da uno stuzzicadenti una scultura, da una nuvola una storia, da un bacio la scusa per giocare.

Fortuna adulta per giocare a vedere possibilità negli stimoli che sollecitano la nostra attenzione, anche se debole. La fortuna è cosa seria e dinamica se si posseggono tre talenti, perché di talento si tratta, tutti iniziano con la C: curiosità, creatività, coraggio.

 

La curiosità ti porta ad ascoltare le storie degli altri, a leggere e sostare nei dettagli che ci attirano ma che non abbiamo creato. Curiosità di sapere come và a finire e non di sapere in anticipo che è difficile cambiare o mantenere con più cura ed attenzione quel che si ha.

Quando le coppie non sono più curiose dell’altro, della capacità progettuale duale o familiare, scoppiano, si affievoliscono e se non hanno occhi per vedere e cuore per sentire rimangono bendati, senza vedere la fortuna o se preferite la fortuna non li vede.

vivere il cambio

Chi desidera riprogettare la propria vita e non è attratto e quindi incuriosito da altro, non può inventarsi il sogno a comando.

Mi è capitato di sentire dire, voglio cambiare vita, si sono convinto ma non so cosa fare. Alla successiva domanda finalizzata a trovare desideri, passioni, censure che nascondono altro, spesso non c’è risposta, risposte deboli.

La curiosità, che sia provocata dai granelli di sabbia estivi o dalle vite degli altri, ti apre le porte a fonti inedite. Pura curosità , ma non basta.

La creatività, patrimonio spesso di chi ha trasformato sofferenze di diverso spessore in creazione d’altro.

Un vero personaggio creativo non è mai tanto solare, è interessante, seducente, a volte antipatico, snob, ma non trasmette quella serenità paradisiaca di chi ha nelle vene amore e leggerezza. Se è un creativo che ha “spurgato” il suo passato seduce per la sua follia, la sua orginalità che non è solarità.

La creatività è la trasformazione, la deformazione di altro che già esiste, dentro, fuori o nella linea border tra un dentro ed un fuori. Sofia Coppola nel film Somewhere ci racconta una parte della sua vita: padre carismatico, ricchezze a portata di mano, poteva soddisfare tutti i desideri…

Somewhere, un da qualche parte in cui cercava una madre assente ingiustificata, un padre affascinante ma mai troppo presente.

Somewhere, parole cantate da Eva Cassidy, Jimi Hendrix, il nome di una organizzazione che promuove collettive di artisti. Un da qualche parte che molti cercano, raccontano, cantano. Somewhere…quando speri di vedere la fortuna, se da qualche parte è un pensiero vigile, da qualche parte arriverà l’occasione, basta vederla.

In una scena del film sopra citato, la giovane protagonista (Sofia nella realtà) figlia di un famoso attore (Francis nella realtà) è insieme al padre nella bellissima suite del’hotell Principe di Savoia, trastullata tra piscina, mogani e tutto o quasi tutto ad uno scoccar di mani, vedendo questa scena voi cosa pensereste ? Coraggio, senza mentire.

Ci scappa da dire, eh bella vita, certo tutto facile !

E invece no, anche lì mancava qualcosa, quel qualcosa che se non puoi averlo lo costruisci, trasformando osservazione, mancanza, solitudine, in altro.

Con questo non voglio dire che tutti i creativi sono stati tristi, ma…la maggior parte dei creativi che lasciano segno e memoria hanno valicato con la creatività quella linea border che non tutti per fortuna o forse per sfortuna non vedono. Ma non basta.

Puoi essere curioso ma fermarti lì e non creare altro che sia una reale espressione di te, puoi essere curioso e creativo ma rimanere dietro le quinte dei tuoi pensieri o del teatro della vita. Ci vuole anche coraggio.

Il coraggio di osare con quello che credi “possa funzionare”, coraggio nell’accettare le critiche e modificare la tua idea.

Coraggio nel sentirti forte, debole, con le tue mancanze e le tue forze. Coraggio nel perseverare nel tuo disegno, con gli occhi e le orecchie aperte verso gli altri. Se poi c’è anche il cuore e sai sostenere quello che entra e quel che esce, tutto fluisce, anche la fortuna.

Good luck, naturalmente.

Antonella GallettaRicomincio da me