Rais, esce il nuovo libro di Simone Perotti

Un pirata del Mediterraneo, crudele, invincibile, che per decenni è il vero unico grande avversario di un altro pirata invincibile. Dragut Rais, ottomano, e Andrea Doria, genovese, ammiraglio della cristianità intera. Apparentemente si tratta di un duello tra immortali, nelle spire torbide ed esaltanti del Rinascimento.

Ma quel pirata è roso da un’antico tarlo: “Abbiamo fatto troppo la guerra” le prime parole del romanzo. E per di più si trova al centro di una manovra politica gigantesca, quella politica che lui, proto-anarchico, uomo d’azione, autentico nella sua violenza, odia con tutto se stesso. Sullo sfondo si agita infatti una questione d’importanza capitale: come contrastare la cristianità che con Cristoforo Colombo ha aperto orizzonti infiniti, quelli del mondo intero. Un ammiraglio e cartografo turco disegnerà la Carta del mondo per provare che quel che Colombo ha scoperto in realtà è conosciuto da secoli, perché altri navigatori hanno già aperto le vie oceaniche, millenni prima di lui.

Ogni proprietà cristiana, spagnola o portoghese che sia, è dunque illegittima. Inizia così una guerra di spie che durerà decenni, e transiterà per un’isola solitaria, dove una donna fuori dal comune, schiava, segregata e coltissima, farà da grande testimone della trama più violenta e intricata del secolo. Libertà, la grande chimera; e schiavitù del destino, la grande condanna. Tra questi estremi, attuali oggi come nel 1.500, si svolge un romanzo in cui si agitano tutte le angosce dell’uomo, la sua ricerca di amore e considerazione, pace e riconoscimento, amicizia e tradimento. Un duello di valori e di uomini, funestati e al tempo stesso salvati da un amore impossibile.

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